Preghiera

A TE CHE SEI LA MIA VITA, MADRE DI DIO

BLOG SANTA FAMIGLIA (13)
A te che sei la mia vita, Madre di Dio.
di padre Antonio Rungi
Grazie del tuo sorriso quado sorridi
e non nascondi la gioia intima del tuo cuore.
O Madre della gioia.
Grazie quando piangi
e non copri la sofferenza
con un’apparente felicità che non c’e,
O Madre Addolorata.
Grazie dell’ansia che ti prende
quando devi affrontare una sfida
apparentemente più grande di te,
ma alla portata dei cuori immacolati
e delle anime semplici
come te, o Maria in cammino con Cristo.
Grazie di quel servizio umile e disinteressato
che svolgi nel silenzio
e senza aspettarti riconoscimenti,
mentre segui tuo Figlio,
in mezzo alla folla desiderosa della sua parola,
o Madre dell’ascolto.
Grazie per la possibilità di poterti incontrare
di persona o a distanza
ma sempre intimamente
vicini in quelle stanze
in cui ci raduna l’amore di Dio,
che è la Chiesa dedicata a Te.,
o Madre della Santa Casa di Loreto.
Grazie di esistere
per la tua bellezza senza confini,
perché tu sei bella
per il riflesso di Dio
che custodisci gelosamente
nel tuo essere donna e madre
con tanti figli da amare, curare
e vedere crescere nel tempo e per l’eternità.,
o Madre della Santa Speranza.
Amen.

P.RUNGI. COMMENTO ALLA XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C- 3 LUGLIO 2022

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Domenica XIV del Tempo ordinario – Anno C

Domenica 3 luglio 2022

Da soli non si evangelizza, insieme si cammina e si realizza il progetto di Dio

Commento di padre Antonio Rungi

La quattordicesima domenica del tempo ordinario, la prima di questo mese di luglio 2022 ci invita a riflettere su uno dei temi di grande attualità nell’ambito della vita ecclesiale: la mancanza di operai nella messe del Signore. Gli operai sono gli evangelizzatori; papa, vescovi, sacerdoti, religios e religiose e soprattutto i laici, quelli che sono numericamente più consistenti e che possono contribuire enormemente alla diffusione del vangelo, soprattutto oggi, in questo nostro difficile tempo in cui il rapporto personale, familiare e comunitario con il sacro è davvero un problema ed una preoccupazione.

Come fare per far conoscere Cristo, il Vangelo, la Chiesa ed i valori autenticamente cristiani in un mondo globalizzato e massificato come il nostro?

Nel brano del vangelo di questa domenica, tratto da San Luca, Gesù ci indica un possibile percorso da seguire e da attuare. Bisogna scegliere ed inviare coloro che sono disposti ad evangelizzare. Mai come oggi la messe è davvero grande ed estesa, ma gli operai che lavorano nella vigna del Signore si sono ridotti e pochi si rendono disponibili a seguire la chiamata di Dio nella vita sacerdotale, religiosa o missionaria. La scelta degli altri settantadue discepoli ci fa capire al di là del numero simbolico che più siamo e più convinti siamo della nostra fede e più facilmente la diffondiamo senza imposizione o violenza di sorta, ma semplicemente con la nostra testimonianza e santità di vita. Facendo un calcolo in base alla scelta effettuata da Gesù 72 diviso 2, costituiscono 36 gruppi di discepoli che devono andare a due a due e non da soli.

La chiesa è comunione non è singolo, anche se è composta da singole persone, ma da soli non si fa chiesa e non si proclama la verità della comunione ecclesiale che parte proprio dall’esigenza di non essere battitori liberi e singoli, ma di camminare insieme e lavorare insieme. In un tempo come quello che stiamo vivendo del sinodo sulla sinodalità risulta di grande importanza questa scelta operativa fatta da Gesù stesso per indicarci il criterio essenziale per camminare ed evangelizzare come comunità di credenti. Quante volte sentiamo queste espressioni e anche lamentele che da soli non ce la facciamo non solo nel ministero sacerdotale, episcopale o laicale e che abbiamo bisogno di aiuto. Quel due a due e quelle 36 coppie di apostoli esprimono l’intera umanità che necessita dell’incontro con il vangelo di Cristo e con i testimoni di Cristo. Tuttavia Gesù pur sapendo della necessità di diffondere il vangelo in ogni angolo della terra mette in guardia e sull’avviso i suoi ulteriori 72 discepoli, dopo i 12 apostoli, dicendo “Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi”. Quindi state attenti non sarà facile evangelizzare, in quanto la bontà e la dolcezza della parola di Dio si scontrerà con la realtà drammatica e difficile del mondo, dove i lupi rapaci sono sempre in agguato per sbranare gli agnellini deboli e semplici come sono le pecore dell’ovile di Cristo. Gesù non si limita a fare raccomandazioni ma anche ad indicare uno stile di missionario da cui non si può prescindere se si vuole essere credibili nell’annunciare il vangelo.

Quali regole allora osservare per un vero missionario? Non portare borsa, né sacca, né sandali e non fermarsi a salutare nessuno lungo la strada. Cosa voglia dire tutto questo è facile da capire: la povertà, la celerità e l’itineranza devono caratterizzare il missionario del vangelo.

Cosa devono annunciare gli apostoli del Vangelo? E’ Gesù che lo indica espressamente: “In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi”.

Mai come in questi mesi di guerra nel cuore dell’Europa da tutto il mondo cattolico, in primis dalla voce di Papa Francesco, si è alzato il grido della pace, ma nessun figlio delle nazioni in conflitto sembra essere disposto a fare la pace, mentre sembra che ci sia tutto l’interesse a continuare in un’ assurda guerra che rischia in qualsiasi momento di degenerare e di estendersi in altri territori.

Il grido di pace della Chiesa non è ascoltato, non si è trovato un figlio della pace che in Russia a partire da Putin ha accolto questo grido e questa richiesta di tutta la cristianità.

