Novenario

NOVENA DELL’IMMACOLATA 2023 – TESTO DI PADRE ANTONIO RUNGI

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NOVENA DELL’IMMACOLATA 2023

DA TENERSI A CONCLUSIONE

DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA

A CURA DI PADRE ANTONIO RUNGI

 

29 dicembre 2023

 

Il pensiero dei padri della Chiesa e dei teologi

Fin dai primi secoli del cristianesimo, il sentire dei fedeli aveva intuito che il peccato era incompatibile con Colei che aveva concepito il Figlio di Dio, Gesù di Nazareth. Il primo che in certo qual modo ha parlato di questa purezza originale fu Theotecno di Livias, un vescovo della Palestina, vissuto nel VI secolo. Riferendosi a Maria usa espressioni come “santa e tutta bella”, “pura e senza macchia” e alludendo alla sua nascita afferma: “Nasce come i cherubini, colei che è di un’argilla pura e immacolata”.

 

Pensiero mariano del primo giorno

Maria, Madre del sì, tu hai ascoltato Gesù e conosci il timbro della sua voce e il battito del suo cuore. Stella del mattino, parlaci di Lui e raccontaci il tuo cammino per seguirlo nella via della fede. Maria, che a Nazareth hai abitato con Gesù, imprimi nella nostra vita i tuoi sentimenti, la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta e fa fiorire la Parola in scelte di vera libertà.

 

Impegno mariano del primo giorno: Sii docile e disponibile verso tutti coloro che ti chiedono aiuto.

 

Canto del Tota pulcra

Tota pulchra es, María!

Tota pulchra es, María !

Et mácula originális non est in te.

Et mácula originális non est in te.

Tu glória Jerúsalem,

tu laetítia Israël,

tu honorificéntia pópuli nostri,

tu advocáta peccátorum.

O María, o María!

Virgo prudentíssima,

mater clementíssima,

ora pro nobis,

intercéde pro nobis

ad Dóminum Jesum Christum !

 

  1. Preghiamo: Signore nostro Dio, fonte di gioia per chi cammina nella tua lode, per intercessione della Beata Vergine Maria donaci un cuore semplice e docile, a immagine del tuo Figlio, per divenire discepoli della sapienza e compiere solo e tutto ciò che ti piace. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

30 Novembre 2023

 

Il pensiero dei padri della Chiesa e dei teologi

Il primo che vide nella natività di Maria una nuova creazione fu Andrea da Creta scrisse che: “Oggi l’umanità in tutto il fulgore della sua nobiltà immacolata, riceve la sua antica bellezza. Le vergogne del peccato avevano oscurato lo splendore ed il fascino della natura umana; ma quando nasce la Madre del Bello per eccellenza, questa natura recupera, nella sua persona, i suoi antichi privilegi ed è plasmata secondo un modello perfetto e veramente degno di Dio… Oggi la riforma della nostra natura comincia e il mondo invecchiato, sottomesso a una trasformazione tutta divina, riceve le primizie della seconda creazione”.

 

Pensiero mariano del secondo giorno

Maria, parlaci di Gesù, perché la freschezza della nostra fede brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra, come Tu hai fatto visitando Elisabetta che nella sua vecchiaia ha gioito con te per il dono della vita.

 

Impegno mariano del secondo giorno: Fai una visita ad una persona anziana o ammalata, se ti è possibile.

 

(Come il primo giorno)

 

1 Dicembre 2023

 

Il pensiero dei padri della Chiesa e dei teologi

Sofronio di Gerusalemme dichiara Maria «…pura, santa, senza macchia, risplendente, dai sentimenti divini, santificata, libera da tutte le lordure del corpo, del pensiero, dell’anima.»

 

Pensiero mariano del terzo giorno

Maria, Vergine del Magnificat, aiutaci a portare la gioia nel mondo e, come a Cana, spingi, ognuno di noi, a fare sempre e solo quello che Gesù dirà. Maria, porta del cielo, aiutaci a levare in alto lo sguardo. Vogliamo vedere Gesù. Parlare con Lui e annunciare a tutti I Suo amore.

 

Impegno mariano del terzo giorno: Sii strumento di comunicazione di gioia e speranza.

 

(Come il primo giorno)

 

2 Dicembre 2023

 

Il pensiero dei padri della Chiesa e dei teologi

Sant’Agostino parlando della condizione creaturale di Maria, Madre del Figlio dell’Altissimo, affermò: “Escludiamo dunque la santa vergine Maria, nei riguardi della quale per l’onore del Signore non voglio si faccia questione alcuna di peccato. Infatti da che sappiamo noi quanto più di grazia, per vincere il peccato sotto ogni aspetto, sia stato concesso alla Donna che meritò di concepire e partorire colui che certissimamente non ebbe nessun peccato? Quanto a Maria, non la consegniamo affatto in potere al diavolo in conseguenza della sua nascita; tutt’altro, perché sosteniamo che questa conseguenza viene cancellata dalla grazia della rinascita”.

 

Pensiero mariano del quarto giorno

Maria, vergine del nascondimento, mistica aurora, irradiazione della divina presenza.  Donna di silenzio, dimora per la Parola dell’Altissimo. Adombrata dallo Spirito Santo, grembo della Luce del mondo. Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te. Maria, umile donna, sei stata chiamata a diventare la benedetta tra le donne. Serva del Signore diventata madre del Servo del Signore.

 

Impegno mariano del quarto giorno: Sii attento a non parlare troppo e a valorizzare il silenzio della lingua e del facile giudizio.

 

(Come il primo giorno)

 

3 dicembre 2023

 

Il pensiero dei padri della Chiesa e dei teologi

  1. Anselmo di Canterbury scrisse testualmente “Occorre certamente che la redenzione operata da Cristo non sia di vantaggio solamente a coloro che vivevano in quel tempo, ma… non potendo tutti gli uomini che dovevano salvarsi essere presenti quando Cristo compì la redenzione, venne data alla sua morte tanta potenza che i suoi effetti si possano estendere nel tempo e nello spazio anche a coloro che non vi erano presenti. La Vergine poi, dalla qual è stato assunto l’uomo di cui parliamo, fu del numero di coloro che vennero da lui purificati dal peccato prima della sua nascita; ed egli fu assunto dalla Vergine già purificata. Sua madre divenne pura per la futura morte di Cristo”.

 

Pensiero mariano del quinto giorno

Maria, Madre santa del Redentore, donna dell’Eccomi pronto e fiducioso insegna, anche a noi, a saper dir di Sì a Dio. Tu sei speranza per ogni vocazione per quel “Sia fatta la tua volontà” pronunciato senza reticenze al messaggero d’antiche profezie giunto dall’Oltre di quel Dio Altissimo, che su te chinava il suo sguardo d’amore, e a te chiedeva in dono un “Sì” rinnovatore dell’umano destino.

 

Impegno mariano del quinto giorno: Nelle avversità di questa giornata ripeti sempre  “Signore  sia fatta la tua volontà”.

 

(Come il primo giorno)

 

4 Dicembre 2023

 

Il pensiero dei padri della Chiesa e dei teologi

Il primo a porsi intenzionalmente la questione teologica dell’esenzione della Vergine dal peccato originale fu il monaco Eadmero, discepolo di S. Anselmo. Egli affermò: “Certamente Dio poteva e voleva farlo; e se lo ha voluto, lo ha pure fatto”. L’assenza totale del peccato originale che conveniva alla singolare dignità di Maria veniva abbinata con l’onnipotenza di Dio.

 

Pensiero mariano del sesto giorno

Donaci, o Madre Santa, quell’obbedienza che ti ha resa attenta alla voce della divina Parola; quell’obbedienza necessaria perché ogni risposta alla chiamata di Dio sia autentica e generosa.

 

Impegno mariano del sesto giorno: Sii obbedente alla voce dello Spirito che ti suggerisce sempre il bene da farsi e il male da evitare.

 

(Come il primo giorno)

 

5 Dicembre 2023

 

Il pensiero dei padri della Chiesa e dei teologi

Duns Scoto, chiamato il “dottore dell’Immacolata” ebbe il grande merito di sostenere che in Maria si è realizzata una “redenzione preventiva”, cosicché la Vergine non è stata sottratta alla legge universale della redenzione, ma vi ha beneficiato in modo ancor più sublime, in quanto Cristo, unico mediatore, ha esercitato proprio in lei l’atto di mediazione più eccelso, preservandola fin dal suo concepimento dal peccato. Scrive: “Maria ebbe massimo bisogno di Cristo redentore; ella infatti avrebbe contratto il peccato originale a causa della propagazione comune e universale, se non fosse stata prevenuta dalla grazia del Mediatore; e come gli altri ebbero bisogno di Cristo, perché a loro fosse rimesso per i suoi meriti il peccato già contratto, così ella molto di più ebbe bisogno del Mediatore che la preservasse dal peccato, affinché non lo dovesse contrarre e non lo contraesse”.

Pensiero mariano settimo giorno

Maria, tu sei la giovane dal passo veloce, della sollecitudine preveniente, della disponibilità gioiosa. Con te al fianco, o Vergine della visitazione, Elisabetta non ebbe timori, il grembo suo di gioia esultò perché con te la Carità giungeva in casa sua.

 

Impegno mariano del settimo giorno: Sii caritatevole verso tutti, specialmente verso i poveri e i bisognosi.

 

(Come il primo giorno)

 

6 Dicembre 2023

 

Il Magistero dei Papi

Papa Sisto IV inaugurò, di fatto, la serie di interventi pontifici a favore della dottrina dell’Immacolata Concezione che condurranno alla proclamazione del dogma.  Il Papa con la Bolla “Grave nimis” del 1482 dichiarava “false, erronee e aliene dalla verità” le affermazioni di quanti sostenevano che la festa dell’Immacolata si riferisse alla sola santificazione di Maria, e che accusavano di eresia quanti diffondevano questa pia pratica. E così colpiva con scomunica ipso facto quanti osavano sostenere, nella predicazione o negli scritti, tali ragionamenti. Con questi documenti pontifici, la Chiesa Romana non solo approvava, ma formalmente accettava la festa della Immacolata e prendeva la difesa della pia credenza, non permettendo che fosse tacciata come eretica o peccaminosa.

 

Pensiero mariano dell’ottavo giorno

Dona, o Madre Santa, ai giovani d’oggi, il coraggio delle scelte audaci, la volontà di compiere in avanti i passi del discernimento per un futuro a servizio dell’Amore per la Chiesa e per il mondo.

 

Impegno mariano dell’ottavo giorno: Sii di consiglio e di guida ai giovani smarriti e bisognosi del parere di persone sagge, mature ed equilibrate.

