Vita

No alla guerra.Si alla pace in Ucraina.

ITRI (LT). IL TEOLOGO RUNGI: LANCIARE LA PACE IN EUROPA E NEL MONDO CON I TUTTI I MEDIA E I SOCIAL. UN REFERENDUM MONDIALE SULLA PACE.

“Lanciamo la pace in Europa e nel Mondo”, è lo slogan che padre Antonio Rungi, teologo passionista, delegato arcivescovile per la vita consacrata della diocesi di Gaeta (Lt), invita a fare attraverso i social ed anche in presenza mediante la diffusione di un semplice messaggio di pace a tutti indistintamente e con la partecipazione alle manifestazioni che le singole sigle pacifiste possono avviare in questo periodo delicato che sta attraversando l’Europa in particolare.
Padre Rungi poi tutti gli operatori della comunicazione, coloro che hanno in mano strumenti potentissimi come Tv, Radio, Network accogliendo le istanze e le richieste di pace dall’Italia, dall’Europa e dal Mondo.
“Si tratta di promuovere virtualmente un Referendum mondiale della pace accogliendo il pensiero anche del popolo russo e delle altre nazioni, legittimamente e democraticamente autodeterminatasi, perché possano esprimere il loro parere sulla questione Ucraina-Russia. Lanciamo la pace – prosegue padre Rungi- anche in quei territorio dove non si può parlare, esprimere il proprio pensiero e non vi è possibilità di conoscere cosa pensa il popolo su questo argomento. Per ora non ci sono restrizioni o blocchi su Internet e suoi social e quindi è quanto mai opportuno mediare la richiesta di pace utilizzando questi strumenti e facendoci carico, tutti, credenti, non credenti, uomini di buona volontà, pacifisti di tutte le latitudini del mondo, di questa necessità perché in questo tempo e sempre regni la pace e la concordia su tutta la Terra. Lanciamo la pace –aggiunge padre Rungi- con i nostri spot, messaggi, preghiere, poesie, aforismi, post, video, banner, manifesti e quanto altro che possa comunicare al mondo il nostro autentico e sincero desiderio di pace. Inviamo tutto ai potenti della Terra e vediamo che ascoltano il grido dei poveri e degli oppressi, perché la guerra non la fa chi la decide, ma i giovani, i soldati, i figli di famiglia che rischiano la vita, per vere questioni politiche, ideologiche o di interessi economici. E tanto per iniziare –conclude padre Rungi – alla sera accendiamo una candela nelle nostre abitazioni e lanciamo la pace con un semplice gesto di luce e di speranza che un lume acceso può simboleggiare nel buio di queste notti che mettono ansia ed angoscia in Europa e nel Mondo”.



La riflessione di padre Antonio Rungi sull’attuale situazione della pandemia

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Riflessione sull’attuale situazione della pandemia in Italia e nel mondo.
di padre Antonio Rungi
Sono tra quelli che chiedono continuamente a non incentrare l’informazione nel nostro paese e nell’intero continente europeo sulla questione della pandemia. Non vedo la necessità di sapere ogni giorno quanti siano stati i contagi, quanti sia stati i morti, quanti siano stati ricoverati in terapia intensiva e tutto il resto. A me e a tutti interessa sapere non numeri da farci allertare in continuazione e metterci in uno stato di angoscia e di paura, senza più freni inibitori di questo male oscuro, che porta a non vivere più, ad stare in continua agitazione per tutto. I numeri non servono se poi la gente continua a comportarsi come sempre.
Gli esperti, i politici, gli addetti all’informazione devono fare una scelta di campo importante per i prossimi mesi. Sapere dell’aumento dei contagi a cosa serve se questi aumentano per i nostri assurdi comportamenti? Se ci viene detto che dobbiamo vaccinarci tutti per uscire da questa emergenza sanitaria italiana e mondiale, perché non lo facciamo ed aspettiamo che la pandemia passi da sola se in realtà siamo noi ad alimentarla con le nostre varie opposizioni?
Se ci viene chiesto di usare le mascherine FFp2 a chiuso, all’aperto e in qualsiasi luogo in cui ci troviamo a contatto con sconosciuti e persone di passaggio, perché non lo facciamo e molti non usano nessuna protezione dovunque si trovano? Se ci si dice di lavarci e sanificarci le mani in continuazione e parimenti gli ambient dove viviamo, perché non agiamo di conseguenza? Se ci si raccomanda di areare continuamente i nostri ambienti in cui viviamo, perché non facciamo in modo che questo avvenga nell’arco della giornata quando magari splende il sole o comunque è possibile far passare un pò di aria nei nostri ambienti abituali e soprattutto in quelli dove si lavora e si fa istruzione? Se questi ed altri accorgimenti sono indispensabili per allontanare da noi lo spettro della pandemia, perché continuiamo a fare assembramenti, incontri, attività in presenza in numeri considerevoli come quelli di una partita di pallone che non interessa a nessuno e che può fare aumentare contagi soprattutto tra i tifosi, calciatori e staff dirigenziali dei vari sport e non solo del calcio? Se il Paese non vuole fermarsi per sempre e morire nella paura di incontrare il mostro del covid-19, ora con la variante omicron, qualcosa pure deve fare a livello di comportamento individuale e non soltanto a livello verbale e di raccomandazioni varie dei politici e degli esperti che non sempre sono uniti nella trasmissione delle informazioni scientifiche.
Se la soluzione sta nel fare tutto questo, ce lo dicano con certezza gli scienziati, ma se una pandemia non si blocca con i vaccini con che cosa la si può bloccare o farla terminare? Qualcuno pure deve dircelo? Possibile che non si può preventivare la fine di questa guerra mondiale sottile e silenziosa senza armamenti e senza soldati in combattimento, ma solo con numeri e informazioni angoscianti e deprimenti che non fanno altro che aumentare i disagi?
Non possiamo continuare a vivere in questa incertezza infinita, ben sapendo che nessuno ti può dire quanto finirà tutto questo, anche se fosse il più grande scienziato di questo mondo. Basta con i numeri e sviluppiamo tutta la ricerca necessaria per trovare una cura definiva a questa infezione che non significa distruzione e terrore per persone, gruppi familiari e per l’intera popolazione mondiale. In altri tempi pure ci sono state le pandemie e non hanno fatto tutta questa tragedia che stiamo facendo noi con il coronavirus che potrebbe essere bloccato con comportamenti individuali e collettivi adeguati.
Cosa aspettiamo a farlo unitamente a livello nazionale, europeo e mondiale? Io la mia parte l’ho fatta e la continua a fare. Mi auguro che tutti assumono gli stessi comportamenti che ci sono stati suggeriti per superare la pandemia e per ritornare in pochi mesi alla normalità più assoluta di vivere la vita come il Signore ce l’ha donata, nella gioia, nella libertà, nella fraternità, nella vicinanza e non nella paura e nella lontananza, nell’indifferenza o peggio ancora nella consapevolezza di fare del male positivamente a qualcuno, o con la superficialità di comportamenti non adeguati al momento attuale che stiamo vivendo. Basta con i numeri che non interessano a nessuno e prestiamo attenzione alla nostra salute ben sapendo che qualcuno pure ci sta indicando il modo concreto ed operativo per uscire da questa emergenza. Dobbiamo solo agire di conseguenza.
Mi auguro che i bollettini quotidiani, veri resoconti di guerra virale si possano accantonare e che arrivino gratuitamente tutte le protezioni sanitarie per difenderci da questo morbo che diventa mortale se non ci vacciniamo, se non manteniamo le dovute distanze, se non usiamo la mascherina, se non ci laviamo le mani, se non sanifichiamo gli ambienti vitali e lavorativi, se non facciamo entrare neppure un filo di aria nelle nostra case, abitazioni e nei posti di lavoro. Riprendiamo da tutto questo e vediamo come andrà a finire questo thriller del coronavirus.

AIROLA (BN). E’ MORTO IL NOTO PASSIONISTA PADRE VINCENZO CORREALE. AVEVA 97 ANNI.

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Airola (Bn). E’ morto Padre Vincenzo Correale, sacerdote e missionario passionista

di padre Antonio Rungi

Alla veneranda età di 97 anni, ieri 6 febbraio 2020 è morto padre Vincenzo Correale, sacerdote passionista. Dopo una lunga malattia, riduttiva della sua autonomia, è morto in una struttura Rsa di Bonea (Bn).

Oggi, venerdì 7 febbraio, alle ore 10, la salma giungerà al convento dei padri passionisti di Airola, nell’antico monastero di Monteoliveto, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita e nel quale tre anni fa aveva celebrato i suoi 70 anni di vita sacerdotale.

I funerali del noto religioso si svolgeranno, domani, sabato 8 febbraio alle ore 10,30 nel Convento dei Passionisti di Airola.

Padre Vincenzo di Gesù e Maria (al secolo Vincenzo Correale), conosciuto come padre Romualdo, era nato il 9 marzo 1923 a Mercato San Severino (Sa) nell’Arcidiocesi di Salerno, da Agostino e da Adelaide Rega. Da piccolo entrò nel cammino vocazionale dei passionisti, in seguito ad una missione dei passionisti, predicata nel suo paese.

Svolto il regolare iter della scuola apostolica e del noviziato emetteva la professione religiosa il 22 settembre 1940 a Pontecorvo (Fr).

Completati gli studi teologici e filosofici, durante il periodo della seconda guerra mondiale, fu ordinato sacerdote nel 1947 a Paliano.

Iniziava così una lunga ed intensa attività di missionario e predicatore e successivamente di parroco in alcune comunità del Lazio Sud e Campania, tra cui Falvaterra (Fr).

Nella Congregazione dei passionisti ha ricoperto più volte l’ufficio di superiore locale e altri uffici.

Conosciuto ed apprezzato da tutti per la cultura, il senso pastorale, la generosità nel servizio e il coraggio dimostrato in tante situazioni è stato un esempio di buon pastore che ha avuto a cuore tutte le pecorelle dell’ovile, affidate alle sue cure pastorali, andando in cerca di quelle smarrite.

Un esempio per tutti: fu lui a costruire la nuova chiesa di San Tarcisio a Napoli, ricavando il tempio da un capannone di un’ex fabbrica della zona, con le opere annesse, essendo l’antica chiesa, a forma circolare, insufficiente rispetto alle esigenze della parrocchia, cresciuta numericamente e pastoralmente, soprattutto nel periodo affidata alla cura pastorale ai padri Passionisti di Santa Maria ai Monti.

Altro importante e consistente impegno nella ricostruzione della Chiesa parrocchiale di San Nicola in Zuni di Calvi Risorta (Ce), ultimo suo impegno pastorale, lasciato per raggiunti limiti di età e per la precaria salute, con il progressivo calo della vista.

Padre Vincenzo ha vissuto e svolto il suo ministero sacerdotale in vari conventi dell’ ex-provincia religiosa dell’Addolorata: Airola, Calvi Risorta, Falvaterra, Napoli, Paliano e ha predicato diverse missioni.

“Profondamente rattristato per la morte di carissimo padre Vincenzo, molto vicino alla mia famiglia, rammento che negli anni sessanta – ricorda padre Antonio Rungi, già superiore provinciale dei Passionisti del Lazio Sud e Campania dal 2003 al 2007 – era di comunità in Airola, mio paese natio. Qui svolgeva un’ampia azione di promozione vocazionale, insieme a padre Serafino Fava e padre Bernardino Cerroni, tra i giovani ed i ragazzi di Airola. Fu lui ad accompagnarci a diversi di noi, ragazzi di Airola, il 4 ottobre 1964, alla scuola apostolica di Calvi Risorta per iniziare quel cammino di formazione alla vita passionista e sacerdotale che alcuni di noi stanno ancora vivendo. Calvi Risorta, allora accoglieva centinaia di aspiranti alla vita religiosa e passionista. Da alcuni anni è stata chiusa per mancanza di vocazioni. Padre Vincenzo è stato un missionario apprezzatissimo – continua padre Rungi – ed uno dei sacerdoti passionisti impegnati pastoralmente più lungo nelle parrocchie.

Napoli e Calvi Risorta con i tanti fedeli delle rispettive parrocchie li ha portati sempre nel cuore e da buon pastore, con la gentilezza e la signorilità del carattere, sapeva accogliere ed aiutare tutti.

Carattere forte, tenace ed austero, sentiva forte la vocazione passionista per se stesso e per gli altri, desiderava ardentemente vivere il carisma di San Paolo della Croce con lo stile contemplativo, missionario, pastorale e penitenziale. Un passionista di altri tempi che tutti hanno voluto bene, anche i passionisti degli ultimi tempi. Da lui c’era tanto da imparare ed apprendere sempre”. Riposi in pace.

PREGHIERA AI NOVELLI SANTI, GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II

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PREGHIERA AI DUE NUOVI SANTI 

Signore Gesù, che hai chiamato a così alto grado di santità,

Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, Papi,

pastori universali della Chiesa da te istituita

e affidata alla guida di Pietro,

primo Papa della storia del Cristianesimo,

ti chiediamo, umilmente,

per intercessione di questi tuoi figli eletti della Chiesa,

elevati oggi agli onori degli altari,

in questa speciale giornata di grazia

e benedizione dall’alto,

di camminare, anche noi, sui sentieri di quella santità,

fatta di umiltà, bontà e sacrificio,

che ha caratterizzato la vita di questi

tuoi speciali discepoli e figli amatissimi.

 

Signore, per intercessione

di San Giovanni XXIII
e San Giovanni Paolo II,

ti chiediamo di difendere la chiesa

dagli assalti del maligno,

che si insinua nella vita anche dei tuoi figli prediletti

che tu hai scelti per guidare il tuo popolo santo,

nella storia di questo secolo, appena iniziato,

afflitto da tanti mali ed insofferenze di ogni genere.

 

Fa o Signore che sull’esempio di questi santi pastori,

i vescovi, i sacerdoti, le anime consacrate e i fedeli laici

possano vivere in totale fedeltà

la chiamata alla santità,

senza dubbi, incertezze

e sicuri nel dono della fede,

forti nel dono della speranza,

dinamici con dono della carità.

 

Signore, pastore supremo delle anime nostre,

mediante l’intercessione dei novelli santi papi,

nessuna pecorella smarrita, continui a vagare nel dubbio e nella solitudine,

ma tutte possano ritrovare la strada del ritorno

e ritrovarsi  insieme intorno alla tavola della divina misericordia.