Un altro monito viene da Gesù ai suoi nuovi 72 apostoli, quello di non girovagare perdendo tempo inutilmente. Ecco quindi l’ultima raccomandazione: “Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra”.

Sapersi accontentare e restare in quelle abitazioni dove si possa stabilire anche un contatto preciso con chi vuole incontrare il missionario. Per cui, quando un inviato della Chiesa viene mandato in una città o luogo, quando questi vi entra e sarà chiaramente accolto, deve essere grato di quel poco o molto che gli verrà dato. Non deve pretendere nulla. Anzi, al contrario deve impegnarsi in quell’opera di evangelizzazione che ha una sua credibilità ed efficacia nella misura in cui si traduce in promozione umana.

Non a caso Gesù obbliga, perché è un suo inviato, di guarire i malati che si trovano in quel luogo e soprattutto quello di annunciare la conversione perché il regno di Dio è vicino.

I 72 partirono, andarono e tornarono con grandi risultati missionari, tanto da inorgoglirsi per il successo ottenuto. Ma Gesù li richiama e li riporta alla realtà della vita e della salvezza eterna: “Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

La nostra gioia non sta nel successo che otteniamo anche nella predicazione e nell’evangelizzazione, ma nel fatto che mediante questo nostro impegno missionario potenziamo e rendiamo più visibile e leggile la scrittura del nostro nome che è stato inciso nel Paradiso. Di questo tutti dobbiamo esserne fieri e raggiungere la meta nelle condizioni migliori possibili, per non far sbiadire quel nome nostro che Dio ha scritto nel giardino del suo e nostro cielo.

Airola (BN). Die septimo della morte del già Comandante Pompeo Rungi (mio fratello)

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Airola (BN). Domani il die septimo della morte del già comandante Pompeo Rungi
Ad una settimana esatta dalla morte del già comandante della polizia municipale di Airola, Pasqualino Pompeo Rungi, avvenuta dopo le 23 del 4 maggio 2022 all’Ospedale Civile di Benevento, domani 11 maggio 2022, alle ore 18,30, nella Chiesa parrocchiale di San Michele a Serpentara in Airola, sarà celebrata una messa di suffragio per il noto ufficiale di polizia municipale della città di Airola. La messa sarà presieduta da padre Antonio Rungi, sacerdote passionista, fratello del Comandante che già ha presieduto la messa esequiale del giorno 6 maggio 2022, nella Chiesa dell’Annunziata, con la partecipazione di diversi sacerdoti e molti fedeli.
L’improvvisa ed inaspettata morte di Pompeo Rungi ha lasciato Airola e la Valle Caudina, dove era conosciuto per il suo ufficio, costernate per la gravissima perdita. Nato ad Airola il 6 febbraio 1949, Pompeo Rungi, ha vissuto sempre nella sua città natia, insieme ai genitori, Giovanni e Tommasina Riccardi, con la sorella Cira ed il fratello Antonio, poi sacerdote passionista. Da giovane dopo gli studi elementari, medi e superiori intraprese il cammino di Vigile Urbano, per poi negli anni e con la progressione di carriera, avendone i titoli e vincendo un regolare concorso, di arrivare a ricoprire il ruolo di Comandante della Polizia Municipale. Negli anni del suo servizio in questo ambito ha servito con attenzione, passione e profonde motivazioni, quelle che erano le esigenze della popolazione non solo nell’ambito del traffico, del commercio e delle varie attività civili e comunali direttamente soggette alla sua vigilanza e all’insieme del Corpo di polizia municipale, ma anche a livello umano e relazionale. Insieme al servizio di comandate ha svolto altri servizi per la cittadina: presidente del Comitato della Festa dell’Addolorata, presidente della squadra di calcio di Airola, membro della Pia Opera del Volto Santo, Membro dl consiglio pastorale parrocchiale di San Michele.
Uomo di preghiera, riservato ed attento alla propria vita spirituale, era frequentatore assiduo di santuari, oltre a quelli di Airola e della Provincia di Benevento, anche quelli di Pompei, del Volto Santo in Napoli, di padre Pio a Pietrelcina e a San Giovanni Rotondo, di Montevergine, nonché quello di Santa Rita da Cascia.
Del già comandante Pompeo Rungi tutta la popolazione di Airola, come si è potuto constatare durante la camera ardente allestita presso la struttura di accoglienza dei defunti di Corso Caudino, nei pressi dei Convento di San Pasquale, e durante i solenni funerali, ha espresso pensieri di gratitudine e di stima per l’operato di questo Comandante della Polizia Municipale che in 42 anni di servizio ha dato un volto nuovo ad Airola. In stretta collaborazione con i vari sindaci che hanno guidato Airola in questi ultimi 50 anni, il Comandante Rungi ha sempre dimostrato senso del dovere, amore per la città e disponibilità verso tutti nella legalità.
Oltre al fratello padre Antonio Rungi, che ha tenuto l’omelia, a conclusione della messa esequiale di venerdì scorso hanno preso la parola per ringraziare Pompeo, il rappresentante della polizia municipale di Airola, Franco Bernardo, il vice-sindaco di Airola, Michele Napolitano, il sindaco Vincenzo Falzarano, padre Emanuele Zippo, parroco di San Michele e la figlia del comandante, Jessica che a nome delle altre tre sorelle (Dora, Antonella e Masina) e di tutta la famiglia ha voluto ringraziare le persone per la partecipazione al lutto che ha colpito la famiglia Rungi per la perdita del già comandante Pasqualino Pompeo Rungi. Le spoglie mortali di Pompeo ora riposano nella sua Airola, insieme ai suoi genitori e alla sua sorella Cira, nella cappella cimiteriale della famiglia Rungi-Ricciardi.

