Napoli. Il Cardinale Sepe inaugura il convento dei passionisti ristrutturato dopo il sisma del 1980

napoli_facciata.jpg(A.R.).Sarà il Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, questa sera, 15 giugno 2012, alle ore 19.00, durante una solenne concelebrazione nella Chiesa di Santa Maria ai Monti, ai Ponti Rossi, ad inaugurare il complesso monumentale e conventuale dei Passionisti di Napoli, dopo 32 anni di lavori di ristrutturazione, dopo il terremoto del 1980 in Irpinia e in Campania.
Otto curie provinciali hanno messo mano per realizzare e completare i lavori, con i rispettivi superiori provinciali: P.Valente Schiavone, P.Stanislao Renzi, P.Giuseppe Comparelli, P.Luodovico Izzo, P.Giovanni Cipriani, P.Antonio Rungi, P.Enzo Salvatore Del Brocco, attuale preposito provinciale, che ha completato i lavori. Domani sarà lui a presiedere la messa dopo l’ianugurazione. Impegno consistente in questa opera di ristrutturazione è stato profuso da padre Pancrazio Scanzano, morto lo scorso anno, da padre Pietro Boniello già superiore della casa ed economo provinciale, dai vari superiori della casa religiosa che si sono succeduti nel tempo in questi 32 anni di interminabili lavori, finalmente completati, passo dopo passo ed anno dopo anno.
Nel 2000 fu il Cardinale Michele Giordano, di v.m. a riaprire al culto dei fedeli l’artistica chiesa di Santa Maria ai Monti, la più danneggiata dal sisma. Oggi, in occasione della Solennità del Sacro Cuore di Gesù, giornata mondiale della santificazione dei sacerdoti,  sarà l’attuale arcivescovo di Napoli a riaprire la struttura conventuale, quasi completamente rifatta, nel rispetto delle leggi e dell’arte, con i contributi dello Stato e con uno sforzo economico della Provincia religiosa dei Passionisti della Campania e del Lazio Sud, che va sotto il nome della Beata Maria Vergine Addolorata, con sede legale in Napoli dal 1929.
I Passionisti vivono in questo convento dal 1900 pregando e svolgendo il loro apostolato, portando la Parola della Croce come rimedio ai mali del mondo, tenendo fissi gli sguardi ai “crocifissi di ogni tempo”. Ciò per continuare l’opera del Signore e del loro Santo Fondatore, San Paolo della Croce, che visitò Napoli due volte ed assistette anche al miracolo della liquefazione del Sangue di San Gennaro e che volle fortemente una presenza passionista nel Regno di Napoli. Sogno che si realizzò solo a distanza di 125 anni dalla morte del Santo.
Da sempre luogo di preghiera, di studio e di partenza per l’attività missionaria nella Regione Campania, il Convento dei Passionisti è stato nel passato Studentato Teologico, nel quale si sono formati i passionisti di ieri e di oggi, frequentando le università teologiche e statali funzionanti in Napoli. Un punto di riferimento culturale e spirituale anche per le molteplici attività pastorali e missionari che svolgono i Passionisti nella Città di Napoli e nell’Arcidiocesi partenopea.
La storia di questo monumentale complesso religioso parte da lontano. Fu, infatti, il Venerabile Carlo Carafa, fondatore dei Pii Operai, a cominciare l’8 ottobre del 1605 la costruzione del complesso conventuale di S. Maria dei Monti, adattando un’antica masseria acquistata da un privato.
Il 14 maggio del 1606, festa della Pentecoste, P. Carlo Carafa insieme con i suoi confratelli celebrò la prima Messa nella chiesa della Madonna dei Monti. Il quadro di Maria Regina degli Apostoli è opera del pittore Girolamo Arena. Esso rappresenta l’immagine della Madonna che siede su tre monti, tra gli Apostoli Pietro e Paolo, e il Bambino che tiene in mano il mondo. Da quel lontano lunedì di Pentecoste i Monti da luogo dove si nascondevano briganti e ladri divenne luogo di spiritualità, ed ancora oggi la tradizione vuole in questo giorno numerosi fedeli si recano a venerare la Vergine.
La crescente affluenza dei fedeli che accorreva a venerare la Vergine dei Monti, spinse il comune di Napoli nel 1621 a costruire una strada a rampe di basalto. Occorreva anche una Chiesa più grande e il 22 gennaio 1628 il cardinale Francesco Buoncompagno pose la prima pietra, secondo il nuovo progetto del Cavaliere Cosimo Fanzago (architetto e scultore 1591-1678) esponente di prestigio del barocco napoletano. Detti lavori terminarono almeno nel rustico nel 1654. La tremenda pestilenza che colpì la città di Napoli nel 1656 decimò la comunità, ed il terremoto del 1688 danneggiò gravemente casa e chiesa. La chiesa fu terminata e consacrata il 20 ottobre del 1724 da Antonio Sanfelice vescovo di Nardò. Nel periodo napoleonico 1805-1820, con la repubblica napoletana e il regno di Gioacchino Murat, la tempesta si abbatté sul Convento dei Monti. I Pii Operai furono espulsi, convento e chiesa saccheggiati e trasformata in sede di comandi militari e per decenni soggetta a profanazione. Nel 1898 ad opera del pio operaio Antonio Campanile cominciarono i contatti con i Passionisti che presero possesso del convento il 24 marzo del 1900
Una lunga storia di presenza e santità che i passionisti conservano gelosamente nella memoria e soprattutto nel loro cuore, quel cuore che è stemma tipico della Congregazione di San Paolo della Croce che ha voluto fissare in poche espressioni il suo carisma: “La Passione di Gesù Cristo”. E sarà l’ultimo successore in ordine di tempo, padre Ottaviano D’Egidio, Superiore generale dei Passionisti, a presiedere la solenne concelebrazione  nella Chiesa di Santa Maria ai Monti, domenica 17 giugno alle ore 11,30 a chiusura dei festeggiamenti.

Napoli. Il Cardinale Sepe inaugura il convento dei passionisti ristrutturato dopo il sisma del 1980ultima modifica: 2012-06-15T11:45:00+02:00da pace2005
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