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P.RUNGI. I DIECI COMANDAMENTI GIUBILARI

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ITRI (LT). P. RUNGI. I DIECI COMANDAMENTI GIUBILARI

Ad un mese dall’apertura del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco e che avrà inizio l’8 dicembre 2015 a Roma, padre Antonio Rungi, religioso passionista, ha composto un decalogo giubilare, nel quale, indicando dieci regole di comportamento, fissa l’attenzione sui contenuti essenziali per una degna celebrazione dell’anno santo.
I dieci comandamenti giubilari sono fissati in questi suggerimenti ed inviti ad agire a livello personale e comunitario.

 

1. Non avrai altro scopo nella vita che quello di servire Dio.

2. Ricordati che sei un peccatore e devi convertiti a Cristo Salvatore.

3. Non offendere nessuno con le parole e le azioni.

4. Ricordati di perdonare a chi ti ha offeso e di chiedere perdono se hai offeso tu.

5. Non pensare solo a te stesso, ma anche ai fratelli che sono in necessità.

6. Ricordati di fare il bene sempre, anche quando non sei ricambiato su questa terra e dai tuoi parenti.

7. Non essere arrogante, presuntuoso e altezzoso, ma sii umile, disponibile e amorevole verso tutti.

8. Ricordati che il Paradiso lo si conquista facendo il bene ed amando Dio e i fratelli.

9. Non essere, ipocrita, falso e infedele, ma sii coerente con te stesso.

10. Ricordati che la verità viene sempre a galla e che in Dio tutto sarà luce e trasparenza assoluta nell’eternità futura.

“Sono convinto -scrive padre Rungi in una Nota personale – che il prossimo giubileo che è prima di tutto per la Chiesa e per i membri tutti della Chiesa è un forte invito alla conversione personale, alla fedeltà alla propria vocazione battesimale, alla pulizia morale e alla trasparenza nei nostri atti e comportamenti. Questo tempo propizio e di grazia deve far riflettere tutti nella Chiesa di Cristo in questo tempo di forti scossoni, ma sempre pronti a rendere ragione della gioia, della speranza, della fede e dell’amore verso Dio e verso i fratelli in ogni situazione, anche dolorosissima, della nostra vita e di quella della comunità dei credenti. Nulla potrà mai separarci dall’amore di Dio e dalla sincera volontà di convertirci e fare sempre il bene, nonostante le piccole debolezze dell’esistenza”.

 

COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO DI DOMENICA XXIX T.O. – 18 OTTOBRE 2015

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XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

GESU’ SOMMO ED ETERNO SACERDOTE

INCHIODATO SULLA CROCE PER NOI

Commento di padre Antonio Rungi

Il testo del Vangelo di questa XXIX domenica del tempo ordinario ci immette nel clima del mistero della Passione di Cristo.

Si tratta di un testo chiaro e che riporta parole ben precise pronunciate da Gesù alla presenza dei suoi discepoli che, nei loro discorsi, strada facendo, pensano a distribuirsi i posti più sicuri ed umanamente accattivanti vicino a Gesù, il Maestro. Certo, il Signore vuole tutti i suoi discepoli accanto a se, ma non nella potenza economica e politica di questo mondo. Ci vuole accanto a sé nel momento supremo del suo amore per noi e del suo sacrificio per noi. Ci vuole accanto a lui ai piedi della Croce, insieme a Maria e a Giovanni e forse, con maggiore coraggio, ci vuole accanto a se, come Lui, inchiodati alla croce, inchiodati alle nostre croci.

Ecco il potere regale di Cristo Crocifisso. Ecco il sommo ed eterno sacerdote che è Gesù, che si offre per noi al Padre per riscattarci dai nostri peccati.

Siamo chiamati con Cristo a bere il calice della sofferenza che Egli ha bevuto per la nostra redenzione. Non c’è vero cristiano se non porta la sua croce e segua davvero il Signore.

Purtroppo, non è affatto così. Molti seguono la fede cristiana, senza l’intimo convincimento, cioè che si tratta di ripercorre la strada del Signore, che è anche la strada che porta al Calvario.

Ci sono cristiani che riflettono alla maniera degli apostoli e che si fanno i calcoli, strumentalizzando la stessa fede e la stessa chiesa per finalità umane, economiche, di affermazione, di prestigio.

E ciò non avviene solo tra il clero, i religiosi, i vescovi e a man mano a salire di grado nella scala della gerarchia, ma avviene anche nel laicato cattolico.

Ci sono, infatti, dei laici che invece di servire la Chiesa e Cristo, si servono della Chiesa e di Cristo.

Fanno il discorso utilitaristico e interessato di Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, che chiedono a Gesù, senza falsa modestia: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo. Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Gelosia, invidia, arrivismo, distribuzione egualitaria del potere che Gesù poteva dare loro, secondo una falsa concezione, che si erano fatti del Maestro. Gesù replica con una domanda forte e inquietante:  «Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

Segue, poi, da parte di Gesù una lezione di straordinaria importanza per tutti, ed è la lezione sul significato dell’autorità, del potere, che va inteso nel senso di servizio, di sacrificio, di rinuncia, di donazione, di croce. Cosa fece allora Gesù? “Li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

Il cuore e il centro dell’insegnamento di Cristo sta in questo servizio, portato fino alle estreme conseguenze di consegnarsi liberamente alla morte e alla morte in croce, come, d’altronde, era stato anticipato dai profeti, a partire da Isaia, con i vari carmi del Servo sofferente di Javhè, che, ovviamente sono indirizzati e mirati sulla figura del futuro vero messia di Israele che è Gesù.

Un messia sofferente, maltratto, umiliato e crocifisso. Non un messia potente da un punto di vista economico e militare, ma l’umile agnello immolato sulla croce in riscatto dei nostri peccati. Leggiamo infatti nella prima lettura di oggi: “Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità”.

L’immagine di Gesù Crocifisso emerge in modo prepotente e chiara davanti ai nostri occhi, davanti alla nostra vita, spesso immersa nel peccato e in cerca di soddisfazioni mondane. Quel Crocifisso che ci parla e ci indica la strada della conversione, dell’offerta sacrificale della nostra vita per la causa del vangelo.

Egli, Gesù, il Sommo ed eterno sacerdote si porge a noi con gli occhi della misericordia e del perdono, con il volto della sofferenza, ma soprattutto con il volto dell’amore redentivo. In questo Sommo ed eterno sacerdote dobbiamo confidare, abbandonarci e sperare, come ci ricorda l’autore della Lettera agli Ebrei che ascoltiamo oggi, come testo della parola di Dio, della seconda lettura di questa domenica: “Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno”.