MESE DI MAGGIO 2022

MESE DI MAGGIO 2022

MESE DI MAGGIO 2022

CON MARIA NELLE ZONE DI GUERRA

A CURA DI PADRE ANTONIO RUNGI

 

Primo giorno: Maria Madre di Dio

La solennità di Maria SS. Madre di Dio è la prima festa mariana comparsa nella Chiesa occidentale. Maria è vera Madre di Cristo, che è vero Figlio di Dio. E’ da questa eccelsa ed esclusiva prerogativa che derivano alla Vergine tutti i titoli di onore che le attribuiamo. “Maria, figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù e, abbracciando con tutto l’animo e senza peso alcuno di peccato la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio onnipotente” (Lumen Gentium, 56).

Papa Francesco: La Vergine Maria, testimone silenziosa della morte e della risurrezione del figlio Gesù, ci aiuti a credere fortemente a questo mistero di salvezza: accolto con fede, può cambiare la vita. È questo l’augurio pasquale che rinnovo a tutti voi. Lo affido a Lei, nostra Madre, che ora invochiamo con la preghiera del Regina Coeli.

Tutti: Preghiera

Signore della vita e della pace, in comunione con Maria, la Madre di Gesù ti supplichiamo: parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli, ferma l’assurdità  di ogni guerra e suggerisci, con il tuo Spirito, soluzioni nuove e spazi di dialogo tra le nazioni e le alleanze in conflitto tra di loro. Concedi al nostro tempo giorni di pace. Amen. (Giovanni Paolo II)

Salve Regina

Fioretto: Oggi reciteremo il Santo Rosario per la pace in Ucraina

Canto

PADRE RUNGI. IL TESTO DELLA VIA CRUCIS PER LA PACE IN UCRAINA E NEL MONDO

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Chiesa Santa Maria di Loreto – Padri Passionisti – Itri

Via Crucis – Venerdì 1 aprile 2022

Per la pace in Ucraina e nel mondo

A cura di padre Antonio Rungi

Introduzione

Canto: Ti saluto o croce santa…

Nel nome del Padre…

C.Padre sapiente e misericordioso, donaci un cuore umile e mite per ascoltare la parola del tuo Figlio, per seguirlo ogni giorno, con generosità e fedeltà, sulla via della Croce nel dono della vita e per accoglierlo e servirlo con umiltà come ospite nella persona dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Santa Madre…                                                                                      

1.STAZIONE: Gesù è condannato a morte. Preghiamo perché l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia finisca quanto prima.

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo! Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 22-23.26

Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”. Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

MEDITAZIONE

Il Giudice del mondo, che un giorno ritornerà a giudicare tutti noi, sta lì, annientato, disonorato e inerme davanti al giudice terreno. Crocifiggilo gridano tutti. Urlano perché urlano gli altri e come urlano gli altri. E così, la giustizia viene calpestata per vigliaccheria, per pusillanimità, per paura del diktat della mentalità dominante. La sottile voce della coscienza viene soffocata dalle urla della folla. L’indecisione, il rispetto umano conferiscono forza al male.

PREGHIERA

Signore, Tu sai che, lungo tutta la storia, gli innocenti vengano maltrattati, condannati e uccisi.  A coloro che il Venerdì santo ti hanno condannato a morte fa comprende il grande errore commesso. E come per alcuni di essi nel giorno Pentecoste hai donato la commozione del cuore e la conversione, dona anche a noi la grazia della conversione e del perdono. Amen.

 

2.STAZIONE: Gesù è caricato della croce. Preghiamo perché i bombardamenti di villaggi e città della nazione ucraina finiscano definitivamente.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 27-31

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: “Salve, re dei Giudei!”. E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

MEDITAZIONE

Gesù, condannato come sedicente re, viene deriso, ma proprio nella derisione emerge crudelmente la verità. Quante volte le insegne del potere portate dai potenti di questo mondo sono un insulto alla verità, alla giustizia e alla dignità dell’uomo! Quante volte i loro rituali e le loro grandi parole, in verità, non sono altro che pompose menzogne, una caricatura del compito a cui sono tenuti per il loro ufficio, quello di mettersi a servizio del bene.

PREGHIERA

Signore, ti sei lasciato deridere e oltraggiare. Aiutaci a non unirci a coloro che deridono chi soffre e chi è debole. Aiutaci a riconoscere in coloro che sono umiliati ed emarginati il tuo volto. Aiutaci ad accettare la croce, a non sfuggirla, a non lamentarci e a non lasciare che i nostri cuori si abbattano di fronte alle fatiche della vita.  Amen.

 

3.STAZIONE: Gesù cade per la prima volta sotto la croce. Preghiamo per Mariupol la città di Maria distrutta al suolo dai russi.

Dal libro del profeta Isaia. 53, 4-6

Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.

MEDITAZIONE

L’uomo è caduto e cade sempre di nuovo: quante volte egli diventa la caricatura di se stesso, non più immagine di Dio, ma qualcosa che mette in ridicolo il Creatore. La caduta di Gesù sotto la croce non è soltanto la caduta dell’uomo Gesù già sfinito dalla flagellazione. L’abbassamento di Gesù è il superamento della nostra superbia: con il suo abbassamento ci fa rialzare. Lasciamo che ci rialzi. Spogliamoci della nostra autosufficienza, della nostra errata smania di autonomia e impariamo invece da lui, da colui che si è abbassato, a trovare la nostra vera grandezza, abbassandoci e volgendoci a Dio e ai fratelli calpestati.

 PREGHIERA

Signore Gesù, il peso della croce ti ha fatto cadere per terra. Il peso del nostro peccato, il peso della nostra superbia ti atterra. Signore, aiutaci perché siamo caduti. Aiutaci ad abbandonare la nostra superbia distruttiva e, imparando dalla tua umiltà, a essere rialzati di nuovo. Amen.

 

4.STAZIONE: Gesù incontra la sua Madre. Preghiamo per le mamme con i loro figli dal territorio nazionale dell’ucraina a causa del conflitto.

