Apocalisse

Mondragone. Tutto pronto per la consacrazione della nuova Chiesa di San Giustino Martine

935709_639170849430723_1877046400_n.jpgchiesasangiustino.jpgMondragone (Ce). Consacrazione della nuova chiesa parrocchiale, intitolata a San Giustino Martire

 

di Antonio Rungi

 

Fervono i preparativi e si ultimano i lavori previsti, per dare inizio alle celebrazioni nella Chiesa di San Giustino Martire in Mondragone, in Località Levagnole, periferia nord della città. La nuova e ampia struttura religiosa, con annesse opere parrocchiani e canonica saranno inagurate 1 giugno 2013, alle ore 20.00. In particolare, sarà  monsignor Antonio Napoletano, Vescovo di Sessa Aurunca a consacrare il nuovo luogo di culto, che accoglierà i fedeli della zona e i villeggianti durante l’estate.

La parrocchia San Giustino Martire, istituita da monsignor Vittorio Maria Costantini, di v.m. negli anni 70, fu pensata per dare una struttura operativa pastorale ad una zona turistica di Mondragone, particolarmente rinomata e in fase di sviluppo turistico. Una prima struttura provvisoria per accogliere i fedeli ed ivi avviare l’attività parrocchiale fu eretta durante l’episcopato di monsignor Raffaele Nogaro e primo parroco ufficiale della parrocchia operativa fu padre Francesco Romano, dei padri passionisti della comunità di San Giuseppe Artigiano, dalla quale dipendeva la parrocchia. Con il contributo della Diocesi, dei fedeli e delle maestranze fu eretta la struttura della Chiesa e della sagrestia e ricavato, avanti alla chiesa temporanea, uno spazio adatto alle esigenze ricreative e associativa dei parrocchiali, specie per i bambini. Negli anni ottanta fu istituita la festa di San Giustino martire ed avviate le prime manifestazioni esterne religiose in onore del Santo con la predicazione del triduo e della processione, con la festa esterna e con la sagra.  Per oltre 25 anni la parrocchia ha funzionato con questa minima struttura di culto. Era evidente la necessità di realizzare una vera chiesa, completa con tutte le opere parrocchiali, secondo il progetto iniziale, che fu avviato e poi sospeso per mancanza di fondi e per altri problemi. Infatti nei primi interventi realizzati si riuscì, durante l’episcopato di mons. Costantini, a costruire solo la piattaforma in cemento armato, dove poter poi alzare l’opera. I soldi infatti furono spesi per consolidare le fondamenta, in una zona acquitrinosa e soggetta, durante, l’inverno a facili  alluvioni.  Molto interessamento all’erigenda chiesa parrocchiale San Giustino fu manifestato da monsignor Agostino Superbo, attuale arcivescovo di Potenza, durante il suo breve periodo di episcopato alla guida della Diocesi sessana.

La parrocchia per 30 anni è stata guidata pastoralmente dai passionisti di Mondragone, in particolare da una figura esemplare per disponibilità apostolica e spiritualità, che fu padre Emilio Vicini, coadiuvato da padre Antonio Rungi, passionista e missionario.

 

 

La parrocchia con 600 fedeli in totale, quando fu istituita, è cresciuta numericamente nel tempo, per i maggiori insediamenti abitativi. E a curarla spiritualmente e pastoralmente sono stati fino al 2008 i padri passionisti. Da un quinquennio a seguire pastoralmente la parrocchia San Giustino sono stati e sono  i sacerdoti diocesani: Don Roberto, don Oscar e ultimamente don Angelo  e  don Roberto congiuntemente.

La nuova chiesa è stata realizzata per diretto interessamento del Vescovo, monsignor Antonio Napoletano, che ha portato a termine, nel suo lungo servizio pastorale alla Diocesi di Sessa Aurunca, due importanti chiese alla periferia di Mondragone: quella di San Gaetano da Thiene, in Località Pescopagano, e quella di San Giustino Martire in Località Levagnole. Dopo 40 anni di attesa, la piccola comunità parrocchiale stabilmente residente nella zona avrà la sua chiesa e le opere parrocchiali. Potranno così celebrarsi tutti i sacramenti della vita cristiana. La parrocchia e le opere parrocchiali saranno il punto di riferimento per questa comunità che dal primo giugno in poi potrà usufruire dei servizi pastorali e liturgici ed essere strumento per formare la vera chiesa spirituale, come si legge nel manifesto che annuncia questo  storico avvenimento per l’intera Diocesi di Sessa Aurunca e per Mondragone in particolare: “Sulla roccia è costruito l’edificio, nello Spirito è custodita la comunità”.

Mondragone (Ce). Ricordata la serva di Dio Victorine Le Dieu a 204 anni dalla nascita

150120132147.jpgMondragone (Ce). Il ricordo speciale della fondatrice delle Suore di Gesù Redentore