Accostiamo con fiducia a Gesù Crocifisso e se il suo dolore non suscita in noi neppure una minima contrizione dei nostri peccati, dei nostri errori ed orrori significa che il nostro cuore è molto lontano dalla compassione e dalla misericordia che il Signore ci vuole donare, facendoci riflettere seriamente sul nostro stile di vita che è contrario alla Croce di Cristo.

Ci sia di esempio, in questo cammino di conversione, un grande santo del secolo dei lumi, san Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, di cui oggi ricordiamo il suo passaggio alla gloria del cielo, essendo morto a Roma, nella Casa dei Santi Giovanni e Paolo, al Celio, alle ore 16,45 del 18 ottobre del 1775.

E’ uno dei tanti santi che hanno amato profondamente Gesù Crocifisso, fino al punto tale da esserne infaticabili missionari nell’Italia del secolo che poneva come criterio fondamentale per raggiungere la verità, la sola ragione umane, divenuta il grande tribunale per stabile il vero  dal falso, del bello  dal brutto, il buono dal cattivo.

Gesù, il Crocifisso è questo bene assoluto, perché è un Bene d’infinito amore che si è tradotto con il donare la sua vita interamente per noi.

Egli è davvero il sommo ed eterno sacerdote delle anime nostre, come recitiamo nella preghiera iniziale della santa messa odierna: “Dio della pace e del perdono,  tu ci hai dato in Cristo il sommo sacerdote che è entrato nel santuario dei cieli in forza dell’unico sacrificio di espiazione;  concedi a tutti noi di trovare grazia davanti a te, perché possiamo condividere fino in fondo il calice della tua volontà e partecipare pienamente alla morte redentrice del tuo Figlio”. Amen.

 

IL ROSARIO SACERDOTALE COMPOSTO DA PADRE ANTONIO RUNGI

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IL ROSARIO SACERDOTALE

a cura di padre Antonio Rungi, passionista

 

In occasione del 40° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, il 6 ottobre 2015, padre Antonio Rungi, passionista ha composto questo speciale Rosario sacerdotale da recitare ogni primo giovedì del mese, con la corona del Rosario benedetta per tale scopo.

Con la preghiera di questo santo Rosario riviviamo i momenti più significativi della vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo, quale Sommo ed eterno sacerdote, e modello di vita per ogni sacerdote.

I misteri non seguono una struttura cronologica, ma ascetica e pastorale.

 

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Dio, vieni a salvarmi.

Signore vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Com’era in principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen

 

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.

DONA SANTI E ZELANTI SACERDOTI ALLA TUA CHIESA

1.Nel primo mistero sacerdotale meditiamo l’istituzione della Santissima Eucaristia e del sacerdozio cattolico, durante l’ultima cena di Gesù con i suoi apostoli.

«Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”» (Mt 26, 26).

«Celebrando l’ultima Cena con i suoi Apostoli durante un banchetto pasquale, Gesù ha dato alla Pasqua ebraica il suo significato definitivo. Infatti, la nuova Pasqua, il passaggio di Gesù al Padre attraverso la sua morte e la sua risurrezione, è anticipata nella Cena e celebrata nell’Eucaristia, che porta a compimento la Pasqua ebraica e anticipa la Pasqua finale della Chiesa nella gloria del Regno» (CCC, 1.341).

“I presbiteri, in virtù della sacra ordinazione e della missione che ricevono dai vescovi, sono promossi al servizio di Cristo maestro, sacerdote e re; essi partecipano al suo ministero, per il quale la Chiesa qui in terra è incessantemente edificata in popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo” (PO, 1).

PREGHIAMO PER TUTTI I SACERDOTI DEL MONDO A SERVIZIO DELLA CHIESA E NELLA PIENA COMUNIONE CON IL PAPA ED I VESCOVI.

Padre Nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre.

2.Nel secondo mistero sacerdotale meditiamo la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, riuniti in preghiera con Maria nel Cenacolo.

«Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro cinque lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (At 2, 1-4).

 

«Spirito Santo”, tale è il nome proprio di colui che noi adoriamo e glorifichiamo con il Padre e il Figlio. La Chiesa lo ha ricevuto dal Signore e lo professa nel Battesimo dei suoi figli» (CCC, 691).

“I presbiteri, in virtù dell’unzione dello Spirito Santo, sono segnati da uno speciale carattere che li configura a Cristo sacerdote, in modo da poter agire in nome di Cristo, capo della Chiesa” (PO,2).

 PREGHIAMO PER TUTTI  SACERDOTI NOVELLI ED ANZIANI E PARTICOLARMENTE PER QUANTI CELEBRANO IL LORO GIUBILEO SACERDOTALE

Padre Nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre.

3.Nel terzo mistero sacerdotale meditiamo l’Annuncio del Regno di Dio.

“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. (Mc 1, 15)

“Tutti gli uomini sono chiamati ad entrare nel Regno. Annunziato dapprima ai figli di Israele, questo regno messianico è destinato ad accogliere gli uomini di tutte le nazioni” (CCC, 543).

 “I presbiteri sono stati presi fra gli uomini e costituiti in favore degli uomini stessi nelle cose che si riferiscono a Dio, per offrire doni e sacrifici in remissione dei peccati vivono quindi in mezzo agli altri uomini come fratelli in mezzo ai fratelli”(PO,3).

PREGHIAMO PER TUTTI I SACERDOTI IMPEGNATI NELLA NUOVA EVAGELIZZAZIONE E NELLA MISSIONE AD GENTES.

Padre Nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre.

4.Nel quarto mistero sacerdotale meditiamo Il viaggio al Calvario di Gesù carico della croce.

«Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che significa luogo del cranio» (Mc 15, 21-22).

«Accettando nella sua volontà umana che sia fatta la volontà del Padre, Gesù accetta la sua morte in quanto redentrice, per “portare i nostri peccati nel suo corpo sul segno della croce” (1Pt 2, 24)» (CCC, 612).

“Spetta ai sacerdoti, nella loro qualità di educatori nella fede, di curare, per proprio conto o per mezzo di altri, che ciascuno dei fedeli sia condotto nello Spirito Santo a sviluppare la propria vocazione personale secondo il Vangelo, a praticare una carità sincera e attiva, ad esercitare quella libertà con cui Cristo ci ha liberati” (PO,6).

PREGHIAMO PER TUTTI I SACERDOTI CHE QUOTIDIANAMENTE PORTANO CON DIGNITA’ E SILENZIO LE LORO CROCI, COMPLETANDO IN LORO CIO’ CHE MANCA ALLA PASSIONE DI CRISTO.

Padre Nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre.

5.Nel quinto mistero sacerdotale meditiamo Gesù è crocifisso e muore in croce.

«Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”… Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò» (Lc  23, 33-46).

«Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture” (1Cor 15, 3)» (CCC, 619).

«Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture” (1Cor 15, 3)» (CCC, 619).

“Nella loro qualità di ministri della liturgia, e soprattutto nel sacrificio della messa, i presbiteri rappresentano in modo speciale Cristo in persona, il quale si è offerto come vittima per santificare gli uomini; sono pertanto invitati a imitare ciò che compiono, nel senso che, celebrando il mistero della morte del Signore, devono cercare di mortificare le proprie membra dai vizi e dalle concupiscenze” (PO,13)

PREGHIAMO PER TUTTI I SACERDOTI OFFESI, DERISI, CALUNNIATI E UCCISI, E CHE SUL MODELLO DI CRISTO CROCIFISSO DONANO LA LORO VITA PER LE ANIME AFFIDATE ALLA LORO CURA PASTORALE.

 

Padre Nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre.

 

SALVE REGINA

 

Signore pietà

Signore pietà

 

Cristo pietà

Cristo pietà

 

Signore pietà

Signore pietà

 

Padre celeste, Dio.

Abbi pietà di noi

 

Figlio Redentore del mondo, Dio.

Abbi pietà di noi

 

Spirito Santo, Dio

Abbi pietà di noi

 

Santa Trinità, unico Dio.

Abbi pietà di noi

 

Gesù Sacerdote e Vittima.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Sacerdote mandato da Dio per annunziare ai poveri la buona novella.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Sacerdote che nell’ultima cena hai istituito il Sacrificio perenne.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Sacerdote sempre vivo per intercedere in nostro favore.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice consacrato dal Padre in Spirito Santo e verità.

Abbi pietà di noi .

 

Gesù Pontefice scelto fra gli uomini.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice costituito per gli uomini.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice della nostra fede.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice di maggior gloria davanti a Mosè.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice del vero Tabernacolo.

Abbi pietà di noi .

 

Gesù Pontefice dei beni futuri

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice santo, innocente e senza macchia.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice fedele e misericordioso.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice acceso dallo zelo per Dio e per le anime.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice perfetto in eterno.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice che hai penetrato il cielo con il tuo sangue.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice che ci hai aperto una nuova via.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice che ci hai amato ed hai lavato i nostri peccati nel tuo sangue.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Pontefice che hai consegnato te stesso a Dio come offerta e vittima.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Vittima per Dio e per gli uomini.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Vittima santa ed immacolata.

Abbi pietà di noi.

 

Gesù Vittima benigna.

Abbi pietà di noi

 

Gesù Vittima pacifica.

Abbi pietà di noi

 

Gesù Vittima di propiziazione e di lode.

Abbi pietà di noi

 

Gesù Vittima di riconciliazione e di pace.

Abbi pietà di noi

 

Gesù Vittima nella quale abbiamo certezza ed accesso a Dio.

Abbi pietà di noi

 

Gesù Vittima vivente nei secoli dei secoli.

Abbi pietà di noi

 

Gesù Sacerdote.

Perdonaci

 

Gesù Sacerdote.

Esaudiscici

 

Gesù Sacerdote.

Abbi pietà di noi

 

Signore ascolta la nostra preghiera.

E il mio grido giunga a Te.

 

Preghiamo: O Dio custode e santificatore della tua Chiesa, suscita per mezzo del tuo Santo Spirito validi e fedeli dispensatori dei tuoi Santi Misteri, affinché per il loro ministero ed il loro esempio il popolo cristiano sia guidato, sotto la tua protezione, sulla strada della salvezza. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

 

Preghiera dei sacerdoti

Composta da padre Antonio Rungi

 

Signore Gesù Cristo,

Sommo ed eterno sacerdote,

tu che hai chiamato  alcuni tuoi figli a servire

la causa del vangelo

mediante il ministero presbiterale,

fa che la loro vita sia una risposta d’amore

fedele, pura e convinta alla loro vocazione sacerdotale.

 

Ti chiediamo umilmente, o Gesù,

di far svolgere ai nostri presbiteri

il ministero sacerdotale con la gioia nel cuore,

portando letizia a chi vive nel dolore

e amministrando con fervore e passione

il sacramento del perdono.

 

Nella celebrazione quotidiana

della santissima eucaristia,

siano immersi completamente nel mistero che celebrano,

quale memoriale della tua Pasqua

di morte e risurrezione,

e quale strada maestra di liberazione.

 

Nella preghiera costante

possano assaporare la gioia

di una profonda comunione spirituale,

elevando la loro mente e il loro cuore

ai gradi più alti della santità sacerdotale.

 

Nell’ascolto della tua parola di vita,

possano portare vita a chi non ha più speranza di vivere,

con l’essere vicino ai giovani, agli adulti e ai bambini,

agli anziani, agli ammalati

e a quanti sono prossimi all’eternità.

 

Ogni loro gesto e comportamento

sia un inno perenne alla bellezza e alla grandezza

dell’eterno e sommo Dio,

Padre di infinito amore e compassione,

che ha riposto il suo sguardo misericordioso su di loro,

povere e fragili creature.

 

Maria, la Madre di tutti i sacerdoti,

sia il modello di coraggio, fedeltà,

purezza a santità di vita per quanti hai chiamato, Gesù,

ad essere tuoi fedeli ministri nella sacra liturgia

e nella pastorale quotidiana. Amen

 

FESTA DELLA DONNA – 8 MARZO 2015

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ITRI (LT). DAI PASSIONISTI FESTA RELIGIOSA DELLA DONNA 

Domenica, 8 marzo 2015, festa della donna, i padri passionisti del Santuario della Civita che curano anche il convento della città, festeggeranno la donna con una preghiera particolare, composta da padre Antonio Rungi, con la benedizione delle donne presenti alla celebrazione della messa del mattino delle ore 8.00 e con la distribuzione della mimosa benedetta. La celebrazione della messa in occasione della festa religiosa della donna sarà presieduta da padre Antonio Rungi che a conclusione del rito distribuirà le mimose benedette e il testo della preghiera della donna, composta dallo stesso sacerdote e già diffusa in rete.