 

A Te Signore del tempo e della storia,

che ci hai donato due grandi e santi pastori

in Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II,

degni discepoli di Maria, Madre di Cristo e della Chiesa,

sia lode onore e gloria,

per tutti i secoli dei secoli.

Amen 

(Padre Antonio Rungi, passionista)

Itri (Lt). La città dalla parte dei poveri e bisognosi

2013-11-07 07.53.58.jpgItri (Lt). Quando la carità si fa servizio ed aiuto concreto. Circa 400 persone assistite dalla Caritas cittadina

 

di Antonio Rungi

 

Due punti i punti logistici di riferimento sul territorio di Itri per la Caritas cittadina: il Centro di Ascolto che funzione presso i locali della Croce Rossa e il Centro di distribuzione alimentare che funziona presso il Convento dei Padri Passionisti di Itri, in Via San Paolo della Croce.

Così la Caritas interparrocchiale di Itri opera sul territorio comunale, assistendo, da vari punti di vista, e da diversi anni, oltre 100 famiglia, pari a circa 400 persone, con una media di 4 componenti per ogni nucleo familiare.

Nell’impegno diretto di questo servizio di carità e solidarietà verso i poveri della città (la maggior parte sono rumeni, ucraini, albanesi, ma anche cittadini di Itri) sono tre operatori Caritas di Itri, strettamente collegati con le due parrocchie della città e con la Caritas Diocesana di Gaeta.

Si tratta di Tommaso Marciano, di Paolo Manzi e Rosanna Fantasia. Puntuale il servizio che svolgo ogni settimana nei due punti di riferimento della Caritas cittadina: ogni venerdì dalle ore 17,00 alle 18,30 con il Centro di ascolto per valutare le situazioni personali e familiari che vengono rappresentate dalle persone che si rivolgono alla Caritas e con la distribuzione quindicinale della biancheria ed indumenti che sono donati dalla gente del posto, in buone condizioni igieniche, e che vengono ritirate soprattutto dagli extracomunitari. Sul territorio di Itri, data la vicinanza con Formia, Gaeta e Fondi, sono numerosi i cittadini extracomunitari. Ogni lunedì, invece, la distribuzione dei viveri, si effettua dalle ore 16.00 alle 18.00 presso il Convento dei Passionisti, che da anni ha messo a disposizione per tale scopo alcuni locali, gratuitamente, compreso i consumi di energia elettrica e di acqua,  e che insistono sulla piazza antistante il convento.

Ogni lunedì la Caritas distribuisce i viveri, secondo un calendario di convocazione, di almeno  25 famiglie o di bisognosi del territorio. Nell’arco di ogni mese sono, infatti, oltre 100 le famiglie alle quali vengono distribuiti i viveri più necessari, in base a quello che il Banco Alimentare di Caserta assegna, di volta in volta, alla Caritas di Itri.

Come è ben noto, per ottenere questi aiuti è necessario anche dare un contributo economico da parte delle parrocchie, delle associazioni e delle istituzioni religiose che si servono del Banco Alimentare.

La crisi economica sta condizionando non solo la distribuzione dei viveri, che sono inferiori rispetto al passato, ma anche la gara di solidarietà per aiutare il Banco Alimentare con i contributi volontari e con la raccolta periodica presso i centri commerciali e/o supermercati.

In poche parole, anche nel fare la carità e nell’aiutare quanti sono in necessità si sta attraversando un periodo di crisi.

Il sistema di distribuzione dell’abbigliamento e dei viveri, per quanto riguarda la Caritas cittadina di Itri, segue il criterio dell’ascolto delle necessità delle singole persone che si presentano al Centro Caritas, senza richiesta di documentazione o di attestazione dello stato di povertà o di bisogno.

In base al colloquio e in stretta collaborazione con i Servizi sociali del Comune di Itri si assicura quel poco, a livello di sostentamento, che è in dotazione alla Caritas, che viene distribuito secondo le necessità di ciascuno.

Nella logica del Vangelo della carità e della struttura funzionale della prima comunità dei cristiani di Gerusalemme, guidata da San Pietro e dagli altri apostoli, si cerca, ove e quando è possibile, di venire incontro ai bisogni di ciascuno, cercando di non far mancare il cibo ed il vestiario a quanti ne hanno bisogno ed evidenziano le loro necessità alla Caritas cittadina di Itri.

Si fa, infatti, sempre più forte e consistente la domanda di aiuto che è rivolta alla Caritas anche dai cittadini poveri di Itri, che con la crisi economica in atto non riescono a risollevarsi economicamente, né a trovare lavoro ed occupazione. Molti per dignità non chiedono neppure questo aiuto.

Per quel poco che la Caritas cittadina riesce a fare è sempre un aiuto importante alle tante persone che nella loro dignità, con umiltà, si rivolgono alla Caritas per aver quel pacco di alimenti, una volta al mese, con la pasta o altro, che allevia solo in parte le loro sofferenze ed i reali bisogni per contrastare la lotta per la sopravvivenza, che per molti è davvero impari e difficile da vincere.

Recensione del libro di poesia di Elena Teresa Morrone

DSC09351.JPGRecensione.

a cura di Antonio Rungi

“Sentimenti…” è il titolo della prima raccolta poetica della neo dottoressa in Lettere Moderne, con la tesi “Il mito della bellezza nelle opere poetiche di Foscolo”, difesa presso la Facoltà di Lettere dell’Università Federico II di Napoli, Elena Teresa Morrone, pubblicata da Aletti Editore, nella Collana “Gli Emersi-Poesia”, nel settembre 2013, in formato cartaceo e su Internet come e-book.

Si tratta di un’opera prima di questa giovane poetessa casertana incentrata sui vari sentimenti che attraversano l’esistenza e la vita di un’adolescente, poi giovane e poi donna.

In tutto 30 poesie,  raccolte in 42 pagine (formato cm 21×14), che in modalità short message (sms) o di veri e propri aforismi, vanno al cuore dei problemi esistenziali di ogni persona che è in cerca della verità su se stessa e sugli altri.

Alcuni dei testi poetici pubblicati dalla giovane artista sono meglio espressivi di una ricerca di senso da dare ai propri intimi, ma anche evidenti, sentimenti della persona umana.

Non hanno titolo i testi che variano da appena due versi fino ad un massimo di undici, nei quali sono condensati i valori e le sensazioni interiori di una donna che guarda al presente dentro di se, ma che si proietta già nel futuro con alcune poesie molto ricche di visione prospettica.

Nell’introduzione alla raccolta si legge infatti: “E’ molto difficile ripiegarsi su se stessi e leggere tra le pieghe del proprio animo; ma quando si incontra la poesia l’introspezione non si inventa, si scopre, perché la poesia ci scopre e ci consola”.

Parte da lontano la vocazione poetica della Morrone, che si cimentava nei versi sia nelle scuole medie e poi nel liceo socio-psico-pedagogico, da lei frequentato a Mondragone (Ce) e che ha inciso profondamente nella sua cultura umanistica e psicologica.

“L’autrice scopre la sua passione – si legge nell’introduzione-  in modo spontaneo e inconsapevole, la sua indole a poetare affiora ancor prima che ella abbia preso coscienza della sua vocazione letteraria”.

Ci troviamo, senza dubbio, di fronte ad una nuova poetessa dei nostri giorni, con il linguaggio dei nostri giorni, data la giovane età, appena 23 anni, che sicuramente farà strada, perché mossa da quella vena poetica e da quella virtù fondamentale dell’umiltà, che fa grandi le persone semplici e che si concentrano sull’essenziale.

Tutto questo lo si deduce e si intuisce  nella breve presentazione alla raccolta delle poesie, in cui è scritto: “Solo nel confronto con la grande poesia, capisce che l’esaltazione dell’amore si conserva nel tempo senza fine, gli atteggiamenti verso la poesia non sono passeggeri, e che cantando all’amore si sconfigge la solitudine, il tormento dell’esistenza, la paura della morte”.

Lo si comprende, inoltre, alla luce di quanto viene scritto, per sintetizzare la raccolta, sulla controcopertina: “Semplici versi di chi, inesperta della vita, nel fiorire dell’adolescenza, si affida a sogni non ancora sperimentati ma solo frutto di una fervida immaginazione, e di chi spera un giorno di salire la scala su cui ora ha solo poggiato i primi passi”.

Su questi temi si concentra una delle poesie più belle, a mio modesto avviso, scritte dalla Morrone: “Vivi la tua vita al meglio e maschera la tua/ malinconia sotto un soave sorriso…/ lascia che i tuoi pensieri e i tuoi desideri si realizzino/ nella notte, quando, / la mente libera da ogni preoccupazione/ si compiace di sognare ciò che in realtà non può avere./ Sii sempre forte e/ anche se l’inverno dovesse congelare i frutti dell’estate/ così/ come la foglia che ingiallisce in autunno/ sarà triste lasciarsi portare via dal vento.

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Elena Teresa Morrone, Sentimenti…, Aletti Editore, Villanova di Guidonia (Rm), settembre 2013, pagine 42. Formato cartaceo cm.21×14. Prezzo al pubblico Euro 12,00 (cartaceo); E-book, Euro 5.49.

Passionisti. 38 anni di sacerdozio di padre Antonio Rungi, missionario passionista

150120132141.jpgantonio1.jpgPadre Antonio Rungi, passionista, domenica 6 ottobre 2013 celebra il 38° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta a Napoli il 6 ottobre 1975 per la preghiera e l’imposizione delle mani di mons.Antonio Zama, nella Chiesa dei padri passionisti di Napoli, dedicata a Santa Maria ai Monti, ai Ponti Rossi. Una tappa importantissima per noto religioso passionista della Provincia dell’Addolorata, che ha guidato come superiore provinciale nel quadriennio 2003-2007. Padre Antonio Rungi, padre Antonio dell’Addolorata, religioso e sacerdote passionista  è nato ad Airola (BN) 62 anni fa. Entra tra i Passionisti, all’età di 13 anni, nella Scuola Apostolica di Calvi Risorta (CE) il 4 ottobre 1964. A settembre del 1966, dopo il ginnasio, fa il suo ingresso nel Noviziato passionista di Falvaterra (FR), dove svolge il suo anno di prova, prima della professione religiosa, emessa il 1 ottobre del 1967 nel Ritiro di San Sosio Martire in Falvaterra (Fr). Completati gli studi filosofici a Ceccano (Fr) nel Ritiro della Badia, viene trasferito a Napoli per seguire gli studi di Teologia, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Sez. San Tommaso d’Aquino-Capodimonte.

Il 21 novembre del 1974 emette la professione perpetua. Ultimato il quinquennio teologico consegue il Baccellierato in Teologia nel 1975. Il 23 luglio 1975 è ordinato Diacono nella Chiesa S. Maria ai Monti dei Padri Passionisti di Napoli. Il 6 ottobre 1975 nella medesima Chiesa dei Passionisti di Napoli viene ordinato sacerdote dall’allora vescovo ausiliare di Napoli, mons. Antonio Zama, poi diventato arcivescovo di Sorrento-Castellammare.

Negli anni accademici dal 19775/76 al 1977/78 prosegue gli studi per la Licenza specializzata in Teologia, che consegue, nel 1979, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale con una tesi in Teologia pastorale, indirizzo etico, sul “Verbum Crucis e rinnovamento pastorale” (relatore: prof. Settimio Cipriani, biblista).

I primi anni del suo ministero sacerdotale li svolge nella città di Napoli e nella vicina città di Casoria, come collaboratore del parroco di San Paolo Apostolo. Promuove una serie di iniziative culturali, ricreative e religiose e svolge un’intensa azione pastorale nelle famiglie, tra i giovani, con gli anziani e nella scuola. Memorabile è la sacra rappresentazione della Passione di Gesù nella settimana santa del 1977 nella Piazza di Casoria con circa 200 attori e 10.000 spettatori.

Nel settembre del 1978 è trasferito alla comunità passionista di Mondragone, con l’incarico di collaboratore del parroco. Inizia, così, la lunga ed ininterrotta presenza di Padre Antonio Rungi nella comunità di Mondragone, che durerà fino al 2003, quando fu eletto dal capitolo provinciale, tenuto a Formia (Lt), superiore provinciale della provincia religiosa dell’Addolorata (Basso Lazio e Campania). Mandato ultimato nell’aprile 2007. In questo periodo è stato assistente spirituale del Monastero delle Monache Passioniste di Napoli e Vice-presidente della Cism Campania.

Padre Rungi nel 1982 consegue anche la Laurea in Filosofia all’Università di Napoli, con una tesi in Filosofia della Storia, e, nel 1986, la Laurea in Lettere classiche presso l’Università di Cassino (FR), con una tesi in Storia della Scuola.

Docente di ruolo nelle scuole statali di varie discipline (Lettere, Filosofia, Pedagogia, Psicologia, Scienze umane e sociali), ha insegnato ininterrottamente dal 1978 a tutt’oggi 2013.

Impegno didattico anche nel campo religioso, con l’insegnamento della Teologia Morale  ed altre discipline teologiche ed umanistiche negli Istituti di Scienze religiose di Sessa Aurunca e Teano e nel Magistero di Capua.

Dal 1973 a tutt’oggi ha collaborato, in qualità di giornalista pubblicista, con diverse riviste e giornali, quali l’Osservatore Romano e Avvenire. Dal 1990 al 2011 è stato direttore responsabile della rivista Presenza Missionaria Passionista.

Tra i passionisti ha ricoperto alcuni uffici: vicario, direttore,, membro delle commissioni provinciali apostolato, delegato al Capitolo provinciale, delegato della Cipi, Superiore provinciale. 

Nella diocesi di Sessa Aurunca è stato chiamato a vari uffici e mansioni: membro del consiglio presbiterale, del consiglio pastorale diocesano, vice-segretario del Sinodo Diocesano, presidente della commissione comunicazioni sociali, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, incaricato diocesano della pastorale del tempo libero, turismo, sport e spettacolo.

Autore di oltre 13.000 articoli di prevalente contenuto religioso, molti sulla vita consacrata, pubblicati su giornali, riviste, siti e blog internet è autore anche di alcuni opuscoli (Chiesa locale e mass-media; Il Servo di Dio Padre Giuseppe Pesci, il Nuovo Rosario Meditato, la Via Crucis, ecc,), Il Rosario di Padre Pio da Pietrecina..

