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P.RUNGI. SI’ AL PRESEPE E ALLE CELEBRAZIONI NATALIZIE IN TUTTE LE SCUOLE PUBBLICHE E UFFICI PUBBLICI

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COMUNICATO STAMPA 

P.RUNGI  (TEOLOGO MORALE) . NON FAR FARE IL PRESEPE O OSTACOLARE ALTRE MANIFESTAZIONI RELIGIOSE NATALIZIE  A SCUOLA O NEI  LUOGHI PUBBLICI  E’ UN GRAVE  ATTO DI INTOLLERANZA RELIGIOSA NEI CONFRONTI DEI CRISTIANI.

 

“Non far fare il presepe o proibire di fare altre manifestazioni religiose in occasione del Natale sia a scuola che nei luoghi pubblici, soprattutto in questo Anno giubilare della Misericordia, è una grave violazione della libertà religiosa nei confronti dei cristiani; anzi è un gravissimo peccato contro la libera espressiva religiosa di ogni persona umana che crede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, che si è incarnato nel grembo verginale di Maria, per opera dello Spirito Santo ed è nato a Betlemme 2015 anni fa per la salvezza del genere umano”, è quanto afferma padre Antonio Rungi, teologo morale, religioso passionista, docente di Filosofia e Pedagogia nelle scuole statali, a commento di quanto sta succedendo in alcune parti d’Italia sia nelle scuole pubbliche che in determinati luoghi pubblici.

“E’ inconcepibile in una nazione –afferma P. Rungi – come l’Italia con una forte caratterizzazione di cultura cristiana, di arte ed espressioni musicali e simboliche che hanno attinenza con il mistero della Nascita di Gesù Cristo, proibire ai bambini, ai ragazzi, ai giovani e agli adulti di esprimere la loro passione per il Natale, in quei luoghi dove ogni giorno vivono la loro esperienza formativa, anche attraverso l’insegnamento della religione cattolica. La presenza di alunni e studenti o di adulti di altre religioni non può ostacolare quello che è il comune sentire e la tradizione natalizia nel nostro paese. Nessuno è tenuto a partecipare alle manifestazioni di carattere religioso, se non le condivide, ma è pur vero che nessuno può ostacolare che tali manifestazioni di culto e di fede debbano essere represse, in ragione di una libertà religiosa e tolleranza che è tale se si rispettano solo le altre fedi e si massacra la nostra religione, il nostro culto, le nostre tradizioni. E per giunta in un Paese libero e democratico, in una Nazione e in un Continente a forte caratterizzazione cristiana. Per cui, invito gli studenti cattolici, i genitori cattolici, i docenti cattolici, il personale della scuola, soprattutto i dirigenti scolastici, cattolici o di altre fedi o agnostici, a favorire tutto ciò che è espressione di amore e rispetto del Natale cristiano a partire dal presepe, dai canti, dall’arte, per poi esplicitarsi nelle molteplici modalità di vivere il Natale con i bambini italiani, quale la recita del Natale e il saggio natalizio. Togliete il Natale ai bambini e ai ragazzi nella scuola e togliete a loro una parte della felicità, della gioia in questi giorni. Vivere il clima natalizio con un spirito di pace, fraternità e solidarietà è il modo migliore per incontrare i bambini di altre culture e religioni, che, più degli adulti, sanno stare insieme ai propri coetanei e non fare polemica o ostacolare un percorso di formazione ed esperienza umana e religiosa, in caso di realizzazione del presepe a scuola o nei luoghi pubblici o di manifestazioni canore e artistiche riguardante il mistero della Natività. Chiedo a tutti i dirigenti scolastici, essendo anch’io un docente impegnato nelle scuole statali, di avere massimo rispetto per i bambini, i ragazzi, gli studenti che vogliono festeggiare il loro Natale a scuola, senza ostacolare nessuna forma di manifestazione della loro gioia di credere, vivere e sperare in un mondo migliore, mediante tutto quello che è espressione di cultura, fede e religione cristiana, la quale può solo aiutare il cammino verso la pace, la solidarietà e fratellanza universale e non certamente ostacolarla. D’altra parte – continua il teologo morale Rungi – per ogni cristiano, dovunque egli si trovi ed operi è suo dovere manifestare la fede e testimoniarla, nel rispetto degli altri, ma non privandosi di ciò che è essenziale alla sua fede stessa. E il Natale è essenziale per ogni cristiano che ama la pace, la giustizia, la famiglia, i poveri, gli emarginati, gli immigrati e fa di questa festa non solo un artistico presepe o saggio natalizio, ma la traduce in opere di bene, a partire dalla scuola e dal mondo del lavoro dove vive ogni giorno da cattolico e non da agnostico. E tal proposito è bene citare quanto recita il Catechismo della Chiesa cattolica sulla professione della fede cristiana: “Chi dice “Io credo”, dice “Io aderisco a ciò che noi crediamo. La comunione nella fede richiede un linguaggio comune della fede, normativo per tutti e che unisca nella medesima confessione di fede” (CCC, 185).

