OMELIA DI PADRE ANTONIO RUNGI PER IL BATTESIMO DI GESU’ – 12 GENNAIO 2014

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BATTESIMO DI GESU’ – 12 Gennaio 2014

Ascoltiamo il Figlio di Dio che parla a noi nell’oggi della chiesa e del mondo. 

Commento di padre Antonio Rungi 

L’ascolto è fondamentale in ogni vera comunicazione. Chi non ascolta non conosce il pensiero e il cuore dell’altro. Nella festa odierna del Battesimo di Gesù al Giordano per la mano santa e purificatrice di Giovanni il Battista, viene rivelata la natura di Gesù Cristo, definito qui il Figlio amato dal Padre e che è necessario ascoltare. Solo chi parte dall’amore sa comunicare agli altri la sua vera identità. Dio che  è Amore trinitario, Padre, Figlio e Spirito Santo si comunica a noi, si apre all’uomo, nella speranza che l’uomo si apra a Dio e lo cerchi con tutto il cuore, nella profonda convinzione che senza Dio l’uomo non poteva, né può, né potrà esistere. Gesù al battesimo del Giordano ci rivela questo amore universale che Dio ha manifestato a noi nella creazione e soprattutto nella redenzione.

Questa missione di Gesù di comunicare l’amore di Dio non sarà facile, incontrerà molti ostacoli, fino alla massima espressione del rifiuto di questo amore da parte dell’uomo con la condanna a morte del Redentore; mentre Cristo dalla Croce rinnova questo amore e lo completa con il suo sacrificio e la sua morte sul patibolo per noi. Solo chi sa donare la vita sperimenta il vero amore verso Dio.

Nella prima lettura di oggi, leggiamo un brano molto significativo del profeta Isaia, riferita al Servo di Javhè, che da sempre è stato individuato nella persona del Messia. Un testo che ci fa meditare già in chiave pasquale ciò che il Signore, attraverso la voce del profeta, ci vuole comunicare con la sua parola rivelata: “Così dice il Signore: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio.

 Ho posto il mio spirito su di lui;  egli porterà il diritto alle nazioni.  Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata,  non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;  proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito  come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

Il programma e il progetto di vita cristiana, di attività missionaria ed apostolica di ogni vero discepolo del Signore sta sintetizzato in questo brano. Sulla scia di Gesù noi dobbiamo, con la testimonianza della carità, dell’amore, del coraggio, della donazione di noi stessi, metterci al servizio della verità, della giustizia, della carità e della vera libertà. Un compito impegnativo che come ricorda Papa Francesco, citando altri testi magisteriali, nella sua Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” spetta a tutti.

Egli scrive, infatti, a tal proposito: “Quando la Chiesa chiama all’impegno evangelizzatore, non fa altro che indicare ai cristiani il vero dinamismo della realizzazione personale: «Qui scopriamo un’altra legge profonda della realtà: la vita cresce e matura nella misura in cui la doniamo per la vita degli altri. La missione, alla fin fine, è questo». Di conseguenza, un evangelizzatore non dovrebbe avere costantemente una faccia da funerale. Recuperiamo e accresciamo il fervore, «la dolce e confortante gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime […] Possa il mondo del nostro tempo –che cerca ora nell’angoscia, ora nella speranza – ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradi fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo».

Il Battesimo di Gesù è questo invito ad ascoltare e a proclamare il Vangelo della gioia con la gioia nel cuore e non certa con la mestizia o la faccia funebre di persone che non trovano la ragion di essere e di vita nella stessa sorgente della vita e della gioia che è Gesù Cristo. Bisogna avere lo zelo e il coraggio dei primi discepoli di Gesù, i quali dopo i primi umani dubbi sulla persona e sulla missione del Signore, con la conversione del loro cuore e la docilità allo Spirito Santo, ricevuto in dono nel giorno della Pentecoste, prendono coscienza della loro missione ed incominciarono a predicare con coraggio la parola di verità, come ci ricorda la seconda lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli, il cui protagonista principale di questo annuncio è Pietro, sulla cui persona e la sua fede Gesù ha edificato la Chiesa. E qui vediamo la missione di Pietro dei nostri giorni, Papa Francesco, come tutti i successori di Pietro hanno fatto nel corso di 2000 anni di cristianesimo: “In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti.

Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».

Far conoscere chi è Gesù e cosa ha fatto il Signore per noi, è questo il dovere missionario di ogni evangelizzatore, che parla di Cristo e indica in Cristo il Salvatore e come Giovanni si mette a servizio della conversione del cuore e della vita di ogni persona che vuole incontrare sinceramente Dio.

Sia, pertanto, questa la nostra preghiera come comunità di credenti nella domenica in cui celebriamo il Battesimo di Gesù Cristo al Giordano, ricevuto come tutti da Giovanni il Battista, suo cugino e precursore nell’annuncio della venuta del Regno di Dio, che si realizza completamente con la venuta al mondo di Gesù Cristo, l’atteso Messia e Salvatore dell’umanità: “Padre d’immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo  il tuo Verbo fatto uomo,  e lo hai stabilito luce del mondo  e alleanza di pace per tutti i popoli;  concedi a noi che oggi celebriamo  il mistero del suo battesimo nel Giordano,  di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto,  in cui il tuo amore si compiace”. Amen. 

OMELIA DI PADRE ANTONIO RUNGI PER IL BATTESIMO DI GESU’ – 12 GENNAIO 2014ultima modifica: 2014-01-08T08:56:32+01:00da pace2005
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