Abate

Monte San Biagio. Festa Patronale in onore del Santo Vescovo e Martire

IDSC04627.JPGDSC04646.JPGnizia oggi pomeriggio, 24 gennaio 2013, con la discesa del busto argenteo del Santo dalla Cappella laterale a lui dedicata per l’intronizzazione della stessa immagine sull’altare principale, la preparazione alla festa di San Biagio, vescovo e martire, protettore dell’omonimo Comune in provincia di Latina, tra Fondi e Terracina, che quest’anno ricorda i suoi 150 anni di storia. Anche quest’anno sarà padre Antonio Rungi, missionario passionista, molto apprezzato per la sua predicazione, a tenere il novenario in onore di San Biagio a Monte San Biagio. Il noto religioso incentrerà tutta la sua predicazione sulla fede, valorizzando appieno quanto i martiri ed in particolare san Biagio offrono come riflessione su questo tema nell’anno della fede.

Ogni sera il sacerdote sarà a disposizione dei fedeli per le confessioni dalle 17,30 alle 18,30. A quest’ora inizia la solenne celebrazione eucaristica serale, con l’omelia e la riflessione del predicatore.

Il novenario vero e proprio inizia quindi domani, 25 gennaio 2013, in coincidenza con la conversione di San Paolo Apostolo e la chiusura dell’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani. Sempre domani sera, padre Rungi, dopo la celebrazione eucaristica incontrerà il gruppo di Azione Cattolica Adulti per un confronto sulle tematiche della fede e della stessa associazione cattolica, molto operativa ed incisiva sul territorio.

Il novenario si concluderà sabato 2 febbraio 2013, mentre la festa in onore del santo è in programma per domenica 3 febbraio 2013.

Come tutti gli anni ci sono varie manifestazioni colletarali o integrate nel programma religioso, come la benedizione dell’olio e del pane di San Biagio che qui è molto curata sia come preparazione e sia come significato del rito stesso della benedizione.

Alla vigilia come nella festa del santo tutti si accostano per ricevere l’unzione della gola per la specifica protezione che questo santo ha circa i mali dellla gola. Di tale protezione tutti ne abbiamo bisogno. Così pure la distribuzione del pane di San Biagio preparato con particolari tecniche e con specifiche finalità caritative.

Nel corso del novenario, padre Rungi, farà visita agli infermi ed ammalati della città, portando il conforto dei sacramenti della confessione, della comunione e dell’unzione degli infermi.

C’è molta attesa per la festa di quest’anno in quanto l’anno della fede chiede a tutti i cristiani di vivacizzare e rivitalizzare la fede sul modello dei martiri e confessori della chiesa.

Don Emanuele Avallone, parroco della comunità da pochi anni, ha dato un impulso nuovo alla festa in onore del patrono. Con la presenza dei giovani, la festa si connota ogni anno come festa delle vecchie e nuove generazioni dei devoti di San Biagio, che rimane il santo di riferimento morale e spirituale del cammino cristiano dei monticellani.

Tutta la devozione in onore del Santo Patrono è sintetizzata in tanti interventi sulla Chiesa parrocchiale per redendere più agevole il luogo di culto e le opere parrocchiali, che si sorgono all’estremità del Comune, nel centro storico della stessa cittadina. La chiesa ha  una sua precisa fisionomia e importanza dal punto di vista storico, artistico e religioso. Cuore della devozione in onore di San Biagio, la Chiesa e la parrochia sono centri propulsori per la vita sociale, umana e religiosa di tutti gli abitanti, che si chiamano “monticellani”.

Libri, documenti, tradizioni, usanze entrano in tutta la storia della devozione in onore di San Biagio qui in questo Comune che ha scelto di dedicare il suo territorio proprio ad uno dei santi più amati e venerati in Occidente come in Oriente.

In questo novenario e nella festa 2013 in onore del Santo Patrono, tutta la comunità cristiana si stringerà intorno al suo Protettore per chiedere le necessarie grazie, soprattutto quel dono della fede che Biagio ha testimoniato fino al martirio.

Tutti i cittadini della zona e dei devoti sono invitati a partecipare alla grande festa in onore del Patrono di Monte San Biagio, alla quale non farà mancare la sua presenza l’arcisvescovo di Gaeta, monsignor Fabio Bernardo D’Onorio, pastore attento e zelante dell’intero territorio diocesano. Lui che è membro della Congregazione delle cause dei santi è un esperto in materia di santità riconosciuta dalla chiesa e da essa proclamata come punto di riferimento a cui rifarsi nel vivere la fede oggi e sempre. Nella sua lettera pastorale di inizio del nuovo anno pastorale, monsignor D’Onorio, ha voluto rimarcare appunto l’essere saldi nella fede in un tempo in cui la fede è molto labile e poco vissuta e testimoniata.

Suore di Gesù Redentore. 150 anni di storia della Congregazione.