“Penso –ha detto il sacerdote – che sia un dovere di tutti ringraziare le donne di tutto il mondo per quello che sono, fanno e rappresentano nella società umana. Di fronte a tante violenze nei loro confronti, abbiamo tutti il dovere di pregare e sostenere la causa mondiale del rispetto totale di ogni donna a partire dal suo primo giorno di vita fino alla fine dei suoi giorni. Basta con le tante offese alle donne in Italia e nel Mondo e diamo un valido contributo a che la cultura del rispetto, dell’accoglienza sia sempre più diffusa nel mondo. Quel genio femminile di cui parlava San Giovanni Paolo II sia utilizzato al massimo in tutti i campi della vita sociale ed ecclesiale. Ecco perché in questo giorno, dedicato alla festa della donna, che ricorda un drammatico fatto di cronaca del secolo scorso, oltre a pensare alle donne che soffrono nel mondo a causa di tante ingiustizie, prodotte da un cultura maschilista, dobbiamo sentire l’obbligo morale, come cristiani e persone di buona volontà di far crescere un livello sempre più alto di coscientizzazione globale che senza la donna e senza il suo pieno e totale rispetto la società e l’umanità è destinata a finire inevitabilmente in un vicolo cieco di indifferenza e di violenza. Alle donne, dalle nostre madri – conclude padre Rungi – alle nostre sorelle, alle mogli per chi è sposato, alle colleghe di lavoro, alle amiche sincere, alle suore,  alle nubili, dobbiamo non solo dire grazie in questo giorno, ma sempre per tutto quello che fanno per l’intera umanità. Dove c’è la donna c’è la gioia e la vita”.

Ecco il testo dell’orazione composta dal teologo morale, padre Antonio Rungi.

 PREGHIERA DELLA DONNA 

Signore, mi rivolgo a Te

con la confidenza di un bambino,

con l’umiltà del povero,

con il coraggio dei martiri.

 

Donami la forza di parlarti

con la sincerità del cuore,

con l’umiltà di chi conosce

la sua fragilità, con il coraggio

che spesso manca nella mia vita quotidiana.

 

Fa’ della mia vita un inno alla vita,

un canto perenne alla gioia,

un immenso atto d’amore

verso chi attende amore.

Nella mia debolezza non abbandonarmi.

Nell’incertezza, illuminami la mente.

 

Nel dolore, fa’ che io sappia camminare

con Te sulla via della croce.

 

Ti chiedo, per intercessione di Maria,

Madre del bell’Amore,

di essere una  donna capace d’amare

ogni persona del genere umano,

soprattutto se debole e fragile,

a partire dai miei cari. Amen!

PADRE CHERUBINO DE FEO INIZIA L’80° ANNO DI VITA

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ITRI (LT). PADRE CHERUBINO DE FEO INIZIA IL SUO 80° ANNO DI VITA. GLI AUGURI DI TUTTI A NOTO SACERDOTE, APOSTOLO DI ITRI E DELLA CIVITA.

Il 25 febbraio 2015, padre Cherubino De Feo, noto sacerdote passionista del Santuario della Civita e di Itri- città inizia il suo 80 anno di vita. A festeggiarlo saranno i suoi confratelli del Santuario, padre Antonio Rungi, padre Emiddio Petringa (Superiore e Rettore), padre Francesco Vaccelli. Per la fausta ricorrenza sarà presente nella comunità del Santuario della Civita l’attuale superiore provinciale dei Passionisti del Basso Lazio e Campania, padre Mario Caccavale, già parroco di Campodimele e di San Michele Arcangelo di Itri, persona ben nota alla comunità itrana e all’arcidiocesi di Gaeta.

Padre Cherubino di Gesù Bambino, al battesimo Nicola De Feo, è nato s Lareana Cilento in provincia di Salerno, il 25 febbraio 1936, da Luigi e Matilde Oricchio, i suoi genitori entrambi defunti. Tra i passionisti entra da piccolo e dopo gli anni di formazione, nella scuola apostolica di Calvi Risorta e del Noviziato, emette la professione religiosa il 4 ottobre 1953 a Falvaterra. Gli studi in preparazione al sacerdozio li segue in vari conventi del Lazio, della Puglia e della Campania. E’ stato ordinato sacerdote a Napoli, nella Chiesa dei Passionisti il 18 marzo 1961. Dopo il sacerdozio è stato in vari conventi dei passionisti con vari incarichi, tra cui Calvi Risorta, poi Falvaterra, dove ha svolto negli anni sessanta l’ufficio di vice maestro e parimenti il ruolo di missionario. Ha partecipato ad una ventina d missioni popolari, come catechista del mattino e della sera, rivelando una forte propensione verso la comunicazione delle verità di fede con linguaggio accessibile a tutti. Appassionato della storia locale, nazionale, della vita consacrata, ricercatore assiduo di notizie ed informazioni sulle chiese locali e sulla chiesa universale, padre Cherubino conserva ancora oggi tale passione, attingendo le informazioni necessaria dai media moderni, quali internet, con suo pc portatile, che utilizza da circa  un anno. Buona parte della vita sacerdotale di padre Cherubino è stata vissuta e continua ad essere vissuta ad Itri. Nel convento dei passionisti di Itri-città, che si trova sulla cosiddetta zona dei Cappuccini, in quanto, prima dei passionisti era convento dei Cappuccini, giunse nel 1969 e da allora non ha mai cambiato convento e residenza. Solo 26 anni fa per esigenze del servizio al Santuario della Civita, dai superiori del tempo, fu spostato al santuario, dove attualmente vive con i confratelli. Negli anni 1969-1986 ha ricoperto l’ufficio di parroco di Santa Maria Maggiore in Itri formando varie generazioni di cristiani della comunità itrana, dando risalto ed importanza alla devozione e alla festa della Madonna della Civita.

Padre Cherubino verrà festeggiato dai suoi confratelli del Santuario e di altre comunità, in quanto l’inizio dell’ottantesimo anno di vita di questo conosciuto e stimato sacerdote passionista è un fatto importante per lui e per quanti lo stimano e ne apprezzano il generoso servizio alla Chiesa, nella Congregazione della Passione di Gesù Cristo, fondata da San Paolo della Croce. Noto per la sua passione per il canto, per la liturgia e per le funzioni religiose solenne, padre Cherubino è un’istituzione al Santuario della Civita, ma anche al convento dei passionisti di Itri, ove assicura, nei mesi invernali, la messa feriale quotidiana delle ore 7,30; mentre è presieduta da lui la messa solenne e cantata delle ore 10,30 al Santuario della Civita dei giorni festivi e domenicali.

“Sento il dovere –scrive padre Antonio Rungi – di fare i miei sinceri auguri, a nome mio personale e di tutti i confratelli della Provincia dell’Addolorata, al carissimo padre Cherubino, che, nonostante la sua veneranda età, e qualche problema di salute che inevitabilmente affiora con l’età, mantiene la stessa freschezza e gioia nel servire il Signore quale ministro dell’Eucaristia, della riconciliazione e liturgista. La sua testimonianza di vita sacerdotale e missionaria è un esempio per tutti i passionisti, soprattutto per i giovani, che possono ricevere da lui glli stimoli necessari per amare il ministero sacerdotale e coltivare la passione per la cultura, la storia, il bello che l’arte sacra può trasmettere a cuori ed animi sensibili come lui. Augurissimi padre Cherubino. Il Signore e la Madonna della Civita possano concederti  tanti anni ancora di vita ed in ottima salute, nonostante tutti i limiti dell’età dei più forti, che la Sacra Scrittura considera gli ottantenni”.

