NOVENA DEL SANTO NATALE 2016 COMPOSTA DA PADRE ANTONIO RUNGI

PAPAFRANCESCONATALERUNGI-BAMBINOGESU (2)

 

NOVENA DEL SANTO NATALE 

ANNO 2016

 

A CURA DI PADRE ANTONIO RUNGI

PASSIONISTA

 

 

In occasione del Natale 2016, vi offro questo sussidio di preghiera. Continuiamo nel cammino di preparazione al Natale, facendo tesoro della parola di Dio, delle riflessioni dei santi e del magistero della Chiesa per comprendere meglio il grande evento della storia dell’umanità e della salvezza. Dopo la celebrazione dell’Anno Santo della Misericordia, riflettere insieme sul mistero di Cristo Redentore, inginocchiandoci tutti ai piedi di Gesù Bambino, ci aiuterà a fare restare sempre aperta la porta del nostro cuore per accogliere Gesù ed accogliere tutti. Buona novena del Santo Natale a quanti faranno questo cammino spirituale in questi giorni di preparazione più intensa alla venuta del Salvatore.

PRIMO GIORNO

1.Gesù, vero Dio e vero Uomo

 

Dal vangelo secondo Matteo  21,1-11

Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma». I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».

Dal magistero di Papa Francesco

La grazia che è apparsa nel mondo è Gesù, nato dalla Vergine Maria, vero uomo e vero Dio. Egli è venuto nella nostra storia, ha condiviso il nostro cammino. È venuto per liberarci dalle tenebre e donarci la luce. In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l’Amore fattosi carne. Non è soltanto un maestro di sapienza, non è un ideale a cui tendiamo e dal quale sappiamo di essere inesorabilmente lontani, è il senso della vita e della storia che ha posto la sua tenda in mezzo a noi.

I pastori sono stati i primi a vedere questa “tenda”, a ricevere l’annuncio della nascita di Gesù. Sono stati i primi perché erano tra gli ultimi, gli emarginati. E sono stati i primi perché vegliavano nella notte, facendo la guardia al loro gregge. E’ legge del pellegrino vegliare, e loro vegliavano. Con loro ci fermiamo davanti al Bambino, ci fermiamo in silenzio. Con loro ringraziamo il Signore di averci donato Gesù, e con loro lasciamo salire dal profondo del cuore la lode della sua fedeltà: Ti benediciamo, Signore Dio Altissimo, che ti sei abbassato per noi. Tu sei immenso, e ti sei fatto piccolo; sei ricco, e ti sei fatto povero; sei l’onnipotente, e ti sei fatto debole.

Pater, Ave e Gloria

Preghiera

Gesù, vero Dio e vero uomo,

che viene in mezzo a noi

nel segno della pace e della riconciliazione

guida il cammino dell’umanità

verso i pascoli eterni della serenità.

Tu pastore d’Israele,

non permettere che nulla nel mondo

possa ostacolare la fede in chi crede in Te,

principe della pace,

benedetto nei secoli,

atteso dall’umanità.

Nella nostra vita di tutti i giorni,

possa la luce della tua regalità,

portare verità, santità e fraternità

in tutto il genere umano,

per il quale sei nato nel grembo verginale

di Maria tua e Madre ed hai offerto la tua

vita sulla croce, re di pace e di perdono.

 

Canto natalizio

 

SECONDO GIORNO

2. Gesù, Verbo Incarnato

 

Dal Vangelo secondo Giovanni – CAP.1, 1ss

In principio era il Verbo,  il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre,  ma le tenebre non l’hanno accolta. ..Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente,  ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto,  ha dato potere di diventare figli di Dio:  a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue,  né da volere di carne,  né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne  e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria,  gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità…Dio nessuno l’ha mai visto:  proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