 

(Come il primo giorno)

 

7 Dicembre 2023

 

Dal Magistero della Chiesa

Papa Alessandro VII nella Costituzione “Sollecitudo omnium Ecclesiarum”, dell’ 8 dicembre 1661 ricordava che: “il sentimento di devozione già antico, di cui i fedeli danno prova verso la Beata Vergine Maria, credendo che la sua anima dal primo istante della sua creazione e della sua infusione nel corpo, è stata per una grazia e un privilegio speciale di Dio, in virtù dei meriti di Gesù Cristo suo Figlio, redentore del genere umano, pienamente preservata dalla macchia del peccato originale e celebrandone in questo senso, con molta solennità, la festa della Concezione”.

Pensiero mariano del nono giorno

O Maria, madre in contemplazione del mistero della Vita di Dio: Tu sei la donna di fede, fatta madre dei credenti, splendida immagine della Chiesa. Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te.

 

Impegno mariano del nono giorno: Sii coraggioso difensore della vita dal suo concepimento fino al naturale termine. Difendi le donne e proteggile da ogni violenza.

 

(Come il primo giorno)

 

8 Dicembre 2023- Solennità dell’Immacolata

 

Dal Magistero della Chiesa

La proclamazione del dogma si ebbe l’8 dicembre 1854 con la Bolla Ineffabilis Deus di Pio IX, dopo una vasta consultazione dei vescovi, ai quali da Gaeta nel 1849, dove si era rifugiato, scrisse una lettera per avere il loro parere, che fu unanimemente favorevole. In sintesi questa verifica di fede afferma che Maria è stata preservata dal peccato originale e quindi da ogni altro peccato per i meriti di Gesù e in vista della sua missione di Madre del Redentore.  Il peccato, retaggio di ogni nato da donna, si arresta davanti a Maria. Se Gesù Cristo è il tutto santo perché la sua umanità viene interamente santificata dalla sua persona divina, Maria è la tutta santa in virtù della grazia proveniente dal Padre, dalla carità dello Spirito e dai meriti del suo divin Figlio. Se Gesù è il redentore, Maria è la sua prima redenta. La redenzione di Maria non fu per liberazione dal peccato, ma per preservazione. Ella cioè non fu per nulla segnata dal peccato, ma ne fu preservata, per singolare privilegio divino. Secondo la dottrina cattolica, Gesù Cristo ha esercitato in lei l’atto di mediazione più eccelso, preservandola dal peccato originale.

 

Pensiero mariano della Solennità dell’Immacolata

“A Maria, prima redenta da Cristo, che ha avuto il privilegio di non essere sottoposta neppure per un istante al potere del male e del peccato, guardano i cristiani, come al perfetto modello ed all’icona di quella santità, che sono chiamati a raggiungere, con l’aiuto della grazia del Signore, nella loro vita”. Maria Immacolata ricorda a tutti i battezzati la perfezione della santità. La tutta santa è stata e continua a essere nella Chiesa la guida sicura che conduce alle alte vette della perfezione evangelica. (San Giovanni Paolo II)

 

Impegno mariano del giorno di festa: Sii oggi esempio di vita mariana con un atteggiamento di preghiera umile e sentita partecipando alle celebrazioni odierne.

 

(Come il primo giorno)

 

Preghiera all’Immacolata di padre Antonio Rungi

 

Vergine Immacolata, in te aspira a rispecchiarsi ogni umana creatura che cerca con cuore sincero la beatitudine. Vergine Immacolata, che sei stata preservata da ogni macchia di peccato, proteggi noi che lottiamo contro le forze del male perché non prevalgono nel nostro operare quotidiano. Tu che per i meriti di Gesù Cristo hai contemplato sempre il Paradiso, assistici nel duro combattimento della vita, perché possiamo fortificarci con la grazia divina. Aiutaci o Vergine Maria, tutta pura, bella e santa a percorrere le strade delle beatitudini evangeliche, sicuro percorso che conduce al cielo, dove tu ci attendi quale Madre dolcissima di tutti noi, tuoi deboli figli. Amen.

P.RUNGI. NUOVA NOVENA DI NATALE 2017

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NOVENA DEL SANTO NATALE 2017

COMPOSTA DA PADRE ANTONIO RUNGI

PASSIONISTA 

  1. L’umanità di Gesù Cristo

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi (Fil 2,6-8)

<<Cristo, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini.  Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce>>.

Gesù venendo assumendo la natura umana, ha svuotato se stesso, mettendo da parte gli attributi divini che non erano compatibili con la realtà dell’incarnazione. Questo svuotamento è servito dunque per assumere la condizione di servo, l’esatto opposto della condizione di Dio. Durante la sua vita terrena egli non volle comportarsi come Dio e signore degli uomini, ma come servo, privo di ogni dignità, autorità e potere, completamente dedito all’umile servizio degli altri. Nel mistero dell’incarnazione. Gesù è divenuto simile agli uomini, ma non solo: è stato riconosciuto in tutto e per tutto come un uomo. Non solo: in mezzo agli uomini egli si è ulteriormente umiliato, ha portato il suo svuotamento fino in fondo.In cosa è consistito questo svuotamento totale? Nella rinuncia a sentimenti di vanità, ambizione, autoesaltazione propri dell’essere umano. Egli piuttosto ha assunto una ferma e risoluta mitezza, aliena da ogni violenza, propria del servo di Dio.

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Signore Gesù che nel mistero della tua incarnazione sei sceso ai nostri umani livelli, per insegnarci a vivere da esseri umani e non da esseri superiori e alieni da questo mondo, indicaci, in questo Natale, la strada che porta a Te, che segua Te e che Ti serva in tutti i fratelli della terra. Amen.

Canto natalizio

  1. La povertà di Gesù Cristo

Dalla seconda Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (2Cor 8,9)

«Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà».

E’ stato proprio il Verbo di Dio fattosi carne, il Verbo di Dio in questa condiscendenza, in questo abbassarsi, in questo impoverirsi, a farci, a noi, ricchi nei doni della salvezza, della parola, della grazia». Questo è il nocciolo proprio della povertà evangelica, che, del resto, si ritrova, nella prima beatitudine: «Beati i poveri di spirito».Essere povero è lasciarsi arricchire dalla povertà di Cristo e non volere essere ricco con altre ricchezze che non siano quelle di Cristo, è fare quello che ha fatto Cristo. Non è solo il farsi poveri, ma è stare tra i poveri e con i poveri, perché «il povero ci arricchisce», mentre il ricco ci impoverisce spiritualmente in quanto ci trasporta su ricchezze illusorie e non vere per sempre.

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Signore facci comprendere cosa significhi davvero imboccare la strada della povertà evangelica e cosa vuol dire assumere gli atteggiamenti più consoni al tuo insegnamento, quando aiutiamo i poveri in qualsiasi condizione in cui trovano. Fa che il nostro essere vicini a loro sia mosso solo da un grande amore verso di Te, o nostro Signore. Amen

Canto natalizio

  1. La tenerezza di Gesù Cristo

Dalla Lettera di san Paolo Apostolo ai Filippesi (Fil 2,5)

<<Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù>>.

Imparare, sentire come sentiva Gesù, conformare il nostro modo di pensare, di decidere, di agire con i sentimenti di Gesù. Se prendiamo questa strada, viviamo bene e prendiamo la strada giusta. San Gregorio Nazianzeno scrive: “Egli, Gesù, ti vuol bene”. Questa parola di tenerezza è per noi una grande consolazione, un conforto e anche una grande responsabilità giorno per giorno.

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Signore Gesù, mite ed umile di cuore, aiutaci a capire cosa sia davvero averte i tuoi stessi sentimenti nel nostro cuore, per poi applicarsi nella vita di relazione con gli altri in ogni istante della nostra quotidianità. Non permettere, Gesù Bambino, che in noi prevalgano sentimenti del male e del maligno che portano solo alla distruzione della vera vita in noi. Amen.

Canto natalizio

  1. La semplicità di Gesù Cristo 

Dal Vangelo di Matteo (Mt 11, 25-27)

<<Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare>>.

 

Nel Vangelo ci sono espressioni meravigliose, come quella citata, nelle quali Gesù ci insegna la vera semplicità della vita e del cuore. La semplicità di cuore non è l’immaturità, ma l’atteggiamento di chi si fida come il bimbo, che è consapevole che il padre ne sa più di lui e sta in braccio a lui. Serve anzitutto l’umiltà di cuore per prendere il giogo suo, sennò sbagliamo giogo e pesa. La nostra mente non può arrivare a comprendere tutto questo, il suo modo di operare, la nostra ragione non può arrivare a contenere Dio. Bisogna inevitabilmente abbandonarci con fiducia tra le sue braccia senza perderci in mille ragionamenti e crescere nella consapevolezza di essere amati infinitamente da un Dio che è Padre e ci ama infinitamente, come un bambino appena nato è amato, se è vero padre e vera madre, dai suoi genitori. 

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. O Gesù Bambino, davanti a Te prostrati, con grande umiltà ti chiediamo quella semplicità che purtroppo abbiamo perso, nel corso degli anni, perché abbiamo abbandonato la strada della vera sapienza che viene dal cielo, immettendoci, erroneamente sui sentieri della sapienza terrena, che nel suo calcolo considera come intelligenza l’interesse, la furbizia e la scaltrezza. Noi vogliamo possedere questo, ma solo Te, o Gesù, sapienza incarnata. Amen.

Canto natalizio

  1. Il sorriso e la gioia di Gesù Bambino

Dal Vangelo di Matteo (Mt 2,10-11)

<<Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra>>.

Il testo del Vangelo di Matteo usa un’espressione molto forte per indicare la letizia sperimentata. I magi sono felici perché hanno portato a termine la loro ricerca e sono arrivati alla meta a cui aspiravano giungere. Ecco perché nell’incontrare il volto di Gesù Bambino, guidati dalla stella, essi provarono una grandissima gioia. Questa espressione è l’unica nota di gioia in tutto il vangelo dell’infanzia di Matteo. Una volta entrati in questa casa provvisoria di Gesù, Giuseppe e Maria, offrirono il loro ben noti doni, simboli della regalità di Cristo. I magi, infatti, compiono i gesti usuali nell’antico oriente per una visita ufficiale ad un re. I Padri della Chiesa saranno loro ad attribuire ai magi, sulla scorta anche dei testi biblici, il titolo di re (a fissarne il numero fu Origene nel III sec.), e ad identificare il significato simbolico dei tre doni: l’oro per la regalità, l’incenso per la divinità (e il ruolo sacerdotale) e la mirra per l’umanità sofferente. La gioia dei magi è la nostra gioia di ogni Natale, quando incontriamo il volto di Gesù Bambino, in quella grotta, che ci porta all’essenza stessa della gioia cristiana.

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Guidaci Gesù alla meta della nostra quotidiana gioia terrena che è l’incontro con Te, nella povera grotta del nostro cuore, ma soprattutto prendici per mano e portaci con Te al traguardo finale della nostra gioia spirituale, che è l’eternità, dove possiamo contemplarti per sempre nella gioia del tuo Regno. Amen.