La sua maggiore attività l’ha svolta nel campo missionario: panegirici, tridui, settenari, novenari, collaborazione alle missioni popolari, conferenze, esercizi spirituali al popolo, ritiri spirituali alle Suore, settimane sante, prediche di circostanze, esercizi spirituali ai religiosi e alle religiose, Ritiri mensili al clero diocesano. Assistente spirituale e confessore ordinario e straordinario di vari istituti religiosi femminili. Negli anni 1978-2011 è stato cappellano delle Suore Stimmatine e di Gesù Redentore di Mondragone. Ha predicato gli esercizi spirituali a vari istituti religiosi, ha tenuto il ritiro mensile a tutte le religiose della Diocesi di Sessa Aurunca e dall’arcidiocesi di Gaeta. Continua questo suo specifico ministero nell’attuale comunità di residenza del Santuario della Civita in Itri (Lt).

Nel 2006 è’ stato eletto Vice-presidente della Cism-Campania.

Oggi continua la sua missione nella Chiesa e nella Congregazione dei Passionisti offrendo il suo pieno servizio per la diffusione della Parola della Croce e del Vangelo della Passione, sull’esempio del fondatore dei Passionisti, San Paolo della Croce, con la predicazione itinerante, l’amministrazione del sacramento della riconciliazione, con la direzione spirituale e la predicazione di corsi di esercizi spirituali alle Suore di vari istituti femminili.

Attualmente è confessore ordinario di vari istituti religiosi femminili della Campania e del Lazio. Predica ritiri spirituali mensili o periodici a vari istituti religiosi. Cura la formazione di Suore, di Laici e soprattutto dei giovani con l’insegnamento nella scuola statale.

Un sincero augurio da parte della comunità web a padre Antonio Rungi, anche per il suo impegno nella comunicazione sociale.

 

Frattamaggiore. La meditazione sulla devozione mariana in Caterina Volpicelli

SUORE ANCELLE DEL SACRO CUORE – FRATTAMAGGIORE (NA)

INCONTRO DI SPIRITUALITA’ – 23 MAGGIO 2013

LA DEVOZIONE MARIANA IN CATERINA VOLPICELLI

di padre Antonio Rungi, passionista

 

1.     Premessa

 

La spiritualità di santa Caterina Volpicelli (1839-1894), fondatrice della Ancelle del Sacro Cuore, è stata considerata in genere “tutta cristologica”, per il suo fondamentale riferirsi alla consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, ma è anche una spiritualità prettamente mariana, per il costante riferimento alla vita e alle virtù della Beata Vergine Maria da parte di Caterina.

Una santa napoletana, non poteva non essere una santa mariana, sia per i richiami costanti alla Madonna nella città di Napoli (Madonna del Carmine e del Buon Consiglio) sia per la devozione speciale che ha nutrito verso la Madonna del Rosario di Pompei, per la sua amicizia con il Beato Bartolo Longo, grande promotore della devozione alla Madonna del Rosario.

Tale spiritualità ha avuto, infatti, eccezionali originalità mariane nell’esperienza della beata Caterina, che “nel Sacro Cuore” ha attinto sicuramente le energie per rendere operanti ed esemplari la carità e la direzione spirituale della sua Congregazione, ma “nella fede della Vergine” ella ha posto la speranza del suo agire e del suo servizio di ‘Ancella del Signore’.  

Anche la denominazione che ha voluto dare alla sua famiglia religiosa, Ancelle del Sacro Cuore, Piccole Ancelle, rimanda alla vita esemplare della Madonna, umile ancella del Signore.

Un riferimento in tal senso è l’originalità mariana della vocazione giovanile della beata Caterina, la quale amava nominarsi Maria Caterina, e frequentava l’oratorio delle Sacramentine ove si venerava la Madre del Buon Consiglio, portando al suo polso la decina di un rosario di corallo per pregare anche nelle occasioni mondane.

Riconducibile al luogo di Pompei è infatti il riferimento alla santa amicizia che Caterina aveva con il beato Bartolo Longo; una amicizia che si sviluppò nel contesto di una comunione di fede e di preghiera e che coinvolse anche molte altre personalità del cattolicesimo napoletano della fine dell’800.

Santa Caterina avviò Bartolo Longo alla devozione mariana con il dono della ‘medaglia miracolosa’, e questi la tenne sempre con sé e ricambiò il dono, sul finire della vita della beata, offrendole il suo crocifisso benedetto dal Papa.

Anche all’origine della fondazione del Santuario mariano di Pompei si ritrova l’influenza di Santa Caterina Volpicelli; infatti, quando ebbe innalzato il Tempio del Rosario, Bartolo Longo non nascose l’ispirazione ricevuta dalla costruzione del Santuario del Sacro Cuore che Caterina aveva già eretto in Napoli come tempio per le sue ‘Ancelle’; ed il primo altare maggiore di marmo del santuario mariano fu proprio un dono della Volpicelli.

 

 

 

 

2.     La vita di santa Caterina Volpicelli

 

Nata a Napoli il 21 gennaio 1839, Caterina ebbe nella sua famiglia, appartenente all’alta borghesia, una solida formazione umana e religiosa. Nel Reale Educandato di S. Marcellino, sotto la guida sapiente di Margherita Salatino (futura fondatrice, con il Beato Ludovico da Casoria, delle Suore Francescane Elisabettine Bigie), apprese le lettere, le lingue e la musica, cosa non frequente per una donna del suo tempo. Guidata poi dallo Spirito del Signore, che le rivelava il progetto di Dio attraverso la voce di sapienti e santi Direttori spirituali, Caterina che intanto si accaniva a rivaleggiare con la sorella e a brillare nella società, frequentando teatri e spettacoli di danze, rinunciò con prontezza agli effimeri valori di una vita elegante e spensierata, per aderire con generosa decisione ad una vocazione di perfezione e di santità.

L’incontro occasionale con il Beato Ludovico da Casoria, il 19 settembre 1854, a “La Palma” in Napoli, fu, come affermò  la stessa Santa “un tratto singolare di grazia preveniente, di carità e di predilezione del S. Cuore innamorato delle miserie della sua Serva”. Il Beato l’associò all’Ordine Francescano Secolare e le indicò, come unico scopo della sua vita, il culto del S. Cuore di Gesù, invitandola a restare in mezzo alla società, nella quale doveva essere “pescatrice di anime”. Guidata poi dal suo confessore, il barnabita P. Leonardo Matera, il 28 maggio 1859 Caterina entrò tra le Adoratrici perpetue di Gesù Sacramentato, uscendone però ben presto, per gravi motivi di salute. Altro era il disegno di Dio su Caterina. Lo aveva ben intuito il Beato Ludovico che spesso le ripeteva: “Il Cuore di Gesù, o Caterina, questa è l’opera tua!” Su indicazione del suo confessore, la Volpicelli, conosce il foglio mensile dell’Apostolato della Preghiera in Francia, ricevendo da lui notizie dettagliate della nascente Associazione, con il diploma di Zelatrice, il primo giunto a Napoli.

Nel luglio del 1867, P. Ramiere visita il palazzo di Largo Petrone alla salute, in Napoli, dove Caterina sta meditando di stabilire la sede delle sue attività apostoliche “per far rinascere nei cuori, nelle famiglie e nella società l’amore per Gesù Cristo”.

L’Apostolato della Preghiera sarà il cardine dell’intero edificio spirituale di Caterina, che le consentirà di coltivare il suo ardente amore per l’Eucaristia e diventerà lo strumento di un’azione pastorale avente le dimensioni del Cuore di Cristo e perciò aperta ad ogni uomo, sempre a servizio della Chiesa, degli ultimi e dei sofferenti.

Con le prime zelatrici, il 1° luglio 1874 Caterina fonda il nuovo Istituto delle “Ancelle del S. Cuore”, approvato in primo tempo dal Cardinale Arcivescovo di Napoli, il Servo di Dio Sisto Riario Sforza, e in seguito, il 13 giugno 1890, da Papa Leone XIII che accorda alla nuova Famiglia religiosa il “Decreto di lode”. Premurosa delle sorti della gioventù, aprì poi l’orfanotrofio delle “Margherite”, fondò una biblioteca circolante e istituì l’Associazione delle Figlie di Maria, con la saggia guida della Venerabile M. Rosa Carafa Traetto (+ 1890).

In breve tempo aprì altre case: a Napoli nel Palazzo Sansevero e poi presso la Chiesa della Sapienza, a Ponticelli, dove le Ancelle si distinsero nell’assistenza alle vittime del colera del 1884, a Minturno, a Meta di Sorrento e a Roma.

Il 14 Maggio 1884, il nuovo Arcivescovo di Napoli, Cardinale Guglielmo Sanfelice, OSB, consacrò il Santuario dedicato al Sacro Cuore di Gesù, che la Volpicelli aveva fatto erigere accanto alla Casa Madre delle sue opere, destinandolo particolarmente all’adorazione riparatrice chiesta dal Papa per il sostegno della Chiesa, in un’epoca difficile per la libertà religiosa e per l’annunzio del Vangelo.

La partecipazione della Caterina al primo Congresso Eucaristico Nazionale celebratosi a Napoli nel 1891 (19-22 novembre), fu l’atto culminante dell’apostolato della Fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore: in quell’occasione allestì una ricca esposizione di arredi sacri, destinati alle chiese povere, organizzò l’adorazione eucaristica nella cattedrale e fu l’animatrice di quel gran movimento di anime che sfociò nell’impressionante “Confessione e Comunione generale”.

Caterina Volpicelli si spense a Napoli il 28 Dicembre 1894 offrendo la sua vita per la Chiesa e per il Santo Padre.

 

3.     La canonizzazione

 

A 115 dalla sua morte, il 26 aprile 2009 Caterina Volpicelli, quattro anni fa, fu proclamata santa da Benedetto XVI. Queste le bellissime parole che il Papa emerito pronunciò in quello storico avvenimento per tutte le Ancelle del Sacro Cuore e per la Chiesa santa di Dio: “Testimone dell’amore divino fu anche santa Caterina Volpicelli, che si sforzò di “ essere di Cristo, per portare a Cristo” quanti ebbe ad incontrare nella Napoli di fine Ottocento, in un tempo di crisi spirituale e sociale. Anche per lei il segreto fu l’Eucaristia. Alle sue prime collaboratrici raccomandava di coltivare una intensa vita spirituale nella preghiera e, soprattutto, il contatto vitale con Gesù eucaristico. E’ questa anche oggi la condizione per proseguire l’opera e la missione da lei iniziate e lasciate in eredità alle “Ancelle del Sacro Cuore”. Per essere autentiche educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove generazioni i valori della cultura cristiana, è indispensabile, come amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato gli uomini. Solo infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può trovare la sua ‘stabile dimora”. Santa Caterina mostra alle sue figlie spirituali e a tutti noi, il cammino esigente di una conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il Vangelo. E’ possibile così porre le basi per costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà, superando quello squilibrio economico e culturale che continua a sussistere in gran parte del nostro pianeta”.

 

4.     L’esempio di Caterina Volpicelli

 

I Santi sono una presenza di Dio per ogni tempo e vita della Chiesa: sono il richiamo continuo a convincerci che è possibile prendere sul serio il Vangelo, che è possibile farsi Santi e che questa vocazione alla Santità è un’occasione offerta ad ogni uomo e donna nelle singole situazioni e realtà personali, familiari, professionali. Ricordiamo bene: la vita non è tanto tensione verso l’aldilà, quanto vigile attenzione all’aldiquà, all’oggi che viviamo per coglierne tutta la potenzialità del bene, che ci viene offerta.  

Fare memoria di una Santa vuol dire ricordare il passato più o meno recente, in cui ha vissuto, le cose che ha fatto, ma soprattutto vuol dire scoprire una luce sul presente della nostra vita e della nostra società. Luce che ci dà possibilità di integrare nell’esistenza di ciascuno l’orizzonte ultimo, che la rende autenticamente

umana e cristiana. Sappiamo bene che al centro di ogni festa e solennità cristiana e religiosa, la Chiesa pone la celebrazione eucaristica.

Anche i nostri ritiri spirituali mensili si concludono con la celebrazione della santissima Eucaristia. In essa facciamo comunione con la vita, Cristo Gesù: ce l’ha detto Gesù, lui stesso : «Io sono la Via, la Verità, la Vita». In questa comunione vitale riceviamo forza e ragione per vivere bene, perché ci viene offerto l’antidoto di ogni vecchiaia secondo quanto ha affermato Gesù : «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo resusciterò nell’ultimo giorno: chi mangia di questo pane vivrà in eterno!»

Ecco perché l’Eucarestia, unitamente al Vangelo, è stata la fonte della vita buona e operosa di Santa Caterina Volpicelli. Nell’Eucarestia ha trovato la luce di una profonda fede, la forza del suo totale impegno per la Chiesa e la società del suo tempo, la dedizione tutta particolare per i poveri e gli emarginati, e un’attenzione peculiare per l’educazione della gioventù, che lei desiderava «buona ma ben istruita». Caterina maturò la sua vocazione religiosa in età giovanile: se all’inizio aspirava ad una vita contemplativa, successivamente si orientò all’apostolato attivo. Il Vangelo fu la sua guida costante e, tutta pervasa dalla Parola di Dio, trasmetteva alle figlie amore e passione per il Signore e per il prossimo più bisognoso, come per i colpiti dal colera di Napoli del 1884.

Sull’esempio di Santa Caterina è importante, per ciascuno di noi, affrontare il problema posto nel Vangelo : chi è Gesù per noi?