DSC04586.JPGDSC04595.JPGDSC04605.JPGQuesta sera è iniziato regolarmente il triduo di preparazione alla festa dei 150 anni di vita della Congregazione delle Suore di Gesù Redentore, nella cappella delle Suore della Stella Maris in Mondragone. A presiedere la liturgia prevista per questo primo giorno è stato don Paolo Marotta, vicario episcopale per la vita consacrata della Diocesi di Sessa Aurunca. Diversi i fedeli presenti in chiesa che hanno partecipato all’ora di adorazione, hanno celebrato i vespri ed hanno partecipato alla santa messa, con omelia, tenuta dallo stesso Don Paolo, sul tema “Celebriamo la fede, invocando lo Spirito”. Le Suore della Stella Maris si stanno preparando allo storico avvenimento con questo triduo, ma anche con altre significative iniziative che vanno oltre questi giorni e lo specifico giorno commemorativo del 15 gennaio. Con loro un gruppo di laici che collaborano e soprattutto il loro assistente spirituale, padre Antonio Rungi. Questo il programma per domani.

 

GIORNO 13 GENNAIO 2013, <<CELEBRIAMO LA FEDE ACCOGLIENDO IL SUO DONO>> ORE 19,00 – CAPPELLA DELLE SUORE ADORAZIONE EUCARISTICA-VESPRI E MESSA, PRESIEDE: P.BERNARD MAJELE, PASSIONISTA,PARROCO DI SAN GIUSEPPE ARTIGIANO.

 

GIORNO 14 GENNAIO 2013, <<CELEBRIAMO LA FEDE IN AZIONE DI GRAZIE>>,ORE 19,00 – CAPPELLA DELLE SUORE, ADORAZIONE EUCARISTICA-VESPRI E MESSA, PRESIEDE DON ROBERTO GUTTORIELLO, VICARIO FORANEO DI MONDRAGONE.

 

GIORNO DELLA FESTA 15 GENNAIO 2013  <<CELEBRIAMO LA FEDE NELLA MEMORIA DI UN SI’>> ORE 17.00 ACCOGLIENZA, ORE 17,30: VIDEO SULLA VITA DELLA FONDATRICE, PRODOTTO DALLE STESSE SUORE DI MONDRAGONE. ORE 18.00: ADORAZIONE EUCARISTICA (CAPPELLA DELLE SUORE). ORE 19,00: VESPRI E CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA. PRESIEDE P.ANTONIO RUNGI, PASSIONISTA, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLA COMUNITA’ DELLA STELLA MARIS.

 

Per ottimizzare le celebrazioni giubilari, dalla Casa generalizia delle Suore, che si trova a Fonte Nuova in Roma, è stato distribuito un opuscolo dal titolo “Da quell’incontro…una vita nuova. 150 anni fa”, nel quale la Madre Generale, Suor Marilena Russo, da pochi mesi alla guida della Congregazione, raccomanda a tutte le religiose e ai laici vicino alle figlie spirituali della Serva di Dio Madre Victorine Le Dieu una degna celebrazione di questo storico anniversario: “Viviamo con gratitudine quest’anniversario. Siamo tutte convinte che quel sacco che la Fondatrice portava sempre con sé conteneva certamente il rescritto firmato da Pio IX, la sua più grande ricchezza. Non se n’è mai distaccata. Solo in punto di morte l’ha affidato alla Marchesa Serlupi come una preziosa eredità da custodire…Celebriamo questo anniversario soprattutto nella preghiera, intensificando la nostra vita spirituale nella fedeltà all’eredità ricevuta e rendendo grazie al Signore per questa donna così ardita che ha vinto ogni ostacolo pur di far fiorire il carisma di riparazione e di riconciliazione che il Signore ha voluto affidarle”. 

PAGANI. CONCLUSO IL TRIDUO DI PREPARAZIONE ALLA FESTA DELLE SUORE

Foto1007.jpgCon un solenne celebrazione eucaristica presieduta questa sera, 5 gennaio 2013, da padre Antonio Rungi, dalle ore 17 alle 19.30, si è concluso il triduo di preparazione spirituale che si tiene nella casa madre di Pagani (Sa), in Via San Francesco, dove riposano le spoglie mortali del Beato. Triduo voluto espressamente predicato da padre Rungi dalle Suore della Carità del Preziosissimo Sangue, che domani 6 gennaio 2013, ricordano il loro Fondatore, Tommaso Maria Fusco, prossimo alla canonizzazione, in  questo anno della fede. Ma le suore ricordano in particolare la loro fondazione, che risale al 140 anni fa. Era, infatti il 6 gennaio del 1873, solennità dell’Epifania, 140 anni fa, quando profondamente colpito dalla disgrazia di un’orfana, vittima della strada, dopo attenta preparazione nella preghiera di discernimento, don Tommaso Maria fondò la Congregazione delle «Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue». L’Opera ebbe inizio nella Chiesa della Madonna del Carmine, in Pagani, alla presenza del Vescovo Raffaele Ammirante il quale, con la consegna dell’abito alle prime tre Suore, benedisse il primo Orfanotrofio per sette orfanelle povere del paese. Sulla nascente famiglia religiosa e sull’Orfanotrofio, dietro sua richiesta, non tardò a scendere anche la benedizione del Papa. Ora le Suore fondate dal Fusco sono presenti in varie parti d’Italia e all’estero, portando avanti l’opera iniziata dal fondatore, con particolare attenzione ai bambini e all’infanzia abbandonata o in difficoltà. La straordinaria figura di questo sacerdote diocesano, viene commemorata in questi giorni, con una specifica preparazione spirituale alla festa dell’Istituto che si ricorda il 6 gennaio. Le comunità religiose delle Suore della Carità del Preziosissimo Sangue di Pagani e delle altre località della regione Campania si sono  ritrovate in queste sere per la celebrazione dei vespri, della santa messa con riflessione e con altri momenti di incontri tra le suore e i fedeli laici, soprattutto giovani, che fanno riferimento ai cenacoli di preghiera istituiti a Pagani e negli altri Comuni del territorio.