ITRI (LT). I PASSIONISTI DA 30 ANNI AL SANTUARIO DELLA CIVITA

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Itri (Lt). I Passionisti da 30 anni al Santuario della Civita

di Antonio Rungi

Era il 18 gennaio 1985, venerdì, quando i passionisti della comunità cittadina, attraverso padre Cherubino De Feo, religioso passionista, allora parroco di Santa Maria Maggiore in Itri, fu convocato al Santuario per ricevere le consegne delle chiavi e di tutto quanto era stato inventariato dai padri Guanelliani che avevano lasciato il Santuario per oggettive difficoltà.
In quel 18 gennaio, come quest’anno, erano presenti oltre i padri Ganelliani, i rappresentanti del clero cittadino di Itri ed i delegati vescovili di Gaeta, che a nome dell’arcivescovo mons. Luigi Maria Carli, morto nel 1986, dovevano firmare il passaggio delle consegne del Santuario dai Guanelliani ai Passionisti, tramite padre Cherubino. Così in pieno inverno padre Cherubino che l’aiuto dei confratelli della comunità di Itri-città dovettero assicurare subito il servizio al Santuario. Il primo ad accorrere in suo aiuto, con i permessi dei superiori, fi padre Eufrasio e successivamente padre Angelo. Si andò avanti così per qualche tempo, fino a quando il provinciale dei passionisti del tempo, padre Stanislao Renzi, si assunse la responsabilità di prendere il Santuario e stilare una convenzione con l’arcivescovo, monsignor Vincenzo Farano, confermata dagli altri provinciali che gli successero nel tempo. Fu nominato, nella persona di padre Giuseppe Polselli, il primo rettore e fu costituita la prima comunità passionista, direttamente dipendente dal Provinciale dei Passionisti di Napoli, assegnando a padre Renato Santilli l’ufficio di delegato del Provinciale. Da allora sono passati 30 anni esattamente e i passionisti hanno mantenuto l’impegno assunto, nonostante le oggettive difficoltà di poter portare avanti il Santuario, soprattutto negli ultimi anni, per la carenza di vocazioni e per il calo numerico dei religiosi. A succedere alla guida del santuario a padre Giuseppe fu padre Renato, fino al 2003, quando l’allora superiore provinciale dei passionisti di Napoli, padre Antonio Rungi (oggi di comunità al Santuario) propose all’arcivescovo del tempo, monsignor Pierluigi Mazzoni, il nome di padre Emiddio Petringa, quale rettore del Santuario e delegato del Provinciale. Da 12 anni padre Emiddio è superiore e rettore di questo luogo di preghiera mariana, punto di riferimento spirituale per il Basso Lazio e la Campania dei devoti della Madonna, di proprietà dell’arcidiocesi di Gaeta ed assegnato ai passionisti. Una prima convenzione tra i passionisti della provincia dell’Addolorata e l’Arcidiocesi di Gaeta scadeva il 21 maggio 2007. Con espresso volere dall’attuale arcivescovo, monsignor Fabio Bernardo D’Onorio, la convenzione è stata rinnovata fino a quando le parti non avranno intenzione di cambiare per motivi e clausole chiaramente inclusi nella stessa convenzione o per sopraggiunti altre motivazioni.
In questi 30 anni di presenza dei passionisti al Santuario della Civita, il volto del santuario è cambiato radicalmente anche come accoglienza e miglioramento delle strutture. Dalla stessa chiesa rifatta in tanti parti, ai locali della struttura di Pio IX, al convento, ai locali adibiti per esigenze della comunità religiosa dei passionisti, quali cucina, refettorio, stanze dei religiosi al secondo piano, quello di diretto accesso alla Chiesa e sacrestia. Lo scorso 21 luglio 2014, l’attesa inaugurazione dell’ascensore alla Civita che tanto utile risulta essere soprattutto per i diversamente abili, anziani e persone con problemi di deambulazione per raggiungere direttamente la chiesa. Cresciuto anche l’interesse verso il santuario da parte di nuove realtà ecclesiali, anche se, come in tutto l’occidente, si registra un calo di partecipazione alle funzioni religiose, soprattutto nei mesi invernali. Ad assicurare il servizio al santuario in questi ultimo anni sono quattro passionisti, che curano anche il convento dei passionisti della città di Itri, e sono: padre Antonio Rungi (ex-superiore provinciale dei passionisti di Napoli), padre Cherubino De Feo (ex-parroco di Santa Maria Maggiore in Itri), padre Emiddio Petringa (attuale rettore-superiore), padre Francesco Vaccelli, ben conosciuto perché per tanti anni parroco di Campodimele, da sacerdote diocesano e poi approdato nella Congregazione dei Passionisti.
A ricordare il fausto avvenimento dei trent’anni di presenza passionista al Santuario della Civita sono stati ieri gli stessi religiosi con alcuni collaboratori durante un incontro fraterno di preghiera e condivisione. A raccontare i dettagli di tutto il passaggio dai Ganelliani ai Passionisti è stato lo stesso padre Cherubino De Feo, che a distanza di 30 anni, essendo lui il diretto interessato a questo evento, ricordava con precisione non solo le persone presenti, ma gli atti firmati e il tempo inclemente che imperversava sulla Civita, come ieri 18 gennaio 2015. Padre Cherubino, come parroco di Santa Maria Maggiore e sacerdote passionista della comunità di Itri, dovette iniziare a pensare al tempio mariano. Con lui i padri passionisti della comunità cittadina oltre a pensare al Santuario della Civita, continuarono a guidare la parrocchia di Santa Maria Maggiore, la cui guida pastorale fu assunta da padre Angelo Di Battista e da lui assicurata fino al 2003. In quell’anno, in seguito ai cambiamenti effettuati dall’allora superiore provinciale, padre Antonio Rungi, subentrò padre Giovanni Giorgi, anche in qualità di Superiore della comunità passionista di Itri.
Nell’ottobre del 2012, i passionisti, su decisione dell’assemblea provinciale, hanno lasciato le due parrocchie di Itri per concentrarsi nel servizio al santuario della Civita e al Convento.
Nel prossimo mese di maggio 2015, con il capitolo provinciale unitario di tutti i passionisti d’Italia, di Francia e del Portogallo, si rivedranno le presenze dei passionisti e si deciderà per il futuro della loro presenza al Santuario e a Itri-città, dove la comunità è stata tolta dal giugno 2012; per cui una sola comunità giuridica, quella della Civita opera pastoralmente per il Santuario e per il Convento cittadino, con tante difficoltà logistiche e di spostamenti per assicurare un servizio pastorale all’altezza del compito che i passionisti hanno sempre svolto al meglio e con grande generosità nella Chiesa locale dell’Arcidiocesi di Gaeta.