Canto natalizio

  1. L’innocenza di Gesù Bambino 

Dal Vangelo di Matteo (2,16)

<<Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi>>.

La liturgia del periodo natalizio, comprende la festa dei santi innocenti, la quale ricorda il sangue versato attorno alla culla di Gesù bambino, emblema di una scia di violenze che colpiscono gli innocenti di tutti i tempi. Nel considerare l’innocenza di Gesù e l’innocenza di tutti i bambini del mondo, c’è da capire cosa significhi essere innocenti. L’innocenza non è mera assenza di colpa, ma pienezza e perfezione di vita, di fede e di amore. Per questo è innanzitutto un dono, una grazia. Se noi ne sentiamo il desiderio e la nostalgia, è segno che l’abbiamo perduta e quindi non c’è in noi quiete e serenità, pace e fiducia. E’ inutile perdersi in malinconie e in sospiri; è necessario, invece, ritornare a chiederne la grazia a Dio e a preparare lo spirito perché accolga l’innocenza ridonata. “Ho perso l’innocenza e non la potrò riconquistare se non attraverso la santità” (Bernanos). È aprendoci a Dio, alla sua luce e alla sua azione che il nostro cuore tornerà ad essere innocente, puro e trasparente come una sorgente.

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Signore Gesù che, già appena nato, Erode, il re sanguinario, desiderava eliminarti fisicamente, Te mite agnello, converti, in questo Natle, il cuore e la menti di quanti sono sanguinari, violenti ed assassini, che uccidono bambini, donne, uomini, anziani e ammalati, perché pentiti e scontata ogni umana pena, possano redimersi ed incominciare una vita nuova, segnata solo dal bene e mai da violenza di nessun genere. Amen.

Canto natalizio

7.L’umiltà di Gesù Bambino 

Dal Vangelo di Luca (Lc 2, 6-12) 

Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».

Dio è umile! Nel Natale scopriamo meglio questo grande mistero. Noi che siamo orgogliosi, pieni di vanità e ci crediamo grande cosa, siamo niente! Lui, il grande, è umile e si fa bambino. Questo è un vero mistero! Dio è umile. Nel periodo natalizio ricordiamo la sua infanzia. Le rare indicazioni che possediamo fanno riferimento all’imposizione del nome dopo otto giorni dalla sua nascita e alla presentazione al Tempio; e inoltre alla visita dei Magi con la conseguente fuga in Egitto. Poi, c’è un grande salto fino ai dodici anni, quando con Maria e Giuseppe va in pellegrinaggio a Gerusalemme per la Pasqua, e invece di ritornare con i suoi genitori si ferma nel Tempio a parlare con i dottori della legge. Come si vede, sappiamo poco di Gesù Bambino, ma possiamo imparare molto da Lui se guardiamo alla vita dei bambini (Papa Francesco).

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiera. O Signore, venuto in questo mondo, insegnaci ad essere umili nei pensieri e nelle nostre azioni, perché alla scuola di Betlemme possa sperimentare sempre meglio il dono dell’umiltà che rende grandi e santi davanti a Dio e agli uomini. Amen.

Canto natalizio

8.La sofferenza di Gesù Bambino 

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 1, 1-5)

<<In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta>>. 

Quanta tristezza ci capita di scorgere su tanti volti che incontriamo. Quante lacrime vengono versate ad ogni istante nel mondo; una diversa dall’altra; e insieme formano come un oceano di desolazione, che invoca pietà, compassione, consolazione. Le più amare sono quelle provocate dalla malvagità umana: le lacrime di chi si è visto strappare violentemente una persona cara; lacrime di nonni, di mamme e papà, di bambini… Ci sono occhi che spesso rimangono fissi sul tramonto e stentano a vedere l’alba di un giorno nuovo. Abbiamo bisogno di misericordia, della consolazione che viene dal Signore. Tutti ne abbiamo bisogno; è la nostra povertà ma anche la nostra grandezza: invocare la consolazione di Dio che con la sua tenerezza viene ad asciugare le lacrime sul nostro volto (Papa Francesco).

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria… 

Preghiamo. O Gesù bambino che fin da piccolo hai sperimentato il dolore e la sofferenza, nascendo in una povera grotta, al freddo e al gelo, e nel corso della tua esistenza hai vissuto la sofferenza come dono fino all’offerta suprema di te stesso sulla croce, concedi a noi la grazia di affrontare il nostro dolore quotidiano, ma ti chiediamo da profondo del nostro cuore di liberare da ogni sofferenza e dolore ogni bambino del mondo. Non permettere Gesù che, soprattutto i bambini, debbano soffrire per la mancanza di attenzione, protezione e di amore verso di loro. Amen. 

Canto natalizio 

  1. La famiglia di Gesù

Dal Vangelo di Luca (Lc 2,22)

<<Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore>>.

Il Bambino Gesù con sua Madre Maria e con san Giuseppe sono un’icona familiare semplice ma tanto luminosa. La luce che essa irradia è luce di misericordia e di salvezza per il mondo intero, luce di verità per ogni uomo, per la famiglia umana e per le singole famiglie. Questa luce che viene dalla Santa Famiglia ci incoraggia ad offrire calore umano in quelle situazioni familiari in cui, per vari motivi, manca la pace, manca l’armonia, manca il perdono. La nostra concreta solidarietà non venga meno specialmente nei confronti delle famiglie che stanno vivendo situazioni più difficili per le malattie, la mancanza di lavoro, le discriminazioni, la necessità di emigrare. (Papa Francesco)

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Gesù amabilissimo, sei stato accolto in una famiglia speciale, che tu stesso hai scelto per incarnarti ed essere presente nella storia umana, come tutti i bambini che vengono in questo mondo, che hanno una madre, un padre ed una famiglia ben determinata. Concedi o Gesù che la vita nascente possa essere accolta con lo stesso amore di Maria e Giuseppe, per poi essere seguita in ogni istante del suo sviluppo e della sua crescita in sapienza ed amore davanti a Dio e davanti agli uomini. Amen.

Canto natalizio

Preghiera dI Natale di padre Antonio Rungi 

da recitare ogni giorno prima della benedizione

Contempliamo il tuo volto

Contemplando il tuo volto di Bambino,

o Gesù Redentore del mondo,

appena giunto tra di noi,

tocchiamo con le nostre povere mani

la bellezza, la grandezza e la tenerezza di Dio

fatto uomo nel grembo verginale di Maria

e venuto alla luce nella notte più luminosa di questo mondo.

 

Davanti a Te, Re Bambino,

dai connotati dolci e rassicuranti

noi ci immergiamo in questo Natale

per ricuperare amore, pace e serenità.

 

Inginocchiati, come i semplici pastori di Betlemme

che corsero subito a renderti onore,

noi ci prostriamo per chiederti di aiutarci

a ritrovare la strada che porta a Te, o nostro Signore.

 

Siamo qui ad adorarti, come i Re Magi,

e nelle nostre misere condizioni

ti offriamo in dono

ciò che possediamo di più prezioso dentro noi,

il nostro povero ed sofferente cuore.

 

Da questa rinnovata grotta di luce e di speranza

di un piccolo villaggio della Galilea delle genti,

volgi il tuo sguardo d’amore e di bontà all’umanità intera,

che dalla tua annuale ricorrenza natalizia,

attende una risposta globalizzata dell’amore e della misericordia

che Tu ci hai insegnato e comunicato, o Emanuele, Dio con noi.

Amen.

AIROLA (BN). DOMANI CONCLUSIONE DELLA FESTA DELL’IMMACOLATA NELLA CHIESA DELLA CONCEZIONE

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AIROLA (BN). DOMANI LA CHIUSURA DEL NOVENARIO IN ONORE DELL’IMMACOLATA NELLA CHIESA DELLA CONCEZIONE

Si chiude domani con un doppio appuntamento religioso, il solenne novenario in onore della Madonna Immacolata, che, quest’anno,  per la prima volta, è stato predicato, dal 29 novembre all’8 dicembre 2014, dal noto missionario passionista, padre Antonio Rungi, già superiore provinciale dei passionisti della Campania, teologo morale, docente nei licei e giornalista. Un doppio appuntamento liturgico domani, solennità dell’Immacolata: alle ore 8,30 solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da padre Antonio Rungi e concelebrata da don Liberato Maglione, parroco dell’Annunziata ed assistente spirituale della Congrega della Concezione, insieme a padre Pasquale Gravante, parroco di San Michele Arcangelo e Superiore dei Passionisti di Monteoliveto. Padre Rungi concluderà la predicazione che lo ha visto impegnato per 10 giorni nella sua città natia, tenendo le riflessioni alla  sera, durante la messa serale delle ore 18.30. Quest’anno c’è stata un’ampia partecipazione dei fedeli alla novena, nonostante il tempo inclemente, tra cui diversi giovani della città. La partecipazione più consistente è stata in occasione della messa presieduta dal Vescovo, monsignor Michele De Rosa, giovedì 3 dicembre 2014 e negli ultimo tre giorni della novena, durante i quali, come tutte le sere è stato padre Rungi a dettare la meditazione per i presenti che hanno seguito con vivo interesse e partecipazione alla celebrazione. Diversi gli iscritti della Congrega della Concezione, che sono 220 al momento, che hanno preso parte alla novena, animata dai canti delle scholae cantorum delle parrocchie di Airola e dei Convento dei Passionisti. A conferma che è ancora viva e sentita la devozione alla Madonna Immacolata che è stata ricordata e onorata, in questi 10 giorni, anche nelle altre chiese di Airola. Altro momento importantissimo della giornata di festa di domani, 8 dicembre 2014, è la processione che si svolgerà alle ore 15.00 circa, con la statua della Madonna Immacolata, per la zona del Borgo di Airola e che sarà guidata dal parroco don Liberato Maglione. Un’ora circa di peregrinatio della venerata immagine della Madonna Immacolata, che sarà portata in processione nei luoghi vicini alla Chiesa della Concezione, che, oggi, a distanza di 300 anni circa, costituisce il cardine della devozione mariana all’Immacolata nella cittadina della Valle Caudina. Merito soprattutto della Congrega della Concezione che ha conservato, in sintonia con i parroci dell’Annunziata, che si sono succeduti nel tempo, questo speciale culto alla Madre di Dio, esentata per singolare privilegio dal peccato originale, per cui Maria è stata proclamata, con un dogma di fede specifico, Immacolata. A conclusione della processione, sarà don Liberato a presiedere la messa di ringraziamento per il dono di questi giorni di spiritualità mariana che ha vissuto la cittadina di Airola, sotto la guida di padre Antonio Rungi, passionista, sacerdote nato in questa città e poi chiamato a seguire san Paolo della Croce, tra i passionisti, in varie parti d’Italia, come missionario e superiore provinciale. Ed è stato proprio padre Rungi “a volere ringraziare, nella persona del priore della Congrega, Pasquale Meccariello, tutto il sodalizio religioso e quanti si adoperano ogni anno per la buona riuscita della festa della Madonna Immacolata nella Chiesa della Concezione”.

