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Il Capodanno si attende anche pregando

Foto-0113.jpgL’anno 2012 si attenderà con  veglie di preghiera in molte chiese parrocchiali italiane, al fine  di ringraziamento e di intercessione per l’anno che sorgerà. Adorazione  eucaristica con commenti e riflessioni e poi allo scoccare della mezzanotte il suono a festa delle campane per annunciare l’inizio di un nuovo anno del Signore che tutti si auspicano sia migliore, come spesso si dice in queste specifiche. Chi ci sarà alla veglia di preghiera per il passaggio al 2012 saranno le persone sole, quelle che non hanno con cui trascorrere la notte di san Silvestro e fanno della chiesa anche un luogo di incontro e di fraternità. D’altra parte attendere il nuovo anno in un clima di preghiera è di buon auspicio per tutti, soprattutto per quanti ripongono in Dio ogni loro attesa e speranza. In Italia non è l’unico caso. Sono, infatti, moltissimi i parroci, i sacerdoti, i religiosi, le religiose o semplici fedeli che attendono il passaggio al nuovo anno nella preghiera. In genere dopo la messa della sera e il canto di ringraziamento del Te Deum, si ritorna in famiglia per il cenone di rito. Conclusa l’agape fraterna in famiglia, molti fedeli di parrocchie italiane si riversano negli oratori e locali delle loro parrocchie per attendere insieme il passaggio al nuovo anno. I più zelanti lo attendono con la veglia di preghiera e l’adorazione eucaristica, in modo da poter usufruire degli ultimi respiri del vecchio anno e dei primi battiti del nuovo anno in sintonia con il divino. Poi ci sarà pure occasione di oggi e di fare festa, subito dopo. Mini discoteche, con finalità di sano divertimento, con balli e momenti di gioia vera vengono allestite anche presso i locali di tantissime parrocchie italiane, per coinvolgere i giovani ed evitare che prima o dopo la mezzanotte si mettano in auto per raggiungere località vicine o lontane con tanti rischi per la salute e la guida nella notte, specie se si è fatto abuso di alcool. Le feste in piazza come i fuochi artificiali per molte comunità parrocchiali sono lontani dalle loro esperienze di vita cristiana che vuole attendere nella gioia vera il passaggio al nuovo anno, che è poi solennità della Madre di Dio e giornata mondiale della pace. Nel segno della pace e della riconciliazione fraterna si vuole iniziare il nuovo anno 2012, che molti temono per le tante false intepretazioni della profezia dei Maja, destituita di ogni validità scientifica e religiosa. Ma come spesso capita, la superstizione porta a credere anche all’inverosimile e alla cose più assurde che circolano nel mondo, mediante una forma mentis apolalittica piuttosto che positiva nel segno di quella buona notizia venuta a porta da Gesù Cristo, con la sua nascita tra di noi.

 

Carinola (Ce). Domenica inaugurazione della Chiesa di San Donato ed Agnello restaurata

chiesa%20s_donato%20e%20s_agnello.jpgaltare.jpgi%20santi%20patroni%201.jpgSarà monsignor Antonio Napoletano, vescovo di Sessa Aurunca, ad inaugurare, domenica 7 dicembre 2008, alle ore 18.00, la chiesa ristrutturata e restaurata di San Donato e Sant’Agnello, nella piccola, ma dinamica frazione della città di Carinola, guidata da alcuni anni dal giovane sacerdote mondragonese, don Paolo Marotta. Don Paolo ha preso l’eredità del suo predecessore, mons. Nunzio Di Toro, di v.m. e già vicario generale della Diocesi, e sta curando con particolare zelo apostolico non solo la piccola comunità di San Donato ed Agnello, ma anche quella di Ventaroli, che annovera nel suo territorio la antica e prestigiosa chiesa di S.Maria in Foro Claudio. Anche la chiesa parrocchiale di Ventaroli è stata restaurata per interessamento ed impegno diretto di don Paolo Marotta e dei fedeli.

L’inaugurazione di domenica è un avvenimento ecclesiale di grande rilevanza, sia per la comunità cristiana di San Donato di Carinola che per l’intera Diocesi di Sessa Aurunca.