di Antonio Rungi

Il 22 maggio 1809 ad Avranches in Francia nasceva la Serva di Dio Madre Victorine Le Dieu, Fondatrice delle Suore di Gesù Redentore. Per ricordare il 204° compleanno di questa singolare donna di preghiera e di carità, la Congregazione da lei fondata ha voluto far memoria della loro madre con iniziative varie a livello spirituale, pastorale e culturale. A Mondragone, dopo il seminario di studio, dedicata alla Serva di Dio, oggi in tutte le parrocchie della città, la figura e l’opera di Madre Victorine è stata ricordata durante le celebrazioni mediante la testimonianza delle suore che compongono la comunità della Stella Maris. Per sabato, 25 maggio, presso il cinema-teatro cittadino, la compagnia teatrale “Victorine Le Dieu”, porterà in scena, al mattino per le scuole della città, e alla sera per tutta la cittadinanza, il recital “Quattro immagini per cantare una vita ed un carisma”. Si tratta di una sintesi della vita della fondatrice delle Suore di Gesù Redentore, fissata in alcune immagini, dialoghi, canti e altre forme espressive, partendo dalla prima scena, quella dell’approvazione dell’istituto ad opera di Pio IX il 15 gennaio 1863, quando il Papa firmò la bolla in Vaticano, alla presenza della stessa Victorine Le Dieu. Da allora la famiglia religiosa di Victorine Le Dieu si è diffusa in Italia, in Francia, in Europa ed altri continenti. Da poco è stato avviato anche il ramo maschile dell’Istituto con la professione di alcuni religiosi. La vita è l’opera di questa straordinaria donna di fede è ricca di avvenimenti e di tante difficoltà che Victorine seppe superare sempre con grande coraggio e fiducia in Dio, sull’esempio di Maria, con il suo continuo si alla volontà di Dio. Tutto questo fu Victorine Le Dieu de la Ruaudière (Maria Giuseppa di Gesù). 
Madre Victorine Le Dieu si trovò a lottare in difficoltà straordinarie, subì persecuzioni inaudite, rischiò di fallire più volte con la sua Congregazione, ma non si scoraggiò, la sua fede restava incrollabile. Il centro della Volontà di Dio di volere questa Istituzione, era papa Pio IX oggi beato; altre figure minori, ma pur sempre determinanti nel procurarle sofferenze, calunnie e persecuzioni, nulla poterono contro questa Volontà espressa nel tormento interiore dell’anima, così tribolata e santa di Victorine Le Dieu. Una delle sue massime riportate nel suo diario, concluso pochi giorni prima di morire: “L’amore di Dio può rinnovare la terra. Credo con una nuova fede, spero con una più forte speranza, voglio con una sincera carità, lavorare all’opera così giusta e necessaria della ‘Riconciliazione’ che Dio, nella Sua misericordia, ha riservato ai nostri tempi”. 
Victorine nacque il 22 maggio 1809 ad Avranches, città che sorge di fronte al celebre Monte di San Michele, da Felice Alessandro Le Dieu de la Ruaudière, ricevitore del Demanio e dalla nobile Maria Teresa di Cantilly. A 12 anni ricevé la Prima Comunione, sentendo sin da allora di essere chiamata alla vita religiosa, ma questa sua evidente inclinazione venne molto contrastata dai genitori, che misero in atto, tutti i tentativi per dissuaderla, come quello di mandarla a Reims, a studiare in un collegio laico. A 18 anni, coerente con le sue decisioni, fece privatamente i voti di castità e ubbidienza, che furono trasformati a 24 anni in pubblici e perpetui. Legata alla famiglia che non la lasciava scegliere, Victorine la segue nei trasferimenti da Avranches a Parigi e poi a Poitiers, resi necessari per mettersi al riparo dalle turbolenze politiche, che scuotevano la Francia nel periodo post-napoleonico e della Restaurazione. A Poitiers le muore il fratello Edoardo; in casa viene ospitato padre Mesnildot esule da Parigi, il quale diventa il direttore spirituale di tutta la famiglia, ma specialmente di Victorine, di cui ha notato l’inclinazione alla vita religiosa e prende a dirigerla con sapiente discrezione; nel contempo la salute della giovane destava preoccupazione alla famiglia.
Per aiutarla, le viene concesso di fare un ritiro al Carmelo ma al suo ritorno, nonostante il beneficio ricevuto, le viene ancora una volta negato il permesso di farsi suora; tuttavia tutte queste difficoltà non le impedirono di gettare le basi della sua futura fondazione che comprendeva, la riparazione eucaristica attraverso la Messa e l’adorazione.
Ebbe anche un’esperienza religiosa di sei mesi fra le Agostiniane di Parigi, alle quali si era rivolta di nascosto; ma sotto le pressioni dell’influente famiglia fu estromessa dall’Istituto.
A circa 27 anni quando ormai decisa, lascia la famiglia e con il consiglio di padre Mesnildot, entra nelle Suore di Santa Clotilde che non erano di clausura e dedite solo all’Istruzione Superiore, il 2 luglio 1836 avvenne la cerimonia della vestizione, senza la presenza dei genitori; poi avviene un precipitarsi di eventi, Victorine si ammalò gravemente e la madre le si riconcilia; rientrata a Le Havre la madre morì, e lei fu costretta a lasciare di nuovo il convento, per accudire il padre rimasto solo.
Alla fine del 1846 anche l’altro fratello Augusto, dopo una vita dissipata, muore riconciliato con Dio, con l’assistenza spirituale della sorella. Rimasta sola con il padre, ella soffre intimamente per questa sua vita non realizzata secondo le sue aspirazioni.
Si ammala gravemente forse di nostalgia e su consiglio dei medici, viene condotta in montagna a La Salette, dove il 19 settembre del 1846 la Vergine era apparsa a due pastorelli, diventando una meta di pellegrinaggi.
Durante il viaggio, i sintomi del male oscuro improvvisamente scompaiono, la stessa cosa si ripete per il pellegrinaggio dell’anno seguente; passando per Ars, incontra anche s. Giovanni Maria Vianney, il santo curato, con cui parla del suo progetto, ricevendo incoraggiamento. Riparare, riconciliare, adorare il Signore nell’Eucaristia, restaurare l’unità nell’amore e istituire Case per accogliere persone cadute o in pericolo nel mare burrascoso della vita.
Morto il padre e seguendo il consiglio del suo Direttore Spirituale e di s. Pietro Giuliano Eymard, chiede per prima cosa al vescovo, peraltro ammalato, di ottenere il SS Sacramento dell’Eucaristia per il suo oratorio considerato privato, ma la concessione non era possibile, per cui la Curia la indirizzò direttamente a Roma e così il 15 gennaio 1863 si reca da papa Pio IX, il quale dopo aver ascoltato le sue richieste di poter avere l’Eucaristia nell’Oratorio e di poter istituire la sua Opera di carità dovunque fosse possibile, le concede tali privilegi, l’Istituto avrà una Superiora Generale che non dipenderà da altri.
Dopo tale udienza l’iniziale programma di Victorine Le Dieu prende maggiore omogeneità, articolandosi in tre punti: Riparazione nei confronti dei bambini con opere di carità e di assistenza, di cui allora se ne sentiva fortemente il bisogno e che in seguito verrà considerevolmente allargata.
Prima di ritornare ad Avranches, Victorine ricevé l’abito religioso da padre Regis, procuratore dei Trappisti, iniziò così la Congregazione delle Suore del Patronato di S. Giuseppe, che muterà in seguito il nome in “Suore di Gesù Redentore”.
Si alternano opposizioni e difficoltà nell’andare avanti dalle Autorità diocesane, e solo il 2 febbraio 1864 suor Victorine e la sua prima compagna, fanno insieme la prima meditazione comunitaria; il nuovo vescovo Bravard ottenne dal Governo Francese la celebre Abbazia di Monte San Michele, che era stata trasformata in un orribile carcere e intenzionato a trasformarla nell’antico splendore, incontra in ciò lo stesso desiderio in madre Victorine e seppur titubante, visto l’esiguità del nuovo Istituto, le affida il gravoso compito.
Con le prime quattro compagne si mette all’opera per eliminare il diffuso squallore; il 19 marzo 1866 la fondatrice e una compagna emettono i voti e altre due giovani fanno la vestizione religiosa.
Victorine prenderà il nome di suor Marie Joseph de Jesus. L’antica abbazia comincia a diventare anche un orfanotrofio, perché man mano giungono fanciulli abbandonati e anche le suore aumentano di numero.
Nel contempo iniziano le incomprensioni fra lei e padre Robert, il superiore dei Missionari diocesani, che il vescovo ha istituito per il ripristino del culto e dei pellegrinaggi al Monte San Michele.
Gli opposti interessi procurano dissidi e infine madre Maria Giuseppa di Gesù, viene allontanata con la scusa di andare a fondare una nuova Casa a San Massimino nella diocesi di Frejus, le suore rimaste a Mont St. Michel non si piegano ai voleri di padre Robert e quindi raggiungono la fondatrice, ricostituendo la Comunità.
Ma a San Massimino devono vivere di elemosine, si caricano di debiti, vengono a mancare gli appoggi sia materiali che spirituali, per cui quasi tutte le suore alla fine la lasciano e il vescovo di Frejus la estromette come religiosa dalla diocesi.
Respinta anche dai parenti, si riduce a vivere in una mansarda con la sola compagnia di due suore, soffre la fame, è continuamente febbricitante per il grande freddo, vive chiedendo l’elemosina. A Parigi dove stanno, hanno il rifiuto del Vicario Generale di poter stabilire la loro Opera dell’Adorazione Riparatrice, non riconoscendola Superiora di due sole suore e senza un soldo.
Finché il 1° ottobre 1874, esse incaricate dal prefetto di Parigi, arrivano ad Aulnay nella periferia povera della città, per accudire i bambini poveri e gli orfanelli della zona, su richiesta del parroco locale; ma senza soldi anche qui sono costrette a chiedere l’elemosina.
Dopo un po’ vengono sfrattate e il sindaco offre dei locali nel suo castello, dove sia pur con un freddo gelido riescono con i bambini a superare l’inverno. Alcune offerte delle Autorità, le fanno aprire una seconda casa a Saint Cloud, il numero di orfanelli aumenta ma i soldi per sfamarli non ci sono, chi aveva promesso viene meno, il vescovo di Versailles a cui si era rivolta, le nega l’aiuto, perché prevenuto dalle calunnie pervenute da Monte San Michele.
Si reca di nuovo a Roma per trovare l’appoggio papale e per aprire una Casa nelle capitale; ma ritornata in Francia trova che la sua Congregazione e gli orfanotrofi stanno per essere assorbiti da altra Istituzione, ma un prodigio avvenuto al momento della firma, manda tutto all’aria.
Nel 1879 il conte di Aulnay vende loro una casa-mulino, dove tutti si trasferiscono; ma una nuova prova si abbatte su Victorine, una postulante comincia ad avere fenomeni strani e premonitori, è creduta dalle suore e dal parroco e quando dice che la superiora non è più adatta al compito, il parroco l’ascolta e sostituisce madre Victorine con suor Paola.
È costretta a lasciare la Comunità e continuano le calunnie, persecuzioni, le viene negata la Comunione e deve togliersi l’abito religioso, sotto minaccia di essere arrestata, è costretta a fare la mendicante, è investita da una carrozza; ma lei non si arrende e ancora una volta con l’aiuto di una suora fedele, ritorna a Roma e ottiene dal papa la residenza romana e con l’aiuto della marchesa Serlupi ha dei locali a disposizione; una suora dalla Francia la raggiunge, arriva qualche novizia.
L’Opera si trasferisce in una Casa di via Tasso e affluiscono molti bambini, nel contempo anche le offerte e gli aiuti in vivande arrivano più frequentemente; il cardinale Vicario di Roma segue con ammirazione e stima sia lei, che l’opera e alla fine acconsente a celebrare la Prima Messa nella nuova Cappella, dove resterà esposta l’Eucaristia per l’adorazione riparatrice.
Il 26 ottobre 1884 a 75 anni, madre Victorine muore con il nome di Gesù sulle labbra, perdonando tutti e raccomandando la cura dei bambini.