 

Questa sera dalle 21,30 alle 22,30, la Veglia di preghiera in preparazione alla solennità dell’Immacolata, nella Chiesa della Concezione, guidata da padre Antonio Rungi, che ha concluso la veglia con la benedizione eucaristica.

 

AIROLA (BN). TRE SECOLI DI STORIA DELLA CONGREGA DELL’IMMACOLATA

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AIROLA (BN). TRE SECOLI DI STORIA DELLA CONGREGA DELL’IMMACOLATA 

Sono circa trecento anni che la Congrega della Concezione, nella storica ed artistica chiesa del Borgo di Airola (Bn), opera ininterrottamente per diffondere il culto verso la Madonna Immacolata. Nata all”inizio del 1700, la Congrega ebbe il riconoscimento ufficiale nel 1737.  A ricordare questo storico avvenimento, nel contesto del novenario in preparazione alla festa della Madonna Immacolata ad Airola (Bn), predicato da padre Antonio Rungi, passionista, mercoledì sera, 3 dicembre 2014, è stato sua eccellenza monsignor Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto-Telese-Sant’Agata de’ Goti che ha presieduto la solenne eucaristia delle ore 18,30, nella Chiesa della Concezione, davanti a molti fedeli accorsi per condividere il momento di preghiera con il pastore della diocesi che ha avuto alla sua guida Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il cantore di Maria che ha fissato in alcuni scritti la sua speciale devozione alla Vergne Santissima.

Presenti al rito padre Antonio Rungi, don Liberato Maglione e don Domenico, segretario del  Vescovo. Tra le autorità presenti il sindaco della città Michele Napoletano, l’assessore al bilancio, Angelo De Sisti, l’ex-comandante della Polizia Municipale, Pompeo Rungi, i confratelli della Congrega, con il priore, Pasquale Meccariello. Il Vescovo nella sua sentita e puntuale omelia ha parlato della devozione alla Madonna, richiamandosi ad un dei documenti fondamentali del Concilio Vaticano II, la Lumen Gentium, sottolineando che la vera devozione consiste nell’imitare le virtù di Maria.

La messa è stata animata dalla corale parrocchiale della Chiesa dell’Annunziata, in grande uniforme, che ha eseguito dei bellissimi canti liturgici e mariani.

Una celebrazione nel suo complesso molto sentita e partecipata, come d’altra parte tutto il novenario che, in quest’anno, ha avuto un particolare seguito, per la presenza del noto predicatore e missionario della Congregazione della Passione di Gesù Cristo (Passionisti), padre Antonio Rungi, originario di Airola, già superiore provinciale, come ha voluto ricordare all’inizio della messa, nel saluto rivolto al Vescovo, don Liberato Maglione, presente ogni sera al novenario nella Chiesa della Concezione. Una chiesa importante sia per l l’antichità del tempio mariano e sia per la artistica tela, sulla quale è stata fissata una delle più belle icone della Madonna Immacolata e che risale al XVII secolo. Quadro donato dalla famiglia Caracciolo alla nascente chiesa dedicata alla Madonna.

Singolare fatto è, che tale Congrega della Concezione fu operativa oltre un secolo prima della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione avvenuto nel 1854 per opera di Pio IX.

La novena di predicazione sta proseguendo in questi giorni e sta accompagnando spiritualmente i fedeli alla festa dell’Immacolata dell’8 dicembre. L’intero ciclo di predicazione, tenuto da padre Rungi, si concluderà lunedì prossimo, solennità dell’Immacolata con la messa officiata da padre Antonio Rungi, alle ore 8,30, concelebrata da don Liberato e da padre Pasquale Gravante, parroco di S.Michele e superiore dei passionisti del convento di Monteoliveto.

Nel pomeriggio poi la processione e in serata  un momento di festa insieme per ricordare la Madonna e per accendere le luci di Maria Immacolata in vista del Natale 2014. Un Natale, che, nonostante la crisi economica, già si respira nell’aria, anche con gli addobbi per strada e nei negozi della città e con l’illuminazione della Piazza della Concezione, illuminata a festa con le luci natalizie, che danno vita al Borgo antico di Airola, “la cittadella di Maria”, come l’ha definito padre Antonio Rungi all’inizio del novenario in onore dell’Immacolata.

 

 

 

 

 

 

 

Itri (Lt). Novena del Santo Natale, di prima mattina, al Convento dei Passionisti

DSC09415E’ iniziata ieri 16 dicembre nel Convento dei Passionisti di Itri la novena predicata in preparazione al santo Natale 2013. I fedeli, un buon gruppo, come per antica tradizione si recano a messa al mattino, alle ore 7,30 e a conclusione della quale, padre Cherubino De Feo fa le preghiere di rito previsto per la novena. Il testo utilizzato dal sacerdote è quello scritto da padre Antonio Rungi, passionista della comunità del Santuario della Civita e che è pubblicato on-line da vari siti cattolici. La novena è improntata sui vari titoli biblici attribuiti a Gesù Cristo: Figlio di Davide, Figlio di Dio, Messia, Salvatore, Redentore, Figlio di Maria, l’Emmanuele, Figlio dell’uomo, Gesù Bambino. Il Convento dei Passionisti da circa 500 anni, prima con i cappuccini, e da 70 anni con i passionisti costituisce un punto di riferimento spirituale importante per la città di Itri e per il territorio. I religiosi passionisti della comunità della Civita che stanno curando la struttura conventuale cittadina, stanno organizzando per il Santo Natale 2013 le varie celebrazioni per dare degno risalto all’annuale festa del Redentore. Predisposto il bellissimo presepe artistico nella cappella di San Paolo della Croce è meta d visitatori non solo durante le messe feriali e festive ma anche durante il giorno. Per domenica 22 le messe previste del mattino alle ore 8.00 e della sera alle ore 17.00. Tutti i giorni al mattino alle 7,30 messa e novena del Natale fino al 24 mattino. Al 24 notte la messa di mezzanotte per attendere e celebrare nella preghiera la nascita di Gesù. L’orario d’inizio della celebrazione è alle ore 23,30. Per Natale poi le messe festive delle ore 8.00 e delle ore 17.00. Intanto già si respira l’aria del Natale spirituale che la comunità passionista presente ad Itri tra la Civita e il convento cittadino intende vivere insieme ai fedeli che frequentano il convento per partecipare alla messa e alle varie funzioni religiosi. La popolazione è in costante aumento quella che da alcuni mesi sta frequentando il convento, anche per l’accessibilità della struttura religiosa da ogni parte della città e del territorio e per la comodità degli orari delle celebrazioni. Tutto sommato i passionisti continuano a svolgere il loro servizio spirituale e pastorale alla città, prima di tutto e più pienamente ed intensamente al Santuario e in aggiunta anche al convento di Itri, dove sono assicurate le celebrazioni più importanti e partecipate, come il Natale, il Capodanno, l’Epifania e tutte le domeniche e feste comandate.

NOVENA IN ONORE DELLA MADONNA IMMACOLATA

NOVENA IN ONORE DELLA MADONNA IMMACOLATA

NOVEMBRE-DICEMBRE 2013

A CURA DI PADRE ANTONIO RUNGI – PASSIONISTA 

PRESENTAZIONE 

All’indomani della chiusura dell’anno della fede, indetto da Papa Benedetto XVI e portato a termine da Papa Francesco, in preparazione alla Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine e Madre, dopo aver pregato davanti all’immagine della Madonna della Civita, in Itri, dove, il 10 febbraio 1849 si recò pellegrino, Papa Pio IX, e decise di promulgare, nel 1854, il dogma dell’Immacolata Concezione, ho ritenuto opportuno predisporre questo sussidio spirituale e liturgico per celebrare degnamente la Novena in preparazione alla Madonna dell’Immacolata di quest’anno 2013. Mi ha spinto in questa direzione non solo l’alta magistero di Papa Francesco, ma anche di tutti i suoi predecessori, in particolare, Papa Giovanni Paolo II, che il 25 giugno 1989, in occasione dei 150 anni della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, venne in visita pastorale al Santuario della Civita, da pochi anni affidato alla cura pastorale dei Padri Passionisti. Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, gli ultimi tre grandi Pontefici che la Chiesa ha avuto come guide spirituali ed illuminate, come grandi devoti della Madonna vogliano, con il loro magistero, adeguatamente valorizzato in questo opuscolo della Novena dell’Immacolata, da me curato, aiutarci a prepararci bene, spiritualmente alla Solennità dell’Immacolata Concezione ed anche al Santo Natale. La pubblicazione poi dell’Esortazione di Papa Francesco “Evangelii gaudium (La gioia del Vangelo) mi ha suggerito di partire dal tema della gioia e da Maria, Madre della gioia, per poi concludere il Novenario con Maria, Vergine e Madre Immacolata. Vi affido questo piccolo lavoro, frutto di un cammino interiore e spirituale fatto in questi giorni, soprattutto pregando ai piedi della Vergine Santa, perché anche voi possiate prepararvi alla solennità dell’Immacolata con la preghiera, con la conversione del proprio cuore e soprattutto con l’imitazione di tutte quelle virtù mariane, che vengono indicate in questo itinerario di spiritualità, alla scuola di Cristo e di Maria, nuovo Adamo e nuova Eva per quanti cerca di realizzare il bene in questo nostro tempo, tanto bisognoso di salvezza e redenzione di tutti i generi. 

L’autore:P.Antonio Rungi,passionista 

SCHEMA 

29 NOVEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA GIOIA 

30 NOVEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA SPERANZA 

01 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA MISERICORDIA 

02 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA TENEREZZA 

03 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA FAMIGLIA 

04 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DEL BELL’AMORE 

05 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DEL SALVATORE 

06 DICEMBRE 2013: MARIA MADRE DELLA CHIESA 

07 DICEMBRE 2013: MARIA, VERGINE E MADRE IMMACOLATA

29 NOVEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA GIOIA 

DAL VANGELO SECONDO LUCA- CAP.I 

[8]C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. [9]Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, [10]ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: [11]oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. [12]Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». [13]E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:  [14]«Gloria a Dio nel più alto dei cieli  e pace in terra agli uomini che egli ama». 

RIFLESSIONE 

Perché Maria è detta Fonte della nostra gioia? Per dare risposta a questa domanda è necessario chiederci anzitutto quale sia la gioia di cui Maria è fonte per noi. La gioia cristiana non è l’allegria esteriore e rumorosa che la nostra cultura spesso identifica con questo termine. È invece la serena letizia che nasce dalla certezza di essere amati da Dio, amati personalmente dal nostro Creatore, da colui che tiene nelle sue mani l’universo intero e che ama ciascuno di noi e tutta la grande famiglia umana con un amore appassionato e fedele. Il suo è un amore più grande delle nostre infedeltà e peccati e che – proprio per questo – riscatterà la nostra vita dalla morte. La gioia evangelica è la gioia della fede e della speranza; ma anche la gioia della carità, cioè della comunione con l’amore stesso di Dio. Una gioia che non viene spenta dalle prove e dalle sofferenze che possiamo incontrare, ma si dimostra più forte di esse, dal momento che ha il suo fondamento nell’amore fedele del Padre che si è donato a noi in Gesù Cristo.