Questa sera giornata conclusiva del triduo la celebrazione è stata particolarmente sentita e vissuta, con circa 100 persone presenti in chiesa, tra suore, giovani e fedeli laici appartenenti al cenacolo di preghiera, guidato negli anni scorsi da padre Antonio Rungi. L’intensa celebrazione con la sentita omelia pronunciata da padre Rungi ha attirato l’attenzione di tutti i presenti, in particolare i circa 30 giovani che hanno animato la liturgia con canti religiosi e natalizi di grande sensibilità ed efficacia. A conclusione del rito, il bacio del bambino e la commovente rappresentazione scenica di alcuni quadri del vangelo dell’infanzia di Gesù. Sacra rappresentazione curata dai Giovani dell’Avo di Nocera Inferiore, i volontari ospedalieri che questa sera hanno condiviso con le suore il momento di preghiera in onore del Beato Tommaso Maria Fusco. La sacra rappresentazione è partita con la lettura del prologo del Vangelo di Giovanni e si è sviluppata poi sull’annunciazione, sulla visita a Sant’Elisabetta, su San Giuseppe, sulla nascita di Gesù a Betlemme con l’adorazione dei pastori e dei Magi. Vari quadri molto belli, con personaggi dal vivo, stile presepe vivente, in cui i dialoghi, tratti dal vangelo sono stati la parte dominante della sacra rappresentazione. L’associazione Avo di Nocera inferiore conta oltre 300 aderenti e si alimenta con il propri proventi, senza alcun aiuto esterno, ma solo con l’autotassazione di 15 euro all’anno per tutti gli iscritti, come ha sottolineato il presidente presente alla celebrazione. E’ stata Madre Ofelia a volere ringraziare tutti i convenuti alla celebrazione della sera, particolarmente riuscita e vissuta con spiritualità e coinvolgimento emotivo da parte di tutti. La stessa religiosa ha voluto tracciare, prima della santa messa, presieduta da padre Antonio Rungi, la figura esemplare del Beato Tommaso Fusco e il perché della nascita del loro istituto, le Suore Figlie della Carità del preziosissimo Sangue. Informazioni risultate utili per i giovani e i presenti, alcuni dei quali per la prima volta giunti al luogo di culto dedicato al Beato Tommaso Maria Fusco. La bellissima serata di preghiera e di riflessione sui testi della parola di Dio relativi alla solennità dell’Epifania del Signore del 2013, si è conclusa con la piccola agape fraterna nel refettori delle suore, alla quale hanno partecipato tutti i giovani che hanno animato la liturgia e la sacra rappresentazione della natività di Gesù, ma anche i fedeli presenti in chiesa le suore della comunità di San Francesco di Pagani e delle apre comunità della cittadina e di altre località. Che dire? Una festa dell’Epifania che si ricorderà a lungo e segnerà la storia dell’Istituto delle Suore della Carità del Preziosissimo Sangue e lasciare una traccia indelebile nel prossimo cammino della Congregazione a Pagani, città natale del Beato e luogo di prima evangelizzazione di Tommaso Maria Fusco, uno degli uomini e santi illustri della città nota anche per la presenza di un altro grande santo, che con il Natale ha una storia particolare, quel Sant’Alfonso dei Liguori, che ha scritto pagine stupende e meravigliose sul mistero dell’incarnazione del Signore, fissando la sua spiritualità natalizie in celebri canti come Tu scendi dalle Stelle o “Quann nascette Ninno a Betlemme”. Canti eseguiti questa sera a conclusione di tutto il periodo natalizio, celebrandosi oggi la solennità dell’Epifania che tutte le feste porta via.

Basta con i botti di Capodanno. Legge speciale per eliminare questa usanza.

