P.RUNGI. COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO -DOMENICA 16 OTTOBRE 2016

RUNGI2015

DOMENICA XXIX DEL TEMPO ORDINARIO

DOMENICA 16 OTTOBRE 2016

La preghiera non stanca, ma rinfranca

Commento di padre Antonio Rungi

La liturgia di questa XXIX domenica dell’anno liturgico è un chiaro invito a porre al centro della nostra vita di cristiani il dono e l’esigenza della preghiera. I testi biblici che sono alla nostra attenzione e meditazione per questo giorno del Signore ci riportano tutti a questo valore della preghiera che, per tanti, non è compreso, non è sentito, non è espresso nei modi più personali e liturgici che possiamo immaginare o manifestare nelle nostre assemblee. Possiamo affermare, senza ombra di dubbio, secondo quanto dice Gesù che la preghiera non stanca, ma rinfranca.

Nella prima lettura di questa domenica, tratta dal Libro dell’esodo, emerge la figura di Mosé che prega e che intercede presso il Signore per la salvezza di Israele in cammino verso la terra promessa. Dal testo sacro, si comprende come Israele sia arrivata alla convinzione interiore solo stando dalla parte di Dio e vicino a Dio con la preghiera, l’obbedienza e la fedeltà, c’è la radice di tutta la sua forza spirituale e umana, oltre che politica. Infatti,  nella guerra di Amalek contro Israele succede che “quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk”. La potenza della preghiera porta alla vittoria di qualsiasi genere.

Come nella prima lettura, così nel Vangelo di questa Domenica, san  Luca parla di preghiera. Un tema assai caro all’evangelista, dottore. Qui ritroviamo per la seconda volta le parole di Gesù che insegna a pregare.  La prima volta (Lc 11,1-13), introduce il testo del Padre Nostro e mediante paragoni e parabole, ci insegna che dobbiamo pregare sempre, senza mai stancarci.

Questa seconda volta (Lc 18,1-4), Luca ricorre di nuovo a parabole ricavate dalla vita quotidiana per dare istruzioni sulla preghiera: la parabola della vedova e del giudice (18,1-8).

Luca introduce la parabola con la frase seguente: “Raccontò loro una parabola per mostrare che dovevano pregare sempre, senza stancarsi mai”. La raccomandazione di “pregare senza stancarsi” appare molte volte nel Nuovo Testamento (1 Tes 5,17; Rom 12,12; Ef 6,18; ecc). Era una caratteristica della spiritualità delle prime comunità cristiane. Ed anche uno dei punti in cui Luca insiste maggiormente, sia nel Vangelo come negli Atti.

Gesù, in questo simpaticissimo racconto di vita quotidiano,  ci mostra due personaggi, contrapposti per identificazione, ruoli e funzioni: un giudice senza considerazione verso Dio e verso il prossimo, ed una vedova che non desiste dal lottare per i suoi diritti presso il giudice.

Da un lato, quindi, un giudice insensibile, senza religione. Da un altro, la vedova che  non sa a quale porta bussare per ottenere ciò che le è dovuto, vista l’indifferenza di chi doveva riconoscere i suoi diritti. Con la sua insistenza, la vedova alla fine ottiene quello che sta chiedendo legittimamente. Il motivo del cambiamento di atteggiamento del giudice, senza religione, come dire senza coscienza e moralità, è di liberarsi da questa continua seccatura. Motivo ben interessato! Come dire, me la tolgo dai piedi, come spesso capitava ai tempi di Gesù e capita in ogni tempo, quando solo se sei insistente ottiene qualcosa, che ti spetta tra l’altro. Da questo racconto di cronaca quotidiana, è Gesù stesso che trae lo spunto per dirci cose importanti, come in tutte le parabole e i discorsi: Gesù dice: “Avete udito ciò che dice il giudice ingiusto? E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che lo invocano giorno e notte, anche se li fa aspettare?” Ed aggiunge che Dio farà giustizia tra breve. La conclusione del testo del vangelo è di quelli che ci devono far riflettere, in quanto senza fede, ovvero senza vera religiosità, non potrà esserci giustizia, pace solidarietà nel mondo:  “Ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” Avremo il coraggio di aspettare, di avere pazienza, anche se Dio tarda a risponderci? E’ necessario avere molta fede per continuare a resistere e ad agire, malgrado il fatto di non vedere il risultato. Chi aspetta risultati immediati, si lascerà prendere dallo sgomento. E purtroppo, questo capita di frequente, soprattutto ai nostri giorni, pesando che la fede possa essere un buon credito per ottenere qualcosa di materiale e di utile su questa terra. In poche parole,  il vangelo di Luca ci presenta un’immagine di Gesù che prega, che vive in contatto permanente con il Padre. L’aspirazione di vita di Gesù è fare la volontà del Padre (Gv 5,19). Luca è l’evangelista che ci dice più cose sulla vita di preghiera di Gesù. Ci presenta Gesù in costante preghiera. Gesù pregava molto ed insisteva, in modo che anche la gente ed i suoi discepoli facessero lo stesso. Ed è nel confronto con Dio dove appare la verità e la persona si incontra con se stessa in tutta la sua realtà ed umiltà.