Riflessione. Chiacchiere, diffamazione e calunnia rovinano la Chiesa e il Mondo

berg1.png”Quanto si chiacchiera nella Chiesa! Quanto chiacchieriamo noi cristiani!”. Lo ha detto papa Francesco nella messa mattutina del 18 maggio 2013 a Santa Marta. Per Papa Francesco, ”la chiacchiera e’ proprio spellarsi, farsi male l’uno all’altro”. ”Le chiacchiere sono distruttive nella Chiesa”. E lo si sa bene sia all’interno di essa, sia al di fuori di essa. Le persone che vogliono male ai fratelli ce ne sono e spesso con le chiacchiere, la diceria, la calunnia, la diffamazione operano in modo da distruggere davvero. Anche su social network si fa questo. Molte chiacchiere, molta diffamazione, tante calunnie, senza mai rettificare e correggere nulla. C’è chi si inserisce nella vita privata degli altri, manipolando la verità ed i fatti, per fare del male, ricattare, mettere alla berlina, al solo fine di distruggere le persone. Ci sono trasmissioni che vanno a ficcare il naso nella vita personale privata degli altri per fare scandalo, per alimentare lo scredito sulle istituzioni, soprattutto di carattere religiose. Altro che ricerca della verità. E a chi interessa la vera verità, quella che vuole la giustizia, il bene, l’uguaglianza e la fraternità?

Secondo Papa Francesco, che nella breve catechesi del mattino, durante la messa, dice cose straordinarie e fuori dal formalismo che è richiesto in certe celebrazioni ufficiali, il cristiano deve vincere la tentazione di “mischiarsi nella vita degli altri”. In poche parole vediamo la pagliuzza negli occhi del fratello e non vediamo la trave che sta nei nostri occhi. Ci scandalizziamo per qualche innocente sbaglio dei fratelli e non ci scandalizziamo dei nostri gravissimi peccati. Condanniamo facilmente l’opera dei fratelli che sbagliano o forse neppure sbagliano e giustifichiamo i nostri gravi errori non di oggi solo, ma di un’intera vita. Chi è senza peccato, sembra dire Papa Francesco, richiamdano il momito di Gesù, scagli la prima pietra. Il Papa,  inoltre, ha sottolineato che chiacchiere e invidie fanno tanto male alla comunità cristiana e che non si può “dire soltanto la metà che ci conviene”.  “L’invidia arrugginisce la comunità cristiana”, le “fa tanto male”, il “diavolo vuole quello”. “Quanto si chiacchiera nella Chiesa! Quanto chiacchieriamo noi cristiani! La chiacchiera è proprio spellarsi eh? Farsi male l’uno all’altro. E’ come se volesse diminuire l’altro: invece di crescere io, faccio che l’altro sia più basso e mi sento grande. Quello non va! Sembra bello chiacchierare Non so perché, ma sembra bello”.