P.RUNGI. IL DECALOGO DEI RELIGIOSI NELL’ANNO DELLA VITA CONSACRATA

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P. RUNGI (TEOLOGO MORALE). IL DECALOGO DEI RELIGIOSI NELL’ANNO DELLA VITA CONSACRATA

Dieci regole per vivere bene l’anno della vita consacrata. E’ quanto ha indicato padre Antonio Rungi, religioso passionista, teologo morale, già superiore provinciale dei passionisti del Lazio Sud e Campania, stilando uno speciale decalogo per i religiosi e le religiose.
Ecco le regole di vita per ogni consacrato in questo anno a loro dedicato:

In occasione dell’apertura dell’anno della vita consacrata, che si svolge dal 30 novembre 2014 (Prima Domenica di Avvento) fino al 2 febbraio 2016, Padre Antonio Rungi, ex-superiore provinciale dei passionisti di Napoli, teologo morale, pubblica uno speciale “decalogo della vita consacrata”. Si tratta di “dieci regole –scrive padre Rungi- per essere un buon religioso oggi, nell’attuale situazione ecclesiale e sociale in cui vivono ed operano gli istituti di vita consacrata, maschili e femminili”.

Ecco il testo delle regole dettate da padre Rungi.

1. L’amore verso Dio e i fratelli è il fondamento della religione e soprattutto per quanti scelgono di consacrarsi a Dio con la professione dei consigli evangelici. Questo comandamento sia costantemente vissuto a livello personale e comunitario da parte di coloro che sono chiamati alla perfezione della carità.

2. La preghiera è l’anima ed il cuore di ogni esperienza religiosa e soprattutto dei religiosi. Non manchi mai nella giornata e nella vita consacrata questo aspetto fondamentale della donazione a Dio, che necessita di essere alimentata dalla preghiera, meditazione e dall’ascesi. La celebrazione eucaristica, con la devozione alla Madonna caratterizzino lo stile orante di ogni consacrato.

3. L’obbedienza, primo fondamentale voto che ogni religioso professa, sia attentamente osservata in ogni momento della propria vita di consacrato, soprattutto quando costa sacrificio e rinuncia alle proprie vedute, idee e progetti personali al fine del bene comune.

4. La povertà visibile e leggibile stia nel cuore dei consacrati e venga testimoniata nel distacco completo dai beni della terra, privilegiando uno stile di vita sobrio, essenziale e libero da ogni desiderio mondano. A nessun religioso sia permesso di vivere in modo lussuoso e consumistico, memori di quanti non hanno nulla e soffrono la fame e la miseria su tutta la Terra.

5. La castità per il Regno dei cieli venga vissuta con semplicità e gioia, impegnandosi in ogni situazione, soprattutto di provocazione e di stimolazione al male, di mantenersi fedeli al dono della purezza del cuore, dei sentimenti, del corpo e della vita che Dio ci ha donato. Siano condannati apertamente atti commessi dai religiosi contro la dignità della persona umana, soprattutto se bambini e ammalati.

6. Lo stile di vita comunitaria prevalga su ogni individualistica visione della consacrazione a Dio e tutti i religiosi collaborino effettivamente per innalzare la qualità della vita in comune, puntando su una vera fraternità e condivisione, frutto di sentimento e sapienza che riscontriamo nel vero modello per tutti, che è Gesù.

7. Ogni religioso abbia particolarmente a cuore il carisma del proprio istituto, vivendo e testimoniandolo secondo i doni personali ricevuti che sono a servizio di tutti.

8. Il servizio dell’autorità venga svolto con donazione, generosità, paternità e competenza e tutti i religiosi, che sono chiamati a tale servizio nei rispettivi istituti, siano sensibili in umanità e spiritualità verso i confratelli o consorelle delle comunità.

9. L’ansia missionaria sia motivo costante non solo per annunciare ai fratelli il Vangelo della gioia, ma anche occasione di crescita in sintonia con le chiese locali e con la chiesa universale. Tutti siano davvero missionari con la parola, la preghiera e la testimonianza di una vita gioiosa nel Signore, sull’esempio di Maria, la Madre della gioia.

10. Ogni religioso abbia a cuore le sorti del proprio istituto promuovendo un’azione incisiva a livello di vocazioni da accogliere con disponibilità quando il Signore chiama i giovani o i meno giovani per seguirLo sulla via stretta dei consigli evangelici. Ogni consacrato sia promotore vocazionale nella famiglia, nella scuola, nella Chiesa, nell’apostolato e nella società.

ITRI (LT). PRESEPE NAPOLETANO TRADIZIONALE AL CONVENTO DEI PASSIONISTI

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ITRI (LT). PRESEPE NAPOLETANO AL CONVENTO DEI PASSIONISTI 

E’ in fase di allestimento e nei prossimi giorni sarà completato il presepe, stile settecento napoletano, che l’artista Antonio Lebone di Itri sta realizzando, come da vari anni, nella Chiesa dei padri Passionisti di Itri.

Il presepe occupa tutto lo spazio dell’ampia cappella di San Paolo della Croce, situata al lato sinistro di chi entra nella chiesa, dedicata alla Madonna di Loreto e risalente al 1600, quando erano i Cappuccini a conservare questo tempo di culto mariano.

Dal 1943 sono i figli spirituali di San Paolo della Croce a curare questa struttura e a conservarla per le future generazioni dei passionisti. Oggi, in occasione dell’annuale festa della Madonna di Loreto, è stata celebrata una messa solenne, cantata, e presieduta da padre Cherubino De Feo, parroco di Santa Maria Maggiore in Itri per oltre 25 anni e da 30 anni circa al Santuario della Civita.

Un convento antico e stile antico anche nel presentare il mistero della nascita di Gesù Cristo attraverso il presepe che in fase di allestimento.

Tante le novità apportate dal presepista, che con passione, competenza ed amore realizza vere e proprie opere d’arte. Vari i paesaggi che riportano all’attento osservatore al mistero della Nascita del Redentore, con ingranaggi nuovi e scenografie con particolare significato religioso e biblico. Al centro di tutto la grotta e la capanna, dove verrà deposto in Bambinello Gesù a conclusione della messa di mezzanotte della notte di Natale 2014, ormai imminente.