Dal Vangelo secondo Luca.  2, 34-35.51

Simeone parlò a Maria, sua Madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Sua Madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

 

  

 

MEDITAZIONE

Sulla Via crucis di Gesù c’è anche Maria, sua Madre. Durante la sua vita pubblica dovette farsi da parte, per lasciare spazio alla nascita della nuova famiglia di Gesù, la famiglia dei suoi discepoli.  Adesso si vede che ella, non soltanto nel corpo, ma nel cuore, è la Madre di Gesù. I discepoli sono fuggiti, ella non fugge. Ella sta lì, con il coraggio della madre, con la fedeltà della madre, con la bontà della madre, e con la sua fede, che resiste nell’oscurità.

PREGHIERA

Santa Maria, Madre del Signore, sei rimasta fedele quando i discepoli sono fuggiti. È così che, nell’ora della croce, nell’ora della notte più buia del mondo, sei diventata Madre dei credenti, Madre della Chiesa. Ti preghiamo: insegnaci a credere e aiutaci affinché la fede diventi coraggio di servire e gesto di un amore che soccorre e sa condividere la sofferenza. Amen.

 

5.STAZIONE: Gesù è aiutato a portare la croce da Simone di Cirene. Preghiamo per quei paesi europei che stanno aiutando ed accogliendo i profughi ucraini.

Dal Vangelo secondo Matteo.  27, 32; 16, 24

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di Gesù. Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

 

MEDITAZIONE

Simone di Cirene torna dal lavoro, è sulla strada di casa quando s’imbatte in quel triste corteo di condannati – per lui, forse, uno spettacolo abituale. I soldati usano del loro diritto di coercizione e mettono la croce addosso a lui, robusto uomo di campagna.  Accompagnando Gesù e condividendo il peso della croce, il Cireneo ha capito che era una grazia poter camminare assieme a questo Crocifisso e assisterlo. Ogni volta che con bontà ci facciamo incontro a qualcuno che soffre, qualcuno che è perseguitato e inerme, condividendo la sua sofferenza, aiutiamo a portare la croce stessa di Gesù.

PREGHIERA

Signore, a Simone di Cirene hai aperto gli occhi e il cuore, donandogli, nella condivisione della croce, la grazia della fede. Aiutaci ad assistere il nostro prossimo che soffre, anche se questa chiamata dovesse essere in contraddizione con i nostri progetti e le nostre simpatie. Amen.

 

6.STAZIONE: Gesù è asciugato in volto dalla Veronica. Preghiamo perché le sofferenze e le lagrime dei bambini ucraini si trasformino in gioia e sorriso.

Dal libro dei Salmi. 27, 8-9

Di te ha detto il mio cuore: “Cercate il suo volto”; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

MEDITAZIONE

Veronica incarna l’anelito che accomuna tutti gli uomini pii dell’Antico Testamento, quello di cercare e vedere il volto di Dio. Sulla strada di Gesù, all’inizio, Veronica non rende altro che un servizio di bontà femminile: offre un sudario a Gesù. Non si fa né contagiare dalla brutalità dei soldati, né immobilizzare dalla paura dei discepoli. È l’immagine della donna buona, che, nel turbamento e nell’oscurità dei cuori, mantiene il coraggio della bontà, non permette che il suo cuore si ottenebri. Nel volto umano, pieno di sangue e di ferite di Gesù, ella vede il Volto di Dio e della sua bontà, che ci segue anche nel più profondo dolore. Soltanto con il cuore possiamo vedere Gesù. Soltanto l’amore ci rende capaci di vedere e ci rende puri. Soltanto l’amore ci fa riconoscere Dio che è l’amore stesso.

ORAZIONE

Signore, donaci l’inquietudine del cuore che cerca il tuo volto. Donaci quella schiettezza e purezza che ci rendono capaci di vedere la tua presenza nel mondo. Imprimi il tuo volto nei nostri cuori, così che possiamo incontrarti e mostrare al mondo la tua immagine. Amen.

 

7.STAZIONE: Gesù cade per seconda volta sotto la croce. Preghiamo per i vari centri piccoli e grandi dell’Ucraina libera e democratica distrutti dai bombardamenti russi.

Dal libro della Lamentazioni. 3, 1-2.9.16

Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri. Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere.

MEDITAZIONE

La tradizione della triplice caduta di Gesù e del peso della croce richiama la caduta di Adamo – il nostro essere umani caduti – e il mistero della partecipazione di Gesù alla nostra caduta. San Giovanni parla di una triplice caduta dell’uomo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita. Stancatasi della fede, l’uomo ha abbandonato il Signore: le grandi ideologie hanno costruito un nuovo paganesimo, che volendo accantonare definitivamente Dio, è finito per sbarazzarsi dell’uomo. L’uomo giace così nella polvere. Il Signore cade per rialzare ognuno di noi.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo distruggi il potere delle ideologie, che sono intessute di menzogne. Rendici sobri e attenti per poter resistere alle forze del male e aiutaci a riconoscere i bisogni interiori ed esteriori degli altri, Donaci speranza in mezzo a tutta questa oscurità, perché possiamo diventare portatori di pace e di speranza per il mondo. Amen.

 

8.STAZIONE: Gesù consola le pie donne di Gerusalemme. Preghiamo perché la sofferenza delle madri e padri ucraini si trasformi nella gioia di ritornare nelle proprie case e ricongiungere le loro famiglie.

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 28-31

Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco? ”.

MEDITAZIONE

Sentire Gesù, mentre rimprovera le donne di Gerusalemme che lo seguono e piangono su di lui, ci fa riflettere. Non serve compiangere a parole, e sentimentalmente, le sofferenze di questo mondo, mentre la nostra vita continua come sempre. Per questo il Signore ci avverte del pericolo in cui noi stessi siamo.  Il male non può continuare a essere banalizzato di fronte all’immagine del Signore che soffre. Anche a noi egli dice: Non piangete su di me, piangete su voi stessi”.

PREGHIERA

Signore, fa che non ci limitiamo a camminare accanto a te, offrendo soltanto parole di compassione. Convertici e donaci una nuova vita; non permettere che, alla fine, rimaniamo lì come un legno secco, ma fa’ che diventiamo tralci viventi in te, la vera vite, e che portiamo frutto per la vita eterna. Amen.