“La chiacchiera è cosi – ha proseguito Papa Francesco -. E’ dolce all’inizio e poi ti rovina, ti rovina l’anima! Le chiacchiere sono distruttive nella Chiesa, sono distruttive. E’ un po’ lo spirito di Caino: ammazzare il fratello, con la lingua; ammazzare il fratello!”. Su questa strada, ha detto, “diventiamo cristiani di buone maniere e cattive abitudini!”. Ma come si presenta la chiacchiera? Normalmente, ha osservato Papa Francesco, “facciamo tre cose”: “Facciamo la disinformazione: dire soltanto la metà che ci conviene e non l’altra metà; l’altra metà non la diciamo perché non è conveniente per noi. Alcuni sorridono ma quello è vero o no? Hai visto che cosa ha fatto? E passa. Secondo è la diffamazione: quando una persona davvero ha un difetto, ne ha fatta una grossa, raccontarla, ‘fare il giornalista’ è un piacere per gli altri che godono della debolezza altrui. Sciacalli della sofferenza e del dolore degli altri, avvoltoi che devono distruggere e consumare le persone che già soffrono per le proprie fragilità E la fama di questa persona è rovinata. E la terza è la calunnia: dire cose che non sono vere. Quello è proprio ammazzare il fratello!”. Si calunnia in chiesa, sui giornali, su internet, nelle e-mail, nelle conversazioni private e pubbliche, si dicono cose false per giustificarsi e per non ammettere le proprie responsabilità scaricandole sugli altri, facendo passare gli altri come colpevoli e se stessi come puri ed innocenti. “Tutti e tre – disinformazione, diffamazione e calunnia – sono peccato!, ha detto chiaramente Papa Francesco e sono peccati gravi, perché distruggere la onorabilità delle persone è semplicemente diabolico. Questo é peccato! Questo è dare uno schiaffo a Gesù nella persona dei suoi figli, dei suoi fratelli”. Ricordando quanto detto da Gesù a Pietro, papa Francesco ha quindi avvertito che “le chiacchiere non ti faranno bene, perché ti porteranno proprio a questo spirito di distruzione nella Chiesa”.
”Disinformazione, diffamazione e calunnia sono peccato” e l’abitudine di “dire soltanto la metà che ci conviene”, o raccontare per “rovinare la fama di una persona”, o “dire cose che non sono vere”, e quindi “ammazzare il fratello”, va eliminato nella chiesa e soprattutto nel mondo dei media, delle relazioni interpersonali, delle altre forme di informazioni che ci passiamo solo, purtroppo, per maledire e non benedire, cioè dire male degli altri e mai parlare bene degli altri. Tutto questo nasce da un profondo spirito di odio e di avversità verso le persone. E dove c’è l’odio c’è solo il demonio.

Antonio Rungi

Mondragone (Ce). Seminario di studi su Victorine Le Dieu

DSC07165.JPG150120132147.jpgDSC07159.JPG150120132139.jpgSi svolgerà giovedì 16 maggio 2013, per l’intera giornata, un seminario di studi sulla figura e l’opera della serva di Dio Victorine Le Dieu, Fondatrice delle Suore di Gesù Redentore, che a Mondragone hanno una rinomata ed affermata struttura finalizzata all’accoglienza e all’ospitalità. E, infatti, presso la Stella Maris di Mondragone a pochi metri dal mare che giovedì prossimo si svolgerà questo importante convegno nell’anno della fede, voluto espressamente dalle suore della comunità e dall’assistente spirituale, padre Antonio Rungi, che sarà il moderatore del seminario di Studi. Importanti personalità del mondo ecclesiastico nazionale e locale prenderanno parte al seminario di studi. L’aspetto storico del tempo in cui visse ed operò Victorine Le Dieu verrà trattato, nella mattinata del 16 maggio 2013, dal passionista, Giuseppe Comparelli, uno studioso ed esperto dell’Ottocento. L’aspetto teologico e carismatico della figura della Serva di Dio Victorine Le Dieu verrà trattato, nella mattinata di giovedì prossimo, dall’arcivescovo di Potenza, mons. Agostino Superbo, già assistente nazionale dell’Azione Cattolica e Vice-presidente per l’Italia Meridionale della Conferenza Episcopale Italiana (Cei). La presenza delle suore a Mondragone, le loro attività svolte e che continuano a svolgere veranno presentate da due comunicazioni nel pomeriggio, curate rispettivamente dal frate francescano, padre Berardo Buonanno, autore di numerose pubblicazioni di carattere storico e religioso su Mondragone e dal vicario foraneo, don Roberto Guttoriello. La giornata verrà aperta dal saluto del vicario episcopale per la vita consacrata della Diocesi di Sessa Aurunca, don Paolo Marotta e sarà conclusa con la celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo di Sessa Aurunca, alle ore 19.00, nella Chiesa delle Suore della Stella Maris. Il seminario di studio è aperto a tutti, specialmente ai fedeli laici e a quanti vogliono sviluppare un approfondimento della loro fede sull’esempio della Serva di Dio, Victorine Le Dieu, avviata verso la beatificazione. Il seminario di studi promosso dalla comunità delle Suore di Gesù Redentore ha un significato particolare, in quanto l’Istituto fondato da Victorine Le Dieu celebra quest’anno i suoi 150 anni di riconoscimento dell’opera, approvata il 15 gennaio 1863 da Pio IX. L’Istituto che fina dalla sua nascita e nel corso degli anni si è incentrato soprattutto nel curare le ferite del corpo e dello spirito, specialmente dei bambini e dei sofferenti, oggi è presente in varie parti d’Italia e del mondo, continuando con rinnovato vigore l’opera della fondatrice. Al seminario di studio è attesa anche la nuova madre generale delle Suore di Gesù Redentore, Marilena Russo, con i vertici della Congregazione, che ha la sua sede generale a Fonte Nuova in Roma. Lì sono conservati le spoglie mortali di Victorine Le Dieu, considerata da tutti nella chiesa del suo tempo e del nostro tempo una donna straordinaria oer generosità e sacrifio per servire la causa degli ultimi e dei sofferenti nella Francia post-rivoluzionaria e nell’Europa del periodo napoleonico e post-napoleonico. Dalla Francia all’Italia il suo cammino di carità, di fede e speranza mai si interruppe, forte come era della grazia e della potenza che le venivano da Cristo, unico Redentore del mondo, sotto la cui protezione aveva messo la sua opera e la sua missione nella Chiesa.

Il Seminario di studi parlerà di questa singolare donna francese in un anno speciale come quello della fede che la cristianità sta vivendo a cavallo di due pontificati: quello del Papa emerito, Benedetto XVI, che ha indetto questo anno in occasione dei 50 anni dell’inizio del Concilio Vaticano II e continuato con particolare fervore da nuovo pontefice, Papa Francesco, che ha ripreso le catechesi sull’anno della fede in occasione delle udienze generali del mercoledì, sempre più affollate da credenti e non in una Piazza san Pietro che incomincia ad essere stretta e limitata per accogliere tutti i pellegrini che giungono a Roma per vedere il Papa e celebrare l’anno della fede, nella sede di Pietro.