“La manifestazione pubblica della nostra fede  è vivere coerentemente con essa, ma anche realizzare  il presepe nei locali pubblici o utilizzare tutti i simboli, i riti cattolici per renderla visibile a tutti, senza paure e ipocrisie. E allora, perché vietare il presepe o altro del Natale se è una cosa buona ed è utile per il bene comune, per la gioia di tutti? Provate a togliere il presepe o altre iniziative natalizie –conclude con amarezza e tristezza padre Rungi – e in Italia e nel mondo non sarà più Natale davvero, non solo per i cristiani, ma per tutti gli uomini di buona volontà. Cristo è venuto nel mondo per la felicità di tutti e non solo per una parte di esso”.

P.RUNGI. COMMENTO PER LA SECONDA DOMENICA DI NATALE – 4 GENNAIO 2015

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SECONDA DOMENICA DEL TEMPO DI NATALE

4 GENNAIO 2015 

NEL QUIETO SILENZIO, IL VERBO SI FECE CARNE 

Commento di padre Antonio Rungi 

Siamo alla fine del periodo natalizio ed oggi celebriamo la seconda domenica di Natale, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno 2015, dopo il frastuono dei botti di capodanno, delle discoteche al chiuso o in piazza, delle tante feste rumorose che anche quest’anno hanno segnato il passaggio al nuovo anno, la parola di Dio di questa prima domenica del 2015 ci riporta alla realtà della vita quotidiana, ci richiama al senso più vero della festa e della gioia, che è il silenzio, la preghiera, l’accoglienza della parola di Dio.

La liturgia della santa messa di oggi, inizia, infatti, con una bellissima antifona d’ingresso che è tutto un programma di vita spirituale che ci viene proposto: “Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa, mentre la notte giungeva a metà del suo corso, il tuo Verbo onnipotente, o Signore, è sceso dal cielo, dal trono regale. (cf. Sap 18,14-15). Gesù è questa parola che viene nel silenzio, non fa rumore come i tanti rumori del mondo caotico di oggi, fa rumore nel cuore delle persone che lo accolgono e vogliono dialogare con Lui, giungendo con umiltà alla grotta che lo ospita, al freddo e al gelo, in una condizione di povertà vera. Rompere il nostro silenzio con Dio, con la preghiera con l’ascolto della sua parola e con un dialogo continuo con Lui, che passa attraverso una vita improntato alla spiritualità, al guardare in faccia la realtà del mondo con le sue ricchezze e le sue povertà, con le sue miserie e debolezze. L’evangelista Giovanni, nel prologo del suo vangelo, oggetto di meditazione oggi, ci offre questa possibilità d entrare nel cuore del grande mistero del Verbo Incarnato, della parola di Dio che diventa una persona bene precisa, Gesù Cristo, nato nel grembo verginale di Maria, pero opera dello Spirito santo. Gesù rompe il silenzio della storia, che pur camminando in attesa del messia, nulla aveva fatto per predisporre il mondo ad accoglierlo. Anzi lui è il primo rifiutato, il primo ostacolato e non accettato. La luce che egli porta è rifiutata, perché il mondo preferisce vivere belle tenebre e nell’errore, piuttosto che portare giustizia e verità nelle sue vicende quotidiane. Quando nella pienezza del tempo Cristo è venuto a visitarci, molti non l’hanno accolto e continuano a non accoglierlo. A chi invece lo ha accolto ha dato il potere d diventare figli di Dio. Accogliere è professare la fede in Gesù Cristo, salvatore del mondo, luce delle genti e gloria del suo popolo, la vecchia Israele, e la nuova Israele che è la chiesa santa di Dio. L’apostolo Paolo ci invita oggi, nel brano della sua lettera agli Efesini ad entrare pienamente e coscientemente nel mistero di Cristo redentore dell’umanità e lo fa con parole precise e con terminologia biblica e teologica adatte a chi vuole approfondire la propria fede alla luce della sacra scrittura: “Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi”. Spirito di sapienza e rivelazione, profonda conoscenza, illuminazione della mente e del cuore: il tutto per comprendere il grande mistero della redenzione e della salvezza operata da Cristo mediante la sua incarnazione, passione, morte e risurrezione. Il cuore e il centro della fede sta tutto qui. E da qui si deve necessariamente partire se vogliamo essere in sintonia con la fede che diciamo di professare a parole e non sempre con i fatti. Noi cristiani abbiamo il dovere morale di chiedere al Signore ogni giorno che ci illumini nel comprendere cosa sia giusto fare per il nostro e altrui bene eterno. Chiediamo quel dono dello Spirito santo della sapienza come ci viene ricordato nel brano della prima lettura di questa giornata. La nostra sapienza vera è Cristo, la sapienza incarnata. Se entriamo in dialogo vero con lui abitiamo noi stessi ed abitiamo il mondo con la sensibilità di Dio. Il testo del libro del Siracide della prima lettura di oggi ci fa toccare con mano questa bellissima verità di un Dio che viene nel mondo a portare gioia e conforto a tutti gli uomini, in quell’assemblea di santi, dove ha preso dimora. Dio mette tende tra gli uomini e lo fa mediante il Figlio suo, Gesù Cristo. Il ricco testo del prologo del Vangelo di Giovanni è una chiara attestazione di questa verità di fede profondissima che riviviamo ogni Natale, quando la comunità dei credenti si pone davanti al mistero di Gesù Bambino e si interroga chi veramente sia quella creatura venuta sulla terra e nata da una vergine Madre, Maria santissima. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”. Questa gloria di Dio l’abbiamo contemplata anche in questo Natale 2014 e in questo inizio di anno 2015, accostandoci con grande umiltà alla grotta di Betlemme, dove Gesù, appena nato, su invito degli angeli, chiama intorno a sé gli umili ed i grandi del suo tempo. Tutti coloro che sono ben predisposti ad accogliere la buona notizia si recono senza indugio a Gesù bambino, come i pastori e i Re Magi. Chi invece ha il cuore impietrito e chiuso nel suo orgoglio, rifiuta quel Dio fatto carne ed uomo e cerca addirittura non solo di non accoglierlo, ma di eliminarlo, come voleva fare Erode. La storia umana e soprattutto della salvezza ci dice che i progetti de potenti falliscono sempre, mentre avanzano e reggono nel tempo i progetti degli umili e di quanti si affidano a Dio con tutto se stessi. Il Natale 2014 ormai è alle spalle e davanti a noi c’è, subito dopo,  la grande solennità dell’Epifania, entrambi le feste che portano al centro della nostra attenzione e della nostra preghiera il verbo di Dio, Gesù Cristo, venuto sulla terra a portare gioia e pace al mondo intero. Sia quella nostra preghiera della seconda domenica di Natale: “Padre di eterna gloria, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo e in lui, sapienza incarnata, sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua tenda, illuminaci con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la gioia che ci attende, come figli ed eredi del regno”.