fuochi-d-artificio.jpgauguri2013.jpgAnche il 2013 inizia con i morti e i feriti di Capodanno. E come sempre la Regione più colpita è la Campania. Perché non si proibiscono i fuochi artificiali sparati in questo modo? Sono tanti i bambini con ferite ed ustioni da fuoco. Una festa che si trasforma in tragedia. Immagino in quelle famiglie dove ci sono stati dei morti e dove il Capodanno invece di trascorrerlo serenamente in famiglia, si è dovuto correre in opsedale per ustioni e ferite varie. Ma cosa ci costa capire l’inutilità di questo modo di festeggiare Capodanno? Al di là di questo siamo comunque vicini con la preghiera alle famiglie toccate da questi gravi incidenti nella notte di San Silvestre” Adesso è doveroso fare attenzione -ha aggiuntorivolgendosi ai presenti- ai petardi inesplosi. I bambini sono curiosi per natura e come tali sono a maggior rischio di menomazioni per petardi non esplosi. E’ necessaria un’opera di bonifica delle zone dove sono stati sparati i fuochi, che per lo più sono spazi pubblici, strade, piazze ed altro. Ci auguriamo che in questa giornata i sindaci e le amministrazioni locali provvedano quanto prima a bonificare l’ambiente con persone esperte, quasi come se fossimo in guerra. Ed una considerazione finale: abbiamo parlato tanto di crisi economica e ancora oggi lo si fa. A vedere alla quantità di fuochi artificiali sparati anche quest’anno c’è poco da credere alle crisi di tante famiglie che lamentano la mancanza di cibo ed altro e poi spendono centinaia se non migliaia di euro per i fuochi artificiali che potevano e dovevano essere evitati, anche perché fanno solo danni. In alcune parti si è sparato ininterrottamente fino alle 2.00 della notte. Un modo assurdo di festeggiare il passaggio al nuovo anno, quando invece sarebbe più bello viverlo nella serenità. nella tranquillità, nell’allegria vera e senza pericoli, organizzando ed ottimizzando al meglio le feste in famiglia, in piazza o nei locali adatti per simili speciali feste. Speriamo che da queste continue lezioni che ci arrivano all’inizio di ogni anno impariamo a festeggiare nella vera e sana gioia il passaggio al nuovo anno, senza più morti e feriti che comunque pesano sulla coscienza di tutti, perché non si fa abbastanza per proibire l’uso dei petardi nella notte di san Silvestro, nonostante i tanti controlli e sequesti delle forze dell’ordine. Ci vuole una legge che proibisca tassativamente la vendita e l’acquisto dei botti a Capodanno come in altre circostanze e che questi ordigni di morte vengano usati solo dai fuochisti di professione. 

Casoria. Capitolo generale straordinario delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato

antonio9.jpgantonio7.jpgantonio10.jpgSi svolgerà dal 27 al 29 dicembre 2012 il Capitolo generale straordinario delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, istituto religioso femminile, fondato dalla Beata Maria Cristina Brando, a Casoria (Napoli). E sarà proprio nella casa generalizia di Casoria, Istituto Brando, dove si svolgerà la tre giorni dell’assise della Congregazione, per revisionare il testo delle Costituzioni, a distanza di 30 anni dall’ultima approvazione pontificia, dopo la riforma conciliare. Al Capitolo generale partecipano 25 religiose in rappresentanza delle circa 400 suore che oggi compongono l’Istituto e che sono presenti in Italia, in varie parti, e all’estero, soprattutto in Indonesia e Filippine. Il capitolo generale straordinario sarà moderato da padre Antonio Rungi, passionista. L’Istituto, guidato da tre anni dalla Superiora Generale, Madre Carla Di Meo, è chiamato a revisionare la sua vita interna e il suo apostolato non solo adattando le costituzioni e i regolamenti alle nuove indicazioni che vengono dalla Sacra Congregazione vaticana dei religiosi, ma anche a verificare il cammino fatto in questo primo triennio, tappa intermedia, del sessennio 2009-2015, quando si svolgerà il Capitolo generale ordinario ed elettivo. Nel Capitolo generale che si svolgerà nel periodo natalizio, le suore membri di diritto o delegate, esaminaranno i testi elaborati da un’apposita commissione dell’Istituto e coordinata da padre Lionello Leidi, passionista, ufficiale della Sacra Congregazione vaticana dei religiosi. Il tema su cui si esamineranno le religiose è “Al pozzo di Giacobbe, per recuperare energie nuove”. Nell’anno della fede, infatti, le religiose, sull’esempio della loro fondatrice, Madre Cristina Brando, vogliono sentirsi protagoniste della loro stessa rinascita spirituale e di quella dell’intero istituto religioso. La revisione delle regole è sempre un momento di grazia e costituisce una nuova primavera spirituale per l’istituto, la cui spiritualità è l’adorazione eucaristica, che diventa servizio e diaconia verso gli ultimi e i bisognosi della terra. Le Suore Vittime Espitarici di Gesù Sacramentato, sono, infatti impegnate nel campo dell’educazione e della formazione dei piccoli, dei giovani, ma anche in tante opere di carità e di misercordia corporale e spirituale, soprattutto nei Paesi del terzo e quarto mondo. Lo sviluppo consistente dell’Istituto nei paesi dell’estremo oriente, dove è in crescita il numero delle religiose che vogliono seguire e vivere il carisma di Madre Cristina (prossima alla canonizzazione) è un dato importante ed incoraggiante per il futuro stesso della famiglia religios, data la giovane età di tutte le religiose. La fedeltà di queste religiose alle promesse fatte è consistente e dura nel tempo. Segno evidente di una buona formazione umana, spirituale ed apostolica dell’intero gruppo delle religiose giovani, perfettamente integrate, in Italia, nelle varie case religiose, ove il numero delle suore italiane va riducendosi con l’avanzare degli anni. Prossima apertura di una casa religiosa sarà in Africa. In tal modo l’istituto sarà presente in tutti i cinque continenti, con un’azione apostolica di grande respiro missionario.
L’agenda del capitolo generale straordinario è fitta e incalzante negli impegni che attendono le capitolari nella tre giorni di studio, approfondimeno e soprattutto di approvazione e votazione del lavoro già fatto e che si farà durante il Capitolo generale.