 

9.STAZIONE: Gesù cade per la terza volta sotto la croce. Preghiamo perché nel mondo si affermi la democrazia e il libero pensiero di ogni cittadino.

Dal libro delle Lamentazioni. 3, 27-32

È bene per l’uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai. . . Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia.

MEDITAZIONE

Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio.  Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore.

PREGHIERA

Signore, con le nostre continue cadute ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarci dall’abisso in cui siamo sprofondati. Tu, però, ci rialzerai, come Tu Ti sei rialzato, sei risorto e quindi puoi rialzare anche noi. Salva e santifica tutti noi. Amen.

 

10.STAZIONE: Gesù è spogliato delle sue vesti. Preghiamo per l’integrità delle nazioni e per la loro autodeterminazione, Nessuna spartizione dei territori dell’Ucraina venga legittimata con la forza delle armi.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 33-36

Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia.

MEDITAZIONE

Gesù viene spogliato delle sue vesti. Il vestito conferisce all’uomo la sua posizione sociale; gli dà il suo posto nella società, lo fa essere qualcuno. Essere spogliato in pubblico significa che Gesù non è più nessuno, non è nient’altro che un emarginato, disprezzato da tutti. Il Signore sperimenta tutti gli stadi e i gradi della perdizione degli uomini, e ognuno di questi gradi è, in tutta la sua amarezza, un passo della redenzione: è proprio così che egli riporta a casa la pecorella smarrita.

 

ORAZIONE

Signore Gesù, sei stato spogliato delle tue vesti, esposto al disonore, espulso dalla società. Ti sei caricato delle sofferenze e dei bisogni dei poveri, coloro che sono espulsi dal mondo. Donaci un profondo rispetto dell’uomo in tutte le fasi della sua esistenza e in tutte le situazioni nelle quali lo incontriamo. Amen.

 

11.STAZIONE: Gesù è inchiodato alla croce. Preghiamo per tutti i civili bloccati nelle città ucraine occupate dalle milizie russe.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 37-42

Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: “ Questi è Gesù, il re dei Giudei”. Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: “Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!”. Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: “Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo”.

MEDITAZIONE

Gesù è inchiodato sulla croce. Tutto il suo corpo è martoriato. Fermiamoci davanti a questa immagine di dolore, davanti al Figlio di Dio sofferente. Guardiamo a lui nei momenti della presunzione e del godimento, in modo da imparare a rispettare i limiti e a vedere la superficialità di tutti i beni puramente materiali. Guardiamo a lui nei momenti di calamità ed angustia, per riconoscere che proprio così siamo vicini a Dio. Lasciamoci inchiodare a lui, non cedendo a nessuna tentazione di staccarci e di cedere alle beffe che vorrebbero indurci a farlo.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, ti sei fatto inchiodare sulla croce, accettando la terribile crudeltà di questo dolore, la distruzione del tuo corpo e della tua dignità. Aiutaci a farci legare strettamente a te. Aiutaci a smascherare quella falsa libertà che ci vuole allontanare da te. Amen.

 

12.STAZIONE: Gesù muore in croce. Preghiamo per morte dei soldati ucraini, russi e di tutti i civili a causa di questo assurdo conflitto.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 45-50

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”. E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: “Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!”.E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

 

MEDITAZIONE

Con la sua morte in croce, Gesù assume in sé l’intera umanità sofferente, il dramma dell’oscurità di Dio, e fa sì che Dio si manifesti proprio laddove sembra essere definitivamente sconfitto e assente. La croce di Gesù è un avvenimento cosmico. Il mondo si oscura, quando il Figlio di Dio subisce la morte. La terra trema. E presso la croce ha inizio la Chiesa una nuova umanità. Dalla croce egli trionfa, sempre di nuovo.

 

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, aiutaci a riconoscere, in quest’ora di oscurità e di turbamento, il tuo volto. Aiutaci a credere in te e a seguirti proprio nell’ora del bisogno e della prova. Mostrati di nuovo al mondo in quest’ora terribile della guerra in Ucraina e in altre parti del mondo. Fa’ che la tua salvezza si manifesti a tutti gli uomini della terra. Amen.

 

13.STAZIONE: Gesù è deposto dalla croce. Preghiamo perché si fermi la deportazione di bambini e civili dal territorio ucraino.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 54-55

Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era Figlio di Dio!”. C’erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.

MEDITAZIONE

Gesù è morto, il suo cuore viene trafitto dalla lancia del soldato romano e ne escono sangue e acqua. E ora che tutto è stato sopportato, si vede che egli, nonostante tutto il turbamento dei cuori, nonostante il potere dell’odio e della vigliaccheria, non è rimasto solo. I fedeli ci sono. Sotto la croce c’erano Maria, sua Madre, la sorella di sua Madre, Maria, Maria di Màgdala e il discepolo che egli amava. Sopra l’ora del grande lutto, del grande ottenebramento e della disperazione, sta misteriosamente la luce della speranza. Il Dio nascosto rimane comunque il Dio vivente e vicino. Il Signore morto rimane comunque il Signore e nostro Salvatore, anche nella notte della morte.

ORAZIONE

Signore, fà che nell’ora dell’oscurità riconosciamo che tu sei sempre vicino a noi. Donaci una fedeltà che resista nello smarrimento e un amore che ti accolga nel momento più estremo del tuo bisogno. Aiuta i poveri e i ricchi, i semplici e i dotti, a superare le loro paure e i loro pregiudizi, e a offrirti la nostra capacità, il nostro cuore, il nostro tempo, preparando così il giardino nel quale può avvenire la risurrezione. Amen.

 

14.STAZIONE: Gesù è deposto nel sepolcro. 14. Per tutti i civili e militari sepolti nelle fosse comune durante questi giorni di conflitto in Ucraina.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 59-61

Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l’altra Maria.