Silenzio, preghiera, accoglienza, amore, misericordia, tenerezza siano il modo costante per ogni cristiano per vivere sempre il Natale e farlo vivere negli altri.

PREGHIERA DELLA NOTTE DI NATALE

PREGHIERA NOTTE DI NATALE

PREGHIERA DELLA NOTE DI NATALE 

O Gesù, Redentore del mondo,

atteso dalle genti e nostro salvatore,

vieni presto e non tardare

a sanare le ferite del cuore umano.

 

Vieni, Signore della vita,

a portare gioia e felicità,

nelle nostre vite,

segnate da tante malattie

del corpo e dello spirito,

che solo Tu puoi guarire,

con la forza risanatrice

della tua parola di vita.

 

Vieni in questa notte,

attesa da tutti i popoli,

a portare luce e conforto

a chi brancola nelle tenebre del dubbio,

del peccato e della tristezza dell’anima.

 

Signore, Gesù, fa che nessuno al mondo possa essere triste per mancanza d’amore,

del Tuo amore, del nostro amore,

dell’amore dei propri cari

e di quanti si sono impegnati ad amare.

 

Signore vieni nella case e nelle famiglie

delle nostre città, dei nostri paesi,

dei nostri borghi e nelle periferie

più dimenticate di questo bellissimo

mondo che Tu hai creato.

 

Su tutta la terra,

come nella notte santa di Betlemme,

rifulga la stella cometa

della Luce divina

che porti con Te, Gesù Bambino.

 

Fa che in ogni mente ed in ogni cuore

si accenda potente e caloroso

il fuoco dell’amore, della misericordia

e del perdono,

il fuoco ardente di quella carità

e solidarietà,

che continui a irradiare da Betlemme,

a tutta l’umanità,

a partire da quella notte santa,

in cui Ti sei fatto Bambino,

o Dio d’ amore infinito. Amen.

