Meditazione sul Natale 2012, anno della fede

Foto0888.jpgLa luce che emana Gesù Bambino

di padre Antonio Rungi

E’ Natale anche quest’anno  2012, anno della fede, anno di straordinaria grazia e benedizione dal cielo. Ringraziamo il Signore che ci dona la possibilità e la gioia di celebrarlo in questo anno 2012 che volge al termine, che ci ha riservato tanta gioia, ma anche tante prove. Natale si sa ti prende tutto e prende tutti, nonostante che sembra andare in pensione un modo di celebrare e vivere il Natale come qualche anno fa. Il fascino e la tenerezza di questa festa rimangono intatti anche per gli uomini supertecnologici del terzo millennio dell’era cristiana. La grotta di Betlemme o la casa di Nazareth con il Bambino Gesù non possono essere clonati e raddoppiati, né riprodotti in forma virtuale.

Natale è e rimane unico come festa e come contenuti ed è a questi contenuti religiosi che ci rifacciamo per celebrare anche quest’anno degnamente il Natale del Redentore dell’umanità.

E non c’è modo più bello per celebrarlo che riportarsi davanti al Bambino Gesù e dialogare con lui.

Egli ha dato tutto per noi, Egli si aspetta qualcosa da noi.

Il Natale non è solo ricevere è soprattutto dare, e dare una cosa più importante rispetto a tutto il resto: dare amore e darlo nel modo più pieno ed autentico possibile, senza calcolare pesi e misure, ma facendo spaziare i nostri pensieri, sentimenti ed azioni nel grande mare della bontà e generosità. Come ai tempi del profeta Isaia che guarda alla venuta del Messia come tempo di luce, pace e gioia, così ai nostri giorni vorremo che il Natale, ovunque si celebri, possa portare tanta luce, tanta gioia, tanta serenità nella vita delle persone. Ci sono tanti problemi, da quelli spirituali, religiosi, umani ed economici, che riportano alla nostra attenzione, in questi giorni di festa, il dramma di tante persone e di interi popoli.

Questa umanità deve riscoprire la grande luce che viene da Cristo, unico salvatore del mondo. Se non si riappropria del messaggio che viene da Betlemme difficilmente questa umanità ritroverà le ragioni della speranza e della pace.

Si sa che dove c’è Dio, davvero c’è tanta pace e serenità. Dove Egli manca del tutto o è stato accantonato per rincorrere idoli di varia natura c’è solo tristezza, malinconia e assenza di prospettiva.

Oggi dobbiamo rallegrarci tutti nel Signore perché è nato nel mondo il Salvatore.

Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo. E’ questa la verità delle verità, la notizia delle notizie, la novità delle novità che a distanza di 2012 anni ha tutta la sua validità, autenticità e verità.

Di questa grande verità di fede ci parla l’Apostolo Paolo in questa giornata di vera festa per tutti i cristiani.

La sua parola assume più rilevanza perché stiamo celebrando l’anno della fede.

Il programma di vita e risurrezione che reca con se il Natale del Signore sta tutto fissato in questi pochi, ma densi versi di etica personale e sociale. Disattendere ad un simile impegno significa non celebrare degnamente il Natale di quest’anno.

Bisogna ripartire dalla moralità personale per auspicare e attendere la moralità di tutti gli altri. E siamo in un tempo che di moralità in senso stretto solo pochi possono parlarne con cognizione di causa e corrispondenza di vita. 

Nel racconto della nascita di Gesù così come viene presentata dall’evangelista Luca troviamo il modo più immediato e concreto per rispondere alla chiamata del Signore che viene della Grotta di Betlemme. Questo modo è l’atteggiamento di quanti vanno alla grotta del Signore a partire dai pastori lì presenti a vegliare il loro gregge, fino a giungere ai tre sapienti dell’Oriente, i Re Magi, di cui si farà memoria liturgica nella solennità dell’Epifania. Vi consiglio per un vostro personale approfondimento l’attenta lettura dell’ulltimo libro di Papa Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, un capolavoro di esegesi, spiritualità, pastoralità ed ecclesialità. 

Dopo essere arrivati al Natale 2012 e aver ascoltato nuovamente il canto degli angeli che riconoscono a Dio la Gloria e la pace agli uomini della terra purché essi vivono in sintonia con questo piccolo, grande Dio che nasce a Betlemme nel grembo purissimo di Maria Santissima.  

L’atteggiamento migliore è non aver paura di incontrare il Signore nella confessione dei nostri peccati, nell’ascoltare e mettere in pratica la parola di Dio e nella partecipazione all’Eucaristia.  

Bisogna rimuovere tutti gli ostacoli di natura individuale e comunitaria affinché Cristo entri davvero nella storia di ognuno di noi, come dentro nella vita della sua e nostra dolcissima madre Maria Santissima.  

Non possiamo assolutamente sbarrare la porta al Signore che viene, mettendo gli ostacoli della nostra presunzione, del nostro egoismo, dell’indifferenza, dell’assenza di un barlume di fede. Quella luce che brillò nella notte di Betlemme deve rifulgere con la stessa intensità nella grotta aperta del nostro cuore e della nostra intelligenza. In questo anno della fede ripartiamo da Gesù bambino per camminare nella luce della fede autentica. 

L’effetto immediato di questa luce accecante e potente sono bene espressi ed indicati dal profeta Isaia che anche oggi, solennità del Natale, ci sostiene spiritualmente con la parola che sgorga dal cuore di un vero uomo di Dio.  

La luce di Cristo moltiplica la gioia ed aumenta la letizia, vengono interrotti i vari pesi che opprimono l’uomo, subentra la pace tra le nazioni e tutto acquista un nuovo senso e si dirige verso un nuovo orizzonte, quello di Cristo unico salvatore. Gesù è, infatti, il consigliere mirabile, è il Dio potente, è il Padre per sempre, è il Principe della pace. Il suo potere e la pace non avranno fine. Nel mistero del Verbo incarnato, infatti, è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del fulgore di Cristo, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili. 

In quel natale di 2012 anni fa non eravamo fisicamente presenti all’evento, ma da quell’evento, unico e irripetibile della storia della salvezza siamo nati noi, nuove creature redente dal Salvatore, nato nella piccola e gelida grotta. Non resti freddo il nostro cuore davanti a simile grande mistero della salvezza, ma ognuno viva questo Natale con la consapevolezza che Dio è con noi sempre e non ci abbandona mai, soprattutto nell’ora della prova e del dolore.  

Buon Natale a tutti nella gioia di questo Gesù che tanta tenerezza ci dona ogni anno in questa santa ed attesa festa dell’amore, della speranza, del perdono e della riconciliazione.  

Sia il Natale davvero il Natale della festa della fede, una festa a cui tutti avvertiamo il bisogno di partecipare e dare il nostro contributo per la sua positiva riuscita in ogni luogo e situazione.

Meditazione sul Natale 2012, anno della fedeultima modifica: 2012-12-24T15:29:00+01:00da pace2005
Reposta per primo quest’articolo