MEDITAZIONE

Nel momento della deposizione comincia a realizzarsi la parola di Gesù: “In verità, in verità, vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24). Gesù è il chicco di grano che muore. Dal chicco di grano morto comincia la grande moltiplicazione del pane che dura fino alla fine del mondo: egli è il pane di vita capace di sfamare in misura sovrabbondante l’umanità intera e di donarle il nutrimento vitale: il Verbo eterno di Dio, che è diventato carne e anche pane, per noi, attraverso la croce e la risurrezione. Sopra la sepoltura di Gesù risplende il mistero della luce della pace, della vita e della risurrezione finale anche nelle nostri poveri corpi morali.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, come il chicco di grano si rialza dalla terra come stelo e spiga, così anche tu non potevi rimanere nel sepolcro e sperimentare la corruzione. Sei, invece, risorto e hai dato spazio alla carne trasformata nel cuore di Dio. Fa’ che possiamo rallegrarci di questa speranza e possiamo portarla gioiosamente nel mondo per essere testimoni della tua risurrezione, della tua pace e della comunione tra tutti i popoli del mondo. Amen.

Santa Madre deh voi fate …

Conclusione

Secondo le intenzioni di Papa Francesco.

Padre, Ave e Gloria

Orazione conclusiva

O Dio, che nella passione del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla morte, eredità dell’antico peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio; e come abbiamo portato in noi, per la nostra nascita, l’immagine dell’uomo terreno, così per l’azione del tuo Spirito, fa’ che portiamo l’immagine dell’uomo celeste.  Per Cristo nostro Signore.

Benedizione finale del sacerdote.

Canto conclusivo

La preghiera alla Madonna Annunziata.

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O Maria il tuo è il nostro si a Dio.
Preghiera di padre Antonio Rungi

Ave gratia plena,
è il saluto che rivolgiamo
a te, Maria, Madre di Dio,
con l’Angelo Gabriele,
quando venne da te
per chiederti
il tuo consenso
a che Dio si facesse carne
nel tuo grembo verginale.

Non senza esitazione
e dubbio umano
hai chiesto al messaggero divino
come era stato possibile
se tu non conoscevi uomo
e quindi non potevi concepire?

Nulla è impossibile a Dio,
Ti rispose Gabriele,
assicurandoti che tutto
è possibile a Dio,
quando il cuore è libero
e la mente è capace di interagire
con l’Autore di ogni vita.

Fu allora forte e convincente
la tua risposta all’Eterno,
che ti intepellava sul suo ingresso nel tuo e nostro tempo.

Il tuo si o Maria è diventato
la vera rivoluzione
della storia dell’umanità,
quando hai permesso a Dio
di farsi carne
nel tuo grembo verginale.

Inizia allora la nuova creazione
perché il Redentore
assunse su di sé la natura umana,
elevando l’uomo a pari dignità.

Ora Maria difendici
dagli assalti del nemico
di Tuo Figlio,
che è sempre in agguato
e come leone ruggente
si aggira sulla terra,
per portare con sé
nel fuoco eterno dell’inferno,
uomini e donne
di ogni popolo e nazione.

Maria allontana da noi
questo pericolo vero
e fa che Cristo vinca,
regni e imperi
nei secoli eterni.
Amen. Continua la lettura

Itri. I passionisti in preghiera e pellegrinaggio per la pace in Ucraina

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COMUNICATO STAMPA

ITRI (LT). PASSIONISTI IN PREGHIERA PER LA PACE IN UCRAINA. PELLEGRINAGGIO VIRTUALE PER LA PACE.

In occasione della consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, i passionisti di Itri e del Santuario della Madonna della Civita, in sintonia con il santo padre, Papa Francesco, si ritroveranno in preghiera con i fedeli della città e del territorio per partecipare spiritualmente all’atto di consacrazione. “Un articolato programma della giornata per chiedere la pace -informa padre Antonio Rungi – è stato predisposto nella solennità dell’Annunciazione del Signore per far sentire la nostra voce silenziosa per la pace nel mondo, affidandoci alla Madonna di Loreto e alla Madonna della Civita”. Si inizia alle ore 7 nella Chiesa della Madonna di Loreto, in Itri, con il Rosario della pace e con la celebrazione della messa solenne in onore della Beata Vergine Maria. Si prosegue poi al santuario un ideale pellegrinaggio a piedi o in con i mezzi di trasporto al Santuario della Civita per partecipare alla messa delle ore 11 nel celebre santuario mariano, dedicato alla Madonna Immacolata. Si ritorna ad Itri per poi prendere parte ad altri momenti di preghiera in programma nel pomeriggio: Vespri solenni, ore 16 e a seguire la Via Crucis per la pace in Ucraina e nel mondo intero. Conclusa la Via Crucis i religiosi con i fedeli si metteranno in adorazione davanti al santissimo sacramento e pregheranno per la pace, Alle ore 17,30 in collegamento con San Pietro e Papa Francesco reciteranno l’Atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. In contemporanea al Santuario della Civita si celebrerà la messa alle ore 17.00 e a conclusione di essa l’Atto di affidamento. “Abbiamo predisposti i testi della preghiera -precisa padre Rungi – che sarà recitata da tutti i presenti confidando pienamente nell’aiuto materno della Beata Vergine Maria perché conceda al mondo il dono della pace e particolarmente alla terra ucraina, dove da oltre un mese sono in atto bombardamenti da parte della Russia con morti, tra cui diversi bambini e civili, e distruzione di case, abitazioni, ospedali e strutture pubbliche di utilità comune”, I passionisti che pure sono presenti in Ucraina presso Kiev pregheranno anche per la comunità che opera in questo territorio portando aiuto e conforto ed accogliendo presso la loro casa religiosa numerosi profughi. Una raccolta di sostegno economico è in fase di svolgimento presso la Chiesa conventuale dei passionisti di Itri, dedicata alla Madonna di Loreto.

No alla guerra.Si alla pace in Ucraina.

ITRI (LT). IL TEOLOGO RUNGI: LANCIARE LA PACE IN EUROPA E NEL MONDO CON I TUTTI I MEDIA E I SOCIAL. UN REFERENDUM MONDIALE SULLA PACE.