E’ importante perché possiamo tutti correre il rischio di vivere una religione senza il Cristo e quindi una religione che non dà salvezza: potremmo essere praticanti atei, cioè non credenti E Caterina fu perfetta discepola di Gesù, che non è venuto per farsi servire ma per servire. Servire e donare se stessi vuol dire essere non per se stessi ma per gli altri da parte di Dio ed in vista di Dio. Questa, in definitiva, è stata la missione di Cristo Gesù: egli ha reso il termine “servo” come il suo più alto titolo di onore.così compiuto un capovolgimento di valori e ci ha donato una nuova immagine di Dio e dell’uomo. Gesù non viene come uno di padroni di questo mondo, ma lui è il vero padrone, viene come servo di tutti nell’amore. Ecco perché Caterina mise al centro della sua vita spirituale e del suo apostolato, oltre all’Eucaristia, l’intensa devozione al Sacro Cuore di Gesù e ne diffuse la propagazione: «Il Sacro Cuore di Gesù, centro di Amore!» Da questa mistica del della tenerezza del cuore ella parte per essere vicina alle sofferenze degli uomini del suo tempo, Infatti, ogni volta che le si narrava qualche disagio o qualche disordine, ascoltava senza agitarsi e poi diceva: “non fatevi scrupolo di ascoltare le miserie umane, ma fatevi scrupolo di non sacrificarvi abbastanza per porvi rimedio». E’ un programma di vita che la Santa ci suggerisce: porre rimedio al male per quel che possiamo.

 

5.     Il servizio della croce

 

Papa Francesco in una delle sue ultime meditazioni del mattino (giorno 21 maggio), che detta alle persone presenti alla celebrazione della santa messa nella cappella della Casa di santa Marta in Vaticano, dove si abitata, ha espresso cose meravigliose sul significato del servire: “Il vero potere è il servizio. Nel racconto evangelico del 21 maggio 2013, si legge che Gesù attraversa la Galilea in compagnia dei suoi discepoli e parla loro della sua passione: «Il figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini che lo uccideranno», ma dopo tre giorni risorgerà. «Sta parlando ai suoi discepoli di questa realtà, di quello che lui doveva fare, del suo servizio, della passione. Ma essi però non capivano queste parole; loro erano in un’altra orbita, discutevano tra loro. E il Signore lo sapeva». Tanto che, quando giunsero a Cafarnao, «chiese loro: Di cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi «tacevano» per la vergogna. Per la strada avevano infatti discusso tra loro chi fosse il più grande.

«La lotta per il potere nella Chiesa non è cosa di questi giorni, eh? È cominciata là, proprio con Gesù». Mentre il Signore parlava della Passione, i discepoli pensavano a discutere su chi di loro fosse più importante, così da meritare «il pezzo più grande» della torta di potere da spartire. Ma nella Chiesa non deve essere così. Lo stile di Cristo, del Vangelo e della Chiesa nel suo insieme, è un altro, come ricorda Gesù e ha ricordato il Papa: “I capi delle nazioni sottomettono i loro popoli e fanno sentire il loro potere… Ma fra voi non deve essere così”. Questa è la chiave: fra noi non deve essere così. Nell’ottica del Vangelo, «la lotta per il potere nella Chiesa non deve esistere. O, se vogliamo, che sia la lotta per il vero potere, cioè quello che lui, con il suo esempio, ci ha insegnato: deve essere la lotta del servizio e del servire sempre di più e meglio. Il vero potere è il servizio. Come ha fatto lui, che è venuto non per farsi servire, ma per servire. E il suo servizio è stato proprio un servizio di croce: lui si è abbassato, fino alla morte, morte di croce, per noi; per servire noi, per salvare noi». Nella Chiesa non c’è nessun’altra strada per andare avanti. «Per il cristiano — ha puntualizzato il Pontefice — andare avanti, progredire, significa abbassarsi. Se noi non impariamo questa regola cristiana, mai potremo capire il vero messaggio cristiano sul potere». Progredire pertanto vuol dire essere sempre al servizio. E «nella Chiesa il più grande è quello che più serve, che più è al servizio degli altri. Questa è la regola. Ma da quel tempo fino ad adesso le lotte per il potere» non mancano nella Chiesa.

Il Papa ha poi posto l’accento sul linguaggio che si usa abitualmente quando si intende sottolineare i passaggi di carriera: «Quando a una persona danno una carica che secondo gli occhi del mondo è una carica superiore, si dice: Ah, questa donna è stata promossa a presidente di quell’associazione; e questo uomo è stato promosso». Promuovere: «Sì — ha commentato — è un verbo bello. E si deve usare nella Chiesa, sì: questo è stato promosso alla croce; questo è stato promosso all’umiliazione. Questa è la vera promozione. Quella che ci fa assomigliare meglio a Gesù». Sant’Ignazio, negli  Esercizi spirituali, «ci fa chiedere al Signore crocifisso la grazia delle umiliazioni: Signore voglio essere umiliato, per assomigliare meglio a te. Questo è l’amore, è il potere di servizio nella Chiesa. E si servono meglio gli altri per la strada di Gesù». Altri tipi di promozione non appartengono a Gesù. Sono promozioni definite dal Pontefice «mondane» ed esistono sin dal tempo di Gesù stesso. «Sempre ci sono state nelle Chiese cordate per arrivare più in alto: carrierismo, arrampicatori, nepotismo». Il Papa si è poi riferito a una sorta di «simonia educata», cioè quella che porta a pagare di nascosto qualcuno pur di diventare qualcosa. «Ma quella non è la strada del Signore. La strada del Signore è il suo servizio. Come lui ha fatto il suo servizio, noi dobbiamo andare dietro a lui nel cammino del servizio. Quello è il vero potere nella Chiesa. Io vorrei oggi pregare per tutti noi, perché il Signore ci dia la grazia di capire che il vero potere nella Chiesa è il servizio e anche per capire quella regola d’oro che lui ci ha insegnato con il suo esempio: per un cristiano progredire, andare avanti, significa abbassarsi».

Esempio di questo servizio è la Madonna e Caterina Volpicelli

 

6.     La devozione mariana di Caterina Volpicelli

 

La sua devozione alla Madonna era proverbiale. Una devozione la sua a largo raggio, che prende esempio dalla Madonna dal momento dell’Annunciazione, con il suo Si e il suo dichiararsi serva del Signore, fino alla gloriosa assunzione in cielo. A Maria ha ispirato tutta la sua vita di donna, di religiosa, di responsabile dell’istituto e guida spirituale per quanti la contattavano nel suo operare quotidiana. Alla devozione al Cuore di Gesù, Caterina abbinò la devozione al cuore Immacolato di Maria. Lei visse il tempo in cui Papa Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione nel 1854, il tempo delle apparizioni della Madonna a La  Salette (1846) e soprattutto a Lourdes (1858). Tempi di dolore e sofferenza, ma anche di speranza e gioia.

 

Alcuni pensieri mariani di Santa Caterina Volpicelli, ci fanno capire esattamente la sua spiritualità:

“Abbiamo avuto da Dio una Madre tutta misericordia –scrive-  perché non dobbiamo sperare? Coraggio e fiducia…Maria ci tende le braccia, per condurci a Gesù, di cui fa a noi volgere gli occhi misericordiosi, e noi ripetiamoglielo spesso: O Maria, fa’ volgere a noi gli occhi del Figlio tuo!”. E nel commentare la morte di Gesù e la deposizione del corpo del redentore nelle braccia e sulle ginocchia della sua tenerissima e desolata madre, scrive:

 

“Gesù vi chiede… un ultimo sguardo morto fra braccia della Madre desolata che ne osserva minutamente tutte le ferite e tutta sostiene nel suo cuore addolorato la trafittura del costato ricevuta dal suo Divin Figlio con estrema e oltraggiosa crudeltà…Ricordate che Dio permise che la lancia del soldato ferisse al cuore Gesù per mostrarci la piaga invisibile fatta dell’amore, nella quale ci invita a rifugiarci, e ci offre il perdono chiedendoci il ricambio di amore.

 

Rifugio, amore, misericordia, perdono, contrizione dei propri peccati, conversione, sono i termini ricorrenti nella sua spiritualità mariana, ben convinta e cosciente che davvero attraverso Maria, ogni cristiano incontra davvero Cristo e in Lui trova pieno ristoro per le tante fatiche della vita.

 

7.     Conclusione

 

Nel mese di maggio, praticamente alla conclusione di esso, in questo anno della fede, davanti a noi si pone l’esempio di Caterina Volpicelli, modello di vita di preghiera individuale, personale e comunitaria, soprattutto mariana. Ispiriamoci a lei perché nella nostra vita non manchi mai il riferimento al Cuore amabilissimo di Cristo, ma anche al tenerissimo cuore immacolato di Maria.

Mondragone (Ce). Ricordata la serva di Dio Victorine Le Dieu a 204 anni dalla nascita

150120132147.jpgMondragone (Ce). Il ricordo speciale della fondatrice delle Suore di Gesù Redentore