Natale non è…………….

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Natale non è..

Natale non è chiedere un sorriso,
quando il sorriso non ce l’hai e non vuoi donarlo.

Natale non è chiedere l’amicizia,
se l’amicizia non sai valorizzarla.

Natale non è chiedere soccorso,
se non sei abituato a dare aiuto

a chi aiuto non riceve mai…

Natale non è chiedere amore,
in un mondo, in cui l’amore

è ben altra cosa
che amare con il cuore.

Natale non è chiedere perdono

solo in questo giorno,
ma vivere nel perenne ricordo
di come riparare il male fatto.

Natale non è solo famiglia

il 25 dicembre di ogni anno,
ma è sempre e gioiamente famiglia
tutti i giorni dell’anno.

Natale non è preghiera e messa

solo nella notte santa,
ma è preghiera costante
e vigilanza continua
sul tuo modo di comportarti.

Natale non è tante altre ed infinite cose

che pensiamo essere importanti
quando importanti non lo sono.

Natale è solo grande una grande cosa 

è Amore e  gioia, che Cristo Signore
ci porta nella notte più luminosa
della storia del mondo.

Natale sei Tu Gesù,

unico e infinito amore del cuore dell’uomo
che guidi il tempo e la storia
verso la felicità eterna.
Padre Antonio Rungi

Marcianise (Ce). Domani celebrazione della Virgo Fidelis

assunta.jpgE’ prassi da circa 10 anni che la festa della Madonna Virgo Fidelis,  protettrice delll’Arma dei Carabinieri, che ricorre il 21 novembre, in coincidenza con la festa della Presentazione al Tempio di Maria, venga celebrata in modo solenne a Marcianise, nella Chiesa di S.Maria Assunta dei Pagani. E’, infatti, una sacra opportunità spirituale per pregare insieme, fedeli, devoti della Madonna e sprattutto Carabinieri, ex-carabinieri, parenti e stimatori dell’Arma Benemerita. Anche quest’anno si rinnova il tradizionale incontro di preghiera con la confessione dei partecipanti al rito, la santa messa, animata dal coro parrocchiale e con le premiazioni varie a conclusione della celebrazione eucaristica che ha un momento di grande emozione con la preghiera del carabiniere e l’inno alla Virgo Fidelis. Il maresciallo, Davide Morrone, anche quest’anno ha chiamato in preghiera tutti i soci dell’associazione nazionale dei carabinieri della sezione di Marcianise, di cui è il coordinatore e presidente per vivere insieme questo momento di gioia e di festa. Alle 11.00 tutti nella Chiesa di S.Maria Assunta ai Pagani in Marcianiase, messa, come sempre a disposizione dal carissimo don Alfonso Marotta, parroco di questa dinamica comunità parrocchiale, da circa 50 anni, per le confessioni e alle 11,30 la solenne santa messa, officiata, anche quest’anno, da padre Antonio Rungi, missionario passionista ed assistente spirituale dell’associazione nazionale dei carabinieri di Marcianise, da oltre 10 anni. Come tutti gli anni padre Rungi detterà la riflessione sui testi biblici della domenica, che domani coincide con la solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo. Un motivo in più per rendere più solenne, soprattutto nell’intimo e nella propria coscienza, questo annuale appuntamento, al quale non manca quasi nessuno dei soci del gruppo. Tanti i motivi per lo stesso di ritrovarsi insieme, soprattutto per la preghiera. Infatti il gruppo da anni segue un cammino spirituale che quest’anno proseguirà avendo di vista la celebrazione dell’anno della fede. Due anni orsono il gruppo è stato in pellegrinaggio al Santuario Mariano di Lourdes, lo scorso anno, nel 2011, al Santuario Mariano di Fatima in Portogallo e di Santiago di Compostela in Spagna. Ogni anno il gruppo svolge il suo pellegrinaggio presso il santuario di San Pio da Pietrelcina (l’ultimo lo scorso 25 ottobre 2012) e in altri luoghi santi. Nel programma non sono mancati luoghi spirituali vicini ai Passionisti, come il pellegrinaggio al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, tenuto nel 2009 ed altri momenti belli, vissuti in occasione delle feste più importanti. In questo itinerario di fede e spiritualità, guidato da padre Rungi, non manca l’annuale appuntamento con il Precetto pasquale di tutti i membri dell’associazione, altro momento importante sentito da tutti i componenti. Ai fattori religiosi e spirituali si aggiungono quelli umani, culturali e di solidarietà. L’associazione, infatti, si fa carico anche delle necessità delle persone in difficoltà, specie delle vedove e degli orfani dei carabinieri, ma estendendo le loro iniziative umanitarie ad altre associazioni impegnate nel campo della difesa e protezione dell’infanzia abbandonata. Domani mattina alle 11,30 nella Chiesa di Maria Assunta dei Pagani in Marcianise la solenne celebrazione in onore della Madonna Virgo Fidelis e di Cristo Re dell’universo.