“Lanciamo la pace in Europa e nel Mondo”, è lo slogan che padre Antonio Rungi, teologo passionista, delegato arcivescovile per la vita consacrata della diocesi di Gaeta (Lt), invita a fare attraverso i social ed anche in presenza mediante la diffusione di un semplice messaggio di pace a tutti indistintamente e con la partecipazione alle manifestazioni che le singole sigle pacifiste possono avviare in questo periodo delicato che sta attraversando l’Europa in particolare.
Padre Rungi poi tutti gli operatori della comunicazione, coloro che hanno in mano strumenti potentissimi come Tv, Radio, Network accogliendo le istanze e le richieste di pace dall’Italia, dall’Europa e dal Mondo.
“Si tratta di promuovere virtualmente un Referendum mondiale della pace accogliendo il pensiero anche del popolo russo e delle altre nazioni, legittimamente e democraticamente autodeterminatasi, perché possano esprimere il loro parere sulla questione Ucraina-Russia. Lanciamo la pace – prosegue padre Rungi- anche in quei territorio dove non si può parlare, esprimere il proprio pensiero e non vi è possibilità di conoscere cosa pensa il popolo su questo argomento. Per ora non ci sono restrizioni o blocchi su Internet e suoi social e quindi è quanto mai opportuno mediare la richiesta di pace utilizzando questi strumenti e facendoci carico, tutti, credenti, non credenti, uomini di buona volontà, pacifisti di tutte le latitudini del mondo, di questa necessità perché in questo tempo e sempre regni la pace e la concordia su tutta la Terra. Lanciamo la pace –aggiunge padre Rungi- con i nostri spot, messaggi, preghiere, poesie, aforismi, post, video, banner, manifesti e quanto altro che possa comunicare al mondo il nostro autentico e sincero desiderio di pace. Inviamo tutto ai potenti della Terra e vediamo che ascoltano il grido dei poveri e degli oppressi, perché la guerra non la fa chi la decide, ma i giovani, i soldati, i figli di famiglia che rischiano la vita, per vere questioni politiche, ideologiche o di interessi economici. E tanto per iniziare –conclude padre Rungi – alla sera accendiamo una candela nelle nostre abitazioni e lanciamo la pace con un semplice gesto di luce e di speranza che un lume acceso può simboleggiare nel buio di queste notti che mettono ansia ed angoscia in Europa e nel Mondo”.



Preghiera per la Domenica della parola composta da padre Antonio Rungi

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Preghiera per la domenica della parola.
Composta da padre Antonio Rungi

Dio Creatore,
Tu che all’inizio di ogni cosa
hai detto e fatto la luce,
il firmamento, la terra
con tutte le specie di vegetali,
come pure il mare, il sole,
la luna, le stelle,
senza dimenticare i pesci
e tutti gli animali
che popolano la terra,
il mare e solcano i cieli,
ed infine hai completato
l’opera delle tue mani
dando corpo ed anima
all’essere umano,
ponendolo al vertice del creato,
e nel quale hai impresso la tua imnagine
e gli hai ordinato di crescere e di moltiplicarsi,
senza distruggere l’opera delle Tue mani,
fa che noi esseri mortali sappiamo custodire, sulla tua parola,
ciò che hai posto in essere
per il nostro bene,

Dio Redentore,
la tua Parola
che in principio
era presso di Te,
e che nella pienezza dei tempi
si è fatta carne
nel grembo verginale di Maria,
fa che in Gesu Cristo,
tuo amatissimo Figlio,
Parola del Dio vivente,
eterno ed immenso,
noi tutti, da Lui redenti,
possiamo immergerci
nella Parola della croce,
che è lopera piu grande
e stupenda del Tuo amore per noi.

Gesù Verbo incarnato
ricordati di noi
che ci hai creati
e redenti con il Tuo sangue. Amen.

P.RUNGI. LA DOMENICA DELLA PAROLA DI DIO – 23 GENNAIO 2022

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III Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Domenica 23 gennaio 2022

Una Parola, quella di Dio, che deve trasformare la vita

Commento di padre Antonio Rungi

Si celebra oggi la terza Domenica del Tempo Ordinario dell’anno liturgico denominata da qualche anno da Papa Francesco come la domenica della Parola di Dio.

Il motivo di questa indicazione sta nel fatto che noi, come cristiani e cattolici, dobbiamo partire dalla parola di Dio nella nostra esperienza spirituale, umana, sociale. La parola di Dio, infatti, accompagna il cammino di ognuno di noi verso l’incontro quotidiano e soprattutto festivo con il Signore, in particolare nella celebrazione eucaristica, ma anche nella liturgia della parola che si può svolgere benissimo anche al di fuori della Santa Messa.

Non a caso è proprio la parola di Dio che guida la nostra riflessione ogni domenica. E dal Vangelo che partiamo in questa nostra riflessione domenicale.

L’evangelista Luca si mette a scrivere, in quanto molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a loro circa l’operato di Gesù Cristo. Avvenimenti così come furono trasmessi da coloro che ne furono i testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della parola. Volendo ampliare tali conoscenze, Luca decide di fare ricerche più accurate su ogni circostanza che fin dagli inizi riguardavano Gesù e di scriverne, poi, un resoconto ordinato, indirizzando il tutto al suo amico Teofilo. Tale scritto doveva servire a lui in modo da potersi rendere conto della solidità degli insegnamenti che aveva ricevuto.

In poche parole nell’introdurre il suo Vangelo, San Luca fa riferimento a quello che è stata la trasmissione orale di quanto Gesù ha fatto nel corso della sua vita, alla presenza dei suoi discepoli, che furono i testimoni oculari.

Dopo questa introduzione, saltando il racconto della nascita di Giovanni Battista e di Gesù, il testo del vangelo di oggi passa direttamente al capitolo quarto, nel quale è raccontato quello che Gesù faceva lungo il suo peregrinare in Galilea e soprattutto nella sinagoga di Nazareth. A man mano che Gesù camminava e catechizzava, con la potenza dello Spirito Santo che era su di Lui, la sua fama cresceva dovunque. Per cui era conosciutissimo, era un personaggio pubblico ed un maestro accreditato, al punto tale che molti ne tessevano le sue lodi. In altre parole apprezzavano quello che egli trasmetteva attraverso l’insegnamento che offriva nelle sinagoghe.