di Antonio Rungi

Il 22 maggio 1809 ad Avranches in Francia nasceva la Serva di Dio Madre Victorine Le Dieu, Fondatrice delle Suore di Gesù Redentore. Per ricordare il 204° compleanno di questa singolare donna di preghiera e di carità, la Congregazione da lei fondata ha voluto far memoria della loro madre con iniziative varie a livello spirituale, pastorale e culturale. A Mondragone, dopo il seminario di studio, dedicata alla Serva di Dio, oggi in tutte le parrocchie della città, la figura e l’opera di Madre Victorine è stata ricordata durante le celebrazioni mediante la testimonianza delle suore che compongono la comunità della Stella Maris. Per sabato, 25 maggio, presso il cinema-teatro cittadino, la compagnia teatrale “Victorine Le Dieu”, porterà in scena, al mattino per le scuole della città, e alla sera per tutta la cittadinanza, il recital “Quattro immagini per cantare una vita ed un carisma”. Si tratta di una sintesi della vita della fondatrice delle Suore di Gesù Redentore, fissata in alcune immagini, dialoghi, canti e altre forme espressive, partendo dalla prima scena, quella dell’approvazione dell’istituto ad opera di Pio IX il 15 gennaio 1863, quando il Papa firmò la bolla in Vaticano, alla presenza della stessa Victorine Le Dieu. Da allora la famiglia religiosa di Victorine Le Dieu si è diffusa in Italia, in Francia, in Europa ed altri continenti. Da poco è stato avviato anche il ramo maschile dell’Istituto con la professione di alcuni religiosi. La vita è l’opera di questa straordinaria donna di fede è ricca di avvenimenti e di tante difficoltà che Victorine seppe superare sempre con grande coraggio e fiducia in Dio, sull’esempio di Maria, con il suo continuo si alla volontà di Dio. Tutto questo fu Victorine Le Dieu de la Ruaudière (Maria Giuseppa di Gesù). 
Madre Victorine Le Dieu si trovò a lottare in difficoltà straordinarie, subì persecuzioni inaudite, rischiò di fallire più volte con la sua Congregazione, ma non si scoraggiò, la sua fede restava incrollabile. Il centro della Volontà di Dio di volere questa Istituzione, era papa Pio IX oggi beato; altre figure minori, ma pur sempre determinanti nel procurarle sofferenze, calunnie e persecuzioni, nulla poterono contro questa Volontà espressa nel tormento interiore dell’anima, così tribolata e santa di Victorine Le Dieu. Una delle sue massime riportate nel suo diario, concluso pochi giorni prima di morire: “L’amore di Dio può rinnovare la terra. Credo con una nuova fede, spero con una più forte speranza, voglio con una sincera carità, lavorare all’opera così giusta e necessaria della ‘Riconciliazione’ che Dio, nella Sua misericordia, ha riservato ai nostri tempi”. 
Victorine nacque il 22 maggio 1809 ad Avranches, città che sorge di fronte al celebre Monte di San Michele, da Felice Alessandro Le Dieu de la Ruaudière, ricevitore del Demanio e dalla nobile Maria Teresa di Cantilly. A 12 anni ricevé la Prima Comunione, sentendo sin da allora di essere chiamata alla vita religiosa, ma questa sua evidente inclinazione venne molto contrastata dai genitori, che misero in atto, tutti i tentativi per dissuaderla, come quello di mandarla a Reims, a studiare in un collegio laico. A 18 anni, coerente con le sue decisioni, fece privatamente i voti di castità e ubbidienza, che furono trasformati a 24 anni in pubblici e perpetui. Legata alla famiglia che non la lasciava scegliere, Victorine la segue nei trasferimenti da Avranches a Parigi e poi a Poitiers, resi necessari per mettersi al riparo dalle turbolenze politiche, che scuotevano la Francia nel periodo post-napoleonico e della Restaurazione. A Poitiers le muore il fratello Edoardo; in casa viene ospitato padre Mesnildot esule da Parigi, il quale diventa il direttore spirituale di tutta la famiglia, ma specialmente di Victorine, di cui ha notato l’inclinazione alla vita religiosa e prende a dirigerla con sapiente discrezione; nel contempo la salute della giovane destava preoccupazione alla famiglia.
Per aiutarla, le viene concesso di fare un ritiro al Carmelo ma al suo ritorno, nonostante il beneficio ricevuto, le viene ancora una volta negato il permesso di farsi suora; tuttavia tutte queste difficoltà non le impedirono di gettare le basi della sua futura fondazione che comprendeva, la riparazione eucaristica attraverso la Messa e l’adorazione.
Ebbe anche un’esperienza religiosa di sei mesi fra le Agostiniane di Parigi, alle quali si era rivolta di nascosto; ma sotto le pressioni dell’influente famiglia fu estromessa dall’Istituto.
A circa 27 anni quando ormai decisa, lascia la famiglia e con il consiglio di padre Mesnildot, entra nelle Suore di Santa Clotilde che non erano di clausura e dedite solo all’Istruzione Superiore, il 2 luglio 1836 avvenne la cerimonia della vestizione, senza la presenza dei genitori; poi avviene un precipitarsi di eventi, Victorine si ammalò gravemente e la madre le si riconcilia; rientrata a Le Havre la madre morì, e lei fu costretta a lasciare di nuovo il convento, per accudire il padre rimasto solo.
Alla fine del 1846 anche l’altro fratello Augusto, dopo una vita dissipata, muore riconciliato con Dio, con l’assistenza spirituale della sorella. Rimasta sola con il padre, ella soffre intimamente per questa sua vita non realizzata secondo le sue aspirazioni.
Si ammala gravemente forse di nostalgia e su consiglio dei medici, viene condotta in montagna a La Salette, dove il 19 settembre del 1846 la Vergine era apparsa a due pastorelli, diventando una meta di pellegrinaggi.
Durante il viaggio, i sintomi del male oscuro improvvisamente scompaiono, la stessa cosa si ripete per il pellegrinaggio dell’anno seguente; passando per Ars, incontra anche s. Giovanni Maria Vianney, il santo curato, con cui parla del suo progetto, ricevendo incoraggiamento. Riparare, riconciliare, adorare il Signore nell’Eucaristia, restaurare l’unità nell’amore e istituire Case per accogliere persone cadute o in pericolo nel mare burrascoso della vita.
Morto il padre e seguendo il consiglio del suo Direttore Spirituale e di s. Pietro Giuliano Eymard, chiede per prima cosa al vescovo, peraltro ammalato, di ottenere il SS Sacramento dell’Eucaristia per il suo oratorio considerato privato, ma la concessione non era possibile, per cui la Curia la indirizzò direttamente a Roma e così il 15 gennaio 1863 si reca da papa Pio IX, il quale dopo aver ascoltato le sue richieste di poter avere l’Eucaristia nell’Oratorio e di poter istituire la sua Opera di carità dovunque fosse possibile, le concede tali privilegi, l’Istituto avrà una Superiora Generale che non dipenderà da altri.
Dopo tale udienza l’iniziale programma di Victorine Le Dieu prende maggiore omogeneità, articolandosi in tre punti: Riparazione nei confronti dei bambini con opere di carità e di assistenza, di cui allora se ne sentiva fortemente il bisogno e che in seguito verrà considerevolmente allargata.
Prima di ritornare ad Avranches, Victorine ricevé l’abito religioso da padre Regis, procuratore dei Trappisti, iniziò così la Congregazione delle Suore del Patronato di S. Giuseppe, che muterà in seguito il nome in “Suore di Gesù Redentore”.
Si alternano opposizioni e difficoltà nell’andare avanti dalle Autorità diocesane, e solo il 2 febbraio 1864 suor Victorine e la sua prima compagna, fanno insieme la prima meditazione comunitaria; il nuovo vescovo Bravard ottenne dal Governo Francese la celebre Abbazia di Monte San Michele, che era stata trasformata in un orribile carcere e intenzionato a trasformarla nell’antico splendore, incontra in ciò lo stesso desiderio in madre Victorine e seppur titubante, visto l’esiguità del nuovo Istituto, le affida il gravoso compito.
Con le prime quattro compagne si mette all’opera per eliminare il diffuso squallore; il 19 marzo 1866 la fondatrice e una compagna emettono i voti e altre due giovani fanno la vestizione religiosa.
Victorine prenderà il nome di suor Marie Joseph de Jesus. L’antica abbazia comincia a diventare anche un orfanotrofio, perché man mano giungono fanciulli abbandonati e anche le suore aumentano di numero.
Nel contempo iniziano le incomprensioni fra lei e padre Robert, il superiore dei Missionari diocesani, che il vescovo ha istituito per il ripristino del culto e dei pellegrinaggi al Monte San Michele.
Gli opposti interessi procurano dissidi e infine madre Maria Giuseppa di Gesù, viene allontanata con la scusa di andare a fondare una nuova Casa a San Massimino nella diocesi di Frejus, le suore rimaste a Mont St. Michel non si piegano ai voleri di padre Robert e quindi raggiungono la fondatrice, ricostituendo la Comunità.
Ma a San Massimino devono vivere di elemosine, si caricano di debiti, vengono a mancare gli appoggi sia materiali che spirituali, per cui quasi tutte le suore alla fine la lasciano e il vescovo di Frejus la estromette come religiosa dalla diocesi.
Respinta anche dai parenti, si riduce a vivere in una mansarda con la sola compagnia di due suore, soffre la fame, è continuamente febbricitante per il grande freddo, vive chiedendo l’elemosina. A Parigi dove stanno, hanno il rifiuto del Vicario Generale di poter stabilire la loro Opera dell’Adorazione Riparatrice, non riconoscendola Superiora di due sole suore e senza un soldo.
Finché il 1° ottobre 1874, esse incaricate dal prefetto di Parigi, arrivano ad Aulnay nella periferia povera della città, per accudire i bambini poveri e gli orfanelli della zona, su richiesta del parroco locale; ma senza soldi anche qui sono costrette a chiedere l’elemosina.
Dopo un po’ vengono sfrattate e il sindaco offre dei locali nel suo castello, dove sia pur con un freddo gelido riescono con i bambini a superare l’inverno. Alcune offerte delle Autorità, le fanno aprire una seconda casa a Saint Cloud, il numero di orfanelli aumenta ma i soldi per sfamarli non ci sono, chi aveva promesso viene meno, il vescovo di Versailles a cui si era rivolta, le nega l’aiuto, perché prevenuto dalle calunnie pervenute da Monte San Michele.
Si reca di nuovo a Roma per trovare l’appoggio papale e per aprire una Casa nelle capitale; ma ritornata in Francia trova che la sua Congregazione e gli orfanotrofi stanno per essere assorbiti da altra Istituzione, ma un prodigio avvenuto al momento della firma, manda tutto all’aria.
Nel 1879 il conte di Aulnay vende loro una casa-mulino, dove tutti si trasferiscono; ma una nuova prova si abbatte su Victorine, una postulante comincia ad avere fenomeni strani e premonitori, è creduta dalle suore e dal parroco e quando dice che la superiora non è più adatta al compito, il parroco l’ascolta e sostituisce madre Victorine con suor Paola.
È costretta a lasciare la Comunità e continuano le calunnie, persecuzioni, le viene negata la Comunione e deve togliersi l’abito religioso, sotto minaccia di essere arrestata, è costretta a fare la mendicante, è investita da una carrozza; ma lei non si arrende e ancora una volta con l’aiuto di una suora fedele, ritorna a Roma e ottiene dal papa la residenza romana e con l’aiuto della marchesa Serlupi ha dei locali a disposizione; una suora dalla Francia la raggiunge, arriva qualche novizia.
L’Opera si trasferisce in una Casa di via Tasso e affluiscono molti bambini, nel contempo anche le offerte e gli aiuti in vivande arrivano più frequentemente; il cardinale Vicario di Roma segue con ammirazione e stima sia lei, che l’opera e alla fine acconsente a celebrare la Prima Messa nella nuova Cappella, dove resterà esposta l’Eucaristia per l’adorazione riparatrice.
Il 26 ottobre 1884 a 75 anni, madre Victorine muore con il nome di Gesù sulle labbra, perdonando tutti e raccomandando la cura dei bambini.

Il MESE DI MAGGIO 2013. PREGHIERA ORGANIZZATA DA P.RUNGI

GIORNO PER GIORNO

CON LA BEATA VERGINE MARIA

 mesemariano2013.pdf

Mese mariano biblico-liturgico

a cura di padre Antonio Rungi, sacerdote passionista

 

Presentazione

“Giorno per giorno con la Beata Vergine Maria”, è questo il titolo con il quale desidero sostenere il vostro cammino spirituale nel mese di maggio che, per antica tradizione, è dedicato alla Madre di Dio e Madre nostra, in questo anno della fede, particolarmente importante per noi cristiani.

Si tratta di un sussidio predisposto al fine di aiutare la meditazione quotidiana durante ed oltre il mese di maggio per quanti alimentano la loro devozione alla Madonna in tanti modi, soprattutto con la preghiera giornaliera del santo Rosario.

Tutte le tematiche, i titoli e i riferimenti biblici e liturgici sono stati tratti dal Messale Mariano che presenta una varietà di celebrazioni dell’eucaristia in onore della Madonna, strutturate secondo i tempi liturgici e secondo le necessità.

Qui ho sintetizzato i brani della parola di Dio, i commenti e le preghiere, per rendere più leggero il cammino di riflessione e meditazione da parte di coloro che in assoluta autonomia, individualmente o comunitariamente, vogliono vivere il mese mariano uscendo fuori dai canoni tradizionali. Infatti, qui sono riportati i testi liturgici delle messe in onore della Madonna e valorizzati ai fini del mese di maggio. Oltre alle preghiere prese da quelle delle messe, ho inserito alcune espressioni di Papa Francesco, sulla Madonna, pronunciate in questi primi mesi del suo ministero petrino. Di mio personale ho semplicemente introdotto i fioretti quotidiani, agganciandoli alle tematiche quotidiane di questo speciale mese di maggio, che si susseguono nel tempo.

Ritengo che sia uno strumento utile per chi vuole vivere il mese di Maria alimentandosi alla Parola di Dio e alla liturgia. Dalla messa, infatti, scaturisce ogni espressione di vero culto mariano, ben sapendo che Maria è il primo e purissimo tabernacolo dell’Altissimo.

A lei ci affidiamo perché il cammino spirituale durante il mese mariano porta in noi e negli altri i frutti spirituali che tutti attendiamo, prendendo a modello della nostra fede e santità di vita la santissima, purissima, immacolata Vergine Maria. In questo anno della fede ci guidi ad essere più coraggiosi nel testimoniare la fede in Gesù Cristo, unico salvatore del mondo.

Ecco i titoli su cui mediteremo nel corso del mese di maggio 2013

 

Santa Maria di Cana;

Madre della lode e della gratuità divina;

Madre della Divina Misericordia;

Madre della Divina Provvidenza;

Madre della divina consolazione;

Madre Addolorata;

Madre del Signore;

Madre del Risorto;

Madre del buon consiglio;

Madre e maestra di vita spirituale;

Madre dell’unità;

Madre del bell’Amore;

Madre di Riconciliazione;

Madre della santa speranza;

Madre e mediatrice di grazia;

Vergine, fonte di luce e di vita;

Vergine del Cenacolo;

Vergine della visitazione;

Vergine della Mercede;

Donna nuova;

Sostegno e difesa della nostra fede;

Sede della speranza;

Fonte della salvezza;

Causa della nostra gioia;

Tempio del Signore;

Discepola del Signore;

Serva del Signore;

Porta del cielo;

Salute degli infermi;

Regina della pace;

Regina dell’universo.

 

Trentuno titoli mariani che costituiscono non solo tematiche di approfondimento teologico, biblico, ma soprattutto una vera e propria litania in onore della Madonna, da recitare ogni giorno a conclusione del mese di maggio o della preghiera del santo rosario.

 

P.Antonio Rungi, passionista

 

 

 1 MAGGIO 2013

MARIA, MADRE DELLA LODE  E DELLA GRATUITA’ DIVINA

 

Dall’Epistolario di San Paolo Apostolo

“Tutto ciò che fate in parole e opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre” (Col 3,17).

 

Breve commento

Il Vangelo inculca il servizio sincero, umile, la disponibilità nella carità, per essere uniti a Gesù che ha dichiarato di essere venuto per servire e non per essere servito. La vera dignità consiste nel servizio dei fratelli, secondo le proprie capacità, in unione con Gesù, Figlio di Dio. Verifichiamo la nostra scala di valori, per renderla sempre più aderente ai pensieri di Dio.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca.

 

Preghiera

O Dio, nostro Padre,  sull’esempio della Beata Vergine Maria, Madre della lode perenne, fa’ che nella nostra vita rendiamo testimonianza al tuo amore e godiamo i frutti della giustizia e della pace. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Dedicherai un tempo della tua giornata nel servizio disinteressato agli altri senza attenderti premi e ricompense.

 

 

2 MAGGIO 2013

Maria, Madre della Divina Misericordia

 

Dal Vangelo di Luca

“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono…Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». (Lc 1,39-45)

  

Breve commento

Due volte, Maria, nel cantico nel «Magnificat» ha lodato Dio che usa misericordia: «Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono»; «ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia». Per questo i fedeli desiderano vivamente «magnificare con Maria la bontà infinita» di Dio. Donna che ha fatto un ‘esperienza della misericordia di Dio: «la regina clemente, esperta della benevolenza (di Dio), accoglie quanti nella tribolazione ricorrono a lei.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta Roma.

 

Preghiera

Dio di bontà infinita, concedi ai tuoi fedeli, per intercessione della beata Vergine Maria, madre di misericordia, di sperimentare sulla terra la tua clemenza, e di contemplare la tua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi ti impegnerai a riconciarti con le persone con le quali non ti parli e sarai strumento di riconciliazione per gli altri.

 

3 MAGGIO 2013

Maria, Madre della Divina Provvidenza

 

Dal libro del profeta Isaia

 “Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. Così succhierete al suo petto e vi sazierete, deliziandovi, all’abbondanza del suo seno. Poiché così dice il Signore: «Ecco io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la prosperità; come un torrente in piena la ricchezza dei popoli; i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati. Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca. la mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi” (Isaia 49,15 ss).

 

Breve commento

La beata Vergine è chiamata «madre della divina Provvidenza» perché da Dio ci è stata data come premurosa madre, che ci procura con la sua intercessione i beni del cielo. Come Dio non può dimenticarsi del suo popolo, come ci ricorda il brano biblico tratto dal profeta Isaia, e che proprio come una madre lo consola, così la Madonna ha compassione di noi, intercede per noi, ci soccorre nelle nostre necessità, ci ricolma di consolazione.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Per la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso.

 

Preghiera

O Dio, che nella tua provvidenza tutto disponi secondo un disegno di amore, per l’intervento della Vergine Maria, madre del tuo Figlio, allontana da noi ogni male e donaci ciò che giova al nostro vero bene.

 

Fioretto

Oggi non farai mancare il necessario al sostentamento personale a quelle persone che sai che stanno in stretta necessità.

 

4 MAGGIO2013  

Maria Madre della divina consolazione

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

“Fratelli, sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” (2Cor. 1,3ss).

 

Breve commento

Anche la beata Vergine Maria viene giustamente chiamata e venerata come «Madre della consolazione» o «Consolatrice degli afflitti». Per suo mezzo da Dio «fu mandato al mondo il consolatore» Gesù Cristo. Maria, essendo stata accanto al Cristo che pativa in croce e avendo sofferto crudelissimi dolori, ha conseguito nella maniera più eccelsa la beatitudine promessa nel Vangelo a coloro che piangono; e poiché Dio l’ha consolata con la risurrezione di Gesù, è in grado di consolare anch’essa i suoi figli, che si trovano in qualsiasi genere di afflizione.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Alla potente intercessione di Maria, nostra Madre, Madre della Chiesa, affido il mio ministero e il vostro ministero. Sotto il suo sguardo materno, ciascuno di noi possa camminare lieto e docile alla voce del suo Figlio divino, rafforzando l’unità, perseverando concordemente nella preghiera e testimoniando la genuina fede nella presenza continua del Signore.