 

Preghiera composta

da padre Antonio Rungi

Notte di Natale 2014

P.RUNGI. COMMENTO PER LA SOLENNITA’ DEL NATALE 2014

AUGURI2014

SOLENNITA’ DEL SANTO NATALE 2014 

Corriamo verso la gioia 

Commento di padre Antonio Rungi 

Noi uomini di questo tempo abbiamo bisogno di buone notizie, di notizie di vita e di gioia. Difficile trovarle nella quotidianità del nostro mondo e nei rapporti. Troppi fatti negativi, potrebbero deprimerci, scoraggiarsi, far serpeggiare nel nostro animo lo scoramento. Puntuale, ogni anno, il 25 dicembre arriva la solennità del Natale, la festa per eccellenza della gioia, della vita, del futuro, della famiglia, della pace, dell’armonia, della bontà e della tenerezza, di tutto ciò, in poche parole, è la vera buona notizia della storia che si rinnova ogni anno, partendo da quella grotta di Betlemme, dove risuona la prima volta il vero canto della gioia, perché lì nasce il Redentore. Il Natale, anche in questo nostro tempo super-tecnologico, riparte ogni volta dall’annuncio degli Angeli sulla grotta di Betlemme dove la santa famiglia, aspetta la visita di quanti vanno a vedere con i loro occhi la gloria di Dio che si è manifesta in Gesù bambino. Nel descrive la nascita di Gesù, l’evangelista Luca, nel brano del vangelo che leggiamo nella messa di mezzanotte, mette in risalto i momenti salienti dell’avvenimento: “C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Il nucleo essenziale del Natale ed il suo messaggio che si rinnova ogni anno in questa solennità da 2014 anni è sta proprio qui. Non temete, ormai la gioia ha preso possesso di questo mondo, perché Dio si è fatto uomo ed è in mezzo a noi, è l’Emmanuele. La conseguenza di questa buona notizia è che ci sarà pace ed amore sulla terra per quanti accettano di vivere davvero il Natale di Gesù, Giuseppe e Maria e non il proprio egoistico natale del piacere e del divertimento, dell’odio e del risentimento, della guerra e della violenza, dell’ingiustizie e cattiverie. No! Il Natale che Gesù ci chiede di celebrare e vivere è un Natale contrassegnato dalla pace e dall’amore a livello generale e non a livello di poche persone. Tutta l’umanità deve essere investita dalla forza dell’amore e della pace, che ha origine nel Redentore.

Come i pastori dobbiamo correre ad incontrare la gioia del Signore. Non possiamo rimanere immobile nel cuore della notte, con i nostri pensieri, angosce, i nostri problemi, anche veri e reali, ma lontani dalla vera felicità che solo Dio ci può donare sempre. Correre verso la gioia non solo di Gesù, il Redentore, ma anche di Maria e di Giuseppe, perché anche loro possano guidarci, nel modo più giusto e sapiente, ad accogliere Gesù nel modo più giusto e positivo possibile. Non blocchiamo il processo di un cammino di elevazione spirituale che ci fa assaporare la gioia vera, ogni volta che facciamo un piccolo passo ed un progresso in ordine alla santità. E con il profeta Isaia, cantiamo la gioia dell’atteso Messia, scappando via dalle tenebre del peccato, della menzogna e della falsità. “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te

come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino”. Questo è natale che sogniamo tutti da sempre, prima della venuta di Gesù e soprattutto dopo la sua nascita e la sua venuta su questa terra. Uomini e donne libere di fare la pace e fare il bene sempre, mai dimenticandosi che il bene deve sempre prevalere e il male deve essere sempre lottato e per quanto ci è possibile sconfitto dentro di noi e intorno a noi, con le armi dell’amore e della tenerezza. In Gesù Bambino, ci ricorda l’Apostolo Paolo nella sua lettera a Tito che “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo”. Il Natale chiede conversione e rinnovamento, distacco dalle cose mondane e ricerca della giustizia, della pietà, coltivando la vera speranza cristiana, senza la quale il Natale è solo un giorno di festa, che durante fino a Santo Stefano.

Sia questa la nostra preghiera nella notte più bella della storia dell’umanità e nel giorno più luminoso dell’intera creazione

 

Dio della gioia e della tenerezza

che vieni tra noi nella condizione

di un bambino, povero ed indifeso,

proteggi tutti i bambini della terra,

perché possano incontrare

solo il volto gioioso di madri e padri

che sanno amare,

con la stessa attenzione

di Giuseppe e Maria.

 

Nella grotta di Betlemme,

tua prima culla,

hai sperimentato il freddo e il gelo

di una natura che ti ha accolto,

rispettando i tempi e le stagioni,

che hai dato ad essa

creandola dal niente.

 

Nella grotta di Betlemme

hai sperimentato,

Gesù Bambino,

la tenerezza e la bontà

delle persone semplici,

ma anche degli intellettuali del tuo tempo,

venuti da vicino e da lontano

per adorarti e contemplarti.