Negli anni passati era fratel Modesto De Angelis, ora nella comunità passionista di Airola (Bn) ad allestire il presepe nel convento dei passionisti, quando esisteva una comunità nella struttura. Oggi la comunità passionista è giuridicamente costituita presso il Santuario della Civita e gli stessi religiosi, in tutto quattro, pensano a curare pastoralmente e spiritualmente il convento cittadino, che è un punto di riferimento religioso importante per la città di Itri e per la Diocesi. Per migliorare il servizio religioso che intendono offrire i passionisti alla città di Itri anche l’annuale presepe napoletano che diventa in occasione delle feste natalizie un centro di interesse e curiosità da parte degli amanti del presepe tradizionale.

A sostenere ed incoraggiare queste iniziative è l’intera comunità dei passionisti della Civita, guidata da padre Emiddio Petringa, che è superiore-rettore del Santuario ed ha la responsabilità sulla struttura conventuale. Con lui collaborano per una presenza incisiva e fruttuosa dei passionisti nella città di Itri e dell’Arcidiocesi, padre Antonio Rungi, docente, predicatore, nonché padre Francesco Vaccelli e lo stesso padre Cherubino.

“Siamo grati ad Antonio –ha detto padre Rungi – che con passione ogni anno si dedica a realizzare il presepe nella nostra chiesa creando quel clima di festa e di gioia natalizia, senza il quale, anche un luogo di culto, già bello e raccolto per se stesso, non sarebbe bello in questo tempo senza il presepe. Il presepe, infatti, è sempre un forte richiamo iconico al grande mistero della nascita di Gesù, che porta tutti a serie riflessioni  sul Natale, soprattutto di questo anno 2014, perché sia un Natale di pace, giustizia, amore e solidarietà. Senza il Presepe non è Natale nelle chiese e nelle famiglie. Per cui bisogna rinnovare e potenziare questa sana tradizione, perché bella in se stessa e stimolante a livello spirituale e morale, oltre che artistico e sociale”.

ITRI (LT). TUTTO PRONTO PER LA FESTA DI SAN PAOLO DELLA CROCE.

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San Paolo 2014-Progrmma festa

Itri (Lt). Festa 2014 di San Paolo della Croce

 

I passionisti della comunità del Santuario della Civita, che curano anche il convento dei passionisti di Itri città, hanno organizzato la festa in onore di San Paolo della Croce, per il prossimo 19 ottobre. Predisposto il tosello in chiesa e sistemata la statua, con il lavoro di Antonio Lebone e Franco Lorello, tutto è pronto per partire domani sera. Il triduo di preparazione e di predicazione si svolgerà nei giorni 16-17-18 ottobre 2014 con la messa del mattino alle ore 7,30 e la messa vespertina con omelia sul nostro fondatore alle ore 18.00. Nel primo giorno, giovedì 16 ottobre 2014, sarà padre Francesco Vaccelli, già parroco di Campodimele, a tenere la riflessione sulla figura di San Paolo della Croce, durante la messa della sera; il giorno 17 ottobre, venerdì, sarà la volta di padre Cherubino De Feo, per molti anni parroco di Itri e successivamente un punto di riferimento per il Santuario della Civita. Concluderà il triduo, padre Antonio Rungi, missionario e predicatore, i ed ex-provinciale dei passionisti di Napoli.

Tutti i fedeli e devoti del santo sono invitati a partecipare al triduo e alla festa. Infatti alle 17,00 i religiosi saranno a disposizione per le confessioni; alle 17,30 la preghiera del Santo Rosario meditato e alle 18.00 la messa con omelia.

Per il giorno 19, domenica, festa liturgica di San Paolo della Croce, le sante messe solenni saranno celebrate alle ore 8.00 e alle ore 18.00. La messa vespertina sarà preceduta dalla processione, alle ore 17.00.

I padri passionisti, guidati da padre Emiddio Petringa, Superiore e Rettore della Civita, d’intesa con il piccolo comitato stanno organizzando anche la processione con la statua del Santo, per le strade principali intorno al nostro convento, conosciuto qui come dei Cappuccini, quando in realtà in esso vi abitano i passionisti dal 1943. Infatti in 71 anni di presenza passionista ad Itri, i religiosi, figli spirituali d San Paolo della Croce, si sono perfettamente inseriti nel tessuto sociale della città, del territorio e della Diocesi. Sono, infatti, i passionisti a guidare pastoralmente e spiritualmente il Santuario della Civita dal 1985. Dal dopoguerra al 2012 hanno curato ininterrottamente la parrocchia di Santa Maria Maggiore in Itri e per due anni 2010-2012 anche la parrocchia di San Michele Arcangelo in Itri. La loro azione apostolica e missionaria si estesa alla predicazione itinerante in tutta la diocesi, sull’esempio di San Paolo della Croce che fu pellegrino ad Itri ed al Santuario della Civita, per vari mesi, nel 1726 insieme al suo fratello Giambattista. Per dire che San Paolo della Croce è ben conosciuto e venerato a Itri, tanto da dedicare a questo mistico della Passione di Cristo e missionario di Gesù Crocifisso una bellissima ed ampia cappella nel convento dei passionisti di Itri, con due grandi dipinti raffiguranti lo stesso Paolo della Croce nei momenti della glorificazione. Sempre nel convento di Itri è conservato il più bello ed espressivo quadro firmato dal celebre pittore Conca.

A conclusione domenica, 19 ottobre 2014 dopo la messa solenne, intorno alle 20.00, un momento di intrattenimento come tutti gli anni, organizzato dal piccolo comitato in onore di San Paolo della Croce, che ogni anno si offre generosamente per fare la festa in onore di un santo che portano nel loro cuore e che venerano con grande devozione.

San Paolo della Croce (Paolo Danei) nacque a Ovada, nell’Alessandrino, il 3 gennaio 1694 da famiglia nobile anche se in difficoltà economiche. Suo padre era un commerciante e lui lo aiuta, essendo il primo di 16 figli; ma il suo desiderio fu quello di dare vita un istituto religioso e combattere i Turchi. Si fa eremita e a 26 anni il suo vescovo gli consente di vivere in solitudine nella chiesa di Castellazzo Bormida, sempre nell’Alessandrino. Qui matura l’idea di una nuova Congregazione religiosa e nel 1725 Benedetto XIII lo autorizza a raccogliere compagni. Il primo fu suo fratello Giovanni Battista. Comincia a farsi chiamare «Frate Paolo della Croce», poi fonda la Congregazione dei «Chierici scalzi della santa Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo» (Passionisti). Nel 1727 viene ordinato prete a Roma, poi si ritira sul monte Argentario, in provincia di Grosseto in Toscana, dove costruisce il primo convento dei Passionisti dedicato alla Presentazione e successivamente, sempre sul Monte Argentario un secondo convento, intitolato a San Giuseppe. Inizia una vasta campagna di predicazione delle missioni popolari, diventa direttore spirituale di vescovi, sacerdoti e laici e scrive tantissime lettere per sostenere il cammino spirituale dei suoi amici e penitenti.Tornato a Roma, nel 1750 predica per il Giubileo. Clemente XIV gli chiede spesso consiglio così come il suo successore Pio VI.  Guiderà la Congregazione dei Passionisti dalla nascita dell’Istituto fino alla morte di Paolo. Sia durante la vita che dopo la morte, la Congregazione di San Paolo della Croce si diffonde in Italia, in Europa ed oggi è presente in tutti continenti e in 60  nazioni, con 400 comunità, per 2200 passionisti oggi viventi. Muore il 18 ottobre 1775 a Roma e sarà proclamato santo da Pio IX nel 1867.