 

Preghiera

O Padre, che per mezzo della Vergine Maria hai mandato al mondo il consolatore promesso dai profeti, Gesù Cristo tuo Figlio, per sua intercessione fa’ che possiamo ricevere e condividere con i nostri fratelli l’abbondanza delle tue consolazioni. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi ti impegnerai ad attuare concretamente una delle  sette opere di misericordia corporale, consolando gli afflitti.

 

5 MAGGIO 2013

MARIA MADRE DEL RISORTO

 

Dal Vangelo di Matteo

L’angelo disse alle donne: « Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto ». Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: « Salute a voi ». Ed esse, avvicinatesi, gli cinsero i piedi e lo adorarono” (Mt 28, 1ss)

 

Breve commento

Il giorno della risurrezione del Signore fu «il giorno radioso in cui dileguate le tenebre della morte, una luce gioiosa» inondò «il mondo intero».  Così nella Chiesa nascente, che «avrebbe contemplato con trepida esultanza il volto glorioso del suo immortale Signore»; così ugualmente nella Vergine Madre, che Dio «nella risurrezione di Cristo» colmò «di letizia». La Chiesa perciò, salutando la Vergine, la invita a gioire: «rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione. E auguro il meglio a voi e alle vostre famiglie, a ciascuna delle vostre famiglie.

 

Preghiera

O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridato la gioia al mondo intero, per intercessione di Maria Vergine concedi a noi di godere la gioia della vita senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi sarai strumento di gioia per gli altri, eviterai con particolare cura di far soffrire qualcuno.

 

 

6 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE FONTE DI LUCE E DI VITA

 

Dal Vangelo di Giovanni

“C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: « Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui ».Gli rispose Gesù: « In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio ». Gli disse Nicodèmo: « Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere? ». Gli rispose Gesù: « In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito, è spirito» (Gv 3,1-6)

 

Breve commento

I santi Padri insegnano con una certa insistenza che i misteri di Cristo, celebrati dalla vergine madre Chiesa nei sacramenti dell’iniziazione cristiana, ebbero compimento nella vergine madre Maria. Lo Spinto che santifica il grembo della Chiesa – cioè il fonte battesimale – perché generi i figli di Dio, santificò il grembo di Maria perché desse alla luce il Primogenito di molti fratelli (cfr Eb 2,11-15).

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Lui mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti. Invochiamo l’intercessione della Madonna che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo.

 

Preghiera

Padre buono, donaci il tuo Santo Spirito, perché guidi ogni nostra azione e irradi sul cammino della Chiesa la luce di santità, che rifulse in tutta la vita della Vergine Maria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi ti dedicherai in modo speciale a rivivere le promesse battesimali, vistando il fonte battesimale.

 

 

7 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE DEL CENACOLO

 

Dagli Atti degli Apostoli.

“Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfèo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui” (Atti 1,6-14)

 

Breve commento

Nella Vergine, presente al primo raduno dei discepoli di Cristo, la Chiesa, nel volgere del tempo, ha visto la Madre, che protegge con la sua carità gli inizi della prima comunità, e un luminoso esempio di preghiera concorde. La Madre di Gesù è la Vergine piena di Spirito Santo. Maria è modello della Chiesa orante.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza: Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato! Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei santi Pietro e Paolo, di san Francesco, affinché lo Spirito Santo accompagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate per me!

 

Preghiera

O Padre, che hai effuso i doni del tuo Spirito sulla beata Vergine orante con gli Apostoli nel Cenacolo, fa’ che perseveriamo unanimi in preghiera con Maria nostra madre per portare al mondo, con la forza dello Spirito, il lieto annunzio della salvezza.

 

Fioretto

Oggi ti dedicherai in modo speciale alla preghiera personale e comunitaria, soprattutto in parrocchia.

 

8 MAGGIO 2013

MARIA MADRE E MAESTRA DI VITA SPIRITUALE

 

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».

 

Breve commento

Con il titolo di Madre e Maestra di vita spirituale  la Madonna viene celebrata come colei che, custodendo nel suo cuore le parole di Gesù, ci «insegna con il suo esempio» «il timore di Dio». Maria è Maestra in quanto «modello della vita evangelica»; da Lei impariamo ad amare Dio «sopra ogni cosa con il suo cuore», a «contemplare con il suo spirito il Verbo», a dedicarci «con la stessa sollecitudine» ai fratelli sofferenti.  E’ Madre, in quanto ci invita soavemente a salire «sul monte del Signore che e il Cristo stesso; madre, per mezzo della quale la sapienza dice: «Chi trova me, trova la vita»; madre che, avendoci ricevuti come figli presso la croce del Signore , ci «protegge con il suo aiuto»,  e ci assiste con la sua «intercessione materna».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

I giovani devono dire al mondo: è buono seguire Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggio di Gesù; è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per portare Gesù! Tre parole: gioia, croce, giovani. Chiediamo l’intercessione della Vergine Maria. Lei ci insegna la gioia dell’incontro con Cristo, l’amore con cui lo dobbiamo guardare sotto la croce, l’entusiasmo del cuore giovane con cui lo dobbiamo seguire in questa Settimana Santa e in tutta la nostra vita.

 

Preghiera

Assisti i tuoi fedeli, Signore, nel cammino della vita, e per l’intercessione materna della beata Vergine Maria, madre e maestra, fa’ che giungiamo felicemente al tuo santo monte, Cristo Gesù, nostro Signore.

 

Fioretto

Oggi ti impegnerai a pregare il Santo Rosario per intero, tutti i 20 misteri, nell’arco della giornata.

 

9 MAGGIO 2013

MARIA MADRE DELL’UNITA’

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Carissimo, uno solo è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo – dico la verità, non mentisco  -, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al ciclo mani pure senza ira e senza contese” (2, 5-8).

 

Breve commento

Questo titolo mariano ricorda come la beata Vergine che prese parte con un ruolo di prim’ordine ad alcuni eventi salvifici riguardanti «il mistero dell’unità»: il mistero dell’incarnazione, quando nel suo «grembo purissimo» il Verbo di Dio unì con un vincolo indissolubile «alla natura divina la natura umana»; la maternità verginale, quando il Figlio di Dio «si scelse una Madre che non ha conosciuto corruzione nel corpo e nel cuore», che fosse immagine dell’unica e indivisa Chiesa sposa.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Lei, che seguì con fede il suo Figlio fino al Calvario, ci aiuti a camminare dietro a Lui, portando con serenità e amore la sua Croce, per giungere alla gioia della Pasqua. La Vergine Addolorata sostenga specialmente chi sta vivendo situazioni più difficili. Un ricordo va alle persone affette da tubercolosi, poiché oggi ricorre la Giornata mondiale contro questa malattia.

 

Preghiera

Padre santo, sorgente dell’unità e origine della concordia, fa’ che le varie famiglie dei popoli, per intercessione della beata Vergine Maria, madre di tutti gli uomini, formino l’unico popolo della nuova alleanza. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi sarai strumento di unità e di coesione negli ambienti di vita e di lavoro.

 

10 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE, DONNA NUOVA

 

Dal Vangelo secondo Luca

“In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: « Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te ». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: « Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine ». Allora Maria disse all’angelo: « Come è possibile? Non conosco uomo ». Le rispose l’angelo: « Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse : « Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto ». E l’angelo parti da lei. Parola del Signore”(Lc 1,26-38).

 

Breve commento

Con questo titolo mariano viene contemplato il salvifico «mistero della Donna» – di Maria cioè e della Chiesa -: Maria, «modello della Chiesa» (cfr LG 63), e la Donna promessa nel Protovangelo (cfr Gn 3,15), che Elisabetta ha proclamato benedetta fra tutte le donne (cfr Lc 1, 42); dalla quale il Figlio di Dio si e fatto uomo (cfr Gal 4, 4); che ha anticipato nelle nozze di Cana la mistica «Ora» (cfr Gv 2, 4); che, presso la croce, ha adempiuto la sua funzione materna (cfr Gv 19,26); che appare radiosa in ciclo, vestita di sole e coronata di stelle (cfr Ap 12,1). Maria quindi è celebrata quale: – primizia della nuova creazione.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Invocando l’intercessione della Vergine Maria, che custodiva ogni avvenimento nel suo cuore (cfr Lc 2,19.51), chiediamo che il Signore ci renda partecipi della sua Risurrezione: ci apra alla sua novità che trasforma, alle sorprese di Dio, tanto belle; ci renda uomini e donne capaci di fare memoria di ciò che Egli opera nella nostra storia personale e in quella del mondo; ci renda capaci di sentirlo come il Vivente, vivo ed operante in mezzo a noi; ci insegni, cari fratelli e sorelle, ogni giorno a non cercare tra i morti Colui che è vivo.

 

Preghiera

O Dio, che nella Vergine Maria, capolavoro del tuo Spirito, ci hai donato le primizie della creazione nuova, fa’ che liberati dalla schiavitù del peccato abbracciamo con tutto il cuore la novità del Vangelo, testimoniando in parole e opere il comandamento dell’amore. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi ti sforzerai di essere una persona nuova che sa accogliere il vangelo della speranza con cuore sincero e contrito.

 

11 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE SOSTEGNO E DIFESA DELLA NOSTRA FEDE

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11, 27-28).

 

Breve commento

La beata Vergine è donna straordinaria per la sua fede, è discepola che compendia nella sua vita le verità della fede (cfr LG 65), è madre che sostiene e protegge la fede dei figli. Donna straordinaria per la fede: Elisabetta, madre del Precursore, la proclamò beata, poiché credette al messaggero celeste (cfr Lc 1, 45); per fede concepì il Figlio di Dio; sorretta dalla fede segui Gesù e presso la croce sostenne e «soffrì» la sua morte; sotto l’impulso della fede credette che egli sarebbe risorto e attese la venuta del Promesso dal Padre.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Preghiamo insieme, nel nome del Signore morto e risorto, e per intercessione di Maria Santissima, perché il Mistero pasquale possa operare profondamente in noi e in questo nostro tempo, perché l’odio lasci il posto all’amore, la menzogna alla verità, la vendetta al perdono, la tristezza alla gioia.

 

Preghiera

Dio onnipotente ed eterno, che nella beata Vergine Maria, gloriosa madre del tuo Figlio, hai dato un sostegno e una difesa a quanti la invocano, concedi a noi per sua intercessione di essere forti nella fede, saldi nella speranza, perseveranti nel tuo amore.

Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi reciterai tre volte il Credo durante la giornata, secondo le intenzioni di Papa Francesco

 

 

12 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE SEDE DELLA SAPIENZA

 

Dal Libro del Siracide

Avvicinatevi tutti a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti. Poiché il mio insegnamento è più dolce del miele e il possedermi è più dolce del favo di miele Il mio ricordo durerà di generazione in generazione. Quanti si nutrono di me, avranno ancora fame; e quanti da me si dissetano, avranno ancora sete. Chi mi ascolta, non sarà deluso;

e chi compie le mie opere, non peccherà. Chi mi rende onore, avrà la vita eterna.

 

Breve commento

Con il titolo «Sede della Sapienza» viene significata la funzione materna della beata Vergine Maria, la sua dignità regale, nonché la sua straordinaria sapienza e prudenza nelle cose che riguardano Dio: – la funzione materna: in virtù del mistero dell’Incarnazione, nel purissimo grembo della Vergine madre risiede la Sapienza del Padre; – la dignità regale: in quanto il Bambino che siede sulle ginocchia della Madre e il Re messianico, colui che «sarà chiamato Figlio dell’Altissimo», al quale «il Signore Dio darà il trono di Davide suo padre, (che) regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Preghiamo insieme la Vergine Maria, perché ci aiuti, Vescovo e Popolo, a camminare nella fede e nella carità, fiduciosi sempre nella misericordia del Signore: Lui sempre ci aspetta, ci ama, ci ha perdonato con il suo sangue e ci perdona ogni volta che andiamo da Lui a chiedere il perdono. Abbiamo fiducia nella sua misericordia!

 

Preghiera

Padre della luce, che per risollevare in Cristo l’umanità decaduta hai eletto la Vergine Maria come sede della Sapienza, donaci con il suo materno aiuto una coscienza profonda dei nostri limiti, per non lasciarci travolgere dall’orgoglio e servirti con l’umiltà che a te piace. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi praticherai soprattutto la virtù dell’umiltà. Mettendo da parte orgoglio, superbia ed arroganza.

 

13 MAGGIO 2013

MARIA REGINA DELLA PACE

 

Dal Libro del Profeta Isaia

Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore.

 

Breve commento

Oggi ricordiamo l’apparizione, il 13 maggio 1917, della Madonna ai tre pastorelli a Fatima e celebriamo la memoria della Madonna di Fatima, Regina della Pace. Ci sembra anche opportuno ricordare che il papa Benedetto XV nel 1917, durante la prima terribile conflagrazione mondiale, volle che si inserisse nelle Litanie Lauretane l’invocazione alla «Regina della Pace».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Pregando insieme il Regina Caeli, chiediamo l’aiuto di Maria Santissima affinché la Chiesa in tutto il mondo annunci con franchezza e coraggio la Risurrezione del Signore e ne dia valida testimonianza con segni di amore fraterno. L’amore fraterno è la testimonianza più vicina che noi possiamo dare che Gesù è con noi vivo, che Gesù è risorto. Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione; in questo tempo ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzione, tanti, tanti, in tanti Paesi: preghiamo per loro, con amore, dal nostro cuore. Sentano la presenza viva e confortante del Signore Risorto.

 

Preghiera

Regina della Pace, che ha donato al mondo, Gesù, Principe della Pace, fa che in tutto il mondo la vera pace che Cristo ha portato con la sua croce regni in tuti i cuori e in tutto il mondo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi parteciperai alla santa messa e pregherai per la pace nel mondo.

 

14 MAGGIO 2013

MARIA, MADRE DEL BUON CONSIGLIO

 

Dagli Atti degli Apostoli

[Dopo che Gesù fu assunto in ciclo], gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfèo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.

Al compiersi della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal ciclo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.