Proprio Gesù, venuto a rivelarci e a comunicarci l’amore del Padre, ci ricorda: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). Di questa gioia che è frutto dello Spirito Santo (cf Gal 5,22) Maria ha fatto esperienza più di ogni altra creatura. Più di ogni altro Maria «ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore» abbandonandosi con totale fiducia nelle mani di Dio. Per questo è dichiarata beata dalla cugina Elisabetta. E lei stessa canta la gioia che nasce da questo affidamento a Dio con le parole del Magnificat: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore». In Maria si realizza dunque la profezia di cui ci ha parlato il profeta Zaccaria: «Gioisci, esulta, Figlia di Sion, perché io vengo ad abitare in mezzo a te» (Zc 2,14). E quanto si realizza in lei è destinato a realizzarsi in ogni battezzato e nell’intera Chiesa del Signore. Guardando a Maria e soprattutto vivendo nei suoi confronti una comunione di amore filiale, ciascuno di noi (e tutta la Chiesa) può percorrere insieme con lei quel pellegrinaggio della fede che l’ha portata a vivere la pienezza della gioia evangelica. Nella Redemptoris Mater Giovanni Paolo II ci ricorda: «Nei riguardi di ogni cristiano, di ogni uomo, Maria è colei “che ha creduto” per prima, e proprio con questa sua fede di sposa e di madre vuole agire su tutti coloro che a lei si affidano come figli. Quanto più questi figli perseverano in tale atteggiamento e in esso progrediscono, tanto più Maria li avvicina alle imperscrutabili ricchezze di Cristo». Invocando l’aiuto di Maria e facendo affidamento nella sua materna intercessione potremo davvero unirci sempre più profondamente a Gesù e sperimentare quella pienezza di gioia che ci ha promesso: «Ora siete nel dolore, ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia» (Gv 16,22). 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo.

 PREGHIAMO

Maria, fonte della nostra gioia, gaudio e letizia della nostra vita, donaci di assaporare la vera gioia, accogliendo Gesù Cristo ogni attimo nella nostra vita, per dialogare con Lui nel segreto del nostro cuore. Amen.

CANTO MARIANO  

30 NOVEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA SPERANZA 

DAL VANGELO SECONDO LUCA- CAP.I 

26]Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [27]a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. [28]Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». [29]A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. [30]L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. [31]Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. [32]Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre [33]e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 

DALLA SPES SALVI DI PAPA BENEDETTO XVI 

Con un inno dell’VIII/IX secolo, quindi da più di mille anni, la Chiesa saluta Maria, la Madre di Dio, come « stella del mare »: Ave maris stella. La vita umana è un cammino. Verso quale meta? Come ne troviamo la strada? La vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine – di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata. E quale persona potrebbe più di Maria essere per noi stella di speranza – lei che con il suo «sì» aprì a Dio stesso la porta del nostro mondo; lei che diventò la vivente Arca dell’Alleanza, in cui Dio si fece carne, divenne uno di noi, piantò la sua tenda in mezzo a noi (cfr Gv 1,14)? (SS, 49).

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo.

 PREGHIAMO

Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra,  insegnaci a credere, sperare ed amare con te.  Indicaci la via verso il suo regno!  Stella del mare, brilla su di noi  e guidaci nel nostro cammino! Amen. 

CANTO MARIANO 

01 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA MISERICORDIA

DAL VANGELO SECONDO LUCA – CAP.I 

[46]Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore

[47]e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

[48]perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

 D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

[49]Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente

 e Santo è il suo nome:

[50]di generazione in generazione la sua misericordia

si stende su quelli che lo temono.

[51]Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

[52]ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

[53]ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato a mani vuote i ricchi.

[54]Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

[55]come aveva promesso ai nostri padri,

ad Abramo e alla sua discendenza,

 per sempre».

 RIFLESSIONE

Il titolo Maria, Madre della misericordia, celebra la benignità, la magnanimità, la dignità della beata Vergine esaltata nei cieli. Maria portando a compimento ciò che era stato prefigurato nella regina Ester  «interviene incessantemente per noi presso il Figlio» suo per la salvezza del popolo, che ricorre a lei fiducioso nelle tribolazioni e nei pericoli. La Madre del Signore e la «regina clemente», «esperta della benevolenza (di Dio), accoglie quanti nella tribolazione ricorrono a lei»  e salutata «conforto dei penitenti e speranza dei miseri» Questo titolo, giustamente celebra la santa Vergine, sia perché ci ha generato Gesù Cristo, che e la misericordia visibile dell’invisibile Dio misericordioso, sia perché è madre spirituale dei fedeli, piena di grazia e di misericordia: la beata Vergine è chiamata «madre della misericordia»  il che significa che è infinitamente misericordiosa, madre clementissima e tenerissima, madre dolcissima».

Due volte nel cantico «Magnificat», Maria ha lodato Dio che usa misericordia: «Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono»; «ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia». Per questo i fedeli desiderano vivamente «magnificare con Maria la bontà infinita» di Dio, la donna che ha fatto un ‘esperienza della misericordia di Dio. Ella è «la regina clemente, esperta della benevolenza (di Dio), accoglie quanti nella tribolazione ricorrono a lei. Tali parole ci ricordano ciò che scrive Giovanni Paolo Il riguardo alla beata Vergine nell’Encliclica Dives in misericordia: «Maria (…) in modo particolare ed eccezionale – come nessun altro – ha sperimentato la misericordia; (…) avendo fatto esperienza della misericordia in una maniera straordinaria» (DIM, 9). 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo.

 PREGHIAMO 

Dio di bontà infinita,  concedi ai tuoi fedeli,  per intercessione della beata Vergine Maria, madre di misericordia,  di sperimentare sulla terra la tua clemenza, e di contemplare la tua gloria nel cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,  e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 CANTO MARIANO 

02 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA TENEREZZA 

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI- CAP.III 

[16]Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. [17]Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. [18]Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. [19]E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. [20]Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. [21]Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. 

RIFLESSIONE 

Il titolo di Maria Madre della Tenerezza ci porge questa domanda: “A chi appartieni?” E’ la domanda centrale della nostra vita spirituale. Apparteniamo al mondo, alle sue inquietudini, al suo popolo, alla sua infinita catena di sollecitazioni, o apparteniamo a Dio? Rispondere a questa domanda non è troppo difficile. La contemplazione di Maria, Madre della tenerezza è un invito gentile a lasciare per un momento l’ambito costrittivo, a volte lacerante del mondo, per entrare nella sfera liberante di Dio. Il Cardinale Henry Newman, prima anglicano e poi convertito al cattolicesimo per opera del Beato Domenico della Madre di Dio, passionista, scriveva circa la Madonna, Madre della tenerezza: ”Cerco sempre un contatto visivo con coloro che mi parlano. Questo mi fa sentire accettato, preso sul serio. Ma quando cercai fare lo stesso con l’icona della Vergine della tenerezza, mi accorsi che questo non era possibile e rimasi turbato. Volevo che mi guardasse, che mi riconoscesse suo figlio, amico personale. Ma la Madre di Dio non mi guardava”. I suoi occhi guardano all’interno la vita di Dio e all’esterno la vita del mondo. Sguardo al Creatore e alla creazione. Il significato dello sguardo fisso di Maria è accentuato dalle stelle che brillano sulla fronte e sulle spalle e che indicano la sua verginità, segno di una presenza divina che avvolge tutta la persona. Lei ci guarda con gli stessi occhi con cui guarda Gesù. Ci vede come uomini e donne chiamati dalle tenebre del peccato alla luce della fede, chiamati a diventare figli di Dio. E’ difficile per noi questo sguardo, perché desideriamo essere visti e accettati nella nostra realtà mondana e non in quella spirituale. Desideriamo talmente essere visti, che siamo poco abituati ad essere guardati. “Tu appartieni a Dio” ci dice questo titolo. La tenerezza di Maria è la tenerezza di Dio e del suo Figlio, Gesù Cristo. Tutto l’essere della Madre è per Gesù. La sua mano non insegna, non spiega, non implora; semplicemente offre il Bambino come Salvatore del mondo a tutti coloro che sono disposti a vedere Gesù con gli occhi della fede. La mano di Maria sintetizza tutta l’icona in un solo canto: “L’anima mia magnifica il Signore”. Vuole che troviamo anche noi lo spazio interiore dove collocarci per questa adorazione. La sua mano acquista importanza, ci chiama, vuole che vinciamo le nostre paure, vuole che confidiamo in Dio come ha fatto lei. Man mano che il nostro sguardo spazia dagli occhi alle mani, riconosciamo la sua profonda pazienza. Pazienza è un termine collegato con “Patire”. Lei, donna glorificata, è stata la donna dal cuore trapassato da una spada. Lei sa cosa significa il mite patire. Sa cosa vuol dire essere povero, oppresso, profugo, essere tenuto a distanza, stare ai piedi della croce, serbare pensieri e sentimenti che non possono essere condivisi con nessuno. Queste sofferenze indugiano nella fissità dei suoi occhi e nel gesto delle mani, non come pena che indurisce, ma come segni glorificati della sua pazienza. Maria è solo la Madre del Figlio crocifisso, ma di tutte le persone che al mondo patiscono, conosce le nostre esitazioni, i nostri dubbi, le nostre tristezze. Attende con pazienza che dal nostro cuore scaturisca il “si”. La sua pazienza è salda, confidente, perseverante. La sua mano indica sempre là, il cuore del mistero dell’Incarnazione, ci invita ad andare a Gesù che è la via alla casa di Dio, a cui noi in realtà apparteniamo. 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo. 

PREGHIAMO 

O Dio che ci hai dato per Madre, la tua tenerissima Madre, fa che sul suo esempio anche noi diventiamo teneri e accoglienti verso i nostri fratelli, amandoli come Tu ci hai amato fino al sacrificio supremo della Croce. Amen 

CANTO MARIANO 

03 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA FAMIGLIA

DAL VANGELO SECONO LUCA – CAP.II 

[41]I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. [42]Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; [43]ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. [44]Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; [45]non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. [46]Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. [47]E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. [48]Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». [49]Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». [50]Ma essi non compresero le sue parole.  [51]Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. [52]E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. 

DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA DI GIOVANNI PAOLO II ROSARIUM VIRGINIS MARIAE 

Il Rosario è anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera….La famiglia che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova. I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre nuovamente negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio…Molti problemi delle famiglie contemporanee, specie nelle società economicamente evolute, dipendono dal fatto che diventa sempre più difficile comunicare. Non si riesce a stare insieme, e magari i rari momenti dello stare insieme sono assorbiti dalle immagini di un televisore. Riprendere a recitare il Rosario in famiglia significa immettere nella vita quotidiana ben altre immagini, quelle del mistero che salva: l’immagine del Redentore, l’immagine della sua Madre Santissima. La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po’ il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino. (n.41) 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo.

PREGHIAMO 

O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che, per intercessione della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe, nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia senza fine. Per Cristo, nostro Signore. Amen. 

CANTO MARIANO 

04 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DEL BELL’AMORE 

DAL VANGELO SECONDO LUCA – CAP. VI 

[27]Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, [28]benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. [29]A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. [30]Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. [31]Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. [32]Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [33]E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [34]E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. [35]Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.  [36]Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. [37]Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; [38]date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio». 

RIFLESSIONE 

L’espressione «madre de bell’amore» si trova nel Siracide 24,24 «Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza».

La Chiesa, celebrando il mistero e la funzione della beata Vergine Maria contempla con gioia la sua bellezza spirituale.

La bellezza e lo splendore della santità e della verità di Dio, «fonte dell’eterna bellezza»  ed anche immagine della bontà e della fedeltà di Cristo, il più bello «tra i figli degli uomini». La beata Vergine per tre motivi è detta «bella», cioè amabile e pura: perché, essendo «piena di grazia» e «arricchita dei doni dello Spirito», «è rivestita della gloria del Figlio e adornata di ogni virtù» ; perché nel modo più puro amò appassionatamente Dio, il suo mirabile Figlio e tutti gli uomini, di un amore cioè verginale, sponsale e materno; perché fu splendidamente partecipe del mistero della concezione e della nascita di Cristo, nonché della sua morte e risurrezione, aderendo con la dolcezza e la forza dell’amore in perfetta sintonia al disegno salvifico di Dio.

Nella Vergine Maria che è «tutta bella» e «senza macchia», si trovano, portate a perfezione, le egregie virtù delle donne dell’Antico Testamento: la bellezza e l’amore della Sposa, del Cantico, la bellezza e la saggezza di Giuditta, lo splendore e la grazia della Regina, sposa del Re messianico. La «via della bellezza» è il cammino della perfezione cristiana; i fedeli che la percorrono «insieme con Maria» sono aiutati «a progredire nella, via del santo amore» e si rivolgono a Dio, «perché ripudiando la turpitudine del peccato (si innamorino) della bellezza incorruttibile». 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo. 

PREGHIAMO

Dio d’eterna sapienza e d’infinito amore, che dal talamo purissimo di Maria hai fatto uscire lo Sposo della Chiesa, Gesù Cristo tuo Figlio, il più bello tra i figli degli uomini, per intercessione della sua gloriosa Madre, dona letizia e pace a tutti i popoli e fa’ splendere la tua santità nei nostri cuori. Per Cristo, nostro Signore. Amen. 

CANTO MARIANO 

05 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DEL SALVATORE 

DAL VANGELO SECONDO MATTEO – CAP.XII 

[46]Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. [47]Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». [48]Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». [49]Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; [50]perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». 

RIFLESSIONE 

La possibilità di essere madre del Salvatore è offerta a tutti i credenti; lo ha dichiarato solennemente il Salvatore in persona quando ha affermato: «Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,48). Questo nulla toglie alla grandezza e alla unicità della Vergine Maria; nelle parole di Gesù, infatti, è espresso l’elogio più bello a sua mamma, dal momento che nessuno è stato, come lei, docile al disegno misterioso di Dio e nessuno si è posto al servizio dell’Altissimo con altrettanta prontezza e disponibilità: «Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Nella sorpresa trepidante dell’Annunciazione come nella straziante angoscia ai piedi della croce Maria rimane l’icona inarrivabile della fedeltà. E Madre del Salvatore perché, secondo il commento di sant’Agostino, ha concepito il Figlio eterno prima nel cuore che nel grembo; un cuore umile e disponibile, un cuore abitato dall’unico silenzio che meriti questo nome: il silenzio dell’adorazione. Prima nel cuore, quindi; ma anche nel grembo. Qui l’unicità della Vergine si rivela assoluta: lei sola è madre del Salvatore perché è in lei che il Verbo, scendendo dal trono regale, si è fatto carne (Gv 1,14); solo a lei è rivolto l’elogio, commovente nella sua concretezza, fiorito sulle labbra di un’altra donna che, affascinata dalla persona e dalle parole di Gesù, ha dichiarato beata colei che lo aveva portato in grembo e da cui aveva preso il latte (Lc 11,27). Ogni maternità è un mistero che coinvolge Dio, dal momento che è lui che ci ha tessuto nel grembo di nostra madre (Sal 139,13b). Ma in quello di Maria è la Sapienza stessa che si è costruita una casa (Prov 9,1), è l’Eterno che ha rivestito carne mortale. La Vergine è la porta regale attraverso cui la salvezza ha fatto il suo ingresso nel mondo, è l’arca dell’alleanza. Sono molte le immagini, quasi tutte tratte dalla Bibbia, nelle quali si tenta di esprimere il mistero della divina maternità di Maria, ma tale mistero continua a rimanere ineffabile: il cuore di una giovane donna e l’immensità di Dio; gesti di assoluta semplicità quotidiana, compiuti nell’abisso rovente della divina Trinità. Una mamma riversa la sua tenerezza sul suo bambino, lo coccola, lo consola, lo nutre, lo protegge; cose antiche come la storia dell’uomo. Ma quel bambino è Dio, i gesti di quella mamma sono offerti all’Altissimo: Maria insegna parole umane a colui che è la Parola, conta i giorni, i mesi e gli anni di colui che è l’Eterno, suggerisce come ci si comporta sulla scena di questo mondo a colui che è venuto ad insegnarci come si comportano i figli di Dio. Poco alla volta, con discrezione, Maria si mette in disparte. Lo fa ogni mamma che deve lasciare spazi sempre più ampi alla libera realizzazione del suo bambino, divenuto adolescente e uomo. Ma il mettersi in disparte di Maria è entrare in un rapporto ancora più profondo e vitale con suo Figlio: diminuiscono i suggerimenti della Madre e cresce il suo ascolto; non gli chiede più di seguirlo, gli va dietro. La Mamma diventa discepola; la prima, la più attenta, la più docile: «Maria conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19); custodiva con amore le parole e i gesti di Gesù, il suo maestro e salvatore, nel suo cuore eternamente giovane, perché apparteneva, fin dal primo battito, a Dio. Maria è madre del Salvatore e di tutti coloro che gli appartengono: madre nostra, quindi; e della Chiesa. Le chiediamo che ci aiuti ad essere discepoli attenti e docili del suo Signore, perché possiamo entrare, anche noi, sempre più profondamente nel mistero della divina maternità. «Salve, o amata dal Signore; salve, tu che siedi presso l’Altissimo. Il bambino nato da te salverà tutte le tribù di Israele, tutte le nazioni della terra. Salve, Madre di Dio, Madre del Salvatore» (Cirillo d’Alessandria).

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo.

 PREGHIAMO 

O Dio, nostro Padre e Salvatore, in Maria “Stella della nuova evangelizzazione”, spronaci e accompagnaci Tu sui passi di una pastorale instancabilmente missionaria con un unico e decisivo programma: annunciare Cristo, Redentore dell’uomo. Amen. 

CANTO MARIANO 

06 DICEMBRE 2013: MARIA MADRE DELLA CHIESA 

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI- CAP. XIX 

[25]Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. [26]Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». [27]Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. 

RIFLESSIONE 

Maria è strettamente associata, per il suo legame con Gesù, a ciò che crediamo. Nel concepimento verginale di Maria abbiamo un segno chiaro della filiazione divina di Cristo. L’origine eterna di Cristo è nel Padre, Egli è il Figlio in senso totale e unico; e per questo nasce nel tempo senza intervento di uomo. Essendo Figlio, Gesù può portare al mondo un nuovo inizio e una nuova luce, la pienezza dell’amore fedele di Dio che si consegna agli uomini. D’altra parte, la vera maternità di Maria ha assicurato per il Figlio di Dio una vera storia umana, una vera carne nella quale morirà sulla croce e risorgerà dai morti. Maria lo accompagnerà fino alla croce (cfr Gv 19,25), da dove la sua maternità si estenderà ad ogni discepolo del suo Figlio (cfr Gv 19,26-27). Sarà presente anche nel cenacolo, dopo la Risurrezione e l’Ascensione di Gesù, per implorare con gli Apostoli il dono dello Spirito Santo (cfr At 1,14). Il movimento di amore tra il Padre e il Figlio nello Spirito ha percorso la nostra storia; Cristo ci attira a Sé per poterci salvare (cfr Gv 12,32). Al centro della fede si trova la confessione di Gesù, Figlio di Dio, nato da donna, che ci introduce, per il dono dello Spirito Santo, nella figliolanza adottiva (cfr Gal 4,4-6) (Dall’Enciclica Lumen fidei di Papa Francesco).

 TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo. 

PREGHIAMO

A Maria, madre della Chiesa e madre della nostra fede, ci rivolgiamo in preghiera. Aiuta, o Madre, la nostra fede! Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata. Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa. Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede. Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei  momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare. Semina nella nostra fede la gioia del Risorto. Ricordaci che chi crede non è mai solo. Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore! Amen

CANTO MARIANO 

07 DICEMBRE 2013: MARIA, VERGINE E MADRE IMMACOLATA 

DALLA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI 

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,  che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo  per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi  mediante Gesù Cristo,  secondo il disegno d’amore della sua volontà,  a lode dello splendore della sua grazia,  di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.  In lui siamo stati fatti anche eredi,  predestinati – secondo il progetto di colui  che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo 

RIFLESSIONE 

Fu Sant’Anselmo che per primo mise in luce la vera grandezza del mistero che si attua nella concezione di Maria: la sua preservazione dal peccato. Già nel 1439 il concilio di Basilea considerò questo mistero come una verità di fede, e Pio IX ne proclamò il dogma nel 1854. Dio ha voluto Maria per la salvezza dell’umanità, perché ha voluto che il Salvatore fosse «figlio dell’uomo»; per questo viene applicata a Maria, con pienezza di significato, la parola di Dio contro il tentatore: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa» (Gn 3,15). E Maria viene riconosciuta come la «nuova Eva, madre di tutti i viventi». Così Maria appare accanto a Cristo, il nuovo Adamo, e perciò ci si presenta come colei che aiuta a riscoprire e a rispettare il posto della donna nella salvezza dell’umanità. Richiama ed esalta il posto e il compito della vergine, della sposa, della madre, della vedova, nella società, nella Chiesa e nel mondo; rivendica la dignità della donna contro ciò che la attenta.