In sintonia con i testi biblici della prima lettura de l Vangelo, si colloca il testo della seconda lettura di oggi, che è tratta dalla  seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo.  San Paolo, infatti, scrivendo al suo amico Timoteo sostiene, giustamente, una preghiera biblica, in quanto nella preghiera che valorizza la Sacra scrittura si possono trovare le vere ragioni della stessa necessità di pregare e di conseguenza operare, agire, imparare, insegnare agli altri.

La proclamazione della parola di Dio, molto importante nella celebrazione quotidiana, festiva e domenicale della santa messa, è un chiaro messaggio di Dio, presente ed operante in mezzo alla comunità dei credenti, ed è preghiera di ringraziamento che sale a lui mediante la lode e la gloria che riconosciamo al Signore, per tutto quello che ci dona.

Dalla sacra scrittura, l’uomo di Dio, il pastore, come esempio di vita per i credenti, attinge tutto quello che è necessario per il ministero della Parola e la guida spirituale della comunità. Non c’è azione pastorale vera, senza la preghiera che trova le sue radici profonde nei testi sacri: “Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento”.

Domenica è anche la festa di Santa Teresa d’Avila.  La Santa riformatrice dell’Ordine Carmelitano, sottolinea, nei suoi scritti, quanto sia essenziale la preghiera; <<pregare, dice, «significa frequentare con amicizia, poiché frequentiamo a tu per tu Colui che sappiamo che ci ama» (Vita 8, 5). La preghiera è vita e si sviluppa gradualmente di pari passo con la crescita della vita cristiana: comincia con la preghiera vocale, passa per l’interiorizzazione attraverso la meditazione e il raccoglimento, fino a giungere all’unione d’amore con Cristo e con la Santissima Trinità. Ovviamente non si tratta di uno sviluppo in cui salire ai gradini più alti vuol dire lasciare il precedente tipo di preghiera, ma è piuttosto un approfondirsi graduale del rapporto con Dio che avvolge tutta la vita. Per cui, santa Teresa di Gesù è vera maestra di vita cristiana per i fedeli di ogni tempo. Imitiamo Cristo, uomo di preghiera, imitiamo i primi cristiani, comunità orante in continuazione e i santi che hanno raggiunto i gradi più alti della perfezione nell’amore di Dio, valorizzando la preghiera dalla sera alla mattina e immergendosi in essa con gioia e soddisfazione interiore.

Sia questa la nostra preghiera oggi, condivisa con tutti i fratelli nella fede che in questo giorno del Signore partecipano alla santa messa, in ogni parte del mondo, dove maggiormente si avverte la necessità di pregare sempre e per ogni esigenza, soprattutto per la nostra personale conversione e santificazione: “O Dio, che per le mani alzate del tuo servo Mosè hai dato la vittoria al tuo popolo, guarda la Chiesa raccolta in preghiera; fa’ che il nuovo Israele cresca nel servizio del bene e vinca il male che minaccia il mondo, nell’attesa dell’ora in cui farai giustizia ai tuoi eletti, che gridano giorno e notte verso di te”. Amen.

 

 

 

P.RUNGI. COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO -DOMENICA 16 OTTOBRE 2016ultima modifica: 2016-10-11T19:24:12+02:00da pace2005
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