Dal magistero di Papa Francesco

Quando, dunque, sentiamo parlare della nascita di Cristo, restiamo in silenzio e lasciamo che sia quel Bambino a parlare; imprimiamo nel nostro cuore le sue parole senza distogliere lo sguardo dal suo volto. Se lo prendiamo tra le nostre braccia e ci lasciamo abbracciare da Lui, ci porterà la pace del cuore che non avrà mai fine. Questo Bambino ci insegna che cosa è veramente essenziale nella nostra vita. Nasce nella povertà del mondo, perché per Lui e la sua famiglia non c’è posto in albergo. Trova riparo e sostegno in una stalla ed è deposto in una mangiatoia per animali. Eppure, da questo nulla, emerge la luce della gloria di Dio. A partire da qui, per gli uomini dal cuore semplice inizia la via della vera liberazione e del riscatto perenne. Da questo Bambino, che porta impressi nel suo volto i tratti della bontà, della misericordia e dell’amore di Dio Padre, scaturisce per tutti noi suoi discepoli, come insegna l’apostolo Paolo, l’impegno a «rinnegare l’empietà» e la ricchezza del mondo, per vivere «con sobrietà, con giustizia e con pietà» (Tt 2,12).

Pater, Ave e Gloria

Preghiera

Verbo Incarnato, che nuovamente

condividi con noi il tuo Natale

insegnaci a condividere con gli altri

i nostri progetti di pace e solidarietà.

Tu che nella Grotta di Betlemme

hai proposto agli uomini di ogni tempo

un itinerario di amore e riconciliazione

illumina l’umanità di oggi a ritrovare

la strada che porta ad incontrare l’altro

nel dialogo, nell’amore e nel rispetto profondo.

Piccolo grande Dio, che nell’umiltà più sentita

hai indicato in Te la via maestra che porta alla verità

aiutaci ad eliminare da questa terra l’orgoglio,

la falsità e la menzogna, cause dirette

del male del mondo moderno.

Tu che leggi nel profondo di ogni cuore

trasforma i nostri personali risentimenti

in atteggiamenti e comportamenti fraterni,

gli unici che danno gioia vera e

trasformano il Natale in festa vera.

Messia atteso da secoli

e giunto nella pienezza dei tempi

guida l’umanità del terzo millennio

verso mete di giustizia più certe

per ogni uomo di questa Terra.

Tu che tutto sai e puoi

conosci le attese di ciascuno di noi

anche per questo annuale anniversario

della tua venuta tra noi

fa nascere nel cuore di tutti gli uomini della terra

un solo raggio della tua infinita carità

e della tua bontà illimitata.

Non permettere, Gesù, Figlio dell’Uomo,

che nessun bambino, giovane, adulto ed anziano

del Pianeta Terra continui a soffrire a causa

della cattiveria che si annida nel cuore di tanta gente.

Fa di tanti cuori segnati dall’odio e dalla morte

cuori capaci di amare e di perdonare

come tu hai perdonato alla Maddalena,

ai tuoi crocifissori ed al buon ladrone

morto in croce accanto a Te sul Golgota.

Dalla capanna di Betlemme

anche quest’anno si irradi in tutto il mondo

la luce del tuo Natale, che è sempre

motivo di speranza e di pace per l’intera umanità. Amen

 

Canto natalizio

 

TERZO GIORNO

3. Gesù Figlio di Dio

 

Dal Vangelo di Matteo 4,3-6

E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». Ma egli rispose: Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”. Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra».

Dal magistero di Papa Francesco

Oggi il Figlio di Dio è nato: tutto cambia. Il Salvatore del mondo viene a farsi partecipe della nostra natura umana, non siamo più soli e abbandonati. La Vergine ci offre il suo Figlio come principio di vita nuova. La luce vera viene a rischiarare la nostra esistenza, spesso rinchiusa nell’ombra del peccato. Oggi scopriamo nuovamente chi siamo! In questa notte ci viene reso manifesto il cammino da percorrere per raggiungere la meta. Ora, deve cessare ogni paura e spavento, perché la luce ci indica la strada verso Betlemme. Non possiamo rimanere inerti. Non ci è lecito restare fermi. Dobbiamo andare a vedere il nostro Salvatore deposto in una mangiatoia. Ecco il motivo della gioia e della letizia: questo Bambino è «nato per noi», è «dato a noi», come annuncia Isaia (cfr 9,5). A un popolo che da duemila anni percorre tutte le strade del mondo per rendere partecipe ogni uomo di questa gioia, viene affidata la missione di far conoscere il “Principe della pace” e diventare suo efficace strumento in mezzo alle nazioni.