 

Fa o Gesù Bambino,

gioia eterna dell’Altissimo,

che questa umanità,

segnata da tanti dolori e sofferenze,

sperimenti la gioia del tuo Natale,

con lo stesso entusiasmo

degli angeli che apparvero

nel momento della Tua nascita

su quella povera e misera grotta

di un paese sconosciuto

e senza futuro.

 

Dona o Signore,

Redentore dell’uomo

la vera gioia del cuore,

con la stessa tonalità e consistenza

che, Maria, Tua e nostra Madre,

ha sperimentato accogliendoti

nel suo grembo verginale.

 

Fa che questo Natale 2014

segni un nuovo modo

di essere cristiani

e di vivere uniti in una grande

e sola famiglia

che inizia la sua esistenza

ai tuoi piedi Gesù Bambino.

 

Giuseppe e Maria,

i tuoi santi genitori terreni,

ci accompagnino

con uno stile di vita

in modo da potere celebrare

veramente questo Natale

dell’anno 2014, che volge al termine,

senza rimpianti  e impedimenti,

ma con un rinnovato spirito

di servire e mai di essere servito,

come tu ci hai insegnato a fare,

con il tuo stile di vita povera

ed obbediente fino alla fine. Amen

 

 

Preghiera composta

da padre Antonio Rungi

passionista

E’ NATALE ANCHE PER TE

AUGURI2014

E’ Natale anche per te

E’ Natale ogni anno,

ma è Natale per tutto l’anno.

E’ Natale per qualcuno

ma è Natale anche per tutti.

 

E’ Natale sempre e dovunque,

perché ci sei sempre Tu, o Gesù.

Senza di Te, non c’è Natale vero,

non ci può essere Natale sincero.

 

E’ Natale per il piccolo e il grande,

per il giovane e l’anziano,

per il sano e l’ammalato,

per chi è triste ed angosciato.

 

E’ Natale per chi ha il cuore grande

ed è generoso nel donare agli altri.

E’ Natale per chi non sa donare

e conserva tutto per l’eternità.

 

E’ Natale per Giuseppe e Maria,

ma anche per i pastori che vanno via.

 

E’ Natale per i Magi e per Erode,

è Natale per chi ha il cuore in gola.

 

E’ Natale in Italia e in Europa.

E’ Natale in ogni parte del globo.

 

E’ Natale ovunque e sempre,

ma non sarà Natale vero,

anche quest’anno 2014,

se non sai perdonare,

e non sai guardare avanti,

nel segno di quella speranza cristiana

che, un Dio Bambino,

ha portato a te e al mondo intero

nascendo nella povera grotta di Betlemme.

 

Preghiera-poesia

di padre Antonio Rungi, passionista

Natale 2014

MONDRAGONE (CE). REALIZZATO IL PRESEPE DELLA NATIVITA’ DELLA GIOIA

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MONDRAGONE (CE). REALIZZATO IL PRESEPE DELLA NATIVITA’ DELLA GIOIA

E’ stato ultimato questa sera il presepe con la Natività della gioia. A realizzarlo sono state le Suore di Gesù Redentore della Stella Maris di Mondragone, che all’ingresso principale della loro casa di ospitalità, hanno allestito questo singolare presepe per il Natale 2014. Ad inaugurarlo ufficialmente sarà l’assistente spirituale della comunità, padre Antonio Rungi, passionista, teologo morale. Domani mattina, 14 dicembre 2014, a conclusione della messa festiva delle ore 8,30 in concomitanza con la III Domenica di Avvento, “Gaudete”. Il presepe sarà oggetto di riflessione e meditazione in occasione del ritiro mensile delle suore e dei laici aggregati, mercoledì 17 dicembre 2014. Ritiro che sarà incentrato sulla gioia della Famiglia di Nazareth e delle famiglie di oggi. Il presepe è costituito oltre che da i pastori tradizionali, da una serie di statuette di santi o di persone della chiesa e della società umana che hanno attinenza con il mistero della nascita di Gesù. Oltre alle statue saranno collocate nell’ampia grotta che accoglie tutti, le sagome dei testimoni della fede che maggiormente sono legate alla spiritualità del Natale. Così con San Francesco, il santo della letizia , ci sarà Papa Francesco, Sant’Antonio di Padova, Sant’Alfonso Maria dei Liguori, San Pio da Pietrelcina e la Fondatrice delle Suore di Gesù Redentore, la Serva di Dio Madre Victorine Le Dieu, che volle dedicare proprio a Gesù Bambino, il Redentore la sua famiglia religiosa, curando particolarmente l’infanzia abbandonata. “La scelta di questo presepe della gioia – afferma la madre superiora della casa, suor Maria Paola Leone, è dettata da un doppia motivazione. L’anno della vita consacrata e l’anno del sinodo della famiglia. Il nostro assistente spirituale, padre Antonio Rungi, ha giustamente ritenuto opportuno (e noi abbiamo accolto la proposta) di finalizzare la realizzazione del presepe conventuale e della nostra chiesa al tema della gioia, facendo tesoro delle indicazioni di Papa Francesco nell’esortazione Evangelii gaudium e della Lettera Apostolica indirizzata a noi religiose ed a tutti i religiosi all’inizio dell’anno della vita consacrata. La gioia – conclude Suor Maria Paola – è anche trovarsi di fronte ad un presepe ed apprezzarne la bellezza e sapersi meravigliare”. Il presepe esposto alla visione del pubblico che transita numeroso nella zona mare di Mondragone, essendo la Stella Maris a pochi metri da mare e lungo il passeggio degli amanti della spiaggia e del mare anche d’inverno, resterà aperto fino al 2 febbraio 2015, giornata mondiale della vita consacrata e festa della Presentazione al Tempio di Gesù Cristo.