L’Udienza di Papa Benedetto XVI- Mercoledì 10 ottobre 2012

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BENEDETTO XVI

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 10 ottobre 2012

 

 

Cari fratelli e sorelle,

siamo alla vigilia del giorno in cui celebreremo i cinquant’anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e l’inizio dell’Anno della fede. Con questa Catechesi vorrei iniziare a riflettere – con qualche breve pensiero – sul grande evento di Chiesa che è stato il Concilio, evento di cui sono stato testimone diretto. Esso, per così dire, ci appare come un grande affresco, dipinto nella sua grande molteplicità e varietà di elementi, sotto la guida dello Spirito Santo. E come di fronte a un grande quadro, di quel momento di grazia continuiamo anche oggi a coglierne la straordinaria ricchezza, a riscoprirne particolari passaggi, frammenti, tasselli.

Il Beato Giovanni Paolo II, alle soglie del terzo millennio, scrisse: «Sento più che mai il dovere di additare il Concilio come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre» (Lett. ap. Novo millennio ineunte, 57). Penso che questa immagine sia eloquente. I documenti del Concilio Vaticano II, a cui bisogna ritornare, liberandoli da una massa di pubblicazioni che spesso invece di farli conoscere li hanno nascosti, sono, anche per il nostro tempo, una bussola che permette alla nave della Chiesa di procedere in mare aperto, in mezzo a tempeste o ad onde calme e tranquille, per navigare sicura ed arrivare alla meta.

Io ricordo bene quel periodo: ero un giovane professore di teologia fondamentale all’Università di Bonn, e fu l’Arcivescovo di Colonia, il Cardinale Frings, per me un punto di riferimento umano e sacerdotale, che mi portò con sé a Roma come suo consulente teologo; poi fui anche nominato perito conciliare. Per me è stata un’esperienza unica: dopo tutto il fervore e l’entusiasmo della preparazione, ho potuto vedere una Chiesa viva – quasi tremila Padri conciliari da tutte le parti del mondo riuniti sotto la guida del Successore dell’Apostolo Pietro – che si mette alla scuola dello Spirito Santo, il vero motore del Concilio. Rare volte nella storia si è potuto, come allora, quasi «toccare» concretamente l’universalità della Chiesa in un momento della grande realizzazione della sua missione di portare il Vangelo in ogni tempo e fino ai confini della terra. In questi giorni, se rivedrete le immagini dell’apertura di questa grande Assise, attraverso la televisione o gli altri mezzi di comunicazione, potrete percepire anche voi la gioia, la speranza e l’incoraggiamento che ha dato a tutti noi il prendere parte a questo evento di luce, che si irradia fino ad oggi.

Nella storia della Chiesa, come penso sappiate, vari Concili hanno preceduto il Vaticano II. Di solito queste grandi Assemblee ecclesiali sono state convocate per definire elementi fondamentali della fede, soprattutto correggendo errori che la mettevano in pericolo. Pensiamo al Concilio di Nicea nel 325, per contrastare l’eresia ariana e ribadire con chiarezza la divinità di Gesù Figlio Unigenito di Dio Padre; o a quello di Efeso, del 431, che definì Maria come Madre di Dio; a quello di Calcedonia, del 451, che affermò l’unica persona di Cristo in due nature, la natura divina e quella umana. Per venire più vicino a noi, dobbiamo nominare il Concilio di Trento, nel XVI secolo, che ha chiarito punti essenziali della dottrina cattolica di fronte alla Riforma protestante; oppure il Vaticano I, che iniziò a riflettere su varie tematiche, ma ebbe il tempo di produrre solo due documenti, uno sulla conoscenza di Dio, la rivelazione, la fede e i rapporti con la ragione e l’altro sul primato del Papa e sull’infallibilità, perché fu interrotto per l’occupazione di Roma nel settembre del 1870.