Pater, Ave e Gloria

Preghiera

Asciuga, Bambino Gesù,  le lacrime dei fanciulli!

accarezza il malato e l’anziano!

Spingi gli uomini a deporre le armi

e a stringersi in un

universale abbraccio di pace!

Invita i popoli, misericordioso Gesù,

ad abbattere i muri creati

dalla miseria e dalla disoccupazione,

dall’ignoranza e dall’indifferenza,

dalla discriminazione e dall’intolleranza.

Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme,

che ci salvi liberandoci dal peccato.

Sei Tu il vero e unico Salvatore,

che l’umanità spesso cerca a tentoni.

Dio della Pace, dono di pace all’intera umanità,

vieni a vivere nel cuore di ogni uomo

e di ogni famiglia.

Sii Tu la nostra pace e la nostra gioia! Amen.

Canto natalizio

QUARTO GIORNO

4.GESU’, L’ EMMANUELE

Dal Vangelo di Matteo- Cap. 1,18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Dal magistero di Papa Francesco

In questo giorno, dalla Vergine Maria, è nato Gesù, il Salvatore. Il presepe ci fa vedere il «segno» che Dio ci ha dato: «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12). Come i pastori di Betlemme, anche noi andiamo a vedere questo segno, questo avvenimento che ogni anno si rinnova nella Chiesa. Il Natale è un avvenimento che si rinnova in ogni famiglia, in ogni parrocchia, in ogni comunità che accoglie l’amore di Dio incarnato in Gesù Cristo. Come Maria, la Chiesa mostra a tutti il «segno» di Dio: il Bambino che Lei ha portato in grembo e ha dato alla luce, ma che è Figlio dell’Altissimo, perché «viene dallo Spirito Santo» (Mt 1,20). Per questo Lui è il Salvatore, perché è l’Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo (cfr Gv 1,29). Insieme ai pastori, prostriamoci davanti all’Agnello, adoriamo la Bontà di Dio fatta carne, e lasciamo che lacrime di pentimento riempiano i nostri occhi e lavino il nostro cuore. Tutti ne abbiamo bisogno!

Solo Lui, solo Lui ci può salvare. Solo la Misericordia di Dio può liberare l’umanità da tante forme di male, a volte mostruose, che l’egoismo genera in essa. La grazia di Dio può convertire i cuori e aprire vie di uscita da situazioni umanamente insolubili.

Dove nasce Dio, nasce la speranza: Lui porta la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace, non c’è più posto per l’odio e per la guerra.

Pater, Ave e Gloria

Preghiera

«Vieni, o Emmanuele, Dio con noi. Vieni!».

Lo gridano con voce unanime, lo Spirito e la Chiesa.

Vieni, o germoglio dell’alleanza eterna di Dio con il suo popolo!

Vieni! Lo grida, con una sola voce,

tutta la creazione e con essa tutta l’umanità.

Vieni, Signore Gesù, il tempo è carico di speranza,

lo spazio della nostra tenda è ormai pronto ad accoglierti.

Vieni, te lo chiediamo a nome di tutta l’umanità.

Vieni, Signore, e abita la nostra vita,

entra in ogni spazio del nostro cuore e riempilo della tua luce,

facci rinascere con te: rendici in te una nuova creazione.

Con Maria entriamo con gioia

nel mistero di una attesa totalmente abitata dalla grazia di Dio,

dal suo amore per noi, dal suo farsi carne per la nostra salvezza.

Con Maria, madre e sorella nel credere,

contempliamo l’entrare sconvolgente di Dio nella vita,

nella semplice quotidianità, nelle tante speranze di popoli, storie e culture,

nella storia di un mondo che ancora non ha compreso pienamente l’amore.

