Vedere il Paradiso/8. Volare in cielo

 aereidilinea.jpgHO VISTO IL PARADISO/8

di padre Antonio Rungi

VOLARE IN CIELO

Quando il cielo è terso, i rumori della terra sono silenti, guardando in cielo si scorge il viaggiare di aeroplani, carichi di esseri umani, ma anche di altre cose necessarie o meno alla vita dell’uomo sulla terra. Si dice che gli aerei volano e che ogni corsa di aereo si chiama appunto volo. Si vola in cielo, pur vivendo sulla terra, ci si sposta da un capo all’altro della terra con i voli di ogni genere, da quelli nazionali, a quelli internazionali ed intercontinentali, ai voli charters o ai voli last minute. Tutto serve per spostare milioni di persone al giorno su tutti i paralleli e longitudini del globo terrestre. Questi voli per quanti preoccupanti e a volte sembrano interminabili, prima o poi arrivano a destinazione. E come si decolla così si spera di atterrare e fare anche un buon atterraggio.

Chi ha preso l’aereo come me tante volte, soprattutto sulle lunghe distanze, la preoccupazione è stata grande e quando si giungeva a destinazione la soddisfazione era immensa quando l’aereo toccava terra e l’applauso sgorgava spontaneo da parte dei passeggeri verso il comandante e l’equipaggio. Quando invece per varie turbolenze l’aereo ritardava ad atterrare la preoccupazione si faceva grande e allora alla solita paura, si aggiungeva anche il timore della fine. Ti ripassavi tutto quello che la hostess aveva detto appena saliti sull’aereo in caso di ammaraggio o atterraggio con tutti le attrezzature da indossare in poco tempo e pensavi come farcela e poi alla fine cosa sarebbe successo. Non c’è nessun passeggero al mondo che soprattutto alle prime esperienze non pensi che potrebbe essere la fine. Perché cadere da 12.000 metri d’altezza certo non è il massimo della sicurezza e dello stare sereni. E allora pensi a tante cose, compreso alla morte. E allora il volare nei cieli con l’aereo diventa motivo per pensare al volare per sempre in cielo, al definitivo ed ultimo destino, che non è l’aeroporto di arrivo, ma l’eternità di Dio, la Gerusalemme celeste e non la Terra Santa, per un pellegrinaggio di devozione e di studio.

Chi ci fa pensare al cielo oltre il cielo è Gesù stesso con il mistero della sua risurrezione e ascensione al cielo. Ma ci fa pensare anche al cielo è il dogma dell’assunzione in corpo ed anima della Beata Vergine Maria, Madre di Dio e della chiesa.

Rileggiamo il brano degli Atti degli Apostoli (, 4,4-14) relativo all’ascensione: “4Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: 5 Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni».6 Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». 7 Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, 8 ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».9 Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. 10 E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n’andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: 11 «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».12 Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. 13 Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. 14 Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.

Approfondiamo il testo ufficiale della proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria Vergine al cielo, secondo quanto formulato e pronunciato da Papa Pio XII nel 1950, il primo novembre, solennità di Tutti i santi, dopo aver consultato l’episcopato mondiale ed avuto il parere favorevole al riguardo.

«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».  Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica”.

Sia l’ascensione che l’assunzione sono due misteri del Santo Rosario detti della gioia. E noi come credenti siamo uomini e donne della gioia sapendo che la nostra patria è nei cieli, dove stanno ad attenderci la SS.Trinità, la Madonna e tutti i beati del Paradiso.

Il cielo dove volano migliaia di aerei ogni giorno portando con il carico umano e il carico di tante cose utili ed inutili anche per il cielo ci faccia comprende che volare, ascendere al cielo, salire al cielo, significano tante cose, con diversa accentuazione, in base alla prospettiva dalla quale ci si mette per un “volo” che sia davvero carico di significato eterno. Andiamo sempre più in alto, fino a toccare Marte, ma il cielo vero resta oltre i confini dell’universo. Quell’universo così bello ed ordinato che ci rimanda a Dio creatore e Padre e che ci attende oltre gli infiniti cieli che sorvoliamo con gli aerei e non sempre per portare pace, ma a volte per portare la guerra, per uccidere, bombardare, distruggere la vita e le cose di questa infelice terra, che è incapace di volare sempre più in alto nel vero senso della felicità. Magari potessimo tutti salire al settimo cielo se non  altro per vedere il Paradiso e incontrare Dio nella felicità senza fine. Questi voli sì che fanno sognare davvero e danno la felicità vera.

Vedere il Paradiso/8. Volare in cieloultima modifica: 2012-08-14T09:47:00+02:00da pace2005
Reposta per primo quest’articolo