Le norme canoniche circa la celebrazione delle messe e offerte.

CAPITOLO III DEL CODICE DI DIRITTO CANONICO – CHIESA CATTOLICA

 L’OFFERTA DATA PER LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Can. 945 – §1. Secondo l’uso approvato della Chiesa, è lecito ad ogni sacerdote che celebra la Messa, ricevere l’offerta data affinché applichi la Messa secondo una determinata intenzione.

§2. È vivamente raccomandato ai sacerdoti di celebrare la Messa per le intenzioni dei fedeli, soprattutto dei più poveri, anche senza ricevere alcuna offerta.

Can. 946 – I fedeli che danno l’offerta perché la Messa venga celebrata secondo la loro intenzione, contribuiscono al bene della Chiesa, e mediante tale offerta partecipano della sua sollecitudine per il sostentamento dei ministri e delle opere.

Can. 947 – Dall’offerta delle Messe deve essere assolutamente tenuta lontana anche l’apparenza di contrattazione o di commercio.

Can. 948 – Devono essere applicate Messe distinte secondo le intenzioni di coloro per ciascuno dei quali l’offerta, anche se esigua, è stata data e accettata.

Can. 949 – Chi è onerato dall’obbligo di celebrare la Messa e di applicarla secondo l’intenzione di coloro che hanno dato l’offerta, vi è ugualmente obbligato anche se, senza sua colpa, le offerte percepite sono andate perdute.

Can. 950 – Se viene offerta una somma di denaro per l’applicazione di Messe senza indicare il numero delle Messe da celebrare, questo venga computato in ragione dell’offerta stabilita nel luogo ove l’offerente dimora, a meno che non debba legittimamente presumersi che fu un’altra la sua intenzione.

Can. 951 – §1. Il sacerdote che celebra più Messe nello stesso giorno, può applicare ciascuna di esse secondo l’intenzione per la quale è stata data l’offerta, ma a condizione però che, al di fuori del giorno di Natale, egli tenga per sé l’offerta di una sola Messa e consegni invece le altre per le finalità stabilite dall’Ordinario, essendogli consentito di percepire una certa retribuzione a titolo estrinseco.

§2. Il sacerdote che concelebra nello stesso giorno una seconda Messa, a nessun titolo può percepire l’offerta per questa.

Can. 952 – §1. Spetta al concilio provinciale o alla riunione dei Vescovi della provincia definire per tutta la provincia, mediante decreto, quale sia l’offerta da dare per la celebrazione e l’applicazione della Messa, né è lecito al sacerdote chiedere una somma maggiore; gli è tuttavia consentito accettare una offerta data spontaneamente, maggiore e anche minore di quella stabilita per l’applicazione della Messa.

§2. Ove manchi tale decreto si osservi la consuetudine vigente nella diocesi.

§3. Anche i membri di tutti gli istituti religiosi debbono attenersi allo stesso decreto o alla consuetudine del luogo, di cui ai §§1 e 2.

Can. 953 – Non è lecito ad alcuno accettare tante offerte di Messe da applicare personalmente, alle quali non può soddisfare entro l’anno.

Can. 954 – Se in talune chiese o oratori vengono richieste celebrazioni di Messe in numero maggiore di quante ivi possono essere celebrate, è lecito farle celebrare altrove, eccetto che gli offerenti non abbiano manifestato espressamente una volontà contraria.

Can. 955 – §1. Chi intendesse affidare ad altri la celebrazione di Messe da applicare, le trasmetta quanto prima a sacerdoti a lui accetti, purché a lui consti che sono al di sopra di ogni sospetto; deve trasmettere l’offerta ricevuta intatta, a meno che non consti con certezza che la parte eccedente l’offerta dovuta nella diocesi, fu data in considerazione della persona; è tenuto anche all’obbligo di provvedere alla celebrazione delle Messe, fino a che non avrà ricevuto la prova sia dell’accettazione dell’obbligo sia dell’offerta pervenuta.

§2. Il tempo entro il quale debbono essere celebrate le Messe, ha inizio dal giorno in cui il sacerdote che le celebrerà, le riceve, se non consti altro.

§3. Coloro che affidano ad altri Messe da celebrare, annotino senza indugio nel registro sia le Messe che hanno ricevuto sia quelle che hanno trasmesso ad altri, segnando anche le loro offerte.

§4. Qualsiasi sacerdote deve annotare accuratamente le Messe che ha ricevuto da celebrare e quelle cui ha soddisfatto.

Can. 956 – Tutti e ciascun degli amministratori di cause pie o coloro che in qualunque modo sono obbligati a provvedere alla celebrazione di Messe, sia chierici sia laici, consegnino ai propri Ordinari, secondo modalità che essi dovranno definire, gli oneri di Messe ai quali non si sia soddisfatto entro l’anno.

Can. 957 – Il dovere e il diritto di vigilare sull’adempimento degli oneri di Messe, competono, nelle chiese del clero secolare, all’Ordinario del luogo, nelle chiese degli istituti religiosi o delle società di vita apostolica, ai loro Superiori.

Can. 958 – §1. Il parroco come pure il rettore di una chiesa o di un altro luogo pio ove si è soliti ricevere offerte di Messe, abbiano un registro speciale, nel quale annotino accuratamente il numero delle Messe da celebrare, l’intenzione, l’offerta data e l’avvenuta celebrazione.

§2. L’Ordinario è tenuto all’obbligo di prendere visione ogni anno di tali registri, personalmente o tramite altri.

MONDRAGONE. RITIRO SPIRITUALE DELLE SUORE DI GESU’ REDENTORE

Foto-0342.jpgSi ritroveranno insieme, giovedì 25 aprile 2013, festa di San Marco, per un ritiro spirituale particolare, nella casa di spiritualità e di accoglienza della Stella Maris di Mondragone, le Suore di Gesù Redentore della Campania e del Lazio Sud, insieme ai laici che fanno riferimento al carisma di fondazione della Serva di Dio Victorine Le Dieu, di adorazione, riparazione e riconciliazione. Tema dell’incontro che vedrà riunite diverse comunità delle Suore di Gesù Redentore è “La fede e la speranza nella vita di Victorine Le Dieu”. La giornata di studio e di spiritualità si svolgerà con una duplice meditazione sul tema, dettate dall’assistente spirituale delle Suore, padre Antonio Rungi, religioso passionista e teologo morale, con vari momenti di preghiera, con la celebrazione eucaristica e con lo svolgimento della pratica della Via Lucis, sulle 14 stazioni riguardanti il mistero della risurrezione di Cristo. Le Suore di Gesù Redentore, celebrano in tutto il mondo i 150 anni di riconoscimento del loro istituto, approvato formalmente da Pio IX il 15 gennaio 1863 e tra le comunità più antiche in cui si continua l’opera di Victorine Le Dieu è la Stella Maris di Mondragone, con 70 anni di storia, durante i quali l’istituto è stato convitto, scuola e casa famiglia per accogliere i bambini in disagio sociale. In tale istituto sono passati oltre 5.000 bambini educati ai sani principi morali e spirituali e accolti con amorevolezza e tenerezza dalle Suore che in 70 anni di attività apostolica hanno curato l’infanzia abbandonata secondo gli insegnamenti della fondatrice, Victorine Le Dieu. Da cinque anni la casa religiosa svolge un importante ruolo nel campo della spiritualità e dell’accoglienza dei gruppi parrocchiali, convegno e seminari di studi. Il prossimo appuntamento in tale direzione è in programma per il 16 maggio 2013, con la partecipazione dell’Arcivescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo e del Vescovo della Diocesi di Sessa Aurunca, monsignor Antonio Napoletano, con altri interventi sulla figura della fondatrice delle Suore di Gesù Redentore, da un punto di vista storico, spirituale, pastorale e teologico.