Canto natalizio

QUINTO GIORNO

5.Gesù Messia

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,19-28

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Chi sei tu?”. Egli confessò e non negò, e confessò: “Io non sono il Cristo”. Allora gli chiesero: “Che cosa dunque? Sei Elia?” Rispose: “Non lo sono”. “Sei tu il profeta?” Rispose: “No”. Gli dissero dunque; “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?” Rispose: “Io sono ‘‘voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore’’, come disse il profeta Isaia”. Essi erano stati mandati da parte dei farisei. Lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?” Giovanni rispose loro: “Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo”. Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Dal magistero di Papa Francesco

Faccio mio il canto degli angeli, che apparvero ai pastori di Betlemme nella notte in cui nacque Gesù. Un canto che unisce cielo e terra, rivolgendo al cielo la lode e la gloria, e alla terra degli uomini l’augurio di pace. Invito tutti ad unirsi a questo canto: questo canto è per ogni uomo e donna che veglia nella notte, che spera in un mondo migliore, che si prende cura degli altri cercando di fare umilmente il proprio dovere.

Gloria a Dio!

A questo prima di tutto ci chiama il Natale: a dare gloria a Dio, perché è buono, è fedele, è misericordioso. In questo giorno auguro a tutti di riconoscere il vero volto di Dio, il Padre che ci ha donato Gesù. Auguro a tutti di sentire che Dio è vicino, di stare alla sua presenza, di amarlo, di adorarlo.

E ognuno di noi possa dare gloria a Dio soprattutto con la vita, con una vita spesa per amore suo e dei fratelli.

Pater, Ave e Gloria

Preghiera

Vieni di notte,

ma nel nostro cuore è sempre notte:

e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni in silenzio,

noi non sappiamo più cosa dirci:

e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni in solitudine,

ma ognuno di noi è sempre più solo:

e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni, Figlio della pace,

noi ignoriamo cosa sia la pace:

e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni a liberarci,

noi siamo sempre più schiavi:

E dunque vieni sempre, Signore.

Vieni a consolarci,

noi siamo sempre più tristi:

e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni a cercarci,

noi siamo sempre più perduti,:

e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni, tu che ci ami:

nessuno è in comunione col fratello

se prima non è con te, o Signore.

Noi siamo tutti lontani, smarriti,

né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo.

Vieni, Signore. Vieni sempre, Signore.

 

Canto natalizio

SESTO GIORNO

6.Gesù Redentore

 

Dal Vangelo secondo Luca – Cap.2, 33-35

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima».

Dal magistero di Papa Francesco

Gesù è il “giorno” luminoso che è sorto all’orizzonte dell’umanità. Giorno di misericordia, nel quale Dio Padre ha rivelato all’umanità la sua immensa tenerezza. Giorno di luce che disperde le tenebre della paura e dell’angoscia. Giorno di pace, in cui diventa possibile incontrarsi, dialogare, e soprattutto riconciliarsi. Giorno di gioia: una «gioia grande» per i piccoli e gli umili, e per tutto il popolo (cfr Lc 2,10).

Pater, Ave e Gloria

 Preghiera

Signore Gesù, siamo qui raccolti davanti a te:

il successore del tuo apostolo Pietro e la Chiesa

Tu sei il Figlio di Dio fatto uomo,

da noi crocifisso e dal Padre risuscitato.

Tu, il vivente, realmente presente in mezzo a noi.

Tu, la via, la verità e la vita.

Tu, che solo hai parole di vita eterna.

Tu, l’unico fondamento della nostra salvezza

e l’unico nome da invocare per avere speranza.

Tu, l’immagine del Padre e il donatore dello Spirito.

Tu, l’amore: l’amore non amato!

Signore Gesù, noi crediamo in te,

ti adoriamo, ti amiamo con tutto il nostro cuore,

e proclamiamo il tuo nome al di sopra di ogni altro nome.

Signore Gesù, donaci la pace,

tu che sei la pace

e nella tua croce hai vinto ogni divisione.

E fa’ di noi veri operatori di pace e di giustizia:

uomini e donne che si impegnano a costruire

un mondo più giusto, più solidale e più fraterno.

Signore Gesù, ritorna in mezzo a noi

e rendici vigilanti nell’attesa della tua venuta. Amen.

Canto natalizio

SETTIMO GIORNO

7.Gesù Salvatore

Dal Vangelo secondo Luca – Cap. 9, 18-22

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. «Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».

La Chiesa canta il mistero del Salvatore e Redentore in un inno riportato da san Paolo: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce » (Fil 2,5-8).