Alla luce del dogma dell’Immacolata Concezione si comprende meglio la nostra identità di cristiani, prescelti e predestinati alla gloria futura. La scelta che Dio ha fatto di ogni essere umano che viene all’esistenza per essere inserito nel Cristo e per avere in lui il suo posto nel mondo, nella Chiesa, viene richiamato dalla pagina di Paolo. Siamo tutti voluti e amati da Dio, ciascuno ha il suo inconfondibile posto nell’umanità, ciascuno vi deve operare in maniera santa, senza macchia, nella carità. Maria sta certo al vertice di questa corrispondenza. Maria Santissima, sottratta al peccato «originale», è anche la garanzia che nel mondo il bene è più forte e più contagioso del male. Con lei, la prima redenta, ha inizio una storia di grazia «contagiosa». 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo. 

PREGHIAMO

O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per il nostro… 

PREGHIERA CONCLUSIVA TRATTA DALLE VARIE PREGHIERE ALL’IMMACOLATA DI PAPA GIOVANNI PAOLO II. 

Vergine Immacolata!

La tua intatta bellezza spirituale

è per noi sorgente viva di fiducia e di speranza.

Aiutaci a costruire un mondo

dove la vita dell’uomo sia sempre amata e difesa,

ogni forma di violenza bandita,

la pace da tutti tenacemente ricercata.

Con premura materna, Vergine Maria,

guida sempre i nostri passi sulle vie del bene.

A Te si volge il nostro sguardo con più forte trepidazione,

a Te ricorriamo con più insistente fiducia

in questi tempi segnati da non poche incertezze e timori

per le sorti presenti e future dell’umanità.

A Te, primizia dell’umanità redenta da Cristo,

finalmente liberata dalla schiavitù del male e del peccato,

eleviamo insieme una supplica accorata e fidente:

ascolta il grido di dolore delle vittime

delle guerre e di tante forme di violenza,

che insanguinano la Terra.

Dirada le tenebre della tristezza e della solitudine,

dell’odio e della vendetta.

Apri la mente e il cuore di tutti alla fiducia e al perdono!

Madre di misericordia e di speranza,

ottieni per gli uomini e le donne del terzo millennio

il dono prezioso della pace:

pace nei cuori e nelle famiglie, nelle comunità e fra i popoli;

pace soprattutto per quelle nazioni

dove si continua ogni giorno a combattere e a morire.

Fa’ che ogni essere umano, di tutte le razze e culture,

incontri ed accolga Gesù,

venuto sulla terra  e morto sulla croce per noi.

In Te, “umile ed alta più che creatura”,

la grazia divina ha riportato piena vittoria sul male.

Preservata da ogni macchia di colpa,

Tu sei per noi, pellegrini sulle strade del mondo,

luminoso modello di coerenza evangelica

e pegno validissimo di sicura speranza.

Prega, o Madre, per tutti noi.

Prega per l’umanità che soffre miseria e ingiustizia,

violenza e odio, terrore e guerre.

Prega per noi, Madre della speranza!

“Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino.

Fa’ che vediamo il tuo Figlio,

pieni di gioia nel cielo”.

Tu sei la Tutta Bella,

che l’Altissimo ha vestita della sua potenza.

Tu sei la Tutta Santa, che Iddio s’è preparata

come sua intatta dimora di gloria.

Ave, Tempio arcano di Dio,

ave piena di grazia,

 intercedi per noi ora e sempre. Amen.

 

ATTO DI AFFIDAMENTO ALLA MADONNA DI PAPA FRANCESCO 

Beata Maria Vergine di Fatima,

con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna

uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni  

che ti dicono beata.

Celebriamo in te le grandi opere di Dio,

che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità,

afflitta dal male e ferita dal peccato,

per guarirla e per salvarla.

Accogli con benevolenza di Madre

l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia,

dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara.

Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi

e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.

Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo

e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso.

Custodisci la nostra vita fra le tue braccia:

benedici e rafforza ogni desiderio di bene;

ravviva e alimenta la fede;

sostieni e illumina la speranza;

suscita e anima la carità;

guida tutti noi nel cammino della santità.

Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione

per i piccoli e i poveri,

per gli esclusi e i sofferenti,

per i peccatori e gli smarriti di cuore:

raduna tutti sotto la tua protezione

e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù. Amen. 

SALVE REGINA 

PREGHIERA CONCLUSIVA 

O Dio che ci hai concesso di prepararci nella preghiera alla solennità della Madonna Immacolata, fa che quanto lo Spirito Santo ha suggerito alle nostre menti e ai nostri cuori, durante il novenario, si traduca in stile di vita cristiana, imitando la Vergine Maria, preservata da ogni macchia di peccato originale, ad evitare il peccato e il male nella nostra vita e di non essere di scandalo ai più piccoli di questo nostro afflitto mondo, fatto di miserie e passioni di ogni genere. Amen.

BENEDIZIONE  DEL SACERDOTE 

CANTO MARIANO FINALE

Preghiera alla Madonna di Medjugorje

1380238_10202205563326364_278906684_n.jpgPreghiera alla Madonna di Medjugorje
Testo di padre Antonio Rungi, passionista.

Regina della pace che vegli sul mondo intero
da questo luogo sperduto e solitario
dell’ex-Jugoslavia, terra di atei e senza fede in Dio,
che tanto hanno fatto soffrire il tuo cuore già ferito,
per le tante guerre che gli uomini di ogni tempo
si sono combattute in ogni angolo della terra,
guarda oggi questa umanità senza più fede ed ideali.
 

Dal cielo, ove siedi Regina alla destra del tuo Figlio,
proteggi quanti credono nella parola del Vangelo,
che è alimento di ogni anima che cerca la verità.
Sostieni quanti in ogni parte del mondo
lottano per la pace, la giustizia e la fratellanza universale.
Porta gioia e pace nelle famiglie afflitte dal più terribile male
del nostro tempo, che è l’egoismo distruttivo di ogni
vera relazione affettiva.
 
Dona pace e serenità a quanti vivono l’esperienza del dolore,
della malattia e dell’abbandono
e non trovano conforto in nessun uomo e donna di questo mondo.
 
Fa che ovunque nel mondo trionfi il santo nome del tuo Figlio Gesù,
che ha dato la vita per tutti gli uomini
ed ha versato sulla croce  il suo sangue prezioso,
per riconciliare tutte le creature con il loro Creatore.
 
Madre e Regina della pace,
ti affidiamo il Santo Padre,
i vescovi e soprattutto i sacerdoti,
quelli che hanno un posto speciale nel tuo cuore di Madre.
Sono tuoi figli prediletti e fa che questa speciale predilezione
che porti ad ognuno di loro
sia corrisposta con una vita santa, povera, casta,
nella piena e santa obbedienza alla Chiesa.
 
Proteggi i bambini, i giovani, gli adulti,
gli anziani, gli ammalati
e quanti hanno una speciale devozione
verso il tuo santuario di Medjugorje,
dove tu parli al cuore di ogni uomo
con il solo linguaggio della preghiera, dell’amore e del perdono.
 
Non permettere che nessuno dei tuoi figli
possa sperimentare il totale disastro spirituale ed interiore
e che, con la tua grazia e la tua potente intercessione presso il Signore,
ogni uomo di questo mondo
possa vedere il tuo volto glorioso e luminoso
nella gloria e nella felicità eterna del Santo Paradiso.
Amen.
 
Padre Antonio Rungi cp

Maranola (Lt). Primo centenario di presenza delle Suore di Gesù Redentore a Maranola di Formia

551277_475373595895057_1822623941_n.jpg1238116_475373462561737_1124545783_n.jpgcentrostorico_1.jpgIniziano nei prossimi giorni e si concluderanno il 6 ottobre 2013 i solenni festeggiamenti in occasione del Primo Centenario di presenza e di attività apostolica e missionaria  delle Suore di Gesù Redentore, a Maranola, una frazione del Comune di Formia (Lt).. E da Maranola è uscita una serva di Dio, avviata verso la beatificazione: Filomena D’Urso, in religione Suor Ambrogina di San Carlo. E’ questo il frutto più evidente di una centenaria presenza delle Suore di Gesù Redentore a Maranola, dove dal loro primo insediamento hanno curato i bambini abbandonati o in disagio sociale con il Convitto, secondo il carisma della Fondatrice, la Serva di Dio Madre Victorine Le Dieu, e successivamente hanno e lavorano nell’attività formativa nella scuola dell’infanzia e nella collaborazione sistematica con la parrocchia. Proprio d’intesa con il parroco, monsignor Antonio De Meo, già vicario generale dell’arcidiocesi di Gaeta, la comunità delle Suore di Gesù Redentore di Maranola ha  programmato una  serie di iniziative religiose, culturali e sociali per degnamente ricordare questo storico avvenimento. Saranno concentrate, soprattutto nei giorni 2-6 ottobre saranno, le iniziative finalizzate a ripresentare storicamente la presenza delle suore a Maranola. Si parte il giorno 2 ottobre alle ore 17,30 con il Rosario Meditato e la S.Messa. Il giorno 3 ottobre, stesso orario, si svolgerà l’Adorazione eucaristica per le vocazioni e subito dopo la S.Messa. Il giorno 4 ottobre sul carisma delle Suore di Gesù Redentore, incentrato sull’adorazione, sulla riparazione e sulla riconciliazione, relazionerà il teologo morale, padre Antonio Rungi, religioso passionista e docente nelle scuole statali. Seguirà la celebrazione eucaristica. Il giorno 5 ottobre sulla spiritualità delle Suore di Gesù Redentore, relazionerà la Vicaria generale dell’Istituto, Suor Maria Teresa Dupont, già superiora generale. Seguirà la celebrazione della santa messa. Domenica 6 ottobre, alle ore 11,30 la messa di ringraziamento al Signore per il dono del primo centenario della presenza delle Suore a Maranola, con la partecipazione della comunità cristiana, le autorità religiose, civili e militari del territorio e la presenza della Superiora generale dell’Istituto, Madre Marilena Russo. “L’amore di Dio, può rinnovare la terra. Credo con una nuova fede. Spero con una più forte speranza. Voglio con una sincera carità lavorare all’opera così giusta e necessaria della riconciliazione che Dio nella sua misericordia ha riservato al nostro tempo”. E’ su questo progetto di vita e missione della loro fondatrice che le Suore di Gesù Redentore hanno lavorato in questi 100 anni di presenza a Maranola. E di questo vogliono rende grazie al Signore le Suore di Maranola con i solenni festeggiamenti in corso e che si concluderanno nella prima settimana di ottobre 2013. In tale contesto sarà ricordata la figura esemplare della Serva di Dio, Madre Ambrogina di San Carlo, al secolo Filomena D’Urso, nativa Maranola, dove venne alla luce il 1° gennaio 1909.  A 19 anni Filomena, infatti, lasciò tutto per farsi suora della Congregazione di Gesù Redentore.  Divenuta suor Ambrogina di San Carlo, fece il noviziato a Roma, quindi fu trasferita a Perugia. Assimilò e visse la consacrazione religiosa seguendo lo spirito e il carisma della fondatrice dell’Istituto Victorine Le Dieu.  All’inizio del 1930 venne mandata a Varlungo, a sud di Firenze, in una casa dove erano accolti bambini bisognosi. A questa missione la Serva di Dio dedicò tutta se stessa, fino a compromettere la propria salute. Furono anni segnati dalla sofferenza, vissuti però guardando al Redentore. Col desiderio di diventare “grande santa”, visse per donare amore gratuito, a gloria di Dio e per la salvezza dei fratelli. Trovò così anche la forza di consolare quanti ricorrevano a lei per ricevere consigli e conforto spirituale. Dalla primavera del 1948 fu costretta a stabilirsi in infermeria, che divenne il luogo in cui si compì la sua silenziosa missione, con crescente amore per Gesù Eucaristia . Scrisse nel diario spirituale: “Vorrei gridare a tutte le creature della terra: l’Amore s’è fatto Pane. Vorrei gridare a tutto il mondo che amasse l’Amore”, “Voglio guardare sempre in alto cercando una cosa sola: l’Amore”. Morì a soli 45 anni il 26 marzo 1954. Il 1° ottobre 2006 dal cimitero di Firenze, i suoi resti mortali fecero ritorno a Maranola, deposti in un’urna, nella chiesa dell’Annunziata dove tante volte da ragazzina aveva pregato. In paese una sala museo raccoglie i suoi ricordi.

