PRIMA DOMENICA DI AVVENTO 2014. IL COMMENTO DI PADRE RUNGI

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PRIMA DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B 

30 NOVEMBRE 2014 

Un’attesa, carica di speranze 

Commento di padre Antonio Rungi 

L’Avvento che inizia oggi e dura esattamente 4 settimane, da un punto di vista liturgico è il tempo dell’attesa gioiosa del redentore. Ci prepariamo al Natale di questo anno 2014, primo avvento di Cristo nella storia dell’umanità; ma ci prepariamo, in modo particolare, al secondo e definitivo avvento di Cristo nel giudizio universale. Questa domenica è in continuità con l’ultima domenica dell’anno liturgico appeno concluso e si chiama con accenti diversi all’attesa del Redentore. Nel Vangelo di Marco, che ci accompagnerà in questo anno, infatti c’è il richiamo al giudizio universale, al tema della vigilanza. Una vigilanza piena di gioia e di amore, perché viene colui che giudicherà il mondo e lo farà nella giustizia e nella verità. Per coloro che sono in questa dolce attesa, non perché aspettano un figlio, ma il Figlio di Dio che verrà a giudicare in vivi e morti, ogni attimo di questa lieta è gioiosa attesa diventa un’opportunità per fare il bene e vivere bene, nella grazia di Dio. In fondo, l’avvento come preparazione immediata al Natale annuale ci traccia una pista ove camminare per non deviare: è la pista della speranza e della vera gioia nel Signore. Non è una vigilanza di ansia e di preoccupazione. E perché preoccuparsi se siamo nella grazia di Dio e ci sforziamo di vivere santamente la nostra vita? Perché temere ed avere paura, se la nostra coscienza sta al sicuro, non ha nulla da rimproverarsi? Perché dubitare la bontà e della misericordia di Dio, che pure ci giudicherà e che certamente non vuole la nostra condanna, ma la nostra salvezza? Ecco l’avvento è l’attesa di un gioioso incontro con Gesù, con Maria e Giuseppe nella grotta di Betlemme e nella grotta più importante, stabile e definitiva del suo regno infinito di luce, che è il Paradiso. Tuttavia, non bisogna dimenticare quello che Gesù ha detto al riguardo: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». Dobbiamo fare in modo di stare svegli nella luce della fede e della bontà. Non addormentarci sulle situazioni di peccato e privazione di grazia che possono interessare ognuno di noi, soprattutto quando ci costa cambiare vita ed atteggiamento e dare una svolta vera alla nostra esistenza nella direzione della grotta di Betlemme ai piedi del Bambinello. La conversione del cuore e della mente, la conversione di tutta la nostra esistenza a un Dio amore, che per amore è venuto, una prima volta, come ben sappiamo e nel modo che conosciamo, e ritorna una seconda volta per trovarci svegli nell’amore e nella fiducia e speranza in Lui. Se stiamo dormendo spiritualmente, se siamo assopiti interiormente questo avvento ci deve risvegliare per preparare l’avvento di Cristo più importante per noi, che è l momento che lasceremo questo mondo, e poi a quell’avvento definitivo che riguarderà la storia dell’umanità e dell’universo. La bellissima prima lettura di oggi, tratta dal profeta Isaia, il profeta dell’Avvento, comprendiamo il senso più vero di una conversione che deve effettivamente avvenire nella nostra vita in questi giorni a partire da oggi: “Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità”…. Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli. Siamo divenuti tutti come una cosa impura, e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia; tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento. Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi messo in balìa della nostra iniquità”. Ed aggiunge, in uno sguardo di speranza e di misericordia: “Ma, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani”. Uscire fuori da una situazione di morte interiore, di deperimento spirituale, al punto tale da essere avvizziti, incapaci di riprendere vita da soli. Da qui il necessario abbandono in Dio di tutta la nostra vita e lasciarci plasmare dalla sua grazia e dalla sua parola che è vitalità per antonomasia, con le stupende espressioni della preghiera iniziale della prima domenica di Avvento: “O Dio, nostro Padre, nella tua fedeltà che mai vien meno ricordati di noi, opera delle tue mani, e donaci l’aiuto della tua grazia, perché attendiamo vigilanti con amore irreprensibile la gloriosa venuta del nostro redentore, Gesù Cristo tuo Figlio”. Da parte sua, l’Apostolo Paolo nel brano della prima lettera ai Corinti che oggi ascoltiamo, ci spinge verso una comprensione del mistero di Cristo nella prospettiva di quella piena e definitiva manifestazione del Signore alla fine dei tempi. Egli, infatti, rivolgendosi ai cristiani di questa comunità scrive parole stupende: “La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!”. Le quattro candele di colore viola che accendiamo durante l’Avvento, tempo forte dell’anno liturgico, tempo penitenziale, a partire da questa prima domenica e la quinta centrale, quella bianca, nella solennità del Natale vogliono richiamare alla nostra attenzione cinque cose importanti da fare in questo mese circa di vita liturgica, spirituale a pastorale: convertirci, fare penitenza, vivere nella carità, alimentare la speranza, potenziale la fede nel Cristo Redentore dell’umanità. Proviamo ogni settimana di avvento di questo anno 2014 a concentraci sulle cinque azioni da compiere e allora, sì, che a Natale di quest’anno esploderanno le luci della nostra rinascita spirituale, perché tutti, dico tutti, senza che nessuno si illuda, abbiamo bisogno di fare esplodere nella nostra vita la luce del Cristo Redentore e Salvatore.

PRIMA DOMENICA DI AVVENTO 2014. IL COMMENTO DI PADRE RUNGIultima modifica: 2014-11-27T00:51:56+01:00da pace2005
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