 

Dal magistero di Papa Francesco

Gesù, il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo, è nato per noi. E’ nato a Betlemme da una vergine, realizzando le antiche profezie. La vergine si chiama Maria, il suo sposo Giuseppe.

Sono le persone umili, piene di speranza nella bontà di Dio, che accolgono Gesù e lo riconoscono. Così lo Spirito Santo ha illuminato i pastori di Betlemme, che sono accorsi alla grotta e hanno adorato il Bambino. E poi lo Spirito ha guidato gli anziani Simeone e Anna, umili, nel tempio di Gerusalemme, e loro hanno riconosciuto in Gesù il Messia. «I miei occhi hanno visto la tua salvezza» – esclama Simeone – «salvezza preparata da [Dio] davanti a tutti i popoli» (Lc 2,30).

Sì, fratelli, Gesù è la salvezza per ogni persona e per ogni popolo!

Pater, Ave e Gloria

 Preghiera

Tu sei il Cristo, il mio padre santo, il mio Dio misericordioso, il mio grande re.

Sei il mio buon pastore, il mio unico maestro, il mio migliore aiuto.

Sei il mio amore bellissimo, il mio pane vivo, il mio sacerdote per sempre.

Sei la mia guida alla patria, la mia luce vera, la mia dolcezza santa.

Sei la mia strada diritta, la mia fulgida sapienza, la mia limpida semplicità.

Sei la mia concordia pacifica, la mia sicura protezione, la mia preziosa eredità, la mia salvezza eterna…

Cristo Gesù, amabile Signore!

Perché ho amato, perché ho bramato in tutta la mia vita altra cosa fuori di te, Gesù mio Dio?

Dov’ero quando non pensavo a te? O voi tutti miei desideri, da questo momento ardete e confluite nel Signore Gesù. Correte, già troppo indugiaste!

Affrettatevi verso il traguardo cui tendete, cercate davvero colui che cercate!

O Gesù! Chi non ti ama sia anàtema!

Chi non ti ama sia saziato di amarezze… Gesù dolce, ogni cuore buono e incline alle tue lodi ti ami, in te si diletti, di te si stupisca!

Dio del mio cuore e mia eredità, Cristo Gesù!

Venga meno il mio cuore dentro di me e sii tu a vivere in me.

Si accenda nel mio spirito la brace viva del tuo amore, e divampi in un incendio!

Arda sempre sull’altare del mio cuore, bruci nel mio intimo, avvampi le fibre più nascoste della mia anima.

Nel giorno della mia morte sia trovato consumato dall’amore presso di te.Amen.

Canto natalizio

 

OTTAVO GIORNO

8. Gesù, Figlio di Maria  e Giuseppe

 

Dal Vangelo di Luca- cap. 2,41-52

I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo l’usanza; ma, trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo rimase a Gerusalemme senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti. Non avendolo trovato tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua Madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo angosciati”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua Madre custodiva tutti questi fatti nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Dal magistero di Papa Francesco

Gesù tornò a Nazareth ed era sottomesso ai suoi genitori (cfr Lc 2,51). Anche questa immagine contiene un bell’insegnamento per le nostre famiglie. Il pellegrinaggio, infatti, non finisce quando si è raggiunta la meta del santuario, ma quando si torna a casa e si riprende la vita di tutti i giorni, mettendo in atto i frutti spirituali dell’esperienza vissuta. Conosciamo che cosa Gesù aveva fatto quella volta. Invece di tornare a casa con i suoi, si era fermato a Gerusalemme nel Tempio, provocando una grande pena a Maria e Giuseppe che non lo trovavano più. Per questa sua “scappatella”, probabilmente anche Gesù dovette chiedere scusa ai suoi genitori. Il Vangelo non lo dice, ma credo che possiamo supporlo. La domanda di Maria, d’altronde, manifesta un certo rimprovero, rendendo evidente la preoccupazione e l’angoscia sua e di Giuseppe. Tornando a casa, Gesù si è stretto certamente a loro, per dimostrare tutto il suo affetto e la sua obbedienza. Fanno parte del pellegrinaggio della famiglia anche questi momenti che con il Signore si trasformano in opportunità di crescita, in occasione di chiedere perdono e di riceverlo, di dimostrare l’amore e l’obbedienza.