Lenola (Lt). Domani conclusione dei solenni festeggiamenti in onore del Madonna del Colle

DSC08823.JPGSarà monsignor Fabio Bernardo D’Onorio, arcivescovo di Gaeta, a chiudere i solenni festeggiamenti in onore della Madonna del Colle, a Lenola, con la celebrazione eucaristica delle ore 11.00 di domani, domenica, 15 settembre 2013, in coincidenza con il ritrovamento della sacra effige della Madonna il 15 settembre del 1602. Da quella data il popolo di Lenola onora la Vergine Santa con il titolo della Madonna del Colle. Alla festa i fedeli, che hanno partecipato numerosissimi, si sono preparati con un novenario e con il triduo predicato da padre Antonio Rungi, missionario passionista e guidati dai sacerdoti che si sono succeduti nel corso del novenario e che hanno proposto temi riguardanti la fede nell’anno della fede. Triduo di predicazione molto seguito ed apprezzato dai fedeli che, ieri, a conclusione della tre giorni di spiritualità hanno voluto ringraziare pubblicamente il sacerdote, ormai, da circa due anni, costantemente presenti nell’arcidiocesi di Gaeta ed un punto di riferimento spirituale e apostolico nella comunità passionista della Civita.

Dopo la solenne concelebrazione seguirà la processione per le principali vie della città con la statua della Madonna del Colle, alla quale prendono parte migliaia di fedeli, anche dei comuni limitrofi e soprattutto i tanti lenolesi immigrati in Italia o all’estero e che rientrano per la festa della Madonna del Colle. I solenni festeggiamenti organizzati dall’apposito comitato feste, presieduto dal rettore-parroco, don Adriano Di Gesù anche quest’anno hanno approntato un nutrito programma di celebrazioni religiosi e di manifestazioni culturali e ricreative per degnamente onorare la Vergine Santa. Per la prima volta tutte le funzioni religiose sono state trasmesse in diretta streaming utilizzando il sito interne del santuario della Madonna del Colle. Nell’anno della fede, un maggior impulso  è stato dato al culto mariano nel corso della novena e soprattutto durante triduo predicato da padre Antonio Rungi, missionario passionista del vicino Santuario mariano della Civita, altro luogo di spiritualità del Sud-Pontino, molto frequentato durante l’anno e soprattutto in questi giorni.

Falciano del Massico (Ce). Arrivano le reliquie di Santa Margherita e San Claudio

Falciano del Massico. Arrivanoreliquiario.jpgreliquiario2.jpg le reliquie di Santa Margherita, l’apostola del Sacro Cuore e di San Claudio

di Antonio Rungi

Arriveranno a Falciano del Massico (Ce),  sabato 15 giugno alle ore 17,30  le reliquie di Santa Margherita Maria Alacoque, l’apostola del Sacro Cuore e di San Claudio de La Colombiere. Il grande reliquiario che contiene un pezzo della costola destra e sinistra della Santa, più un frammento di cranio e del cervello di Santa Margherita. Inoltre, nel reliquiario fatto sono conservate anche frammenti di ossa di San Claudio de La Colombiere.

Il reliquiario sarà accolto dal parroco don Emilio Fusco, in Piazza Limata e da lì in processione sarà trasferito nella Chiesa di San Pietro, dove resterà alla venerazione dei fedeli. La messa con omelia per l’accoglienza del sontuoso reliquiario sarà presieduta da padre Antonio Rungi, ex-superiore provinciale dei passionisti, che a Falciano ha predicato tantissime volte in occasione della festa del Sacro Cuore. E proprio a Falciano nella Chiesa parrocchiale di San Pietro è fattiva l’Apostolato della Preghiera, l’associazione cattolica impegnata nella diffusione della devozione al Sacro Cuore di Gesù di cui Santa Margherita è stata la grande ispiratrice e promotrice.

Molto attesa nella comunità dei cristiani per questo fausto e storico avvenimento voluto fortemente dal dinamico sacerdote diocesano, don Emilio Fusco, promotore di tante iniziative sociali, umane e spirituali nella comunità falcianese.

Il culto dei santi espresso anche attraverso la venerazione delle reliquie attinge alla storia stessa della nascita del cristiano, dall’adorazione dei luoghi della vita, morte e risurrezione di Gesù a quelli di Maria Santissima, a quelli dei primi martiri fino ai nostri giorni è un susseguirsi testimonianza di fede semplice  e sincera da parte del popolo di Dio verso i santi mediante la venerazione dei resti o di qualche frammento dei santi, soprattutto martiri.

Per circa duemila anni il culto è rimasto inalterato, modificando solo in parte l’assetto strutturale del modo di conservare, trasmettere e venerale il culto dei santi mediante le reliquie. Quanti resti di santi trafugati o trasportati “legalmente ed ufficialmente” da una parte all’altra dell’allora mondo conosciuto ed oggi patrimonio di questa o quella chiesa o rimasti nel territorio di appartenenza e nei luoghi in cui hanno vissuto e testimoniato la fede in Gesù Cristo. Una bellissima ed edificante storia da raccontare non scevra da fanatismi vari ed esaltazioni e mistificazioni di varia natura che vanno incanalati nella vera ed autentica devozione verso i santi, che è imitazione della vita e fedeltà a Cristo, al Vangelo e alla Chiesa.

A mettere ordine su abusi di ogni genere è intervenuto su questo argomento l’alto magistero del Concilio Vaticano II, nella Costituzione “Sacrosanctum Concilium” sulla Liturgia, (1961), nella quale si legge: “La Chiesa, secondo la sua tradizione, venera i santi e tiene in onore le loro reliquie autentiche e le loro immagini. Le feste dei santi infatti proclamano le meraviglie di Cristo nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitare” (SC, 111).

Da parte sua il revisionato  Codice di diritto canonico, pubblicato nel 1984, nel “Libro IV, Titolo IV: Il culto dei santi, delle immagini sacre e delle reliquie”, ha alcuni canone riguardante questo tema (Cann. 1186 – 1190):

Can. 1186 – Per favorire la santificazione del popolo di Dio, la Chiesa affida alla speciale e filiale venerazione dei fedeli la Beata Maria sempre Vergine, la Madre di Dio, che Cristo costituì Madre di tutti gli uomini, e promuove inoltre il vero e autentico culto degli altri Santi, perché i fedeli siano edificati dal loro esempio e sostenuti dalla loro intercessione.

Can. 1187 – E lecito venerare con culto pubblico solo quei servi di Dio che, per l’autorità della Chiesa, sono riportati nel catalogo dei Santi o dei Beati.

Can. 1188 – Sia mantenuta la prassi di esporre nelle chiese le sacre immagini alla venerazione dei fedeli; tuttavia siano esposte in numero moderato e con un conveniente ordine, affinché non suscitino la meraviglia del popolo cristiano e non diano ansa a devozione meno retta.

Can. 1189 – Le immagini preziose, ossia insigni per antichità, arte o culto, che sono esposte alla venerazione dei fedeli nelle chiese o negli oratori, qualora necessitino di riparazione, non siano mai restaurate senza la licenza scritta dell’Ordinario; e questi, prima di concederla, consulti dei periti.

Can. 1190 – §1. È assolutamente illecito vendere le sacre reliquie.

§2. Le reliquie insigni, come pure quelle onorate da grande pietà popolare, non possono essere alienate validamente in nessun modo né essere trasferite in modo definitivo senza la licenza della Sede Apostolica.

§3. Il disposto del §2 vale anche per le immagini che in taluna chiesa sono onorate da grande pietà popolare.

Del valore delle reliquie parla in particolare il canone 1190, che proibisce la vendita e regola il trasferimento delle reliquie. Le sacre reliquie hanno un valore religioso maggiore delle immagini, poiché sono i resti mortali di Martiri e Santi, il cui corpo è stato sulla terra il tempio vivo dello Spirito Santo e lo strumento di virtù eroiche, riconosciute ufficialmente dalla Chiesa.

Il can. 1255 del Codice precedente precisava che il culto religioso prestato alle reliquie e alle immagini dei Santi e dei Martiri non è assoluto, ma relativo, in quanto si riferisce non alla reliquia o alla immagine in sé, ma alla persona del Santo o del Martire, che esse richiamano”

Se il Concilio parla di reliquie ed immagini, se il Codice nel titolo mette prima le immagini sacre e poi le reliquie, il Catechismo della Chiesa Cattolica, (1992) colloca le reliquie non più accanto alle immagini, ma accanto alle varie forme di pietà popolare, alcune delle quali (pellegrinaggi, processioni, santuari, hanno spesso come oggetto le immagini dei santi).

Al n. 1674 dice: “Oltre che della Liturgia dei sacramenti e dei sacramentali, la catechesi deve tener conto delle forme della pietà dei fedeli e della religiosità popolare. Il senso religioso del popolo cristiano, in ogni tempo, ha trovato la sua espressione nelle varie forme di pietà che circondano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni, la “via crucis”, le danze religiose, il rosario, le medaglie, ecc ”.

Come dire che è bene favorire la devozione popolare con reliquie, immagini e quanto altro di formativo ed educativo al fine di una vera ed autentica fede che non si fermi all’esteriore e all’immagine, ma vada oltre nel cuore della vera verità di fede che si esprime anche con la venerazione delle reliquie. Infatti tale culto è incoraggiato dalla Chiesa “perché i fedeli siano edificati dall’esempio della Madre di Dio e di Santi e sostenuti dalla loro intercessione”.