La presenza del Vescovo, che presiederà il solenne rito della benedizione, sta, infatti, a confermare l’importanza dell’avvenimento. Il Vescovo, quale primo responsabile dei beni della Chiesa sessana, ha dato un suo valido contributo economico, mentre il Comune di Carinola, per il momento, ha solo promesso un suo successivo sostegno economico. Alla cerimonia sarà presente anche il sindaco della città, Mannillo.

All’inaugurazione si giunge con nove giorni di preparazione, incentrati sulla celebrazione dell’Eucaristia nella messa vespertina, presieduta, a turno, da tutti i parroci della Forania di Carinola. Chiuderà il giorno 6 dicembre il vicario foraneo, don Valentino Simoniello, che benedirà la nuova croce astile ed un prezioso coprievangeliario offerto sempre dalle famiglie di san Donato.  

L’importanza dell’evento sta nel fatto che la piccola comunità di San Donato ed Agnello di Carinola, composta di appena 188 persone, di cui 70 nuclei familiari, ha messo mano all’opera di restauro rinunciando alla festa  patronale annuale del 2008 e facendo grandi sacrifici individuali e comunitari.

I lavori della chiesa ammontano ad una somma di circa trentamila Euro. “La chiesa era in uno stato pietoso – afferma don Paolo- a causa della torre comunale dell’orologio, attaccata alle mura dell’edificio di culto. Dal terremoto del 1980, questa torre mancava di un piano e l’acqua piovana, entrando dal tetto aperto della torre, ha causato gravi danni alle mura della chiesa. Finalmente nel 2007, dopo tante proteste della gente (una domenica abbiamo celebrato la messa in mezzo alla strada per sensibilizzare il Comune), la torre è stata restaurata e noi abbiamo potuto iniziare i lavori a giugno del 2008. Lavori che si sono conclusi nel settembre 2008. I lavori di sistemazione della chiesa hanno avuto due tempi. In un primo tempo, in attesa che il Comune restaurasse la torre, la gente ha provveduto a rifare impianto dell’ illuminazione, l’impianto microfonico, le nuove porte,  la nuova sistemazione dei santi patroni Donato e Agnello. Nel secondo momento, dopo il restauro della torre dell’orologio comunale, si è passato all’intervento strutturale con la risoluzione del problema dell’umidità, la stuccatura e la ritinteggiatura, la ripulitura del pavimento, la risistemazione liturgica del presbiterio con il nuovo ambone, la nuova sede presidenziale, la nuova collocazione del battistero, le nuove 4 vetrate artistiche della ditta Mellini di Firenze. Queste ultime cose sono state donate da varie famiglie benefattrici della Frazione. Posso dire che oggi è un piccolo gioiello ed attestare – conclude don Paolo Marotta- che quando una comunità vede che i soldi si spendono e si spendono per il Signore, si fa a gara per essere generosi e di questo ringrazierò Dio nel discorso che farò domenica”.

La Chiesa, pur antica, non presenta opere  di particolare rilievo artistico, se non l’altare che risale al 1700, la statua della Madonna del rosario del 1700, e una tela raffigurante la Trinità che incorona la Madonna, di fine 1800 inizi 1900.

Il magistero della Chiesa cattolica dà un preciso insegnamento sulla fine della vita