P.RUNGI. PREGHIERA DEL NATALE 2014

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preghiera-natale 2014 – A4

Padre Antonio Rungi, passionista, teologo morale, ha composto una bellissima ed attuale preghiera per il Natale 2014 e spera che venga valorizzata nelle comunità cristiane e nelle parrocchie a partire dalla prossima settimana, quando il 16 dicembre inizia la novena del Santo Natale, una pratica religiosa popolare che è molto seguita e sentita nelle comunità cristiane. “Il testo della preghiera scritto oggi in occasione della festa di Santa Lucia è un forte richiamo al senso della famiglia -ha detto padre Antonio Rungi – al rispetto della vita, ai tante questioni che interpellano l’Italia e il mondo in questo tempo carico di speranze e di attese, ma non senza drammi che si vivono quotidianamente. Ci affidiamo a Gesù Bambino, a San Giuseppe e alla Madonna, perché questo Natale, per tutti possa segnare davvero il Natale della gioia, della speranza e della rinascita morale, spirituale e civile soprattutto per il nostro Paese”. La speranza nel cuore del sacerdote passionista e che Papa Francesco possa recitarla personalmente nel giorno di Natale, come ha fatto per la Preghiera dei Defunti, composta dallo stesso sacerdote passionista, durante l’Angelus del 2 novembre scorso. “Vita e morte sono strettamente congiunte anche nella vita di Gesù -dice P.Rungi – al punto tale che diversi santi usano poggiare il Bambino Gesù non nella grotta, ma su una Croce. Il mistero dell’Incarnazione è strettamente legato al mistero della Pasqua di morte e risurrezione, tanto è vero che l’Epifania, giorno dell’arrivo dei Magi alla Grotta di Betlemme viene definita “Pasqua- Epifania”.
Ecco il testo dell’orazione composta da padre Antonio Rungi

Preghiera del Natale 2014

 

Dio della gioia e della tenerezza

che vieni tra noi nella condizione

di un bambino, povero ed indifeso

proteggi tutti i bambini della terra,

perché possano incontrare

solo il volto gioioso di madri e padri

che sanno amare, con la stessa generosità

di Giuseppe e Maria.

 

Nella grotta di Betlemme, tua prima culla,

hai sperimentato il freddo e il gelo

 di una natura che ti ha accolto,

 rispettando i tempi e le stagioni,

 che hai data ad essa creandola da niente.

 

Nella grotta di Betlemme hai sperimentato,

 Gesù Bambino, la tenerezza e la bontà

 delle persone semplici, ma anche degli intellettuali

 del tuo tempo, venuti da vicino e da lontano

 per adorarti e contemplarti.

 

Fa o Gesù Bambino,

 gioia eterna dell’Eterno,

 che questa umanità

 segnata da tanti dolori e sofferenze

 sperimenti la gioia del tuo Natale,

 con lo stesso entusiasmo

 degli angeli che apparvero

 nel momento della Tua nascita

 su quella povera e misera grotta

 di un paese sconosciuto

 e senza futuro.

 

Dona o Signore, Redentore dell’uomo

 la vera gioia del cuore,

 con la stessa tonalità e consistenza

 che, Maria, Tua e nostra Madre,

 ha sperimentato accogliendoti

 nel suo grembo verginale.

 

Fa che questo Natale 2014

 segni un nuovo modo di essere cristiani

 e di vivere uniti in una grande

 e sola famiglia che inizia la sua esistenza

 ai tuoi piedi o Bambinello.