Roma. In Udienza da Papa Francesco, ieri mercoledì 10 aprile 2013

DSC07861.JPGUn gruppo di 50 fedeli, soci dell’Associazione nazionale dei Carabinieri, Sezione di Marcianise (Ce), mercoledì 10 aprile 2013, è stata in Udienza generale da Papa Francesco, in Piazza San Pietro ed ha visitato i Musei Vaticani, il maggior centro mondiale di cultura ed arte, per l’eccezionale patrimonio artistico che conserva in una vasta area, che giustamente viene definiti come “Musei”  e non Museo, in quanto è un insieme di tante espressioni artistiche.Il gruppo era accompagnato dall’assistente spirituale, padre Antonio Rungi, religioso passionista  e dal Luogotenente in pensione, Davide Morrone, presidente della sezione locale di detta affermata amata associazione di volontariato. Partenza da Marcianise alle ore 7,30 ed arrivo a Roma alle ore 11.00. Il gruppo ha fatto in tempo, data la distanza e il traffico, a partecipare all’Udienza generale in Piazza San Pietro, dove migliaia di fedeli provenienti da ogni parte del mondo ha seguito la catechesi di Papa Francesco, incentrata sulla paternità di Dio e sul tema della speranza cristiana che nasce dalla Pasqua di morte e risurrezione di Cristo. Conclusa l’Udienza generale un gruppetto dell’Associazione è stato intervistato in diretta da TV2000, la Tv dei Vescovi italiani. A nome di tutti ha parlato padre Antonio Rungi, assistente spirituale, sul tema della catechesi del Papa, e il maresciallo Davide Morrone che ha sottolineato alcuni aspetti importanti della figura di Papa Francesco. Subito dopo, il gruppo, accompagnata da Elisabetta, si è trasferito presso i vicini Musei Vaticani e tutto unito ha visitato, con la guida di Gabriele, un esperto del settore, che ci ha illustrato buona parte del patrimonio artistico conservato nei Musei Vaticani. In particolare ci ha presentato tutto ciò che è stato realizzato negli anni nella Cappella Sistina dai vari artisti che vi hanno messo mano ed hanno realizzato l’opera più bella ed espressiva del mistero di Dio, Creatore, Salvatore, Redentore del genere. Le varie immagini sono state presentate e commentate, calate nel contesto biblico, teologico e storico. Una grande lezione di fede e di catechesi per un cristiano che è particolarmente attento ai suoi bisogni spirituali. La visita ai musei vaticani e alla Cappella Sistina iniziata alle 12,30 si è conclusa alle 14,30. Dopo di ciò il gruppo percorrendo a piedi altri tratti della zona del Vaticano ha raggiunto un locale, in Borgo Pio, dove in fraternità è stato consumato il pranzo, impegnato circa un’ora e mezzo. Alle 16,30 concluso il pranzo, ognuno dei componenti ha avuto la possibilità di muoversi liberamente nella zona del Vaticano. Chi ha visitato la Basilica, chi ha fatto acquisto di ricordini, chi è rimasto in Piazza San Pietro e chi si è ritagliato uno spazio personale per la preghiera, raggiungendo la Chiesa di Sant’Anna, appena si entra nel Vaticano. Il gruppo si è ritrovato alle 17,15 in Piazza San Pietro per poi trasferirsi, accompagnato da Elisabetta, al Terminal del Gianicolo, per prendere l’Autobus e fare ritorno a casa. Da Roma, il gruppo è partito alle ore 18,00 circa ed è arrivato a Marcianise alle 22,15. La giornata bellissima da un punto di vista spirituale, culturale e sociale è stata anche bella da un punto di vista meteo. Il sole primaverile che ha accompagnato lo svolgersi della giornata romana ha fatto sì che tutti i componenti del Gruppo potesse godersi i vari momenti programmati e rispettati al millesimo. La grande folla presente in Piazza San Pietro non ha permesso di vedere da vicino il Papa, ma si è visto benissimo da lontano e sui maxi-schermi che inquadravano la persona di Papa Francesco in tutti i momenti più belli del suo percorso in mezzo alla gente, con la papamobile, abbracciando numerosi bambini e salutando tantissime persone presenti in Piazza San Pietro per la sua terza udienza generale del mercoledì, alla quale partecipano sistematicamente migliaia di fedeli provenienti da ogni parte del mondo. L’elezione di Papa Francesco ha determinato un entusiasmo nuovo che è percepibile stando in mezzo alla gente, soprattutto durante le Udienze generali e la partecipazione alla preghiera domenicale della Regina coeli, che si recita in questo tempo di Pasqua, tempo di gioia, risurrezione, vita e speranza come ha ricordato Papa Francesco, nuovamente, mercoledì 10 aprile 2013, nella sua terza udienza generale, davanti ad oltre 50.000 fedeli che si sono radunati intorno al Santo Padre, per ascoltare parole di speranza, che trovano la loro sorgente nel mistero di Dio Padre e di Cristo Salvatore dell’umanità.
E il Gruppo si prepara, come ogni anno, a travalicare i confini nazionali, con il pellegrinaggio internazionale, che quest’anno si svolgerà a Medijugorie a fine agosto 2013.
 