Rungi-volto-tessera.JPG“Sulla fine della vita l’insegnamento dottrinale e morale della Chiesa è esplicito e i suoi vari aspetti vengono adeguatamente considerati nel testo ufficiale del Catechismo”, è quanto afferma padre Antonio Rungi, teologo morale campano. “Ogni riflessione e considerazione in merito a questo delicato argomento va inquadrato come credenti cattolici in questo insegnamento. Il Catechismo, infatti, parla della fine della propria vita, dell’accanimento terapeutico e di altre delicate questioni all’ordine del giorno, quale il tema dell’eutanasia e del testamento biologico. Suggerisco a quanti hanno a cuore di essere in linea con il magistero della Chiesa di leggere e meditare sui seguenti articoli del Catechismo: “Coloro la cui vita è minorata o indebolita richiedono un rispetto particolare. Le persone ammalate o handicappate devono essere sostenute perché possano condurre un’esistenza per quanto possibile normale (CCC, 2226). Qualunque ne siano i motivi e i mezzi, l’eutanasia diretta consiste nel mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte. Essa è moralmente inaccettabile (CCC, 2227).Così un’azione oppure un’omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un’uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L’errore di giudizio nel quale si può essere incorsi in buona fede, non muta la natura di quest’atto omicida, sempre da condannare e da escludere. L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’“accanimento terapeutico”. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente (CCC 2228). Anche se la morte è considerata imminente, le cure che d’ordinario sono dovute ad una persona ammalata non possono essere legittimamente interrotte. L’uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile. Le cure palliative costituiscono una forma privilegiata della carità disinteressata. A questo titolo devono essere incoraggiate (2229)”. In questo quadro di riferimento dottrinale è possibile avviare una riflessione e indicare più precisamente una strada da percorre in casi particolari. Certamente il contributo della scienza e della medicina -conclude padre Rungi- è indispensabile in questo caso, specie se è mosso da buone intenzioni e non da pregiudizi verso questa o quell’altra soluzione. Scienza, medicina e fede possono camminare insieme e dare un contributo importante per portare chiarezza in tali questioni molto delicate e non risolvibili facilmente da un punto di vista medico ed etico”.

Roccasecca (Fr). Padre Rungi incontra domani i giovani della città.

1510644354.JPGPadre Antonio Rungi, religioso passionista, teologo morale campano, domani sera, sabato 25 ottobre 2008, alle 20,30 incontrerà i giovani della città di Roccasecca (Fr), nella Chiesa parrocchiale di Santa Margherita, nell’ambito del cammino di formazione cristiana, spirituale e religiosa sostenuto dal parroco, mons. Enzo Tavernese. Il gruppo dei giovani che segue un cammino specifico di formazione cristiana è nato in occasione dello svolgimento della missione popolare tenuta dai passionisti nel dicembre 2005 e predicata dallo stesso padre Rungi, nell’allora ufficio di superiore provinciale, insieme all’allora consultore all’Apostolato padre Pierluigi Mirra e al consultore alla formazione, padre Antonio Mannara. Con i tre missionari collaborarono le allora suore della passione di San Vittore e l’allora studente teologo, oggi sacerdote, padre Benedetto Manco. Fu una missione cittadina che diede molti frutti spirituali, tra i quali la nascita di un consistente gruppo giovanile seguito per diverso tempo da padre Antonio Mannara, intitolato a San Gabriele dell’Addolorata. L’incontro di domani sera è nell’ambito del cammino che i giovani di Roccasecca, sotto la guida del parroco e dei responsabili del gruppo, stanno facendo per tradurre in stile di vita ciò che ricevono come insegnamento e messaggi dalla Chiesa e da quanti curano la loro formazione cristiana e spirituale. Sono attesi nella chiesa madre di Roccasecca, domani sera, diversi giovani che avranno modo di confrontarsi con il teologo Rungi, su vari temi di etica e di problematiche giovanili, forte il sacerdote anche della sua quotidiana esperienza vicino ai giovani, insegnando nel liceo statale di Mondragone materie filosofiche e di scienze dell’educazione. “Le problematiche giovanili oggi sono tante e serie, anche tra i giovani che frequentano regolarmente la comunità ecclesiale. Parlare con loro ed instaurare un dialogo costante con i giovani in tutte le sedi istituzionali e nei vari luoghi di fomazione come la scuola e la parrocchia è il primo fondamentale compito di ogni sacerdote e missionario. Il discorso diventa più impegnativo e quindi più carico di responsabilità quando si nota che molti giovani si sono allontanati dalla Chiesa perché non ci sono le persone che li sanno guidare ed indirizzare verso il bene e verso i valori alti della vita umana e sociale. Gli incontri con i giovani a tutti i livelli devono essere costanti e produttivi. Il dialogo aiuta a crescere e non solo nell’ambito della moralità -ha detto il teologo- ma anche della socialità e della vita politica in generale”.