Itri (Lt). Festa anno 2014 in onore di San Paolo della Croce

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I Passionisti della comunità del Santuario della Civita, che curano anche il convento dei passionisti di Itri città, hanno organizzando la festa in onore di San Paolo della Croce, per il prossimo 19 ottobre.

Il triduo di preparazione e di predicazione si svolgerà nei giorni 16-17-18 ottobre 2014 con la messa del mattino alle ore 7,30 e la messa vespertina con omelia sul fondatore della Congregazione della Passione di Nostro Signore alle ore 18.00.

Nel primo giorno, giovedì 16 ottobre 2014, sarà padre Francesco Vaccelli, già parroco di Campodimele, a tenere la riflessione sulla figura di San Paolo della Croce, durante la messa della sera.

Il giorno 17 ottobre, venerdì, sarà la volta di padre Cherubino De Feo, per molti anni parroco di Itri e successivamente un punto di riferimento per il Santuario della Civita.

Concluderà il triduo, sabato 18 ottobre padre Antonio Rungi, missionario e predicatore, ex-provinciale. Nella stessa celebrazione sarà ricordato il transito di San Paolo della Croce, avvenuto a Roma il 18 ottobre 1775, nella Casa generalizia dei Santi Giovanni e Paolo al Celio. Occasione anche per leggere il testamento spirituale lasciato da San Paolo della Croce ai suoi religiosi.

Tutti i fedeli e devoti del santo sono invitati a partecipare al triduo e alla festa. Infatti alle 17,00 i religiosi saranno a disposizione per le confessioni; alle 17,30 la preghiera del Santo Rosario meditato e alle 18.00 la messa con omelia.

Per il giorno 19, domenica, festa liturgica di San Paolo della Croce, le sante messe solenni saranno celebrate alle ore 8.00 e alle ore 18.00.

I padri passionisti del Santuario della Civita, guidati da padre Emiddio Petringa, Superiore e Rettore della Civita, nonché consultore provinciale all’economia e alla solidarietà, d’intesa con il piccolo comitato stanno organizzando la piccola festa religiosa anche eventualmente con la processione della Statua di San Paolo per le strade principali intorno al convento, conosciuto qui come dei Cappuccini, ma  in realtà dei passionisti che vi abitano dal 1943.

In 71 anni di presenza passionista ad Itri, i religiosi, figli spirituali d San Paolo della Croce, si sono perfettamente inseriti nel tessuto sociale della città, del territorio e della Diocesi. Sono, infatti, i passionisti a guidare pastoralmente e spiritualmente il Santuario della Civita dal 1985.

Dal dopoguerra al 2012 hanno curato ininterrottamente la parrocchia di Santa Maria Maggiore in Itri e per due anni 2010-2012 anche la parrocchia di San Michele Arcangelo in Itri.

La loro azione apostolica e missionaria si è estesa alla predicazione itinerante in tutta la diocesi, sull’esempio di San Paolo della Croce che fu pellegrino ad Itri ed al Santuario della Civita, per vari mesi, nel 1726 insieme al suo fratello Giovanni Battista. A conferma che San Paolo della Croce è ben conosciuto e venerato a Itri, tanto da dedicare a questo mistico della Passione di Cristo e missionario di Gesù Crocifisso una bellissima ed ampia cappella nel convento dei passionisti di Itri, con due grandi dipinti raffiguranti lo stesso Paolo della Croce nei momenti della glorificazione.

Sempre nel convento di Itri è conservato il più bello ed espressivo quadro firmato dal celebre pittore Conca.

A conclusione domenica, 19 ottobre 2014 dopo la messa solenne, intorno alle 20.00, un momento di intrattenimento, come tutti gli anni, organizzato dal piccolo comitato in onore di San Paolo della Croce, che ogni anno si offre generosamente per fare la festa in onore di un santo che portano nel loro cuore e che venerano con grande devozione.

San Paolo della Croce (Paolo Danei) nacque a Ovada, nell’Alessandrino, il 3 gennaio 1694 da famiglia nobile anche se in difficoltà economiche. Suo padre era un commerciante e lui lo aiutava, essendo il primo di 16 figli; ma il suo desiderio fu quello di dar vita ad un istituto religioso e andare a combattere contro i Turchi. Altri erano i disegni di Dio sul suo conto. Infatti, si fa eremita e a 26 anni il suo vescovo gli consente di vivere in solitudine nella chiesa di Castellazzo Bormida, sempre nell’Alessandrino. Qui matura l’idea di una nuova Congregazione religiosa e nel 1725 Benedetto XIII lo autorizza a raccogliere compagni. Il primo fu suo fratello Giovanni Battista. Comincia a farsi chiamare «Frate Paolo della Croce», poi fonda la Congregazione dei «Chierici scalzi della santa Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo» (Passionisti).

Nel 1727 viene ordinato prete a Roma, poi si ritira sul monte Argentario, in provincia di Grosseto in Toscana, dove costruisce il primo convento dei Passionisti dedicato alla Presentazione di Maria Santissima e successivamente, sempre sul Monte Argentario, un secondo convento, intitolato a San Giuseppe.

Inizia una vasta campagna di predicazione di missioni popolari, diventa direttore spirituale di vescovi, sacerdoti e laici e confessore dei Papi. Scrive tantissime lettere per sostenere il cammino spirituale dei suoi amici e penitenti.Tornato a Roma, nel 1750 predica per il Giubileo. Clemente XIV gli chiede spesso consiglio così come il suo successore Pio VI.  Guiderà la Congregazione dei Passionisti dalla nascita dell’Istituto fino alla morte di Paolo. Muore, infatti, il 18 ottobre 1775 a Roma e sarà proclamato santo da Pio IX nel 1867.

Sia durante la vita che dopo la morte, la Congregazione di San Paolo della Croce si diffonde in Italia, in Europa ed oggi è presente in tutti continenti e in 60  nazioni, con 400 comunità, con 2200 passionisti oggi viventi.