 

Breve commento

La beata Vergine è giustamente onorata sotto il titolo di «Madre del buon consiglio»: ella è la madre di Cristo, che Isaia profeticamente chiamò «Consigliere mirabile»; visse tutta la sua vita sotto la guida dello «Spirito del consiglio», che la «avvolse»; «aderì intimamente all’eterno Consiglio di ricapitolare in Cristo tutte le cose» venne da Dio colmata dei doni dello Spirito Santo, fra i quali emerge «lo spirito della sapienza». La beata Vergine viene celebrata come madre e maestra che, arricchita del dono del consiglio, con animo colmo di gratitudine annunzia ciò che dice la Sapienza stessa: «A me appartiene il consiglio e la saggezza, mia e la prudenza, mia la fortezza»; e questi doni ella volentieri li elargisce ai suoi figli e discepoli, esortandoli a compiere anzitutto ciò che Cristo ha detto loro di fare.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Il Signore ci chiama ogni giorno a seguirlo con coraggio e fedeltà; ci ha fatto il grande dono di sceglierci come suoi discepoli; ci invita ad annunciarlo con gioia come il Risorto, ma ci chiede di farlo con la parola e con la testimonianza della nostra vita, nella quotidianità. Il Signore è l’unico, l’unico Dio della nostra vita e ci invita a spogliarci dei tanti idoli e ad adorare Lui solo. Annunciare, testimoniare, adorare. La Beata Vergine Maria e l’Apostolo Paolo ci aiutino in questo cammino e intercedano per noi.

 

Preghiera

Signore, tu sai quanto timidi e incerti sono i pensieri dei mortali;  per intercessione di Maria, madre del buon consiglio, nel cui grembo verginale il Verbo si è fatto uomo,  concedi a noi il tuo Spirito, perché ci faccia conoscere ciò che piace a te  e ci guidi nei travagli della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,  per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Fioretto

Oggi valorizzerai i buoni e saggi consigli che le persone rette ti potranno dare; ma sarai anche tu strumento di buon consiglio a chi ti è vicino.

 

15 MAGGIO 2013

SANTA MARIA DI CANA

 

Dal Vangelo di Giovanni (2,1-11)

In quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: « Non hanno più vino ». E Gesù rispose: « Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora ». La madre dice ai servi: « Fate quello che vi dirà ». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: « Riempite d’acqua le giare » ; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: « Ora attingete e portatene al maestro di tavola ». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: « Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono ». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

Breve commento

A Cana la beata Vergine Maria, nei giorni della sua vita terrena, compì la funzione benefica in favore degli sposi e dei discepoli che ora dalla gloria dei cieli compie in favore di tutta la Chiesa: sollecita del bene dell’umanità, prega il Figlio perché ci sovvenga nelle nostre necessità e ci invita a mettere «in pratica ciò che il Cristo ci ha insegnato nel Vangelo».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Le vocazioni nascono nella preghiera e dalla preghiera; e solo nella preghiera possono perseverare e portare frutto. Mi piace sottolinearlo oggi, che è la “Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni”. Preghiamo in particolare per i nuovi Sacerdoti della Diocesi di Roma che ho avuto la gioia di ordinare stamani. E invochiamo l’intercessione di Maria. Oggi c’erano 10 giovani che hanno detto “sì” a Gesù e sono stati ordinati preti stamane… E’ bello questo!

 

Preghiera

O Padre, che nella tua provvidenza mirabile hai voluto associare la Vergine Maria al mistero della nostra salvezza, fa’ che, accogliendo l’invito della Madre, mettiamo in pratica ciò che il Cristo ci ha insegnato nel Vangelo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

 

Fioretto

Oggi visiterai una famiglia in difficoltà portando conforto ai coniugi e se necessario anche un aiuto materiale.

 

 

16 MAGGIO 2013

MARIA, MADRE DEL BELL’AMORE

 

Dal Libro del Siracide

Io, come vite, produco germogli di grazia, e i miei fiori danno frutti di gloria e di rettitudine. Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza. In me è la grazia per ogni via e verità, in me ogni speranza di vita e di virtù.

 

Breve commento

La «via della bellezza» è il cammino della perfezione cristiana; i fedeli che la percorrono «insieme con Maria» sono aiutati «a progredire nella, via del santo amore» e si rivolgono a Dio, «perché ripudiando la turpitudine del peccato (si innamorino) della bellezza incorruttibile».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Invochiamo l’intercessione di Maria che è la Donna del “sì”. Maria ha detto “sì”, tutta la vita! Lei ha imparato a riconoscere la voce di Gesù fin da quando lo portava in grembo. Maria, nostra Madre, ci aiuti a conoscere sempre meglio la voce di Gesù e a seguirla, per camminare nella via della vita!

 

Preghiera

Guarda, o Padre, all’umile tua serva, la Vergine Maria, che sta davanti a te rivestita della gloria del tuo Figlio e adornata di ogni virtù e dono dello Spirito; per sua intercessione, concedi a noi di seguire ciò che è vero e giusto ai tuoi occhi, per giungere alla fonte dell’eterna bellezza e del santo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi curerai in modo particolare la tua bellezza spirituale ed interiore, quella  che più conta in questo mondo.

 

17 MAGGIO 2013

MARIA CAUSA DELLA NOSTRA GIOIA

 

Dal Vangelo di Giovanni (15, 9-12)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati».

 

Breve commento

Chiesa sposa ha sempre posto la sua gioia nel Cristo sposo e nell’amore accolto e ricambiato sperimenta di giorno in giorno una gioia sempre più piena. E poiché Gesù e venuto a noi per mezzo di Maria, la Chiesa a poco a poco ha compreso che la beata Vergine, in forza detta sua collaborazione all’incarnazione del Verbo, è causa, origine, sorgente della gioia messianica.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

La Vergine Maria ci insegna che cosa significa vivere nello Spirito Santo e che cosa significa accogliere la novità di Dio nella nostra vita. Lei ha concepito Gesù per opera dello Spirito, e ogni cristiano, ognuno di noi, è chiamato ad accogliere la Parola di Dio, ad accogliere Gesù dentro di sé e poi portarlo a tutti.

 

Preghiera

O Dio, che nell’incarnazione del tuo Figlio hai allietato il mondo intero, concedi a noi che veneriamo Maria, causa della nostra letizia, di camminare costantemente nella via dei tuoi precetti e di tenere fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Amen.

 

Fioretto

Oggi manterrai allegro il tuo ambiente di vita quotidiana, trasmettendo alle persone la gioia vera del cuore.

 

18 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE, TEMPIO DEL SIGNORE

 

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo.

Io, Giovanni, vidi un nuovo ciclo e una nuova terra, perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: « Ecco la dimora di Dio con gli uomini ! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate ». E Colui che sedeva sul trono disse: « Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

 

Breve commento

Sotto l’immagine del «tempio» si celebra la maternità divina della beata Vergine Maria e la santità della sua vita. Maria santissima è chiamata «santuario» «preparato con arte ineffabile» da Dio per il Figlio suo singolare «tempio della gloria» di Dio, per «l’obbedienza della fede (…) nel mistero dell’incarnazione». .

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Maria ha invocato lo Spirito con gli Apostoli nel cenacolo: anche noi, ogni volta che ci riuniamo in preghiera, siamo sostenuti dalla presenza spirituale della Madre di Gesù, per ricevere il dono dello Spirito e avere la forza di testimoniare Gesù risorto.

 

Preghiera

O Dio, che nel grembo verginale di Maria hai preparato con arte ineffabile il santuario del Cristo tuo Figlio, fa’ che custodendo integra la grazia del Battesimo, diventiamo tuoi adoratori in spirito e verità, per essere edificati in tempio vivo della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi trascorrerai almeno un’ora nella chiesa parrocchiale, per pregare e partecipare alla liturgia del giorno.

 

19 MAGGIO 2013

MARIA DISCEPOLA DEL SIGNORE

 

Dal Vangelo secondo Matteo  (12,46-50)

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».

 

Breve commento

Questo titolo mariano mette in luce l’importanza della «parola di Dio» o della «parola di salvezza» nella vita dei discepoli; per essi implora la divina sapienza; loda la legge immacolata del Signore e i suoi giusti giudizi; pone davanti agli occhi dei fedeli il cuore della Vergine che custodisce le parole del Signore perché se ne segua l’esempio. Commentando questo brano del Vangelo sant’Agostino  dice: «Maria santissima certamente ha fatto la volontà del Padre, e per lei è cosa più grande e più gioiosa essere stata discepola di Cristo che essere stata sua madre».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Questo lo dico in modo particolare a voi, che oggi avete ricevuto la Cresima: Maria vi aiuti ad essere attenti a quello che il Signore vi chiede, e a vivere e camminare sempre secondo lo Spirito Santo!

 

Preghiera

Signore nostro Dio, che hai fatto della Vergine Maria il modello di chi accoglie la tua Parola e la mette in pratica, apri il nostro cuore alla beatitudine dell’ascolto, e con la forza del tuo Spirito fa’ che noi pure diventiamo luogo santo in cui la tua Parola di salvezza oggi si compie. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi rifletterai sulla tua personale chiamata e vocazione, cercando di fare ciò che Cristo ti è chiesto fare.

 

20 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE, MADRE DI RICONCILIAZIONE

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

 

Breve commento

Nel corso dei secoli la Chiesa, in modo sempre più chiaro teologicamente e dottrinalmente, ha riconosciuto il ruolo della beata Vergine Maria nella riconciliazione con Dio. A tale dottrina è mirabilmente conforme il magistero dei Pontefici del nostro tempo: «a motivo della sua maternità divina la beata Vergine e divenuta socia di Dio – insegna il Beato Giovanni Paolo II – nella stessa opera della riconciliazione».  Perciò i fedeli ricorrono fiduciosi alla intercessione della beata Vergine per ottenere la «grazia della riconciliazione».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Il Signore Gesù Cristo, Verbo di Dio incarnato e divino Maestro che ha aperto la mente e il cuore dei suoi discepoli all’intelligenza delle Scritture (cfr Lc 24,45), guidi e sostenga sempre la vostra attività. La Vergine Maria, modello di docilità e obbedienza alla Parola di Dio, vi insegni ad accogliere pienamente la ricchezza inesauribile della Sacra Scrittura non soltanto attraverso la ricerca intellettuale, ma nella preghiera e in tutta la vostra vita di credenti, soprattutto in quest’Anno della fede, affinché il vostro lavoro contribuisca a far risplendere la luce della Sacra Scrittura nel cuore dei fedeli.

 

Preghiera

O Dio, che nel sangue prezioso del tuo Figlio hai riconciliato a te il mondo, e ai piedi della croce hai costituito la Vergine Maria riconciliatrice dei peccatori, per i suoi meriti e le sue preghiere, concedi a noi il perdono delle colpe e una rinnovata esperienza del tuo amore.

Per Cristo nostro Signore..

 

Fioretto

Oggi ti accosterai al sacramento della riconciliazione, facendo una confessione generale per liberare la propria coscienza dai peccati della vita passata e presente.

 

21 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE MADRE DELLA SANTA SPERANZA

 

Dalla Lettera di S.Paolo Apostolo ai Romani

Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.  E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata  e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

 

Breve commento

La Chiesa considerando la funzione della beata Vergine nella storia della salvezza, spesso la invoca “speranza nostra” e «madre della speranza»: si rallegra per la natività della beata Vergine Maria «che è stata speranza e aurora di salvezza per il mondo intero»; meditando sulla sua maternità salvifica canta supplice: «Ave, speranza nostra, in te vinta è la morte, la schiavitù è redenta, ridonata la pace, aperto il paradiso»; nel mistero della gloriosa Assunzione della Madre di Dio scorge come la speranza sicura della salvezza, che risplende dinanzi a tutti i fedeli attraverso le asprezze della vita.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Vi chiedo di continuare a pregare per il mio ministero, per i bisogni della Chiesa, e particolarmente perché le menti e i cuori si convertano alla bellezza, alla bontà e alla verità del Vangelo. Con grande affetto affido voi e le vostre famiglie all’intercessione di Maria, Madre della Chiesa.

 

Preghiera

O Dio, che ci dai la gioia di venerare la Vergine Maria, madre della santa speranza, concedi a noi, con il suo aiuto, di elevare fino alle realtà celesti gli orizzonti della speranza, perché impegnandoci all’edificazione della città terrena, possiamo giungere alla gioia perfetta, mèta del nostro pellegrinaggio nella fede. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi alimenterai  il dialogo fraterno, la disponibilità verso gli altri e il dono della speranza.

 

 

22 MAGGIO 2013

SANTA MARIA PORTA DEL CIELO

 

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi un nuovo ciclo e una nuova terra, perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

 

Breve commento

Questo titolo mariano celebra la Madre di Cristo che accompagna con materna tenerezza il popolo di Dio nel suo cammino verso la patria celeste. Particolarmente vivo e il senso escatologico che fa parte da ogni celebrazione eucaristica; l’assemblea dei fedeli contempla «la città santa, la nuova Gerusalemme, (…) pronta come una sposa adorna per il suo sposo», ed ascolta la voce del Signore che dal suo trono celeste dice: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». La condizione futura della Chiesa è già realizzata in Maria, vergine sposa, tutta bella e gloriosa, senza macchia né ruga (cfr Ef 5,27).  Maria, per la sua maternità, è «porta del cielo»; da lei venne il Salvatore del mondo; è la «splendida porta del cielo ”, attraverso la quale «rifulge a noi Cristo, luce del mondo».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Con tali sentimenti chiedo a tutti i Gesuiti di pregare per me e mi affido all’amorosa protezione della Vergine Maria, nostra Madre del cielo, mentre come pegno di abbondanti grazie divine imparto con particolare affetto la benedizione apostolica, che estendo a tutti coloro che collaborano con la Compagnia di Gesù nelle loro attività, beneficiano delle loro opere di bene e partecipano della sua spiritualità.

 

Preghiera

O Dio, che nel tuo unico Figlio, hai stabilito la porta della vita e della salvezza, per la materna intercessione di Maria, donaci di perseverare nel tuo amore, finché raggiungiamo la soglia della patria celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Fioretto

Oggi pregherai in modo speciale la Vergine Santa perché ti spalanchi sempre più la porta della fede, che è Cristo, in questo anno della fede. .