Se guardiamo al Concilio Ecumenico Vaticano II, vediamo che in quel momento del cammino della Chiesa non c’erano particolari errori di fede da correggere o condannare, né vi erano specifiche questioni di dottrina o di disciplina da chiarire. Si può capire allora la sorpresa del piccolo gruppo di Cardinali presenti nella sala capitolare del monastero benedettino a San Paolo Fuori le Mura, quando, il 25 gennaio 1959, il Beato Giovanni XXIII annunciò il Sinodo diocesano per Roma e il Concilio per la Chiesa Universale. La prima questione che si pose nella preparazione di questo grande evento fu proprio come cominciarlo, quale compito preciso attribuirgli. Il Beato Giovanni XXIII, nel discorso di apertura, l’11 ottobre di cinquant’anni fa, diede un’indicazione generale: la fede doveva parlare in un modo «rinnovato», più incisivo – perché il mondo stava rapidamente cambiando – mantenendo però intatti i suoi contenuti perenni, senza cedimenti o compromessi. Il Papa desiderava che la Chiesa riflettesse sulla sua fede, sulle verità che la guidano. Ma da questa seria, approfondita riflessione sulla fede, doveva essere delineato in modo nuovo il rapporto tra la Chiesa e l’età moderna, tra il Cristianesimo e certi elementi essenziali del pensiero moderno, non per conformarsi ad esso, ma per presentare a questo nostro mondo, che tende ad allontanarsi da Dio, l’esigenza del Vangelo in tutta la sua grandezza e in tutta la sua purezza (cfr Discorso alla Curia Romana per gli auguri natalizi, 22 dicembre 2005). Lo indica molto bene il Servo di Dio Paolo VI nell’omelia alla fine dell’ultima sessione del Concilio – il 7 dicembre 1965 – con parole straordinariamente attuali, quando afferma che, per valutare bene questo evento: «deve essere visto nel tempo in cui si è verificato. Infatti – dice il Papa – è avvenuto in un tempo in cui, come tutti riconoscono, gli uomini sono intenti al regno della terra piuttosto che al regno dei cieli; un tempo, aggiungiamo, in cui la dimenticanza di Dio si fa abituale, quasi la suggerisse il progresso scientifico; un tempo in cui l’atto fondamentale della persona umana, resa più cosciente di sé e della propria libertà, tende a rivendicare la propria autonomia assoluta, affrancandosi da ogni legge trascendente; un tempo in cui il “laicismo” è ritenuto la conseguenza legittima del pensiero moderno e la norma più saggia per l’ordinamento temporale della società… In questo tempo si è celebrato il nostro Concilio a lode di Dio, nel nome di Cristo, ispiratore lo Spirito Santo». Così Paolo VI. E concludeva indicando nella questione di Dio il punto centrale del Concilio, quel Dio, che «esiste realmente, vive, è una persona, è provvido, è infinitamente buono; anzi, non solo buono in sé, ma buono immensamente altresì per noi, è nostro Creatore, nostra verità, nostra felicità, a tal punto che l’uomo, quando si sforza di fissare la mente ed il cuore in Dio nella contemplazione, compie l’atto più alto e più pieno del suo animo, l’atto che ancor oggi può e deve essere il culmine degli innumerevoli campi dell’attività umana, dal quale essi ricevono la loro dignità» (AAS 58 [1966], 52-53).

Noi vediamo come il tempo in cui viviamo continui ad essere segnato da una dimenticanza e sordità nei confronti di Dio. Penso, allora, che dobbiamo imparare la lezione più semplice e più fondamentale del Concilio e cioè che il Cristianesimo nella sua essenza consiste nella fede in Dio, che è Amore trinitario, e nell’incontro, personale e comunitario, con Cristo che orienta e guida la vita: tutto il resto ne consegue. La cosa importante oggi, proprio come era nel desiderio dei Padri conciliari, è che si veda – di nuovo, con chiarezza – che Dio è presente, ci riguarda, ci risponde. E che, invece, quando manca la fede in Dio, crolla ciò che è essenziale, perché l’uomo perde la sua dignità profonda e ciò che rende grande la sua umanità, contro ogni riduzionismo. Il Concilio ci ricorda che la Chiesa, in tutte le sue componenti, ha il compito, il mandato di trasmettere la parola dell’amore di Dio che salva, perché sia ascoltata e accolta quella chiamata divina che contiene in sé la nostra beatitudine eterna.

Guardando in questa luce alla ricchezza contenuta nei documenti del Vaticano II, vorrei solo nominare le quattro Costituzioni, quasi i quattro punti cardinali della bussola capace di orientarci. La Costituzione sulla sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium ci indica come nella Chiesa all’inizio c’è l’adorazione, c’è Dio, c’è la centralità del mistero della presenza di Cristo. E la Chiesa, corpo di Cristo e popolo pellegrinante nel tempo, ha come compito fondamentale quello di glorificare Dio, come esprime la Costituzione dogmatica Lumen gentium. Il terzo documento che vorrei citare è la Costituzione sulla divina Rivelazione Dei Verbum: la Parola vivente di Dio convoca la Chiesa e la vivifica lungo tutto il suo cammino nella storia. E il modo in cui la Chiesa porta al mondo intero la luce che ha ricevuto da Dio perché sia glorificato, è il tema di fondo della Costituzione pastorale Gaudium et spes.

Il Concilio Vaticano II è per noi un forte appello a riscoprire ogni giorno la bellezza della nostra fede, a conoscerla in modo profondo per un più intenso rapporto con il Signore, a vivere fino in fondo la nostra vocazione cristiana. La Vergine Maria, Madre di Cristo e di tutta la Chiesa, ci aiuti a realizzare e a portare a compimento quanto i Padri conciliari, animati dallo Spirito Santo, custodivano nel cuore: il desiderio che tutti possano conoscere il Vangelo e incontrare il Signore Gesù come via, verità e vita. Grazie.