Mondragone (Ce). Festa della Madonna Incaldana 2013

smi.jpgS%20Maria%20Incaldana.jpgMondragone (Ce) Festa Maria SS. Incaldana 2013

 

di Antonio Rungi

 

Sono in corso a Mondragone i solenni festeggiamenti in onore della Madonna Incaldana, protettrice della città. Iniziati domenica di Pasqua, alle ore 20.00, con la “discesa della Madonna” dalla Cappella laterale, dove viene conservata la sacra e prodigiosa immagine, nella basilica minore cittadina, dedicata alla Vergine Maria, all’altare maggiore, ove troneggia ed è esposta al culto, i festeggiamenti sono vissuti soprattutto come un momento di verifica del proprio cammino di fede. Mondragone con oltre 30.000 abitanti e 8 parrocchie, di cui due alla periferia Sud e Nord del territorio, è una della città della provincia di Caserta con maggior numero di abitanti, che d’estate raggiunge anche le 100.000 presenze, con i suoi 15 Km di spiaggia e strutture turistiche. La festa della protettrice è un momento di verifica e progettazione non solo della vita religiosa del popolo, ma anche delle attività. Anche in quest’anno 2013 si sono ridotte le spese per la festa patronale, in considerazione della grave crisi economica che attraversa l’Italia e anche questa area, dove il problema della disoccupazione giovanile è un fatto endemico, come pure la mancanza di imprenditoria locale. La sofferenza a livello economico e sociale è grande, tanto che la gioventù deve necessariamente trasferirsi altrove per trovare lavoro. Naturale quindi che la festa è celebrata nel segno della speranza  e della rinascita spirituale, morale, sociale ed economica del territorio. Ieri lunedì in Albis, uno de momenti più belli e rilevanti, con il tradizionale corteo storico del trasferimento della Madonna Incaldana dal luogo del rinvenimento del Quadro, in località Belvedere o Incaldana, fino alla basilica Minore. Circa 5,00 Km di percorso per rivivere nei simboli quanto accadde secoli fa, quando, secondo la tradizione, la Madonna avrebbe scelto di indirizzarsi verso Mondragone, dopo che un contadino aveva caricato il quadro su un carro tirato da buoi. Il corteo iniziato alle 17.00 si è concluso alle 19.00 con la messa celebrata nel Santuario. Oggi, festa patronale,  Martedì 2 aprile, questo il programma religioso: Ore 7:00 –  8:00 –  9:00 Sante Messe; Ore 10:45 Solenne Celebrazione, presieduta dal Vescovo di Sessa Aurunca, monsignor Antonio Napoletano e concelebrata da tutti i sacerdoti della Forania di Mondragone; Ore 16:00 Accoglienza del pellegrinaggio delle Parrocchie Falciano, Casanova e Carinola; Ore 19:00 S. Messa. I festeggiamenti continuano anche domani, Mercoledì 3 aprile 2013, con il seguente programma religioso: Ore 7:00 –  8:00 Sante Messe; Ore 9:00 S. Messa con Prime Comunioni; 11:00 S. Messa e Amministrazione del Sacramento della Cresima a diversi giovani della città. Sarà il Vescovo di Sessa a presiedere il rito solenne; Ore 19:00 S.Messa. Le celebrazioni continueranno per l’intera settimana e settimana e si concluderanno domenica in Albis, quando l’immagine della Madonna verrà riportata nella sua cappella laterale. Il giorno 4 aprile 2013, giovedì, si celebra la giornata della vita consacrata ai piedi della Madonna Incaldana. Sarà padre Antonio Rungi, missionario passionista e predicatore dei ritiri mensili delle Suore della Diocesi di Sessa Aurunca, nonché assistente spirituale delle Suore di Gesù Redentore della Stella Maris, a presiedere la solenne eucaristia che si terrà alle ore 18,30. Saranno le suore di Mondragone ad animare la liturgia con la preghiera e il servizio liturgico.

L’origine storica della devozione della Vergine, venerata con il titolo di “Incaldana” si perde nella notte dei secoli; rompe il silenzio della storia la tradizione e la testimonianza tramandata da generazioni e generazioni di devoti al Maria Ss. Incaldana. Molti studiosi autorevoli hanno vagliato la corrispondenza dei fatti narrati, accogliendo i tratti significativi delle vicende di questa Sacra Icona. Essa risale al 1300, quando i monaci benedettini posero la loro dimora alle pendici del monte Petrino. Sicuramente qualcuno di questi valenti monaci, dediti alla preghiera e alla contemplazione, impresse sul legno i li-neamenti della bella e mistica icona bizantina. Il nome della immagine, molto venerata in tutto l’ Ager Falernus, fu, in un primo momento, “La Prodigiosa”, poi “Madonna del Belvedere”, per la posizione incantevole in cui si trovava il convento e la chiesetta; con il tempo invece prevalse l’appellativo Madonna Incaldana, con riferimento a quel luogo, ricco di acque termali, note per le cure dermatologiche e l’estetica al tempo delle matrone romane. La tavola preziosa con l’effige della Vergine fu conservata al convento del Belvedere sin dopo la prima decade del 1600, quando per paura di altre incursioni barbariche fu solennemente portata nel centro fortificato di Mondragone e precisamente nella Chiesa Madre e Collegiata di S. Giovanni Battista (dove ancora oggi è custodita), venendo nello stesso tempo dichiarata protettrice della città. Un episodio leggendario sembra essere connesso al trasloco: l’Icona della Vergine venne posta su un carro tirato da due giovenchi, senza guida, per la contesa invocata dai paesi limitrofi. A seguito di tale evento il popolo pensò che si trattasse di un segno con il quale la Madonna aveva voluto indicare il tempio dove avrebbe preferito dimorare. Gli eventi prodigiosi che si sono susseguiti nel corso dei secoli sono tantissimi e che hanno testimoniato l’indulgenza della Madonna nei confronti di questo popolo. Tra i tanti meritano un cenno particolare la peste del 1656, che coinvolse molti paesi del Mezzogiorno d’Italia, ma che non sfiorò neanche Mondragone, le piogge del 1791 (dopo settimane di pioggia , uno sparuto raggio di sole si irradiò sulla cappella della Madonna, e subitaneamente tornò il sereno consentendo ai contadini di ritornare al loro lavoro nei campi) e l’incendio appiccato dai turchi al tempio durante il quale il quadro rimase illeso.  I mondragonesi sono molto grati a questa Madonna è per questo che ogni anno, nel giorno del Lunedì dell’Angelo, viene riproposta la storica processione con un corteo in costume d’epoca tra canti, preghiere, applausi, invocazioni di fedeli e di pellegrini, che dal Belvedere scendono lungo la via Appia (attuale strada comunale Santa Maria Incaldana) per giungere al Santuario. Il Santuario, alla presenza di S. Em.za Baggio, è stato elevato a Basilica minore nell’aprile del 1990.

La Madonna, rappresentata seduta su di un trono ornato, con il braccio destro cinge il bambino benedicente. La tavola è impreziosita da una cornice decorata da motivi a voluta ai lati, due putti posti in alto reggono una corona mentre in basso è un motivo a conchiglia con fiori. Ai lati della Madonna c’è un’iscrizione: MP. OY (MATER DEI). Ed è a Maria Madre di Dio che è dedicata la festa della Protettrice di Mondragone, che va sotto il titolo di Incaldana e che è una immagine di origine bizantina, risalente al tempo dell’iconoclastia.