 

Giuseppe e Maria, i tuoi santi genitori terreni,

 ci accompagnino con uno stile di vita

 in modo da potere veramente celebrare

questo Natale dell’anno 2014,

che volge al termine,

senza rimpianti  e impedimenti,

ma con un rinnovato spirito

 di servire e mai di essere servito,

 come tu ci hai insegnato a fare,

 con il tuo stile di vita povera ed obbediente

fino alla fine. Amen

 

Preghiera composta

da padre Antonio Rungi

passionista

13 dicembre 2014

IL PRESEPE DELLA GIOIA 2014

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MONDRAGONE (CE). NASCE IL PRESEPE DELLA GIOIA

Nasce il presepe della gioia. A realizzarlo sono le Suore di Gesù Redentore della Stella Maris di Mondragone, che all’ingresso principale della casa di ospitalità, hanno allestito questo singolare presepe per il Natale 2014. Ad inaugurarlo ufficialmente sarà l’assistente spirituale della comunità, padre Antonio Rungi, passionista, teologo morale. E ciò avverrà, domenica mattina, 14 dicembre 2014, a conclusione della messa festiva delle ore 8,30 in concomitanza con la III Domenica di Avvento, intitolata alla gioia. Il presepe è costituito oltre che dai pastori tradizionali, da una serie di statuette di santi o di persone della chiesa e della società umana che hanno attinenza con il mistero della nascita di Gesù. Oltre alle statue saranno collocate nell’ampia grotta che accoglie tutti, le sagome dei testimoni della fede che maggiormente sono legate alla spiritualità del Natale. Così con San Francesco, il santo della letizia , ci sarà Papa Francesco, Sant’Antonio di Padova, Sant’Alfonso Maria dei Liguori e la fondatrice delle Suore di Gesù Redentore, la Serva di Dio Madre Victorine Le Dieu, che volle dedicare proprio a Gesù Bambino, il Redentore la sua famiglia religiosa, curando particolarmente l’infanzia abbandonata. “La scelta di questo presepe della gioia – afferma la madre superiora della casa, suor Maria Paola Leone, è dettata da una doppia motivazione. L’anno della vita consacrata e l’anno del sinodo della famiglia. Il nostro assistente spirituale, padre Antonio Rungi, ha giustamente ritenuto opportuno (e noi abbiamo accolto la proposta) di finalizzare la realizzazione del presepe conventuale e della nostra chiesa al tema della gioia, facendo tesoro delle indicazioni di Papa Francesco nell’esortazione Evangelii gaudium e della Lettera Apostolica indirizzata a noi religiose ed a tutti i religiosi all’inizio dell’anno della vita consacrata. La gioia – conclude Suor Maria Paola – è anche trovarsi di fronte ad un presepe ed apprezzarne la bellezza e sapersi meravigliare”. Il presepe esposto alla visione del pubblico che transita numeroso nella zona mare di Mondragone, essendo la Stella Maris a pochi metri da mare e lungo il passeggio degli amanti della spiaggia e del mare anche d’inverno, resterà aperto fino al 2 febbraio 2015, giornata mondiale della vita consacrata e festa della Presentazione al Tempio di Gesù Cristo.

ITRI (LT). PRESEPE NAPOLETANO TRADIZIONALE AL CONVENTO DEI PASSIONISTI

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ITRI (LT). PRESEPE NAPOLETANO AL CONVENTO DEI PASSIONISTI 

E’ in fase di allestimento e nei prossimi giorni sarà completato il presepe, stile settecento napoletano, che l’artista Antonio Lebone di Itri sta realizzando, come da vari anni, nella Chiesa dei padri Passionisti di Itri.

Il presepe occupa tutto lo spazio dell’ampia cappella di San Paolo della Croce, situata al lato sinistro di chi entra nella chiesa, dedicata alla Madonna di Loreto e risalente al 1600, quando erano i Cappuccini a conservare questo tempo di culto mariano.

Dal 1943 sono i figli spirituali di San Paolo della Croce a curare questa struttura e a conservarla per le future generazioni dei passionisti. Oggi, in occasione dell’annuale festa della Madonna di Loreto, è stata celebrata una messa solenne, cantata, e presieduta da padre Cherubino De Feo, parroco di Santa Maria Maggiore in Itri per oltre 25 anni e da 30 anni circa al Santuario della Civita.

Un convento antico e stile antico anche nel presentare il mistero della nascita di Gesù Cristo attraverso il presepe che in fase di allestimento.

Tante le novità apportate dal presepista, che con passione, competenza ed amore realizza vere e proprie opere d’arte. Vari i paesaggi che riportano all’attento osservatore al mistero della Nascita del Redentore, con ingranaggi nuovi e scenografie con particolare significato religioso e biblico. Al centro di tutto la grotta e la capanna, dove verrà deposto in Bambinello Gesù a conclusione della messa di mezzanotte della notte di Natale 2014, ormai imminente.