Il sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione- Ottobre 2012

Ieri, 7 ottobre, con la solenne concelebrazione presieduta da Papa Benedetto XVI sul sagrato della Basilica si San Pietro in Roma, è iniziato il Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione, che vede impegnati 262 membri del sinodo in un lavoro di riflessione e di proposte per risvegliare la fede nel mondo cristiano. Un compito non facile per tutti coloro che sono stati chiamati ad elaborare le proposte finali del Sinodo, in base anche ad un documento iniziale che è di conoscenza pubblica e al quale si può fare riferimento anche in questi giorni di lavori sinodali. Lavori che si concluderanno il 28 ottobre 2012 e saranno il preludio di un’esortazione post-sinodale a firma del Papa, come è prassi ormai nella Chiesa cattolica, dopo la celebrazione del Concilio Vaticano II. Questo sinodo si colloca nel cammino dell’anno della fede, che inizia l’11 ottobre 2012, in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell’inizio di uno dei più importanti avvdnimenti ecclesiali del XX secolo, che fu il Concilio Vaticano II, una vera primavera dello Spirito che tanto benessere spirituale ha portato nella Chiesa e nella società contemporanei. I vari documenti approvati durante il Concilio sono punti di partenza per il cammino della Chiesa in questo terzo millennio dell’era cristiana. Da essi bisogna ripartire se vogliamo capire lo stesso sinodo in svolgimento a Roma e che sarà una valida occasione per riportare al centro della vita dei singoli cristiani, delle comunità cristiane, delle chiese locali, della chiesa universale, degli istituti di vita consacrata, dei pastori, dei fedeli laici, la fede da accogliere e da trasmettere.

Ecco il testo iniziale per i lavori sinodali.

SINODO DEI VESCOVI 2012.pdf

Trentasettesimo anniversario di sacerdozio di P.Antonio Rungi

Grazie Gesùmessapadreantonio.jpg

 

Ti rendo grazie Signore,

per tutti questi anni

che mi hai chiamato a seguirti

e a serviti nella vita religiosa e sacerdotale.

Hai pensato alla mia persona fin dall’eternità

Ed un giorno mi hai fatto intendere chiara la tua voce

Che mi diceva “Seguimi”.

Forte dell’entusiasmo e convinto che eri Tu Gesù, ho lasciato

I miei genitori, mia sorella, mio fratello, i miei parenti, i miei amici

I miei compagni di scuola, avendo appena 13 anni.

Da allora ho camminato sulle tue vie, quelle che Tu, Signore,

mi hai indicato di volta in volta, per arrivare al grande appuntamento della mia storia personale, a quel 6 ottobre 1975, a Napoli, quando il Vescovo imponendo sulla mia testa le sue mani mi consacrò sacerdote.

I pianti di sofferenza dei miei parenti alla mia partenza per un paese lontano, quando lasciai casa per farmi passionista e sacerdote, in quel giorno si trasformarono in lacrime di gioia, in lacrime di infinita gratitudine.

In questi 37 anni di vita sacerdotale è stato un susseguirsi di soli infiniti ed immensi doni che Tu, Signore, hai concesso a questa mia umile e povera persona.

Ho cercato di essere fedele alla tua chiamata sempre, nonostante le umane debolezze che sono insite in ogni persona umana e che la tua grazia e la tua benevolenza e vicinanza mi hanno aiutato a superare di volta in volta, facendomi scorgere quando sei buono e grande nell’amore.

Le anime che hai affidato alla mia cura pastorale e sacerdotale le ho considerato un dono immenso da rispettare, aiutare, amare, proteggere dalle forze del male. Ognuna di essa sta nel mio cuore e nelle mie preghiere, perché sono figli tuoi e frutto del Tuo Sangue prezioso versato per noi sulla croce.

Cosa dirti Gesù, attraverso la mia mamma celeste, la Vergine Maria, Regina di tutti i sacerdoti? Proteggimi e guidami nel difficile compito di essere un tuo discepolo secondo il tuo amabilissimo cuore e secondo i tuoi insegnamenti.

Che sia un pastore che vada a cercare la pecorella smarrita, e la riporti all’ovile della tua chiesa e alla vita della chiesa.

Che mi preoccupi di tanti che sono nel dolore e nella sofferenza, soprattutto in questi giorni tristi e difficili per l’umanità.

Che sia vicino ai bambini, perché possano sperimentale attraverso la mia umile persona quanto sei grande e quanto sei davvero dalla parte dei più piccoli, ben sapendo che scandalizzare anche uno solo di essi, significa non essere perdonato da Te in eterno.

Che sia vicino ai tanti giovani che ho avuto la gioia di incontrare nella mia vita di sacerdote e di insegnante, nel cuore dei quali vorrei che ci fosse anche un posto certo per Te.

Che mi preoccupi per quanti sono tristi, angosciati, soli e delusi dalla vita, dai propri cari, dagli affetti più naturali e che spesso si rivoltano contro di Te, perché non sanno quello che dicono e fanno, perchè grande è la sofferenza nel loro animo. 

Che sia tutto per tutti, senza fare preferenze a nessuno.

Che sappia amare ogni persona con la semplicità e la rettitudine del Tuo cuore.

Che sia sempre riconoscente a chi mi ha guidato sapientemente alla meta sacerdotale, in particolare i miei due speciali angeli del cielo, che sono mamma e papà, ma anche quanti nella formazione in convento hanno avuto un cuore di padre e mi hanno fatto amare la vita sacerdotale e missionaria, ieri come oggi.

Dirti grazie è il minimo indispensabile in questo giorno anniversario dei miei 37 anni di vita sacerdotale, che mi auguro possano essere ancora tantissimi altri per servire la Tua causa, Gesù, in questo anno della fede, che tutti richiama a credere fermamente in Te, sommo ed eterno sacerdote della nuova ed eterna alleanza di Dio con l’umanità. Amen.

 

Padre Antonio Rungi

Sacerdote passionista

6 ottobre 2012