Pater, Ave e Gloria

 

PREGHIERA

Vergine e Madre Maria,

tu che, mossa dallo Spirito,

hai accolto il Verbo della vita

nella profondità della tua umile fede,

totalmente donata all’Eterno,

aiutaci a dire il nostro “sì”

nell’urgenza, più imperiosa che mai,

di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.

 

Tu, ricolma della presenza di Cristo,

hai portato la gioia a Giovanni il Battista,

facendolo esultare nel seno di sua madre.

Tu, trasalendo di giubilo,

hai cantato le meraviglie del Signore.

Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce

con una fede incrollabile,

e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione,

hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito

perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.

Ottienici ora un nuovo ardore di risorti

per portare a tutti il Vangelo della vita

che vince la morte.

Dacci la santa audacia di cercare nuove strade

perché giunga a tutti

il dono della bellezza che non si spegne.

Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione,

madre dell’amore, sposa delle nozze eterne,

intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima,

perché mai si rinchiuda e mai si fermi

nella sua passione per instaurare il Regno.

Stella della nuova evangelizzazione,

aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione,

del servizio, della fede ardente e generosa,

della giustizia e dell’amore verso i poveri,

perché la gioia del Vangelo

giunga sino ai confini della terra

e nessuna periferia sia priva della sua luce.

Madre del Vangelo vivente,

sorgente di gioia per i piccoli,

prega per noi. Amen.

Canto natalizio

 

NONO GIORNO

9. Gesù Bambino

 

Dal Vangelo di Luca – CAP. 2,1-20

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli  e pace in terra agli uomini che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Dal magistero di Papa Francesco

In questa santa notte, mentre contempliamo il Bambino Gesù appena nato e deposto in una mangiatoia, siamo invitati a riflettere. Come accogliamo la tenerezza di Dio? Mi lascio raggiungere da Lui, mi lascio abbracciare, oppure gli impedisco di avvicinarsi? “Ma io cerco il Signore” – potremmo ribattere. Tuttavia, la cosa più importante non è cercarlo, bensì lasciare che sia Lui a cercarmi, a trovarmi e ad accarezzarmi con amorevolezza. Questa è la domanda che il Bambino ci pone con la sua sola presenza: permetto a Dio di volermi bene?

E ancora: abbiamo il coraggio di accogliere con tenerezza le situazioni difficili e i problemi di chi ci sta accanto, oppure preferiamo le soluzioni impersonali, magari efficienti ma prive del calore del Vangelo? Quanto bisogno di tenerezza ha oggi il mondo! Pazienza di Dio, vicinanza di Dio, tenerezza di Dio.

La risposta del cristiano non può essere diversa da quella che Dio dà alla nostra piccolezza. La vita va affrontata con bontà, con mansuetudine. Quando ci rendiamo conto che Dio è innamorato della nostra piccolezza, che Egli stesso si fa piccolo per incontrarci meglio, non possiamo non aprirgli il nostro cuore, e supplicarlo: “Signore, aiutami ad essere come te, donami la grazia della tenerezza nelle circostanze più dure della vita, donami la grazia della prossimità di fronte ad ogni necessità, della mitezza in qualsiasi conflitto”.

Pater, Ave e Gloria

Preghiera

Gloria a te, o Padre,

che manifesti la tua grandezza

in un piccolo Bambino

e inviti gli umili e i poveri

a vedere e udire le cose meravigliose

che tu compi nel silenzio della notte,

lontano dal tumulto dei superbi

e dalle loro opere.

Gloria a te, o Padre,

che per nutrire di vera manna

gli affamati

poni il Figlio tuo, l’Unigenito,

come fieno in una mangiatoia

e lo doni quale cibo di vita eterna:

Sacramento di salvezza e di pace. Amen.

Canto natalizio

NOVENA DEL SANTO NATALE 2016 COMPOSTA DA PADRE ANTONIO RUNGIultima modifica: 2016-12-12T00:31:32+01:00da pace2005
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