 

ITRI (LT). LA CELEBRAZIONE DELLA SETTIMANA SANTA DAI PASSIONISTI

SETTIMANASANTA2013.jpgPADRI PASSIONISTI

 CONVENTO DI ITRI-CITTA’ (LT)

 

FUNZIONI RELIGIOSE

DELLA SETTIMANA SANTA

ANNO 2013

 

DOMENICA DELLE PALME – 24 MARZO 2013

ORE 8.00: NEL PIAZZALE BENEDIZIONE DELLE PALME

PROCESSIONE E SANTA MESSA CON LETTURA DEL PASSIO

ORE 17.00: MESSA DELLA DOMENICA DELLE PALME

 

LUNEDI’ SANTO – 25 MARZO 2013

ORE 7,00 ROSARIO- ORE 7,30 MESSA FERIALE

 

MARTEDI’ SANTO  – 26 MARZO 2013

ORE 7,00 ROSARIO- ORE 7,30 MESSA FERIALE

 

MERCOLEDI’ SANTO – 27 MARZO 2013

ORE 7,00 ROSARIO- ORE 7,30 MESSA FERIALE

ORE 18,30: MESSA CRISMALE A GAETA CON IL VESCOVO

 

GIOVEDI’ SANTO – 28 MARZO 2013

ORE 9,00-12,00: CONFESSIONI

ORE 18.00: MESSA IN COENA DOMINI

ORE 20,00-24.00: ADORAZIONE EUCARISTICA

 

VENERDI’ SANTO – 29 MARZO 2013

ORE 9,00- 12,00: CONFESSIONI

ORE 17,00: COMMEMORAZIONE DELLA PASSIONE DI GESU’

 

SABATO SANTO – 30 MARZO 2013

ORE 9,00-12,00; 16,00-19,00: CONFESSIONI

ORE 20,00: VEGLIA PASQUALE

CELEBRAZIONE EUCARISTICA DELLA RISURREZIONE

 

DOMENICA DI PASQUA – 31 MARZO 2013

ORE 8.00: MESSA SOLENNE DI PASQUA

ORE 18.00: MESSA DI PASQUA

 

LUNEDI’ IN ALBIS – 1 APRILE 2013

ORE 7,00: SANTO ROSARIO- ORE 7,30: MESSA DELL’ANGELO

 

In preghiera per 24 ore per l’elezione del nuovo Papa

cardinali20.jpgP.Rungi. Ventiquattro ore di preghiera per l’elezione del nuovo Pontefice

E’ inziata alle ore 19.00 di questa sera la giornata di preghiera “24 Ore Pro erigendo Romano Pontifice” promossa su Facebook e Twitter da padre Antonio Rungi, in attesa della elezione del nuovo papa. A tutti fruitori di Fb padre Rungi ha chiesto di pregare a turno liberamente fino a quando, domani sera, alle ore 19.00 è prevista la prima fumata per l’elezione del nuovo Papa. “Tutti ci auguriamo che possa essere bianca -scrive nel suo profilo di Fb padre Rungi – e che i cardinali abbiano raggiunto già un’intesa su chi eleggere per portare avanti il peso non leggero della barca di Pietro, in questo momento storico difficile, ma anche carico di attesa, che riguarda la chiesa con l’elezione del nuovo pontefice”. Già dai primi minuti di lancio della iniziativa, padre Antonio Rungi ha ricevuto vasta adesione da parte dei credenti che usano internet anche per uno scambio di intenzioni di preghiera e di sostegno spirituale reciproco. Qualora domani sera non ci sarà il nuovo Papa, l’iniziativa continuerà in modo ininterrotto fino alla proclamazione dell’Habemes Papam che non dovrebbe arrivare molto tardi, è quando si augura il mondo cattolico in questo momento importante per la Chiesa. “La nostra preghiera è anche per il Papa emerito, Benedetto XVI, che sicuramente in queste ore di vigilia sarà particolarmente impegnato nella preghiera personale, perché si giunga ad un’intesa ed unione all’interno del collegio cardinalizio”. Il sacerdote ha anche composto una preghiera per l’elezione del nuovo pontefice, che quanti aderiscono all’iniziativa recitano personalmente o in gruppo ogni 15 minuti in successione temporale, senza soluzione di continuità. Una speciale catena di preghiera per arrivare al fatidico “Habemus Papam” già forse tra 24 ore esatte.

Ecco il testo dell’orazione:

Signore, che doni la tua grazia  a quanti confidano in Te, 

ti preghiamo umilmente, 

donaci quanto prima il nuovo Romano Pontefice. 

 

Dona al nuovo pastore universale della chiesa, 

una lunga e salutare vita apostolica, 

per il bene del popolo di Dio e dell’intera umanità. 

 

Nel costante servizio alla verità, alla vita,  

alla giustizia e alla pace universale, 

fa che ogni sua parola, proclamata nel Tuo nome, 

possa raggiungere il cuore di quanti credono, 

e di quanti non credono,  

di quanti sono artefici delle sorti delle nazioni  

e di quanti sono operatori di violenza di ogni genere. 

 

Non permettere, Signore della vita e della storia, 

che il nuovo successore di Pietro,  

in questo inizio del suo ministero petrino, 

soffra a causa della poca fede nella chiesa e nel mondo, 

della scarsa carità non vissuta dai piccoli e dai grandi, 

dell’assenza della speranza che più non alberga 

nel cuore del genere umano. 

 

In questa tappa importantissima  

della storia della chiesa e dell’umanità 

dona al nuovo Papa la serenità, la pace, 

il sorriso e la gioia di vivere da uomo di Dio,  

quale pastore universale della chiesa santa e peccatrice, 

sparsa su tutta la terra e in cammino verso i pascoli eterni. 

 

Conservalo nelle energie fisiche, umane e spirituali,  

perché possa svolgere al meglio 

il suo alto magistero in mezzo all’umanità, 

segnata da tanti dubbi, incertezze e smarrimenti, 

perché la sua parola, pronunciata nel Tuo nome, Dio di verità, 

ne possa illuminare la strada e indicarne la direzione finale. 

 

Dona, o Signore, al Nuovo Papa,  

che portiamo già nel nostro cuore 

e già vogliamo bene profondamente, 

la tua santa benedizione dal cielo,  

e per intercessione della Vergine benedetta, 

concedi a lui il vigore spirituale 

per far camminare secondo il tuo cuore 

l’immenso popolo cristiano tra le vicende del mondo. 

 

Possa il suo cuore e la sua mente,  

di sapiente ed oculato Maestro e Pastore, 

godere di una lunga e serena vita, 

come semplice e umile dispensatore della Parola del Signore. 

Amen.

Padre Antonio Rungi, passionista