Dopo varie stazioni sinagogali arriva al suo paese di residenza e cioè a Nazareth dove come dice l’evangelista Luca “era cresciuto e secondo il solito, come era prassi per tutti gli ebrei, il sabato egli entrò nella Sinagoga e si alzò a leggere.  Appena egli si alzò in piedi per la lettura, gli fu dato il rotolo del profeta Isaia. Tale rotolo non fu scelto da lui, come fa notare san Luca.

Il primo gesto che fece Gesù fu quello di aprire il rotolo. Nell’aprirlo si trovò di fronte al brano dove  c’era scritto “lo spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio a proclamare per i prigionieri la liberazione e ridare ai ciechi la vista, come pure a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore”. Gesù si trova, quindi, di fronte al testo della proclamazione dell’anno giubilare e come ben sappiamo l’anno giubilare era si celebrava ogni 50 anni.

Durante quest’anno si facevano tale cose per la propria purificazione e conversione, a partire dalla restituzione di tutto ciò che era in debito verso gli altri. Si praticava, poi, il digiuno, la penitenza, ma si faceva anche festa.

Gesù è  qui indicato come annunciatore della liberazione, al punto tale che Egli, una volta letto il rotolo di Isaia  e consegnatolo all’inserviente, si andò a sedere al suo posto. “Nella Sinagoga, scrive Luca – che gli occhi di tutti erano fissi su di lui” per vedere cosa facesse. Gesù come tutti quanti si mette a meditare sulla parola proclamata, non scappa via, non fugge, ma resta lì. Gesù vedendo che era al centro dell’attenzione prese di nuovo la parola e ed affermò con coraggio ed autorità: “Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato con i vostri orecchi”.

Gesù a ben ragione si identifica con il Messia, come il liberatore, come colui che era atteso da secoli dal popolo eletto e che in quel momento può dirsi realizzato. Non è arroganza, né superbia la sua, né tantomeno megalomania, ma è semplicemente è una comunicazione della sua vera identità di Messia a chi aveva sviluppato in se stesso una fede in Gesù. Si tratta di un’altra epifania di Cristo come Salvatore.

Gesù, quindi con questo commento non fa altro che confermare che ormai il passato è alle spalle e con lui inizia la storia della salvezza che verrà portata a compimento nella sua morte, risurrezione e ascensione al cielo.

Con la Pentecoste lo Spirito Santo sarà inviato sugli apostoli i quali continueranno l’opera di Cristo stesso mediante l’impegno missionario, finalizzato alla diffusione del messaggio cristiano in ogni angolo della terra.

Oggi, possiamo ben dire che a distanza di 2022 anni dalla venuta di Gesù sulla terra, la chiesa da lui istituita è impegnata proprio in quest’opera di evangelizzazione, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, ma anche ad altri problemi del mondo attuale.

Molti cristiani per questo motivo si sono allontanati dalla partecipazione alla messa festiva e quindi non ascoltando più dal vivo la parola di Dio. Di conseguenza si inaridiscono spiritualmente, in quanto la parola di Dio è alimento per la nostra vita interiore.

Come recuperare l’attenzione verso la parola del Signore?  Cosa dobbiamo fare sull’esempio di Cristo?

Dobbiamo impegnarci nell’ascolto della parola e nella proclamazione di essa con l’essere missionari e testimoni di speranza, di gioia, di pace di solidarietà ovunque ci troviamo.

Dobbiamo essere pure noi portatori di speranza e portare il lieto annuncio ai poveri, proclamare la libertà da ogni forma di schiavitù e non soltanto dalla prigionia fisica che limita la libertà personale in seguito a reati commessi. Dobbiamo ridare la vista ai ciechi, nel senso che non avendo potere di fare miracoli, possiamo pregare e intercedere per tutti coloro che sono nel e nelle varie necessità. Dobbiamo fare ogni sforzo per dare la possibilità ad ogni essere umano di fare esperienza di vera liberazione, che non è soltanto la libertà nel fare ciò che ci piace, senza alcun limite morale, ma è capacità di aiutare i fratelli a distaccarsi da tutto ciò che li rende schiavi, soprattutto del peccato, che pone sotto il dominio di satana e prigionieri del male.

In questo ambito di riflessione teologica e biblica ci aiuta il testo della seconda lettura di questa domenica, tratto dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi, nella quale leggiamo testualmente: “Come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito”. Bisogna convergere nell’unità del corpo mistico di Cristo che è la chiesa, che non è una pia intenzione o un desiderio del cuore, ma uno stile di vita che produce di fatto effetti comunionali e non divisionali. Nell’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani questo messaggio va accolto con la disponibilità di tutti i cristiani a fare un cammino di comunione intorno a Cristo e alla sua parola. E per raggiungere questo scopo ci può essere di aiuto quello che leggiamo oggi nella prima lettura della parola di Dio in cui è spiegata la liturgia della proclamazione dei testi sacri al tempo di Neemia. Ascoltare la parola è fare frutti di vita, pace, gioia e comunione. Faccio nostro tale invito nel giorno dedicato al Signore, la Domenica: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete! Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». Quando la parola di Dio prende il cuore suscita sentimenti di bontà, tenerezza, conversione e perché no, anche di pentimento e di rinascita interiore. Non a caso nel libro di Neemia oggi leggiamo che tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Magari la parola di Dio muovesse il nostro cuore al pianto, a pentimento e al perdono fraterno e reciproco. I cristiani tutti, con le varie esplicitazioni, dovrebbero dopo tanti secoli di divisioni chiedersi perdono e intorno a Cristo ricostruire la Chiesa nell’unità e nella pace. Speriamo che questo posso avvenire nei prossimi anni o decenni.