 

23 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE  DELLA MERCEDE

 

Dal libro di Giuditta (15,8-10;  16, 13-14)

In quei giorni, il sommo sacerdote Ioakìm, e il consiglio degli anziani degli Israeliti, che abitavano in Gerusalemme, vennero a vedere i benefici che il Signore aveva operato per Israele e inoltre per vedere Giuditta e porgerle il loro omaggio. Appena furono entrati in casa sua, tutti insieme le rivolsero parole di benedizione ed esclamarono al suo indirizzo:

«Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d’Israele, tu splendido onore della nostra gente. Tutto questo hai compiuto con la tua mano, egregie cose hai operato per Israele, di esse Dio si è compiaciuto. Sii sempre benedetta dall’onnipotente Signore».

Tutto il popolo soggiunse: «Amen!».

 

Breve commento

Con questo titolo mariano si fa poi memoria della beata Vergine che, essendo la serva del Signore (cfr Lc 1,38) ed avendo dedicato tutta se stessa all’opera del Figlio suo redentore (cfr LG 56), giustamente è riconosciuta come congiunta indissolubilmente «alla missione redentrice del Figlio (di Dio)». 

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Nel silenzio dell’agire quotidiano, san Giuseppe, insieme a Maria, hanno un solo centro comune di attenzione: Gesù. Essi accompagnano e custodiscono, con impegno e tenerezza, la crescita del Figlio di Dio fatto uomo per noi, riflettendo su tutto ciò che accadeva.

 

Preghiera

O Dio, Padre di misericordia, che hai mandato il tuo Figlio come redentore del mondo, concedi a noi, per intercessione di Maria, che veneriamo sotto il titolo della mercede, di custodire intatto il dono della libertà filiale, acquistato a prezzo della croce, per esserne araldi e promotori fra tutte le genti. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Ti farai portatore o portatrice di una speranza vera in un futuro migliore, impegnando la tua persona a servizio della causa della solidarietà e della fraternità universale.

 

 

24 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE SALUTE DEGLI INFERMI

 

Dal Libro del Profeta Isaia

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reiètto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti,

schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci da salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

 

Breve commento

Tra gli appellativi con cui i fedeli travagliati da qualche male venerano la beata Vergine Maria, spicca quello di «salute degli infermi». Ricorrere alla intercessione della beata Vergine «salute degli infermi» per riavere la salute, e fare memoria anche di un momento peculiare della storia della salvezza, che avrà il suo pieno compimento allorché, al ritorno glorioso di Cristo, sarà «annientato l’ultimo nemico, la morte» (1 Cor 15, 26), e i corpi dei giusti risorgeranno incorruttibili.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Nei Vangeli, san Luca sottolinea due volte l’atteggiamento di Maria, che è anche quello di san Giuseppe: «Custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (2,19.51). Per ascoltare il Signore, bisogna imparare a contemplarlo, a percepire la sua presenza costante nella nostra vita; bisogna fermarsi a dialogare con Lui, dargli spazio con la preghiera.

 

Preghiera

Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro, di godere sempre la salute del corpo e dello spirito e per la gloriosa intercessione di Maria santissima, sempre vergine, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi farai visita ad una persona ammalata o anziana e cercherai di essere di aiuto sollevandola dal dolore fisico o spirituale almeno per qualche ora.

 

 

 

25 MAGGIO 2013

MARIA, MADRE ADDOLORATA

 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.  Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

 

Breve commento

Con questo titolo mariano molto diffuso tra il popolo  cristiano, la chiesa contempla i sette momenti o dolori della Beata Vergine Maria, messi in rilievo dai Vangeli. Si tratta di una vera e propria “via della Madre” alla sofferenza redentrice. Questa sofferenza estrema della Madre del Redentore è espressa nella celebre opera d’arte la «Pietà», nella quale si evidenzia in modo plastico il «martirio» intimo della Madre del Crocifisso. La memoria liturgica dell’Addolorata è il 15 settembre, che è il giorno successivo alla Festa dell’Esaltazione della Croce.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Vorrei richiamare all’importanza e alla bellezza della preghiera del santo Rosario. Recitando l’Ave Maria, noi siamo condotti a contemplare i misteri di Gesù, a riflettere cioè sui momenti centrali della sua vita, perché, come per Maria e per san Giuseppe, Egli sia il centro dei nostri pensieri, delle nostre attenzioni e delle nostre azioni.

 

Preghiera

O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fa’ che la santa Chiesa, associata con lei alla passione del Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi farai la Via Crucis e la Via Matris, come impegno di spiritualità cristologica e mariana.

  

 

26 MAGGIO 2013

SANTA MARIA MADRE DEL SIGNORE

 

Dal Vangelo di San Luca

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?

 

Breve commento

Tra i titoli con i quali nel Vangelo viene chiamata la beata Vergine, è eminente il titolo di «Madre del Signore», con il quale Elisabetta, la madre del Precursore, piena di Spirito Santo (cfr Le 1,41), la salutò: «A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?» (Lc 1, 42). Con questo titolo si rende gloria al Padre per la divina maternità di cui «nella (sua) sapienza di amore» per opera dello Spirito Santo ha fatto dono alla beata Vergine: verso il suo Figlio – «grandi cose hai fatto in Maria Madre del Cristo tuo Figlio», – e verso il suo popolo – «le hai affidato un compito materno nella Chiesa».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Sarebbe bello se, soprattutto in questo mese di maggio, si recitasse assieme in famiglia, con gli amici, in Parrocchia, il santo Rosario o qualche preghiera a Gesù e alla Vergine Maria! La preghiera fatta assieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia! Impariamo a pregare di più in famiglia e come famiglia!

 

Preghiera

Guarda, Signore, il tuo popolo, riunito nella memoria della beata Vergine Maria; fa’ che per sua intercessione partecipi alla pienezza della tua grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Sarai particolarmente attento alle ragioni del cuore che devono spingerti ad amare e a perdonare soprattutto coloro che non ti amano o ti hanno offeso ed umiliato.

  

27 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE  SERVA DEL SIGNORE

 

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: « Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te ».

A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: « Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo ». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».

 

Breve commento

Dio ha costituito la beata Vergine, umile sua serva, madre di Cristo, a lui intimamente associata: Maria, «figlia di Adamo – come insegna il Concilio Vaticano II -acconsentendo alla parola divina, è diventata Madre di Gesù, e abbracciando con tutto l’animo e senza essere appesantita da alcun peccato, la volontà divina di salvezza, si è offerta totalmente come serva del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del mistero della redenzione sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente» (LG 56). Perciò la Madonna, umile serva del Signore, è salutata come «ministra di pietà e di grazia», interamente consacrata al servizio di Dio e all’opera del Figlio per la salvezza degli uomini. Servire secondo l’insegnamento del Vangelo, è regnare.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Chiediamo a san Giuseppe e alla Vergine Maria che ci insegnino ad essere fedeli ai nostri impegni quotidiani, a vivere la nostra fede nelle azioni di ogni giorno e a dare più spazio al Signore nella nostra vita, a fermarci per contemplare il suo volto.

 

Preghiera

Padre santo, che nel misericordioso disegno della redenzione hai scelto la Vergine Maria, umile tua serva, come madre e cooperatrice del Cristo, fa’ che volgendo a lei il nostro sguardo, ti serviamo con totale dedizione e ci impegniamo instancabilmente alla salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi praticherai concretamente la virtù della carità e della diaconia nella chiesa e in famiglia.

 

28 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE, FONTE DELLA SALVEZZA

 

Dal libro del profeta Ezechièle (47, 1-2.8-9.12)

In quei giorni, l’angelo mi condusse in visione all’ingresso del tempio del Signore e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orien­tale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà.

 

Breve commento

La beata Vergine apparve nel 1854 a santa Maria Bernardetta Soubirous e fece sgorgare una sorgente d’acqua. Con questo titolo mariano vengono celebrate: – la maternità divina della beata Vergine, poiché per mezzo di lei il Signore Dio, ci ha donato una «fonte di vita»; Maria «generò dal grembo verginale il Verbo fatto uomo, Gesù Cristo, fonte d’acqua viva».  La fonte da cui sgorga l’acqua è Cristo stesso, «attingendo costantemente a questa fonte di vita possiamo ottenere i frutti abbondanti del tuo Spirito», e per i sacramenti da lui istituiti, gli uomini, sono colmati dello Spirito.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Gesù entra nella nostra storia, viene in mezzo a noi, nascendo da Maria per opera di Dio, ma con la presenza di san Giuseppe, il padre legale che lo custodisce e gli insegna anche il suo lavoro. Gesù nasce e vive in una famiglia, nella santa Famiglia, imparando da san Giuseppe il mestiere del falegname, nella bottega di Nazaret, condividendo con lui l’impegno, la fatica, la soddisfazione e anche le difficoltà di ogni giorno.

 

Preghiera

Guarda con bontà, o Padre, il popolo cristiano, che celebra le glorie di Maria sempre Vergine, dal cui grembo è scaturita la salvezza del mondo; fa’ che, attingendo costantemente a questa fonte di vita, possiamo ottenere i frutti abbondanti del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi curerai in modo singolare la tua spiritualità eucaristica, facendo un’ora di adorazione davanti a Gesù Sacramentato ed accostandoti all’Eucaristia.

 

29 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE MADRE E MEDIATRICE DI GRAZIA

 

Dal libro di Ester

In quei giorni, Ester parlò di nuovo alla presenza del re Assuero, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con le lacrime agli occhi d’impedire gli effetti della malvagità di Amàn l’Agaghita e l’attuazione dei piani che aveva preparato contro i Giudei.   Allora il re stese lo scettro d’oro verso Ester; Ester si alzò, rimase in piedi davanti al re e disse: «Se così piace al re, se io ho trovato grazia ai suoi occhi, se la cosa gli par giusta e se io gli sono gradita, si scriva per revocare i documenti scritti, macchinazione di Amàn figlio di Hammedàta, l’Agaghita, in cui si ordina di far perire i Giudei che sono in tutte le province del re. Perché come potrei io resistere al vedere la sventura che colpirebbe il mio popolo? Come potrei resistere al vedere la distruzione della mia stirpe?».

 

Breve commento

La beata Vergine madre e mediatrice di grazia, poiché il Padre, «nel mirabile disegno del suo amore», l’ha costituita madre e collaboratrice del Redentore. La Vergine Maria e madre di grazia, poiché ha portato nel suo «grembo purissimo (…). Cristo vero Dio e vero uomo» e ci ha donato lo stesso «Autore della grazia». La Vergine Maria è mediatrice di grazia, poiché e stata socia di Cristo nel procurarci la grazia più grande, la redenzione cioè e la salvezza, la vita divina e la gloria che non ha fine (cfr LG 61). Nel formulario la «mediazione» della beata Vergine viene giustamente interpretata come «provvidenza d’amore»: «di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Vorrei rivolgermi in particolare a voi ragazzi e ragazze a voi giovani: impegnatevi nel vostro dovere quotidiano, nello studio, nel lavoro, nei rapporti di amicizia, nell’aiuto verso gli altri; il vostro avvenire dipende anche da come sapete vivere questi preziosi anni della vita.

 

Preghiera

O Dio, che nel mirabile disegno del tuo amore hai voluto che Maria desse alla luce l’Autore della grazia e fosse in modo singolare associata all’opera della redenzione, per la potenza delle sue preghiere, donaci l’abbondanza delle tue grazie e guidaci al porto della salvezza.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi ti farai portatore o portatrice di grazia per gli altri, condividendo la preghiera, la riflessione sulla parola di Dio, mediante la Lectio divina che farai insieme agli altri in famiglia, in comunità o da sola.

 

 

30 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE REGINA DELL’UNIVERSO

 

Dal Libro del Profeta Isaia

Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno delle sovranità ed è chiamato: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore.

 

Breve commento

Al mistero della beata Vergine Maria appartiene la dignità regale della sua piena glorificazione e della perfetta conformazione al Figlio suo, Re di tutti i secoli: «L’Immacolata Vergine (…) – afferma il Concilio Vaticano II -, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria con il suo corpo e con la sua anima, ed esaltata come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti (cfr Ap 19,16) e il Vincitore del peccato e della morte» (LG 59). Come il regno di Cristo «non e di questo mondo» (Gv 18,36), così la potestà regale di Maria non riguarda l’ordine della natura, ma quello della grazia. La Chiesa invoca giustamente l’intercessione della beata Vergine, perché i fedeli conseguano «la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cieli».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Non abbiate paura dell’impegno, del sacrificio e non guardate con paura al futuro; mantenete viva la speranza: c’è sempre una luce all’orizzonte.

 

Preghiera

O Padre, che ci hai dato come nostra madre e regina la Vergine Maria, dalla quale nacque il Cristo, tuo Figlio, per sua intercessione donaci la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cicli. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi mediterai sui novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso.

 

 

31 MAGGIO 2013

MARIA VISITA SANT’ELISABETTA

 

Dal Vangelo secondo Luca ( 1,39-56)

In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

 

Breve commento

La beata Vergine Maria, nella visita alla cugina Elisabetta, adombra il mistero della salvezza in cui Dio «ha visitato e redento il suo popolo»; e al tempo stesso è «tipo» della Chiesa, che, «sostenuta dai tuoi sacramenti, con la luce e la forza del tuo Spirito» visita l’umanità intera perché «riconosca nel Cristo il Salvatore. Ricordando questo mistero mariano, la beata Vergine Maria è celebrata come: – nuova Figlia di Sion, che porta nel suo grembo («in mezzo a te») il Signore, Re d’Israele; — arca della nuova alleanza, che, concepito il Verbo, reca «alla casa di Elisabetta la salvezza e la gioia».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Fin da quando eravamo piccoli, i nostri genitori ci hanno abituati ad iniziare e a terminare la giornata con una preghiera, per educarci a sentire che l’amicizia e l’amore di Dio ci accompagnano. Ricordiamoci di più del Signore nelle nostre giornate!

 

Preghiera

O Dio, salvatore di tutti i popoli, che per mezzo della beata Vergine Maria, arca della nuova alleanza, hai recato alla casa di Elisabetta la salvezza e la gioia, fa’ che docili all’azione dello Spirito possiamo anche noi portare Cristo ai fratelli e magnificare il tuo nome con inni di lode e con la santità della vita. Per Cristo nostro Signore.

 

Fioretto

Oggi farai visita ad una persona sola ed abbandonata, o ad una donna in attesa di un bambino o mettendoti a disposizione per persone diversamente abilI.