Negli anni passati era fratel Modesto De Angelis, ora nella comunità passionista di Airola (Bn) ad allestire il presepe nel convento dei passionisti, quando esisteva una comunità nella struttura. Oggi la comunità passionista è giuridicamente costituita presso il Santuario della Civita e gli stessi religiosi, in tutto quattro, pensano a curare pastoralmente e spiritualmente il convento cittadino, che è un punto di riferimento religioso importante per la città di Itri e per la Diocesi. Per migliorare il servizio religioso che intendono offrire i passionisti alla città di Itri anche l’annuale presepe napoletano che diventa in occasione delle feste natalizie un centro di interesse e curiosità da parte degli amanti del presepe tradizionale.

A sostenere ed incoraggiare queste iniziative è l’intera comunità dei passionisti della Civita, guidata da padre Emiddio Petringa, che è superiore-rettore del Santuario ed ha la responsabilità sulla struttura conventuale. Con lui collaborano per una presenza incisiva e fruttuosa dei passionisti nella città di Itri e dell’Arcidiocesi, padre Antonio Rungi, docente, predicatore, nonché padre Francesco Vaccelli e lo stesso padre Cherubino.

“Siamo grati ad Antonio –ha detto padre Rungi – che con passione ogni anno si dedica a realizzare il presepe nella nostra chiesa creando quel clima di festa e di gioia natalizia, senza il quale, anche un luogo di culto, già bello e raccolto per se stesso, non sarebbe bello in questo tempo senza il presepe. Il presepe, infatti, è sempre un forte richiamo iconico al grande mistero della nascita di Gesù, che porta tutti a serie riflessioni  sul Natale, soprattutto di questo anno 2014, perché sia un Natale di pace, giustizia, amore e solidarietà. Senza il Presepe non è Natale nelle chiese e nelle famiglie. Per cui bisogna rinnovare e potenziare questa sana tradizione, perché bella in se stessa e stimolante a livello spirituale e morale, oltre che artistico e sociale”.

NATALE 2014. IL DECALOGO DELLA GIOIA CRISTIANA

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P. RUNGI (TEOLOGO MORALE). IL DECALOGO DELLA GIOIA CRISTIANA. UNA PROPOSTA DI FELICITA’ VERA PER IL NATALE 2014

Partendo dai testi biblici delle domeniche di Avvento e soprattutto dall’Esortazione apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco, padre Antonio Rungi, sacerdote passionista ha elaborato in vista del Natale 2014 un decalogo della gioia cristiana,  strutturato in base all’epistolario paolino. Queste le dieci regole della gioia cristiana:

1) Essere sempre lieti (la gioia è uno stato, una condizione di vita permanente e non solo occasionale).
2) Pregare ininterrottamente (non c’è gioia senza preghiera; anzi la preghiera è gioia per sua natura).
3) Rendere grazie a Dio, a tutti e per tutto.
4) Non spegnere lo Spirito della gioia (la vita interiore deve essere curata e non fatta morire lentamente).
5) Non disprezzare le profezie (il dono dell’annuncio deve essere coltivato e valorizzato).
6) Vagliare ogni cosa e scegliere il bene (il discernimento spirituale e morale porta alla decisione per il bene e non per il male).
7) Astenersi da ogni specie di male (compreso il bene, si evita di conseguenza il male, qualsiasi male per se stessi e per gli altri).
8) Aver cura di santificarsi, abbandonandosi totalmente alla volontà di Dio.
9) Conservarsi irreprensibili, nella totalità della propria persona (anima e corpo) per la venuta del Signore.
10) Rispondere alla chiamata di Dio alla santità, vivendo la propria condizione di battezzato e il proprio stato di vita nell’assoluta fedeltà alla legge morale.

Padre Rungi, poi, richiamando quanto scrive Papa Francesco, sottolinea quanto “sia importante per il Natale 2014, recuperare fiducia, speranza e gioia, di fronte ai tanti segnali di morte, di immoralità, di sconforto e di corruzione che emergono dalla cultura e dalla mentalità del mondo d’oggi soprattutto in Italia”. E citando Papa Francesco ricorda che “Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. E solo avendo di vita Cristo che si può uscire dal baratro della corruzione morale: “Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita”. E conclude il teologo “Di fronte agli scandali a tutti i livelli e in tanti luoghi d’Italia e del mondo c’è solo una cosa da fare: convertirsi alla giustizia che è fonte di gioia per tutti. Senza giustizia non c’è carità e di conseguenza non c’è gioia e pace”.